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L'IMPATTO CRIMINALE NON PUO' RESTARE FUORI
- Subject: L'IMPATTO CRIMINALE NON PUO' RESTARE FUORI
- From: "No al Rigassificatore Brindisi" <norigassificabr at email.it>
- Date: Fri, 25 May 2007 09:58:59 +0200
Rigassificatore a Brindisi: L'IMPATTO CRIMINALE NON PUO' RESTARE FUORI DALLA CONFERENZA DEI SERVIZI DEL 28 MAGGIO In vista della Conferenza decisoria, in merito alla questione del rigassificatore di Brindisi, convocata dal Ministero dello Sviluppo Economico per il 28 maggio prossimo, richiamiamo l'attenzione delle Autorità e degli Uffici competenti sull'esigenza che si faccia finalmente giustizia, evitando ulteriori perdite di tempo, ad una vicenda che ha pesato in maniera gravissima sulla nostra comunità bloccandone i progetti di ripresa e di sviluppo. Occorre invero tenere presente che la conferenza del 22 marzo è stata concorde nel giudicare illegittima l'autorizzazione alla costruzione dell'impianto a suo tempo concessa ed è pervenuta a tale conclusione, in sintonia con le motivazioni esposte dalla Commissione Europea nella procedura d'infrazione nei confronti del nostro Paese, per due ragioni: la mancata effettuazione della prescritta Valutazione d'Impatto Ambientale e la mancata consultazione preventiva delle popolazioni interessate. Ai due indicati motivi di illegittimità va assolutamente aggiunto un terzo e cioè quello dell' "eccesso di potere". Vizio questo determinato da una impressionante quantità di macchinazioni, loschi affari, scorrettezze, irregolarità, falsità ed abusi emersi chiaramente dagli atti dell'inchiesta penale concernente la "tangentopoli brindisina". Non possono essere pertanto ignorati i tanti provvedimenti giudiziari, resoconti di intercettazioni telefoniche, verbali di interrogatori e di testimonianze, documenti acquisiti dagli inquirenti il cui contenuto è stato riportato spesso integralmente dalla stampa locale - che è certamente nella disponibilità dei competenti Ministeri - dando luogo a "fatti notori" dai quali non è possibile in alcun modo prescindere. Si tratta di "fatti storici", peraltro ammessi o almeno non contestati dagli stessi protagonisti dei diversi episodi, che senza dubbio possono essere liberamente valutati dall'Autorità amministrativa nel corso di un procedimento di autotutela per accertare, come risulta di palmare evidenza, che l'autorizzazione venne concessa con un atto della Pubblica Amministrazione viziato da errore (da qui l'"eccesso di potere") nel quale la medesima Amministrazione era stata indotta da una non corretta rappresentazione dei presupposti richiesti per l'emissione del provvedimento. Priva di fondamento è pertanto la tesi secondo la quale questi "fatti" non sarebbero allo stato valutabili in sede amministrativa non essendo ancora intervenuta in merito un "giudicato" penale. Accettando un tale assunto si finirebbe invero per sostenere l'assurdo e cioè che fatti gravissimi e tali da inficiare radicalmente l'intero procedimento amministrativo sfociato nell'autorizzazione alla costruzione dell'impianto non sarebbero valutabili in sede di autotutela per il solo fatto che essi, proprio per la loro idoneità a deviare la volontà della Pubblica Amministrazione, hanno determinato l'intervento della Giustizia Penale. Sarebbe quindi dilatoria e priva di qualsiasi utilità una soluzione intesa a far effettuare una postuma procedura di VIA perché una tale scelta risulterebbe aperta ad una possibile convalida dell'autorizzazione. E ciò perché, anche a voler prescindere dalla considerazione che l'incompatibilità ambientale dell'impianto risulta alla luce delle regole di comune esperienza di una evidenza tale da non richiedere alcuna verifica tecnica, un tale accertamento risulterebbe del tutto inutile perché non servirebbe ad emendare l'autorizzazione amministrativa dal vizio di "eccesso di potere" costituito dall'errore nel quale la Pubblica Amministrazione è stata indotta dalla falsa rappresentazione dei presupposti sulla base dei quali è stato emesso il suddetto provvedimento. E' del tutto inaccettabile che il procedimento di autotutela sia centrato solo sulla mancata valutazione dell'impatto ambientale e della mancata consultazione dei cittadini e che si voglia incredibilmente prescindere da quello scandaloso "impatto criminale", dalla "madre" quindi di tutte le illegalità che hanno caratterizzato l'iter attraverso il quale la competente autorità è giunta a concedere la contestata autorizzazione. Brindisi, 24 maggio 2007 Italia Nostra, Legambiente, WWF, Coldiretti-TerraNostra, Fondazione "Dott. Antonio Di Giulio", Fondazione "Prof. Franco Rubino", A.I.C.S., ARCI, Circolo ACLI Brindisi, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Comitato per la Tutela dell'Ambiente e della Salute del Cittadino Comitato cittadino "Mo' Basta!", Comitato Brindisi Porta d'Oriente.
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