Fw: rigassificatori




Sabato scorso a Livorno si è tenuto un preziosissimo convegno sui
rigassificatori organizzato dai Verdi toscani. Questa è la prima parte
dell'intervento di Edo Dominici, nella quale riassume quelle cifre e quelle
assurdità che soltanto chi si occupa approfonditamente di queste questioni
conosce bene.



EDO DOMINICI, Associazione A SUD, Osservatorio ENI



L'Italia consuma 85,5 mld di metri cubi di gas all'anno. Questo gas giunge
orientativamente per il 25% dalla Russia, per un altro 25% dall'Algeria,
circa il 16% tra Olanda, Germania e Norvegia, il resto dalla Gran Bretagna,
in scarsa quantità, 4,5 mld dalla Libia e poi una produzione interna di
circa 11 mld di metri cubi. Questi dati sono forniti dal World Oil Gas
Review, che è l'organizzazione con cui le multinazionali pubblicano i dati
annuali. Attualmente quindi il fabbisogno energetico di gas è già coperto.
Nel frattempo sono in costruzione altri due gasdotti, il gasdotto che
dall'Algeria farà la Sardegna, passerà da Piombino con una capacità di 8
mld di metri cubi e che sarà concluso nel 2010. E in più c'è un altro
gasdotto che dall'Albania arriverà a Brindisi per altri 8 mld di metri
cubi. Nel piano industriale del 2005 l'Eni già diceva che il gas in Italia
è troppo. Già dal 2007 ci sono 7 mld di metri cubi in più. In realtà il gas
quest'anno avanza ancora di più, circa 10 mld di metri cubi a causa
dell'inverno estremamente caldo. E allora da dove nascono gli allarmi sul
gas in Italia? Perché noi pensiamo di fare dell'Italia il Paese con più
impianti e capacità di rigassificazione al mondo dopo il Giappone?

Il porto di Trieste, da solo, se si faranno i due impianti di
rigassificazione, avrà la stessa capacità degli Stati Uniti d'America.
Attualmente negli Usa ci sono quattro impianti di rigassificazione, di cui
uno è dell'ENI e sta a Cameron in Louisiana. Lì l'ENI porta gas che viene
liquefatto in Nigeria.  (...)

Nel periodo di maggior allarme, creato a mio modo di vedere
artificialmente, ci hanno detto che dalla Russia ci tagliavano il 5% del
gas -tutti i giorni il Tg1 apriva con questa notizia- noi cittadini abbiamo
pagato. Vi ricordate? Un decreto per abbassare la temperatura di un grado
nei condomini e negli uffici e  una bolletta più cara del 14%. In realtà,
durante la crisi del gas tutte le compagnie che producono elettricità da
turbogas stavano esportando energia elettrica all'estero. Perché? Dal 2005
per la prima volta le compagnie italiane sono riuscite a produrre, in
alcune ore della giornata, energia elettrica a basso costo addirittura
competitiva con quella francese prodotta col nucleare. Quindi, mentre da
noi ci facevano stringere la cinghia, nel frattempo Eni, Enel, Endesa e
altre tre o quattro società esportavano energia elettrica prodotta con gas
all'estero. Secondo me, l'allarme gas è stato creato appositamente per il
suo enorme impatto economico. Se il rigassificatore di Livorno venisse
fatto, poi bisognerebbe allacciarlo alla rete nazionale. L'allaccio lo
farebbe una società controllata da Eni. Endesa offre 500 mln di euro per
attaccarsi al rigassificatore e Saiben gliene chiede 800. Allora, se voi
pensate che soltanto l'allaccio del vostro rigassificatore porterebbe 800
mln a questa società del gruppo ENI, noi avremmo qualcosa come 8 mld di
euro che vanno nelle tasche di Eni. C'è un progetto delle multinazionali di
fare dell'Italia la base del gas in Europa, altrimenti non avrebbe senso
farne 10, per un totale di 74 mld di metri cubi l'anno. Rosignano avrà una
capacità di 8 mld. Quindi 74 + 85 dei gasdotti, l'Italia da sola avrà il
30% dell'intero mercato del gas liquido mondiale, che attualmente vale 188
mld di metri cubi liquefatti e rigassificati. In Italia sono stati
presentati 60 progetti di turbogas. Quindi, voi capite cosa sta succedendo?
Livorno, come tutte le altre aree scelte, è un'area già martoriata: si
presentano progetti dove già c'è qualcosa.

Ma veramente noi vogliamo fare dell'Italia la base del gas in Europa?

Ma veramente?