michele boato Per il bene comune
- Subject: michele boato Per il bene comune
- From: "Michele Boato" <micheleboato at tin.it>
- Date: Wed, 12 Mar 2008 17:23:41 +0100
- Organization: Ecoistituto del Veneto
PER IL BENE COMUNE: UNA BELLA LISTA Lo so, adesso alle elezioni,
con la scusa di “turarsi il naso” purchè
non vinca Berlusconi, ci vorrebbero far dimenticare della sera del 17
febbraio 2007: appena tornati dall’enorme manifestazione di Vicenza contro il raddoppio della base Usa nel sito Dal Molin, abbiamo acceso
Ci vorrebbero anche far
dimenticare di quando, nel 2006, il
governo Prodi ha calpestato le solenni promesse elettorali fatte a Venezia da
Rutelli: “Sul Mose faremo esattamente quello che ci chiede Cacciari, quando
sarà eletto sindaco”. Quella volta, in molti,
ingenui, ci abbiamo creduto. Personalmente, al ballottaggio, ho fatto una forte
campagna a favore di Cacciari sindaco, anche perché, dall’altra parte (coperti
dietro la faccia pulita di Casson), c’era quella cosiddetta “sinistra” e quei
cosiddetti “verdi” che il Mose lo avevano approvato in Consiglio Comunale, con
la furbizia di dire “No al Mose… a meno che il governo Berlusconi con accetti
tutte le nostre durissime condizioni”. Le condizioni era così “dure”… che
Berlusconi le ha accettate il giorno dopo. E ora ci ritroviamo il Mose, tra
mille sconquassi e illegalità, tutte coperte dal governo Prodi e dal suo solerte
scudiero-con-le-mani-pulite Di Pietro. Invano abbiamo detto e ridetto che “Arca”
costava un decimo del Mose, non faceva danni all’ambiente e risolveva il
problema delle acque alte eccezionali… Ora vorrebbero farci perdere
la memoria anche per: l’esercito italiano mandato
in guerra
in Irak e poi in Afghanistan, grazie a Berlusconi, Prodi e D’Alema la vergogna dei rifiuti di
Napoli, terra del pluri-inquisito
Bassolino e del distratto Pecoraro,
l'aumento ulteriore delle
spese militari e del 61% delle esportazioni di armi, grazie ai ministri Bonino e
Parisi, la chimica del cloro a
Marghera,
solennemente bocciata dall’85% del popolo veneziano, ma difesa a spada
tratta da Cacciari e dai suoi,
tradendo la fiducia degli elettori, in cambio, forse, di un pugno di
chimici. Contando sulla nostra
smemoratezza, ora ci vengono a chiedere
il voto per Veltroni ed il “falco” di Confindustria Calearo o per Bertinotti ed
il “nonviolentissimo” dei centri sociali napoletani Caruso. Con che coraggio?
Con che coraggio ci spiegano
che solo a loro si da un “voto utile”: a fare che
cosa? Ecco perchè, questa volta, è diffusissima la voglia di NON votare
per nessuno. Con due
“avversari” che si copiano il programma, che si scambiano i candidati
(industriali, ex prefetti, ex ministri), e invitano gli elettori a votare “per i
partiti maggiori” (l'uno o l'altro, poco importa...). Con TUTTI i partiti che: - calpestano l'articolo 11 della Costituzione (“L'Italia ripudia la guerra”) votando e rivoltando la presenza e gli enormi finanziamenti per l'esercito italiano in Afghanistan - contemporaneamente, si aumentano lo stipendio di parlamentari - impediscono che gli elettori possano scegliere, con una preferenza, il candidato che preferiscono. Per dare
una risposta a questo squallore, per
cercare di dare un segnale di speranza a chi non si rassegna, senza pensarci
più di tanto, ho deciso di accettare la
proposta, fatta dal sen.Rossi ai movimenti ecologisti, nonviolenti e
femministi, di candidarci nella lista
civica “Per il bene comune”. Non conoscevo personalmente
Nando Rossi, uno dei due soli senatori
che hanno votato contro la guerra in Afghanistan; l'ho ascoltato
all'assemblea (per discutere l’ipotesi di liste nonviolente, ecologiste e
femministe, per superare l’abisso tra Palazzo e popolazione) che abbiamo
organizzato a Bologna del 2 marzo scorso, e mi è sembrato una persona onesta:
“Noi vi apriamo le liste; siete liberi di non accettare, ma forse non vi accadrà
più di poter partecipare, come rappresentanti di movimenti di base, ad elezioni
nazionali, senza l'enorme (insormontabile) fatica di raccogliere in tutta
Italia, in pochi giorni, decine di migliaia di firme autenticate. Dobbiamo
ringraziare anche Franca Rame che,
garantendo la seconda firma di un(a) parlamentare, lo ha
permesso”. Mi fermo vi chiedo invece di astenervi o annullare la
scheda, (se condividete le proposte
del “manifesto di Bologna” riportate qui sotto) di sostenere questa lista,
che ha anche un bel nome: “Per il bene
comune” Personalmente, qualora
venissi eletto alla Camera dei deputati, prendo pubblicamente questi
impegni: - lavorare duro, in
Parlamento e fuori, per portare avanti gli obiettivi (decrescita e benessere nella sobrietà,
solare, smilitarizzazione del territorio, difesa e ampliamento della democrazia,
società aperta e diritti delle donne) che nascono dalle lotte dei movimenti
e che abbiamo sintetizzato nel “manifesto di Bologna” - mantenere strettissimi legami con i
comitati e le associazioni che nei vari territori danno l’anima per una società
più pulita e solidale
- organizzare periodicamente assemblee, aperte a tutti,
di verifica dell’operato in Parlamento - versare a questi
movimenti, per sostenere le loro attività, la metà dello stipendio da parlamentare
(come ho già fatto, da consigliere
regionale del Veneto, negli anni ’90) con un rendiconto pubblico
trimestrale
presidente
Ecoistituto del Veneto e direttore riviste Gaia e Tera e
Aqua capolista “Per il bene
comune” in Veneto, e
candidato di sostegno in Emilia R., Friuli V.G, Lombardia, Toscana, Lazio,
Puglia, Sicilia e Sardegna.
dall'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 nasce la RETE DI DONNE E UOMINI PER
L'ECOLOGIA , IL FEMMINISMO E
Ci siamo incontrati in molti, da tutta Italia, per dare assieme una risposta all'abisso che divide il Palazzo dalla popolazione, per uscire dalla subalternità e dal fatalismo del “non si può fare nulla” contro le continue guerre, le devastazioni ambientali, il maschilismo e i fondamentalismi che negano la dignità di tutti gli esseri umani, le mafie e il razzismo, le sopraffazioni e le ingiustizie Ci siamo detti che, sulle questioni più importanti, come - la partecipazione anti-Costituzionale dell'Italia alla guerra in Afghanistan, - lo scandalo della Tav, del Mose, dei rigassificatori e degli inceneritori, dell’incremento dissennato del trasporto aereo e delle autostrade - la provocazione della nuova base militare Usa a Vicenza e di testate nucleari a Ghedi ed Aviano -
il razzismo, l’informazione negata, la corruzione e le
complicità con i poteri criminali i governi di destra e di centrosinistra non
hanno mostrato grandi differenze Perciò noi, che facciamo parte dell'arcipelago di comitati, associazioni, movimenti e persone che non si sono stancate di lottare contro le ingiustizie, le guerre e le violenze (anche contro gli amici animali), il razzismo e le mafie, il maschilismo e la devastazione delle relazioni umane e della biosfera, e ci sforziamo di realizzare una società e una vita più amichevole e più sana, fuori dall’ossessione consumistica e dall’invasione dei rifiuti, in armonia con la natura e nella difesa dei beni comuni, come nostra sorella acqua, abbiamo deciso di riprendere il cammino iniziato con la nonviolenza di Aldo Capitini e Maria Montessori, il socialismo libertario di Rosa Luxemburg e Lelio Basso, l'anti-autoritarismo del '68, il femminismo che dagli anni 70 illumina le nostre vite , l'ecologismo di Laura Conti e Alex Langer e del primo Arcipelago verde. per costruire, con un metodo basato su comunicazione, concretezza, inclusione, democrazia dal basso e rispetto reciproco: - una rete che colleghi e rafforzi le moltissime esperienze locali, e, partendo da esse, prepari anche una presenza diretta del movimento in politica, attraverso la costruzione di liste pulitissime, fatte da uomini e donne coraggiose, disinteressate, nonviolente e competenti -
un programma
che, uscendo dal “pensiero unico” di sviluppo e crescita, si basi su: 1. decrescita e ricerca del benessere nella sobrietà, 2. energia solare, risparmio e
bioarchitettura per diventare indipendenti dai combustibili fossili, dal
ricatto nucleare e dalle emissioni di gas serra e di polveri cancerogene 3. difesa della democrazia e suo ampliamento verso i referendum locali e il potere dal basso, 4. smilitarizzazione del territorio, con
riduzione delle spese militari, abbandono di armamenti offensivi e basi usa,
nucleari e non, creazione di un corpo civile di pace europeo 5. società accogliente, solidale e aperta alle diversità, nel rispetto delle regole di convivenza e solidarietà, con un forte impegno per i diritti delle donne e contro la violenza su di esse; con un particolare impegno all'educazione al genere ed al rispetto tra i generi; un impegno alla lotta contro la violenza di genere e all'analisi di genere di ogni progetto; apertura alle varie culture, ma né tradizioni né ideologie possono essere usate per negare alle donne i loro diritti umani. - regole di comportamento comuni che: 1. impediscano la politica come professione e come strumento di arricchimento, 2. instaurino un confronto diretto sistematico tra elettori ed eletti, 3. pratichino il principio del 50% di presenza femminile in ogni sede istituzionale 4.
applichino la scelta della nonviolenza anche nel
linguaggio
La
precipitazione della crisi di governo impedisce materialmente la presentazione
di queste liste alle prossime
elezioni (con la conseguenza di diverse scelte, dal voto per “il meno
peggio” di quello che i partiti di centro e di sinistra propongono, alla
disponibilità di candidarsi nella lista
civica “Per il bene comune”, fino all'astensionismo attivo), ma l'assemblea ha deciso di
mettere le basi per la rete - utilizzando anche a questo scopo il
quotidiano telematico “La nonviolenza in
cammino” - aprendo la lista di discussione “Donne e uomini per ecologia e nonviolenza” con l'aiuto tecnico della rete di
Lilliput - riconvocandosi subito dopo le elezioni,
sabato 19 aprile dalle ore 10 alle 17,
ancora a Bologna, nella stessa Sala Sindacale della stazione ferroviaria, per decidere un programma, iniziative e ulteriori strumenti di
lavoro comuni. |
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