Rigassificatore a rischio rapporti col Governo Prodi




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BRINDISI: SABATO 28 OTTOBRE ORE 16 (piazzale stazione)
GRANDE MANIFESTAZIONE PER UN NUOVO SVILUPPO
E CONTRO IL RIGASSIFICATORE
Tutti sono invitati a partecipare

BRINDISI: PER IL RIGASSIFICATORE A RISCHIO I RAPPORTI
TRA COMUNITA’ LOCALI ED IL GOVERNO
di Michele DI SCHIENA
Col Governo Berlusconi è stato imposto a Brindisi il rigassificatore voluto
dai vertici delle amministrazioni dell’epoca, senza alcuna procedura
democratica e senza alcun coinvolgimento dei cittadini, attraverso
operazioni tuttora al vaglio della Magistratura penale. Il vasto movimento
di opinione che si è opposto in questi anni all’impianto chiedendo un nuovo
modello di sviluppo economico ebbe subito, dopo alcuni “pentimenti” seguiti
all’esplosione della “tangentopoli” brindisina, il consenso delle forze
politiche locali e le istanze di tale movimento, passate nei programmi di
quasi tutti i partiti, ottennero nelle elezioni amministrative del 2004
l’avallo del consenso popolare. L’opposizione al rigassificatore divenne
poi durante l’ultima campagna elettorale per le elezioni politiche il
distintivo ostentato da autorevoli esponenti nazionali del centrosinistra i
quali assicurarono pubblicamente gli elettori che l’impianto non si sarebbe
fatto contro le scelte degli Enti Locali e della Regione Puglia.
Quali sono state finora, con l’avvento del governo Prodi alla guida
politica del Paese, le tanto attese novità per Brindisi? Un mortificante
alternarsi di silenzi e di segnali dilatori e contradditori: nessun
adeguato approfondimento del caso, diffusione di notizie contrastanti,
incontri di amministratori locali con rappresentanti del Governo portatori
di posizioni diverse, risposte a interrogazioni parlamentari responsabili
nelle premesse ma deludenti nelle conclusioni, continui rinvii delle scelte
definitive. Il tutto condito da messaggi informali carichi di sciocchezze
come quella della regolarità formale dell’autorizzazione ottenuta dalla
società inglese (ma non è lo stesso Governo che col sottosegretario Bubbico
al Senato ha lamentato il difetto della Valutazione d’Impatto Ambientale?)
o quella degli esosi risarcimenti dovuti alla British Gas in caso di revoca
del provvedimento autorizzativo (sulla base di quali elementi di fatto e di
diritto?) o ancora quella del danno d’immagine del nostro Paese sul piano
internazionale sempre nel caso di ritiro dell’autorizzazione (un presunto
danno che dovrebbe comportare il sacrificio di diritti fondamentali e di
interessi vitali?).
E non basta, perché si è avuta anche la circolazione di notizie ufficiose
che accreditavano in un primo momento il rifiuto del Governo ad aprire un
corretto procedimento di autotutela per il ritiro della concessa
autorizzazione e sostenevano il suo orientamento in favore di una
riconvocazione della conferenza dei servizi per fare successivamente sapere
che l’Esecutivo è contrario a questa soluzione e lascia in campo solo la
polpetta avvelenata di una postuma “Valutazione d’Impatto Ambientale”
destinata a concludersi con le consuete “prescrizioni” senza alcuna
rimozione del provvedimento autorizzativo. Si riserva così alla nostra
gente ed al nostro territorio un trattamento fatto di mancanza di rispetto,
di silenzi, di cose dette e smentite e, nella sciagurata ipotesi di un
epilogo negativo della vicenda, di impegni pubblicamente assunti e
miseramente non mantenuti. Un trattamento sfruttato per ragioni di lotta
politica fine a se stessa da alcuni esponenti locali della destra che
contrastano ogni cambiamento e che hanno sempre avallato la scellerata
scelta berlusconiana cercando di coprirsi con speciosi ed ambigui argomenti
per non venire in conflitto con gli orientamenti della stragrande
maggioranza dell’elettorato locale.
Un trattamento a fronte del quale i cittadini scenderanno di nuovo in
piazza a Brindisi il 28 ottobre prossimo per affermare la volontà delle
popolazioni interessate di dare un volto nuovo al nostro territorio e per
ribadire che la costruzione del rigassificatore è incompatibile con tale
scelta oltre ad essere foriera di gravi pericoli per l’incolumità pubblica.
Un movimento che non attenua le diversità esistenti al suo interno ma le
pone tutte al servizio, ciascuna con la propria specificità, della domanda
popolare di cambiamento che in questi anni è maturata nella società per poi
diventare progetto politico. Una manifestazione civile, democratica e
pacifica quella del 28 ottobre: un rilevante evento di partecipazione senza
punti esclamativi ma forte di istanze legittime che non possono essere
disattese senza colpire a morte le autonomie locali, senza sbattere la
porta in faccia al diritto e senza fare indossare al potere la maschera
deformante dell’imposizione e dell’abuso.
Nonostante tutto questo la fiducia non è ancora spenta ma se il senso di
responsabilità ed il buon senso non dovessero prevalere allora la comunità
(cittadini ed istituzioni) dovrà dare al Governo una forte risposta
politica ricorrendo anche, nel rispetto della legalità democratica, a
clamorosi atti di protesta per richiamare l’attenzione dell’intero Paese
sulla iniquità subita e sulla rottura del rapporto istituzionale di fiducia
e di collaborazione tra gli Enti locali e l’Esecutivo. Non sono certo le
dimissioni di qualche amministratore come atto personale di coscienza e
neppure le scorciatoie di qualche pur generosa azione incontrollata di
contrasto, gli atti che possono risolvere positivamente il problema ma lo
sono soltanto la determinazione politica, la resistenza sociale e la lotta
civile dell’intera città e dell’intera provincia.
Brindisi, 21 ottobre 2006

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