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comunicato Comitato Villanova: Piano Energetico, Regione marche e centrali elettriche API
- Subject: comunicato Comitato Villanova: Piano Energetico, Regione marche e centrali elettriche API
- From: "lokalci Tele2" <lokalci at tele2.it>
- Date: Sun, 25 Mar 2007 13:48:58 +0200
ASSOCIAZIONE COMITATO QUARTIERE VILLANOVA – FALCONARA M.ma Via F. Campanella, 2 tel.: 3339492882 COMUNICATO STAMPA PEAR E CENTRALI API: I CONTI POLITICI CHE NON TORNANO! Alcuni elementi per ragionare e “diradare la nebbia”! La Regione Marche non si decide a negare l’intesa Stato-Regione per le grandi centrali elettriche di Falconara M.ma e San Severino Marche. Ha scritto la Giunta all’indomani della riunione del 13/3: “la titolarità del procedimento amministrativo di autorizzazione è in capo al Ministero allo Sviluppo Economico per cui la non intesa sarà espressa formalmente dalla Regione solo a seguito di una richiesta ufficiale da parte dello stesso Ministero. Richiesta che al momento non è ancora stata avanzata alla Regione”. Eppure in conclusione della Conferenza dei Servizi dell’8 Settembre 2006 nell’ambito del procedimento di autorizzazione all’API per la costruzione e l’esercizio delle centrali elettriche, il rappresentante del Ministero dello Sviluppo Economico (MSE) fu chiaro e verbalizzò: “Conclude la riunione rendendo noto che la data della prossima riunione sarà stabilita e comunicata alle Amministrazioni interessate, dopo che sarà pervenuto il decreto di pronuncia di compatibilità ambientale (…) riunione conclusiva il cui ordine del giorno sarà l’intesa della Regione”. Dunque l’MSE è chiaro: la prossima comunicazione che arriverà alla Regione sarà a Valutazione ambientale conclusa! MA DAVVERO LA REGIONE MARCHE HA SCELTO L’UNICA STRADA POSSIBILE? Che cosa è accaduto in situazioni analoghe, in altre Regioni? La Giunta regionale del Veneto con deliberazione N. 4277 del 22 dicembre 2004 deliberò: “1) di disporre la sospensione delle attività istruttorie della Commissione VIA in corso per le centrali per la produzione di energia elettrica da realizzarsi nei comuni di Montecchio Maggiore, Cona, Loreo e Ronco all'Adige; 2) di incaricare il rappresentante regionale in sede di conferenza di servizi di esprimere parere negativo; 3) di negare l'intesa con il Ministro delle Attività Produttive. (…)” Sulla centrale da 760 MW di Ronco all’Adige (VR) il 14 Marzo 2007 il Ministero dell’Ambiente ha espresso “parere interlocutorio negativo circa la compatibilità ambientale”. Va sottolineato che la Regione Veneto, con l’atto di Giunta ricordato, ha dunque anticipato la conclusione della Valutazione ambientale ed ha negato subito l’intesa con lo Stato prevista dalla Legge 9/4/2002 n° 55; a tutt’oggi non risulta che esistano contenziosi amministrativi della Società Adige Energia S.r.l. - proponente la centrale - contro la Regione Veneto. Inoltre, nel 2004, la Regione Veneto non aveva un Piano Energetico e, comunque, la motivazione della sospensione delle attività istruttorie nonché la negazione dell’intesa con lo Stato non fa alcun riferimento alla incompatibilità del progetto con la Pianificazione energetica regionale! Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR) del quale, invece, la Regione Marche si è dotata e che non prevede assolutamente le centrali di grande potenza come quelle proposte da API di Falconara e da AGEM di San Severino! Un punto di forza che la Giunta, al di là delle dichiarazioni di fedeltà, politicamente non vuole utilizzare fino in fondo! IL NODO POLITICO CENTRALE DELLA GIUNTA: VOLER CAMBIARE IL PEAR! Questa mancanza di volontà politica la Regione Marche l’ha fatta verbalizzare anche in sede di Conferenza dei Servizi dell’8 Settembre 2006 allorquando il Delegato della Presidenza della Giunta ha dichiarato: “la nuova centrale, pur rispondendo a molte esigenze energetiche con relative ricadute economiche positive, al momento non può essere autorizzata in quanto non conforme agli indirizzi del PEAR, approvato il 16 febbraio 2005, nel quale non viene contemplata la possibilità di realizzare, nel territorio regionale, centrali di media taglia quale quella proposta dall’API ma solo piccole centrali di cogenerazione (la cosiddetta generazione diffusa)”. Senza voler fare una pignola analisi, è palese che oltre a tutte le considerazioni energetiche ed economiche positive a “prologo” di ciò che realmente interessava in quella sede – la conformità del progetto API agli indirizzi del PEAR – la scelta sintattica elaborata dalla Giunta Regionale non lascia dubbi: fino a che non cambierà questo PEAR le centrali API non sono autorizzabili! Il PEAR, dunque, in Regione viene vissuto sempre più come un problema politico piuttosto che come generatore di un futuro produttivo, ambientale, occupazionale. Il cambiamento del PEAR che annualmente incombe con le strumentali “verifiche” imposte dai poteri forti è la vera posta in gioco politica alla Regione Marche, cambiamento per renderebbe compatibili le centrali API ed AGEM! IL GIOCO AL MASSACRO DEL PEAR D’altra parte il gioco al massacro del PEAR si evince chiaramente dal comunicato dell’ultima Giunta dove si ammette che l’Assessorato all’Industria e all’Energia non ha ancora elaborato uno straccio di decreto di incentivazione finanziaria per la piccola cogenerazione e trigenerazione pianificata dal PEAR. E questo a due anni dall’approvazione del Piano energetico stesso! E’ oggettivamente impensabile che un Decreto di incentivazione della cogenerazione diffusa, anche se tempestivamente approvato nelle prossime settimane, riuscirà a colmare in pochi mesi il ritardo accumulato dalla approvazione ed adozione del PEAR fino ad oggi! E’ per questo che decine di associazioni ambientaliste hanno scritto ai consiglieri regionali di maggioranza affinchè propongano di dividere la cosiddetta “verifica” del PEAR del prossimo autunno, in modo che abbia per oggetto la verifica non del PEAR, ma esclusivamente delle misure e degli aspetti riguardanti il risparmio energetico e le energie rinnovabili, peraltro posticipando di un anno l’analisi dei risultati ottenuti con il Decreto di incentivazione finanziaria per la cogenerazione diffusa che l’Assessore all’Energia elaborerà nelle prossime settimane. Ma nessuna risposta è ritornata dai consiglieri regionali di maggioranza! UN SEGNALE FORIERO DI TEMPESTA Intanto però, segno di profonda frattura tra società civile e partiti, un brutto e premonitore segnale proviene dal versante degli stessi “oppositori istituzionali” alle centrali: in alcuni consigli comunali Rifondazione Comunista ha presentato un ordine del giorno in cui si impegnano i Sindaci dell’Area ad Alto Rischio a sollecitare la Giunta Regionale a negare l’intesa Stato-Regione. Ma in quell’odg ci si riferisce alla sola centrale elettrica da 520 MW dell’API!! In realtà le centrali dell’API sono due: 520 MW + 60 MW! Dov’è finita l’altra centrale in un odg già approvato a Jesi e Falconara? Dobbiamo interpretare tutto ciò come un implicito “via libera” alla centrale da 60 MW? Come il primo segnale per una “onorevole” modifica del PEAR? Il presidente dell’associazione Loris Calcina
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