: Jevons, Selye e l'ecosciopero :





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 Jevons, Selye e l'ecosciopero
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1) Stanley Jevons 

141 anni fa un certo signor Stanley Jevons intuì uno straordinario aspetto paradossale della realtà, che qui brevemente condenso ed esprimo in termini generici: man mano che i miglioramenti tecnologici aumentano l'efficienza nell'uso di una data risorsa, il consumo totale della stessa piuttosto che diminuire facilmente va ad aumentare, fino ad esaurirsi. L'aumentata efficienza va infatti a favorire in vari modi un ulteriore uso di quella risorsa fino a farla terminare. Successivamente la moderna teoria economica ha confermato appieno le sue intuizioni. 

Quanto affermato da Jevons, e confermato in seguito da fior di ricercatori, mostra inequivocabile la necessità di porre delle condizioni d'ordine politico quando si va a fornire ulteriore energia e risorse, tanto in termini di risparmio quanto di fonti alternative, al nostro sistema. 

Tanto quella del risparmio quanto ogni altra buona pratica ecologica deve venir concessa ed esportata alle Istituzioni finalizzando chiaramente l'utilizzo delle ultime, preziose, e nuove, incerte, risorse del nostro Pianeta alla realizzazione del mutamento, al fine di effettuare i passi necessari ad uscir fuori dalla situazione di competizione/conflitto globale demografico, economico e tecnologico che costringe ogni Paese del mondo ad una crescita continua per non esser da meno degli altri, per non cadere in disgrazia rispetto agli altri. Certamente tali risorse non devono venir concesse per continuare imperterriti suicide politiche di espansione. 

Perseguire una politica di risparmio/rendimento senza intervenire sulla causa primaria che procura tale stato di necessità di sì ingenti consumi è come ostinarsi a versare dell'acqua in un secchio senza fondo.



2) Hans Selye 

Una ottantina di anni fa un certo signor Hans Selye definì "sindrome da adattamento generale" l'insieme di fenomeni attraverso cui un organismo si esprime in risposta ad una sollecitazione anomala. Selye identificò tre fasi: la prima è una reazione di allarme, tesa a rispondere immediatamente allo stimolo anomalo. Tale fase non può però, per come è velocemente concepita, durare a lungo. Se la situazione anomala non viene risolta, inizia allora una seconda fase, detta di resistenza, nella quale l'organismo cerca di adottare delle strategie d'intervento che gli risultino più sostenibili nel tempo. 

Se nemmeno durante questa seconda fase l'organismo riesce a risolvere l'anomalia, la situazione che gli arreca danno, esso si ritrova a vivere la terza, più triste ed ultima fase: quella di esaurimento, che ben poca speranza lascia a chi vi incorre. 

Non vi viene in mente nulla? 

A me viene in mente questo: i vari Paesi del mondo sono da sempre in lotta tra loro. Si tratta di una lotta per la sopravvivenza cui siamo condannati, a meno di un nostro sapiente intervento, da quelle stesse leggi che governano la realtà. Questa lotta per la sopravvivenza, che negli ultimi decenni si è attuata non tanto con le armi, ché annichilirebbero subito ogni cosa, bensì più blandamente tramite una continua e frenetica pulsione alla crescita (demografica, economica e tecnologica), è una situazione molto particolare che ci sta procurando serissimi problemi soprattutto d'ordine ambientale. 

Dopo una prima fase di allarmi inascoltati, l'organismo dell'umana società è giunto ora nella seconda fase di questo complesso e prolungato fenomeno, quella di resistenza. In questa fase un'ampia gamma di solerti quanto limitati, e per questo pericolosi, agenti d'adattamento (ambientalisti, scienziati, tecnici, progressisti, et similia) si sta adoperando per rendere sostenibile nel tempo la risposta all'anomala situazione in cui è incorso l'organismo sociale umano. Badate bene: stanno, anzi, presumibilmente: state adoprandovi non tanto per rimuovere la situazione anomala bensì soprattutto per renderla sostenibile nel tempo! (In questa luce si considerino i tanti ossimori, come ad esempio "sviluppo sostenibile" e "capitalismo naturale", che ben rappresentano questa tendenza). 

La terza fase, quella dell'esaurimento delle energie e risorse fondamentali a disposizione dell'organismo, è ormai alle porte, e così pure la nostra ingloriosa fine come specie "pensante".


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I migliori saluti,

Danilo D'Antonio

Laboratorio Eudemonìa
Via Fonte Regina, 23
64100 Teramo - Italy