comunicato Comitato Villanova: Piano Energetico, Regione marche e centrali elettriche API



ASSOCIAZIONE COMITATO QUARTIERE VILLANOVA – FALCONARA M.ma

Via F. Campanella, 2  tel.: 3339492882



COMUNICATO STAMPA



PEAR E CENTRALI API:

I CONTI POLITICI CHE NON TORNANO!

Alcuni elementi per ragionare e “diradare la nebbia”!



La Regione Marche non si decide a negare l’intesa Stato-Regione per le
grandi centrali elettriche di Falconara M.ma e San Severino Marche.

Ha scritto la Giunta all’indomani della riunione del 13/3: “la titolarità
del procedimento amministrativo di autorizzazione è in capo al Ministero
allo Sviluppo Economico per cui la non intesa sarà espressa formalmente
dalla Regione solo a seguito di una richiesta ufficiale da parte dello
stesso Ministero. Richiesta che al momento non è ancora stata avanzata alla
Regione”.

Eppure in conclusione della Conferenza dei Servizi dell’8 Settembre 2006
nell’ambito del procedimento di autorizzazione all’API per la costruzione e
l’esercizio delle centrali elettriche, il rappresentante del Ministero
dello Sviluppo Economico (MSE) fu chiaro e verbalizzò: “Conclude la
riunione rendendo noto che la data della prossima riunione sarà stabilita e
comunicata alle Amministrazioni interessate, dopo che sarà pervenuto il
decreto di pronuncia di compatibilità ambientale (…) riunione conclusiva il
cui ordine del giorno sarà l’intesa della Regione”.

Dunque l’MSE è chiaro: la prossima comunicazione che arriverà alla Regione
sarà a Valutazione ambientale conclusa!



MA DAVVERO LA REGIONE MARCHE HA SCELTO L’UNICA STRADA POSSIBILE?

Che cosa è accaduto in situazioni analoghe, in altre Regioni?



La Giunta regionale del Veneto con deliberazione N. 4277 del 22 dicembre
2004 deliberò:

“1) di disporre la sospensione delle attività istruttorie della Commissione
VIA in corso per le centrali per la produzione di energia elettrica da
realizzarsi nei comuni di Montecchio Maggiore, Cona, Loreo e Ronco
all'Adige;

2) di incaricare il rappresentante regionale in sede di conferenza di
servizi di esprimere parere negativo;

3) di negare l'intesa con il Ministro delle Attività Produttive. (…)”



Sulla centrale da 760 MW di Ronco all’Adige (VR) il 14 Marzo 2007 il
Ministero dell’Ambiente ha espresso “parere interlocutorio negativo circa
la compatibilità ambientale”.



Va sottolineato che la Regione Veneto, con l’atto di Giunta ricordato, ha
dunque anticipato la conclusione della Valutazione ambientale ed ha negato
subito l’intesa con lo Stato prevista dalla Legge 9/4/2002 n° 55; a
tutt’oggi non risulta che esistano contenziosi amministrativi della Società
Adige Energia S.r.l. - proponente la centrale - contro la Regione Veneto.

Inoltre, nel 2004, la Regione Veneto non aveva un Piano Energetico e,
comunque, la motivazione della sospensione delle attività istruttorie
nonché la negazione dell’intesa con lo Stato non fa alcun riferimento alla
incompatibilità del progetto con la Pianificazione energetica regionale!

Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR) del quale, invece, la Regione
Marche si è dotata e che non prevede assolutamente le centrali di grande
potenza come quelle proposte da API di Falconara e da AGEM di San Severino!

Un punto di forza che la Giunta, al di là delle dichiarazioni di fedeltà,
politicamente non vuole utilizzare fino in fondo!



IL NODO POLITICO CENTRALE DELLA GIUNTA: VOLER CAMBIARE IL PEAR!



Questa mancanza di volontà politica la Regione Marche l’ha fatta
verbalizzare anche in sede di Conferenza dei Servizi dell’8 Settembre 2006
allorquando il Delegato della Presidenza della Giunta ha dichiarato: “la
nuova centrale, pur rispondendo a molte esigenze energetiche con relative
ricadute economiche positive, al momento non può essere autorizzata in
quanto non conforme agli indirizzi del PEAR, approvato il 16 febbraio 2005,
nel quale non viene contemplata la possibilità di realizzare, nel
territorio regionale, centrali di media taglia quale quella proposta
dall’API ma solo piccole centrali di cogenerazione (la cosiddetta
generazione diffusa)”.

Senza voler fare una pignola analisi, è palese che oltre a tutte le
considerazioni energetiche ed economiche positive a “prologo” di ciò che
realmente interessava in quella sede – la conformità del progetto API agli
indirizzi del PEAR – la scelta sintattica elaborata dalla Giunta Regionale
non lascia dubbi: fino a che non cambierà questo PEAR le centrali API non
sono autorizzabili!



Il PEAR, dunque, in Regione viene vissuto sempre più come un problema
politico piuttosto che come generatore di un futuro produttivo, ambientale,
occupazionale.

Il cambiamento del PEAR che annualmente incombe con le strumentali
“verifiche” imposte dai poteri forti è la vera posta in gioco politica alla
Regione Marche, cambiamento per renderebbe compatibili le centrali API ed
AGEM!



IL GIOCO AL MASSACRO DEL PEAR



D’altra parte il gioco al massacro del PEAR si evince chiaramente dal
comunicato dell’ultima Giunta dove si ammette che l’Assessorato
all’Industria e all’Energia non ha ancora elaborato uno straccio di decreto
di incentivazione finanziaria per la piccola cogenerazione e trigenerazione
pianificata dal PEAR. E questo a due anni dall’approvazione del Piano
energetico stesso!

E’ oggettivamente impensabile che un Decreto di incentivazione della
cogenerazione diffusa, anche se tempestivamente approvato nelle prossime
settimane, riuscirà a colmare in pochi mesi il ritardo accumulato dalla
approvazione ed adozione del PEAR fino ad oggi!

E’ per questo che decine di associazioni ambientaliste hanno scritto ai
consiglieri regionali di maggioranza affinchè propongano di dividere la
cosiddetta “verifica” del PEAR del prossimo autunno, in modo che abbia per
oggetto la verifica non del PEAR, ma esclusivamente delle misure e degli
aspetti riguardanti il risparmio energetico e le energie rinnovabili,
peraltro posticipando di un anno l’analisi dei risultati ottenuti con il
Decreto di incentivazione finanziaria per la cogenerazione diffusa che
l’Assessore all’Energia elaborerà nelle prossime settimane.



Ma nessuna risposta è ritornata dai consiglieri regionali di maggioranza!



UN SEGNALE FORIERO DI TEMPESTA



Intanto però, segno di profonda frattura tra società civile e partiti, un
brutto e premonitore segnale proviene dal versante degli stessi “oppositori
istituzionali” alle centrali: in alcuni consigli comunali Rifondazione
Comunista ha presentato un ordine del giorno in cui si impegnano i Sindaci
dell’Area ad Alto Rischio a sollecitare la Giunta Regionale a negare
l’intesa Stato-Regione.

Ma in quell’odg ci si riferisce alla sola centrale elettrica da 520 MW
dell’API!!

In realtà le centrali dell’API sono due: 520 MW + 60 MW!

Dov’è finita l’altra centrale in un odg già approvato a Jesi e Falconara?

Dobbiamo interpretare tutto ciò come un implicito “via libera” alla
centrale da 60 MW?

Come il primo segnale per una “onorevole” modifica del PEAR?



Il presidente dell’associazione

Loris Calcina