Fw: Lettera ai parlamentari europei
- Subject: Fw: Lettera ai parlamentari europei
- From: "Giovanni Malatesta" <giovanni.malatesta at villapacinotti.it>
- Date: Thu, 12 Jun 2008 00:06:56 +0200
Cari amici,
vi chiedo per quanto possibile di dare il
vostro aiuto per lanciare in tempi rapidissimi, quella campagna di pressione sui
parlamentari europei per la quale vi avevo preallertato. Tra una settimana
esatta è previsto Il voto finale sulla Direttiva Quadro sui Rifiuti (WFD),
non so se preceduto da un ulteriore passaggio in commissione o direttamente in
sessione plenaria.
GAIA Europe sta coordinando una serie di azioni,
ma, come dice il proverbio, che fa da sè fa per tre e quindi senza aspettare che
vengano da GAIA altri input, visto che tra me e mia moglie (la dott.ssa
Gentilini che oramai penso conosciate tutti) ci eravamo già mossi su questo
terreno, ho preparato un modello di lettera, in parte modificando una che
avevamo già scritto a due mani, che vi ho copiato qui sotto. Oltre a
trasmetterla ai parlamentari (usate la fantasia nel variare l'oggetto, per
evitare che vengano respinte dagli antispam), diffondetela ai vostri contatti,
mettetela sui blog, se questa non vi piace cambiatela che non ci offendiamo,
aggiungete vostri commenti, slogan (ve ne suggerisco uno: niente
riclassificazione, vogliamo la prevenzione!) e quant'altro la vostra fantasia vi
suggerisce. L'importante è il fuoco di fila, l'effetto valanga.
Per gli indirizzi dei membri italiani del
parlamento europeo visto che certe liste non ammettono allegati, per quelli che
non li troveranno in allegato. o mandano un messaggio a questo indirizzo Isenza
usare il tasto Rispondi, se no va a tutta la lista) giovanni.malatesto at villapacinotti.it
o li scaricano (ci vuole pazienza, però) dal sito del parlamento
europeo
Può darsi che tra un pò saranno disponibili
anche su qualche sito o qualche blog.
Vi ringrazio anticipatamente per l'aiuto che non
mancherete di dare
Salute e pace (c'è bisogno di
entrambi)
Gianni Malatesta
Gentile Parlamentare
Europeo, tra pochi giorni sarà chiamato a
votare in seconda lettura la nuova Direttiva Quadro sui
Rifiuti. Vorrei suggerirle un “pensiero guida” per orientare le sue decisioni, ricordandole una frase del grande Albert Einstein: "Un uomo intelligente risolve un problema, un uomo saggio lo evita" I rifiuti, in realtà, non sarebbero
un problema. La natura, infatti, non conosce neppure il termine rifiuto: ciò che
è materiale di scarto per uno, diventa preziosa risorsa per altri.
Comportiamoci allora da uomini
saggi. Evitiamo il problema, scegliendo la strada virtuosa che la natura ci
indica: ogni materiale deve rientrare nel ciclo produttivo e vitale per essere
utilizzato nuovamente. La prima cosa da fare, quindi,
sarebbe quella di prevenire all’origine la produzione dei
rifiuti. Il Parlamento Europeo e la
commissione ENVI si erano mossi in questa direzione, stabilendo che dal 2012 la
produzione dei rifiuti dovesse fermarsi ai livelli del 2009 fissando una serie
di misure scadenzate nel tempo per concretizzare una vera politica di
prevenzione. Ma il testo che è uscito dal
successivo negoziato a tre (Commissione, Consiglio e PE) e che sarà sottoposto
al voto cancella l’obiettivo ed ogni scadenza certa, lasciando tutto nel vago.
La seconda cosa che dovremmo fare,
sarebbe riutilizzare i materiali scartati facendoli rientrare nel ciclo
produttivo: ciò
dovrebbe oggi essere ancor più stringente, essendo davanti agli occhi di tutti
il problema dell’esaurimento delle risorse. Anche in questo senso il PE e la
commissione ENVI si erano mossi in questa direzione: avevano fissato degli
obiettivi minimi per il riciclaggio di rifiuti domestici, industriali e da
demolizione, da raggiungere in tempi certi anche se un po’ lontani
(2020). Ma anche questo è stato
ridimensionato e annacquato, limitando il campo di applicazione a solo alcune
tipologie di materiali ed escludendo i rifiuti industriali. Perché questa pervicace insistenza
nel togliere efficacia proprio a quegli elementi della direttiva che potrebbero
condurre l’Europa, come si dichiara a parole, una vera società del
riciclo? Forse possiamo capirlo pensando
all’insistenza del Consiglio nel reintrodurre la possibilità di “promuovere” gli
inceneritori, dotati di una certa efficienza, da impianti di smaltimento a
impianti di recupero. Gli inceneritori
sono impianti rigidi ed hanno bisogno di essere alimentati con quantità costanti
di combustibile: stabilizzare (o addirittura ridurre) la produzione dei rifiuti
e al tempo stesso aumentare la quota di essi destinata al riciclo significa
sottrarre il “cibo” a queste voraci bocche. Non c’è da stupirsi, allora, se la
prevenzione dei rifiuti viene osteggiata e, tra le diverse tipologie di rifiuto,
si osteggia il riciclo di quelli industriali, da cui è più facile ottenere
combustibili, mentre non si fanno problemi per quelli da demolizione, in cui c’è
ben poco da bruciare! No, non è questa la strada per
trasformare l’Europa in una società del riciclo! L'incenerimento dei rifiuti,
efficiente o no, crea più problemi di quanti ne risolva, soprattutto sotto il
profilo della salute dell'uomo e della biosfera. I fumi che si producono
contengono moltissime e diverse sostanze, fra le quali alcune
altamente tossiche (inclusi cancerogeni certi per l'uomo). Inoltre esso non
è in grado di risolvere il problema delle discariche, perchè produce scorie e
ceneri che contengono a loro volta sostanze altamente tossiche e
devono essere smaltite in discariche speciali: in questo caso, il problema che
si è creato è più grave di quello che si è cercato di
risolvere! Le sembra una bella soluzione quella di “declassificare” un rifiuto pericoloso come le ceneri, facendolo diventare un sottoprodotto utilizzabile nei sottofondi stradali? Non Le sembra un po’ troppo simile al “giro-bolla” tipico dello smaltimento illegale? Eppure, è proprio questo che è reso possibile dalla definizione di sottoprodotto contenuta nel testo che le verrà proposto alla votazione! Perché crearsi un problema quando
può essere evitato? Le soluzioni che consentono di evitare tanto l'incenerimento quanto la discarica anche per le frazioni residue esistono ed alcune di esse sono di facile e pronta realizzazione, con costi di investimento contenuti, capaci di produrre occupazione ed utili tali da remunerare adeguatamente il capitale investito. Le faccio un esempio: quello del Centro Riciclo di Vedelago (TV), oggetto di un recente un articolo comparso sul supplemento del Sole 24 Ore: a questo centro arrivano materiali provenienti dalla raccolta differenziata della provincia di Treviso e di altre località del Veneto. I materiali in ingresso hanno gradi diversi di differenziazione, in quanto provenienti da località che operano con metodi diversi di raccolta: ciò nonostante, il risultato è che, allo stato attuale, il 98.2% dei materiali in entrata viene recuperato e agevolmente collocato sul mercato traendone elevata remunerazione. Anche ciò che normalmente rappresenta un residuo non riciclabile, in questo Centro viene trasformato, con un procedimento privo di impatti ambientali e sanitari, in una sabbia sintetica altamente richiesta - e remunerata - per le sue qualità sia dall'industria della lavorazione delle plastiche sia dall'industria dei manufatti cementizi. Per questo le dico: il nuovo compromesso sul testo della
Direttiva Rifiuti è inaccettabile! Sia saggio: non permetta che esso
passi impunemente. Faccia tutto quello che può perché il PE dimostri la sua
saggezza e la sua lungimiranza. Fiducioso nella sua intelligenza, le
porgo distinti saluti ___________________________________________________________________________________________________________
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