Fw: Messaggio ai cattolici.doc
- Subject: Fw: Messaggio ai cattolici.doc
- From: <info at diffondilaparola.com>
- Date: Wed, 5 Apr 2006 13:31:21 +0200
RICEVO E CONDIVIDO
In verità, in verità vi dico: "Chi ascolta la mia parola e
crede a Colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al
giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. (Gv 5,24)
Truly, I say to you, anyone who hears my word and believes him who sent me, has eternal life; and there is no judgment for him because he has passed from death to life.(Jn 5,24) ----- Original Message -----
From: zioIsaia
To: **Alex
Cc: 01 Laura Allodi ; 01 Jacopo
Allodi ; 01 Glenda Camorri - Prink ; 01
Giovanna Pinto ; 01 Francesco Minicucci ; 01
Famiglia Cristiana - Redazione ; 01 Cassiano Centauro ; 01
Avvenire Segretaria Direttore ; 01 Antonella Di Francesco ; 01 Angela Lastilla ; 01 Angela
Di Francesco ; **Diffondi la Parola ; **Gaetano
Lastilla Yahoo ; *Alessandro Bresci ; *AZ.CATT. Francesco
Michelazzo ; *Giancarla Nazzaro ; *Giovanni
Vischi ; *Jimmy Johnson ; *Nino
Collector ; *Nunzia-Tipografia Ceffoni
Sent: Wednesday, April 05, 2006 1:15 PM
Subject: Fw: Messaggio ai cattolici.doc I cattolici possono militare
sia nella coalizione di sinistra sia in quella di destra ma quando si tratta di
votare su questioni morali, su temi delicati come la Bioetica, la famiglia e la
dignità dell’uomo i cattolici non
devono seguire gli ordini di scuderia
ma ispirarsi
esclusivamente al Vangelo e agli insegnamenti della Chiesa,
Mater et
Magistra.
Zio
Isaia CATTOLICI AL
VOTO Se
vincerà l’Unione..., cosa cambierà su questi
temi? Molto,
temiamo. E in peggio... Sul
diritto alla vita. Ds,
Socialisti & Radicali, Comunisti Italiani, Rifondazione Comunista, insomma
larga parte della coalizione di centrosinistra lo hanno già annunciato: si
metterà mano, nel senso indicato dai referendum bocciati un anno fa, alla legge
40 sulla fecondazione assistita. E si introdurrà così la possibilità di sperimentare
sugli embrioni umani, di usarli come cavie, e di selezionarli, uccidendo
quelli in sovrannumero, quelli difettosi, quelli più
deboli. ''Non
consideriamo espressione del popolo italiano un referendum in cui la maggioranza
dei cittadini non ha votato'', ha affermato il presidente dei Ds Massimo
D'Alema, nel suo intervento conclusivo al convegno dei Ds sulla salute e il
benessere sociale del Sud, questo pomeriggio a Napoli. ''Cercheremo in
Parlamento - prosegue - di cambiare la legge 40 innanzitutto nelle parti in cui
è lesiva della libertà della donna e poi in quelle che sono ostacolo al libero
sviluppo della ricerca”. Per
l’eutanasia
ci si sta preparando ad introdurla: basti vedere gli attacchi della sinistra al
ministro Giovanardi, al quale hanno intimato di fare pubblica ammenda per aver
definito una legge olandese, che consente l’uccisione dei bambini incurabili ed
handicappati, una legge di stampo nazista. Faranno lo stesso, quando saranno
loro al governo? Sono forse d’accordo con la legge olandese? E intanto sui loro
giornali da tempo gli opinionisti stanno lavorando a far
accettare nella mentalità comune il “diritto alla buona morte”: chi
compra kit per darsi la morte (Augias), chi propugna apertamente l’eutanasia
(Hack), chi fa associazioni apposite (Veronesi). Nell’attesa di una legge che la
consenta. Sull’aborto.
Le polemiche dei mesi scorsi parlano chiaro. Per la
sinistra l’aborto è sempre e comunque un diritto, e chi parla di prevenzione e
dissuasione è un oscurantista contro le donne. Guai a chiedere di
avvalersi di volontari nei consultori per offrire un aiuto alla donna e una
reale alternativa all’aborto, guai a ricordare l’umanità del concepito. Quello
che conta, per la sinistra, è garantire il diritto ad abortire, rendendo la
scelta sempre più asettica, come con la pillola abortiva. E non a caso in
Toscana si è stati i primi ad introdurla su larga
scala. Sulla
famiglia.
L’attacco alla famiglia fondata sul matrimonio, attraverso il tentativo di equipararla
ad altre forme di convivenza è in atto da tempo, e già diverse
regione guidate dal centrosinistra hanno proceduto in tal senso. Ma è giusto
equiparare la coppia che accetta un vincolo di natura pubblica, responsabilmente
assunto anche nei confronti della collettività, con chi invece, liberamente,
preferisce non assumersi alcun vincolo? Nella famiglia fondata sul matrimonio è
indiscutibile vi sia un di più di stabilità e di dichiarata obbligazione sociale
che va giuridicamente e socialmente premiato, senza che questo significhi
disprezzare o penalizzare altre forme di convivenza. Perché sposarsi, quando
altre forme di rapporto hanno i medesimi diritti, opportunità, agevolazioni? Le
istituzioni invece, evitando equiparazioni riduttive, dovrebbero sostenere,
valorizzare ed evidenziare l’istituto familiare-matrimoniale proprio per il
servizio particolare che esso offre all’intera società. Mettere tutti sullo
stesso piano, finisce per svilire la forma più
impegnativa. Sulle
unioni tra omosessuali.
E’ evidente e chiaro l’impegno della sinistra a equiparare alla famiglia formata
da uomo e donna, anche le unioni gay. Lo ha
scritto Prodi stesso ai presidenti di Arcigay e Arcilesbica, invitati
a pazientare, “a non fare chiasso”, per costruire
“dunque insieme in queste settimane che ci separano dal voto le condizioni
migliori per vincere che risiedono essenzialmente nella coesione e nella
compattezza della coalizione”, e dando comunque le più ampie assicurazioni: “Quello che
vi chiedo –scrive ancora Prodi- di
riconoscere è comunque la determinazione, mia e di ogni componente della
coalizione, la presa d’impegno, a voler percorrere insieme a Voi, e non senza di
Voi, il cammino in grado di portare a un riconoscimento pieno ed effettivo di
questi diritti”. Più chiaro di così... Sulla
libertà d’educazione.
Che a sinistra ci sia statalismo e tendenza a emarginare e penalizzare
le scuole non statali è evidente. E in quello schieramento c’è chi
dice “no ad ogni forma di finanziamento alla scuola privata e confessionale, nel
rispetto più rigoroso del dettato costituzionale sulla libertà di istruzione
privata senza alcun onere per lo Stato”. E non a caso nel programma dell’Unione
non si fa alcun riferimento alle scuole paritarie non
statali. Sulla
pace.
Non è affatto, come potrebbe sembrare, un tema della sinistra. Ed è triste
vedere qualcuno che chi grida pace e chiede il ritiro immediato dall’Iraq e che
poi magari lo si ritrova a spaccar vetrine, a promuovere contestazioni violente
contro iniziative degli avversari politici o a inneggiare ai terroristi e a
giustificarne le azioni di morte e di guerra. E
capita anche di leggere interventi di autorevoli esponenti dei Ds che
rimproverano al governo di centro-destra di “aver speso
poco per la difesa” e si impegnano a “invertire
la tendenza negativa di questi ultimi anni facendo risalire la curva delle
risorse finanziarie da assegnare alla funzione Difesa” (sono
affermazioni dell’on. Marco Minniti, Capogruppo DS in
Commissione Difesa, già sottosegretario della Presidenza del Consiglio dei
Ministri nel Governo D’Alema, pronunciate pochi mesi fa in un convegno nazionale
dei Ds). Perché
la pace la si costruisce non con gli slogan e le scelte faziose, bensì con una
paziente opera di presenza nelle regioni di conflitto, con un’azione che
talvolta richiede anche di disarmare, con la forza, i violenti e coloro che
vogliono attentare alla vita delle persone e portare distruzione nelle nostre
città. Sulla
libertà religiosa.
Sui temi etici e più in generale contro la presenza e l’azione della Chiesa non
passa giorno che dalla sinistra arrivino bordate polemiche. Dall’insegnamento
della religione all’esenzione dell’ICI per gli immobili, alla richiesta di
cancellare l’8 per mille, alle intimazioni a tacere quando Papa e Vescovi
esprimono il pensiero della Chiesa su questioni che non trovano d’accordo i
“compagni”. “Consideriamo
molto preoccupante quanto sta accadendo in Italia –si legge ad esempio in un
documento presentato di recente a Strasburgo da 83 europarlamentari, e tra
questi, oltre a Bonino e Pannella, anche i ds Gruber e Sacconi eletti in Toscana
nella lista dell’Ulivo- , e denunciamo il rischio concreto che in Italia la
politica in materia di salute sessuale e riproduttiva sia sempre più ancorata
alle indicazioni delle gerarchie ecclesiastiche e sempre più indifferente ai
diritti e alla libertà delle donne”. Purtroppo
nel centrosinistra stanno prevalendo correnti radicali e massimaliste,
anticattoliche e iperlaiciste, che costringono spesso a un imbarazzato silenzio
i cattolici presenti in quello schieramento. A
proposito di “berlusconismo” e “antiberlusconismo”.
Anche a noi alcune cose dell’attuale premier non piacciono. Non ci piace una
politica basata solo sul volere di un “capo”, perché preferiamo una politica
davvero partecipata. Non ci piacciono certi atteggiamenti egocentrici e talvolta
sprezzanti verso gli alleati e le regole della politica. Non
condividiamo la presunzione che questo Governo abbia fatto tutto
bene: alcune cose sono state fatte bene, altre vanno portate a
termine, altre potevano essere fatte meglio e diversamente. E non nascondiamo
l’esistenza di conflitti d’interesse. Ma i “leader”
possono cambiare. Queste elezioni, con il nuovo sistema elettorale
proporzionale consentono di scegliere in modo più articolato. E’
evidente infatti –ad esempio- che un successo dell’Udc e di Casini, rimetterebbe
in moto il quadro politico, con possibilità di forti cambiamenti.
Per
cambiare non è necessario far vincere la sinistra. E ci sembrerebbe un grave
errore se, per colpire Berlusconi, si desse in mano il Paese a Bertinotti,
Pannella e Fassino. Un
attacco all’identità e ai valori cristiani. Non
è un problema né di tasse né di scelte economiche, pur importanti. Quello che
oggi davvero preoccupa è che lo schieramento guidato da Prodi –spinto dalle
correnti radicali, che sono preponderanti- consentirà l’introduzione di norme
che saranno vere e proprie ferite per i valori fondamentali del nostro popolo,
veri e propri attacchi alla nostra identità cristiana.
Occorre
esserne consapevoli: la vittoria dell’Ulivo alle prossime elezioni porterà con
sé anche una legislazione dirompente sui temi della famiglia, del diritto alla
vita, della libertà di educazione, della droga. Basta il
desiderio di mandare a casa Berlusconi, per consentire tutto
questo? L’ispirazione
cristiana in politica. Le
idee che vengono dalla visione cristiana della vita –espresse nella Dottrina
Sociale Cristiana, e incentrate su diritto alla vita dal concepimento alla morte
naturale, promozione della famiglia, fondata sul matrimonio, libertà di
educazione, tutela dei minori, dignità della persona, diritto alla libertà
religiosa, un’economia che sia al servizio della persona e del bene comune,
giustizia sociale, solidarietà umana, sussidiarietà, pace- esprimono esigenze
fondamentali, e che sono architravi dell’intera società. Cercare di sostenerle e
di incarnarle, con la mediazione della politica, è indispensabile. Secondo una
“gerarchia” –che mette in testa, e prima di tutti gli altri valori, vita e
famiglia- ripetutamente sottolineata dal Magistero della
Chiesa. Non
c’è uno schieramento che in toto possa ergersi a difensore unico di questi
valori.
Ma mentre nel centro-destra le presenze laiciste e anti-cristiane appaiono
minoritarie e poco incidenti, nel centrosinistra le spinte laiciste sono ben più
forti, e ancor più rafforzate da alcune “novità” negative. Da una parte l’ingresso
nella coalizione di centrosinistra dei radicali –pochi numericamente
ma estremamente incisivi nella diffusione culturale e politica delle loro idee,
molte delle quali caratterizzate da una visione lontana anni luce, anzi
antitetica a quella cristiana, idee che sono molto diffuse anche in larga parte
degli altri partiti del centrosinistra-. Dall’altra
c’è il progressivo assorbimento dei cattolici in formazioni
sempre più eterogenee: prima nel più vasto contenitore della
Margherita, che ora si appresta a confluire in un unico partito, “Ulivo” o
“partito democratico” nel quale saranno preponderanti le impostazioni laiciste
dei Ds. Come già si vede nelle scelte pratiche compiute nelle regioni guidate
dal centrosinistra (Toscana, Lazio, Puglia, Liguria), dove su Pacs, droga,
unioni omosessuali, aborto, troppo spesso consiglieri e assessori della
Margherita sono rimasti in silenzio o hanno dovuto condividere le scelte dei
loro compagni di coalizione. Non
solo: il 9-10 aprile, alle elezioni per la Camera, gli elettori neppure più
troveranno la Margherita, ma solo un “listone”
dell’Ulivo formato da candidati Ds, Margherita e Repubblicani. Con
esiti paradossali: l’elettore cattolico che alla Camera voterà la lista
dell’Ulivo contribuirà direttamente (non essendovi più neppure
la possibilità di esprimere le preferenze) ad
eleggere in Parlamento esponenti DS (almeno l’80% del totale, secondo
l’ordine di lista!) che su temi come aborto, fecondazione assistita, eutanasia,
famiglia, voteranno leggi assai lontane e contrastanti con la visione cristiana
della vita. Questa, purtroppo, è la realtà. A
proposito di preferenze e partecipazione. Questa
legge elettorale senza preferenze non è bella. Mortifica la partecipazione dei
cittadini, impedendo di scegliere direttamente i candidati. Come non era bello
il precedente maggioritario, con un unico nome scelto dai partiti. Anche su
questo però è bene fare chiarezza. Perché sentire gli esponenti del
centrosinistra che si strappano le vesti contro una legge elettorale che
impedisce la scelta agli elettori fa uno strano effetto. Primo, perché è lo stesso
meccanismo della legge elettorale della Toscana, nata da un accordo tra Ds,
Forza Italia e An (l’unica che si è opposta, e che ha presentato una
proposta di legge per reintrodurre le preferenze è stata l’UDC). Secondo, perché
in Parlamento, pochi mesi fa, l’UDC presentò un emendamento per prevedere
nell’attuale legge elettorale la preferenza. Ma votarono tutti contro, compresi
Ds e Margherita. Ora di che cosa si lamentano? Abbiamo
cercato, in queste sintetiche note, di esprimere i nostri pensieri e le nostre
preoccupazioni. Lo abbiamo fatto con franchezza, senza inutili e ipocriti giri
di parole. Perché siamo convinti che la posta in gioco, anche in queste
elezioni, sia alta. E non può essere ridotta a un referendum tra Prodi e
Berlusconi. E’ una scelta che richiede riflessione e non umoralità, valutazione
attenta e non “spirito da tifosi”. Tenendo conto che su questi temi, qualunque
sia il risultato elettorale, ci sarà comunque da lavorare, per impedire
l’ulteriore degrado della convivenza civile. A questa riflessione e a questa
valutazione offriamo il nostro piccolo contributo. UDC
TOSCANA
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