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terza linea dell'inceneritore di Brescia- le ragioni della sentenza di condanna della corte di giustizia UE
- Subject: terza linea dell'inceneritore di Brescia- le ragioni della sentenza di condanna della corte di giustizia UE
- From: "Studio Ing. M.Cerani" <studio.satis at tele2.it>
- Date: Mon, 09 Jul 2007 14:24:46 +0200
Breve storia della controversa Terza linea dell’inceneritore Asm Brescia
* *
0. Premessa: Brescia ha l’aria più inquinata della Lombardia (e
quindi d’Europa) da PM10, prodotte per oltre il 50% da emissioni
industriali (APAT, /Qualità dell’ambiente urbano,III rapporto,
/Roma 2006) e i bresciani hanno già nel sangue una contaminazione
da diossine superiore agli abitanti di Seveso (la popolazione
esposta della zona Caffaro con 430 pg-Teq/gr di grasso contro 306
della zona A di Seveso, mentre 54 la generalità della popolazione
di Brescia contro 51 della zona B a medio inquinamento di Seveso).
L’inceneritore è un impianto che emette PCB e diossine, ovviamente
“al di sotto dei limiti di legge”, e una grande quantità di NO_x ,
precursori delle PM2,5.
1. *30 gennaio 2002*, Delibera della Giunta comunale di Brescia,/
Impianto di Termoutilizzazione Asm Brescia Spa. Realizzazione
terza linea con impiego di biomassa,/ PG. 3935, in cui si approva
la Terza linea (e una nuova centrale turbogas da 400 MW!) con
l’assenso dell’assessore all’Ecologia dei Verdi Ettore Brunelli,
in cambio di un contributo “straordinario” all’Assessorato
all’Ecologia da parte di ASM, di circa 1 milione e mezzo di euro
all’anno. Per aggirare l’ostacolo della VIA ( si noti che anche le
due precedenti linee non sono state mai sottoposte a VIA,
nonostante gli impegni a suo tempo proclamati da ASM!), si
stabilisce che si debbano bruciare solo “biomasse”, termine
ingannevole per indicare “rifiuti speciali non pericolosi di cui
alla procedura semplificata”: si intendeva sfruttare, così, una
norma controversa del decreto Ronchi che prevedeva per determinate
tipologie di rifiuti non necessaria l’autorizzazione preventiva,
ma solo una comunicazione alla Provincia ed il meccanismo del
silenzio assenso (Art. 33 del Dlgs 22 del 5 febbraio 1997);
inoltre, un decreto del 3 settembre 1999, di modifica del Dpr del
12 aprile 1996 sulla valutazione di impatto ambientale, proprio
per le procedure semplificate, esentava dall’obbligatorietà della
VIA, anche se questa norma era contestata dall’Unione europea.
2. *15 marzo 2002**: *L’Asm informa le autorità, in corso d’opera,
che sta costruendo la terza linea ed intende avvalersi delle
procedure semplificate. Non presenta quindi istanza per ottenere
alcuna autorizzazione, ritenendo sufficiente la *licenza
edilizia*, concessa a tambur battente (10 giorni) dal Comune di
Brescia proprietario della stessa Asm e dell’inceneritore!
3. *13 settembre 2002*: Le associazioni Cittadini per il riciclaggio
e Comitato Ambiente città di Brescia inoltrano un atto formale di
significazione e diffida a tutte le autorità competenti,
iniziativa resa anche pubblica in un documento il *6 novembre*, in
cui si contesta quella delibera del Comune e si motiva con
dettagliate argomentazioni perché, ai sensi della legislazione
nazionale ed europea*, la Terza linea debba essere preventivamente
sottoposta a Valutazione di impatto ambientale.*
* *
4. *3 dicembre 2002**:* Inascoltate, le associazioni Cittadini per il
riciclaggio e Comitato Ambiente città di Brescia *ricorrono
all’Unione europea* con una denuncia di inadempimenti del diritto
comunitario, in particolare per la mancata valutazione di impatto
ambientale per la terza linea dell’inceneritore Asm*.*
* *
5. *1 luglio 2003**. *Nuova lettera delle associazioni Cittadini per
il riciclaggio e Comitato ambiente Città di Brescia alla Provincia
ed all’Arpa per ribadire la non applicabilità delle procedure
semplificate per la terza linea e la necessità della VIA
preventiva, anche perché le cosiddette “biomasse”, ovvero rifiuti
speciali, Asm dichiarava di volerli mescolare con i rifiuti urbani
prima dell’incenerimento.**
* *
6. *6 agosto 2003**: *La Regione Lombardia risponde al quesito della
Provincia del 7 luglio condividendo l’ipotesi che la terza linea
non possa avvalersi delle procedure semplificate e che si debba
applicare il normale iter con autorizzazione preventiva e
conseguente valutazione di impatto ambientale.**
* *
7. *25 settembre 2003**: *La reazione dell’Amministrazione comunale
di Brescia, e quindi di Asm, è ben rappresentata dall’Assessore
all’Ambiente, Ettore Brunelli, che, a proposito della mancata Via
di Asm, dichiara: “Si poteva fare la Via? Sì, certo, si può sempre
fare qualcosa in più. Anche se in Italia la Via è una procedura
dai tempi incerti: sai quando la inizi, non quando la finisci” (M.
Tedeschi, /Terza linea, spaccatura “verde”, /“Bresciaoggi”,).
Quindi Amministrazione comunale ed Asm si mettono all’opera per
studiare come sottrarsi comunque alla VIA.**
* *
8. *1 dicembre 2003**: *Amministrazione comunale di Brescia ed Asm
informano che si sta collocando un “muretto” divisorio nell’unica
vasca dei rifiuti, per tenere separati i rifiuti speciali,
destinati alla Terza linea, dagli RSU, nella presunzione che in
questo modo si eviterebbe la VIA.**
* *
9. *17 dicembre 2003*: L’Ue, Direzione per l’applicazione del diritto
comunitario, decide di inviare allo Stato italiano la lettera di
messa in mora per la mancata VIA ed altre violazione
nell’inceneritore Asm di Brescia.**
* *
10. *30 marzo 2004**: *Asm, in una comunicazione al Ministero
dell’Ambiente, sembra essersi convinta di effettuare “al più
presto” la VIA, anche se, a suo parere, non dovuta.**
* *
11. *26 maggio 2004**: *Asm annuncia che ormai la terza linea è pronta
per il collaudo, avendo lavorato a tambur battente per finire
l’impianto (“cosa fatta capo ha”, dice il proverbio tutto
italiano), mentre la VIA non è stata neppure avviata (l’/al più
presto/ può attendere).**
12. *7 luglio 2004*: La Commissione dell’Unione europea, non convinta
dalle argomentazioni del Governo italiano, decide un ulteriore
passo nella procedura di infrazione per la mancata valutazione di
impatto ambientale, inviando il parere motivato al quale lo Stato
membro dovrà conformarsi entro un determinato termine. In caso
contrario, la Commissione potrà adire la Corte di giustizia. Nello
stesso parere l’Ue fa capire che nel frattempo l’impianto debba
rimanere fermo per rendere effettiva la VIA. **
13. *luglio 2004*: Comune di Brescia ed Asm, d’intesa con il governo
di Berlusconi, Ministro dell’Ambiente Altiero Matteoli, decidono
di attuare la VIA, con procedura straordinaria, accelerata e a
Roma, aggirando la competenza di Arpa Brescia e Regione Lombardia,
e soprattutto senza fermare l’impianto, che ormai funziona
ininterrottamente a pieno regime **
* *
14. *3 agosto 2004**: *Cittadini per il riciclaggio e Comitato
Ambiente città di Brescia inviano una comunicazione formale a
tutte le autorità competenti, compreso il Comune di Brescia,
perché la VIA *sia effettuata a bocce ferme, quindi ad attività
totalmente sospesa fino al termine della procedura, e revocando
tutte le autorizzazioni illegittimamente concesse.*
* *
15. *4 agosto 2004**: *Il Ministero dell’Ambiente sollecita Asm a
presentare la procedura di VIA, lamentando che “non ha tuttora
ricevuto l’istanza e la relativa documentazione”.
16. *7 dicembre 2004**: *Asm presenta al Ministero lo Studio di
impatto ambientale per la cosiddetta procedura di VIA**
* *
17. *7 gennaio 2005**: *Cittadini per il riciclaggio e Comitato
Ambiente città di Brescia presentano al Ministero dell’Ambiente
Osservazioni sullo Studio di Asm, sottolineando in premessa:
“*Illegalità della procedura: la valutazione di impatto ambientale
deve essere effettuata prima dell’autorizzazione dell’impianto*”.
Le stesse Osservazioni vengono trasmesse in copia all’Ue.**
* *
18. *18 gennaio 2005**: *La Commissione dell’Unione europea, decide di
deferire l’Italia alla Corte di Giustizia per violazione del
diritto comunitario relativamente all’inceneritore Asm di Brescia,
per omessa VIA e mancata informazione e consultazione della
cittadinanza interessata. Nel frattempo, imperterriti, Comune di
Brescia e Asm hanno continuato a far funzionare la terza linea a
pieno regime, per non perdere i “tanti bei soldini” in particolare
del Cip6 (circa 20 milioni di euro all’anno).**
* *
19. *20 giugno 2005**: *Il Ministero dell’Ambiente “approva”
frettolosamente la Via “per finta” della Terza linea Asm (6 mesi,
probabilmente un record assoluto, ma del resto era una finzione!).**
* *
20. *5 luglio 2007**: *La Corte di Giustizia europea condanna lo Stato
italiano per la mancata VIA alla Terza linea dell’inceneritore Asm
e per non aver comunicato gli atti al pubblico, non ritenendo
evidentemente di nessun valore una procedura di VIA espletata ad
impianto già autorizzato e già funzionante.
* *
*Considerazioni:*
* *
1. Vi era un modo per evitare questa disonorevole condanna:
immediatamente dopo la prima messa in mora, fermare ogni attività
costruttiva ed autorizzativa dell’impianto ed attivare la procedura
ordinaria di VIA. Asm ed il Comune di Brescia avevano un obbligo morale
ad operare in questo modo, anche perché l’inceneritore non era mai stato
sottoposto a VIA, cioè il più grande inceneritore d’Europa in una delle
città più inquinate d’Europa.
2. Sottrarsi alle proprie responsabilità con il parafulmine del Governo non ha alcun senso ed è anzi gravissimo quando si dimostra disprezzo nei confronti della Corte di giustizia europea (anche lì “toghe rosse”?), ribadendo che è tutto in regola, che la VIA è stata fatta ed è comunque valida, perché per a noi italiani va bene così, ci siamo “aggiustati”, alla faccia dell’Ue.
3. Per noi la sentenza dell’Ue sancisce che la terza linea sta funzionando senza la prescritta VIA, la quale, anche per la legislazione italiana, deve essere preventiva all’attivazione dell’impianto e ad ogni autorizzazione. Quindi le autorizzazioni a suo tempo concesse non hanno più alcun valore e l’impianto deve essere fermato: è ciò che chiederemo al Ministero dell’Ambiente, ma anche alle Magistrature. Solo allora, “a bocce ferme” dovrà essere riavviato il percorso ordinario e normale di VIA, ponendo innanzitutto il tema: *è accettabile e sensata in una città, con record assoluti di diossine nel sangue e di aria inquinata, l’installazione di una terza linea per rifiuti speciali importati, finalizzata quindi solo al business, di un inceneritore che comunque emette diossine e particolato secondario ultrafine?*
* * Brescia 6 luglio 2007 comitato cittadini per il riciclaggio
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