In marcia per il clima... e contro il nucleare -7 giugno milano



In marcia per il clima... e contro il nucleare 
di Massimo Serafini 
   
ROMA. L’offensiva martellante dei nuclearisti è davanti agli occhi di tutti e l’esito delle elezioni politiche le darà ancora più forza, visto che le hanno vinte i sostenitori dell’atomo. Quello che sconcerta, leggendo i principali quotidiani e guardando i programmi televisivi, è che non sembra esserci opposizione. Pare sia già diventato senso comune e dato che la fonte nucleare sia l’unica che potrà fornirci energia, senza emissioni di Co2 e a poco prezzo. Un esercito di professori prezzolati, dalle colonne dei giornali, tranquillizza, ogni giorno, l’opinione pubblica su scorie e pericoli del nucleare, raccontando molte balle o limitandosi ad aggiungere generazioni alla tecnologia come garanzia della sua sicurezza. Insomma è difficilmente contestabile che un risultato questa campagna l’abbia raggiunto: la maggioranza della popolazione è ormai ampiamente convinta che è necessario uscire dal petrolio e che se lo si vuole fare mantenendo il benessere acquisito è necessario sostituire l’oro nero con l’atomo. E gli ambientalisti con le fonti rinnovabili?

A parte questo giornale che quotidianamente polemizza con i nuclearisti o Legambiente che cerca di costruire una mobilitazione, l’impressione è che il grosso delle associazioni ambientaliste, per non parlare degli intellettuali, si limiti a dire dei no di circostanza. La convinzione diffusa sembra essere quella che non se ne farà nulla per via degli alti costi che rilanciare il nucleare comporta. Un tragico errore che il progetto di sostenibilità pagherà assai caro, in termini di credibilità. Il silenzio poi di tanti fanatici paesaggisti è assordante. Sicuramente non si è visto da parte di costoro la stessa caparbietà e determinazione che sono stati messi per fermare le pale eoliche o la tramvia di Firenze. Eppure la posta in gioco è assai elevata e riguarda l’esistenza stessa di un movimento ambientalista. 

Proviamo a chiederci a quale grado di marginalità esso verrebbe condannato se si aprisse veramente uno dei dieci cantieri previsti dal programma dell’Edison-Edf, che punta ad installare 10000MW nucleari nei prossimi dieci anni? Penso ci ridurrebbero come noi ambientalisti abbiamo ridotto loro 20 anni fa con la schiacciante vittoria nel referendum antinucleare: totalmente ininfluenti. E’ tempo dunque di reagire e di organizzare una risposta forte, in primo luogo nella società, ma capace di trovare punti di riferimento anche in parlamento e più in generale nelle istituzioni. Da questo punto di vista è decisivo che riesca la manifestazione nazionale che, Legambiente, insieme ad un vastissimo arco di movimenti ed associazioni, ha promosso per il prossimo 7 Giugno a Milano. 

L’idea non è darsi appuntamento a Milano per sfilare insieme nel solito corteo, ma quella di fare confluire nella città che ospiterà l’Expo una “marcia per il clima” che da oggi, ognuna delle associazioni è impegnata a far partire dai territori, animando conflitti, opposizione alle politiche energetiche fossili e nucleari o finalmente costruendo comitati per sfruttare le energie rinnovabili e il risparmio energetico. Il contributo di greenreport.it alla riuscita del progetto non mancherà. Per saperne di più o aderire 0686268304 o marcia.clima at legambiente.eu