Fw: Messaggio ai cattolici.doc



RICEVO E CONDIVIDO
 
In verità, in verità vi dico: "Chi ascolta la mia parola e crede a Colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. (Gv 5,24)
 Truly, I say to you, anyone who hears my word and believes him who sent me, has eternal life; and there is no judgment for him because he has passed from death to life.(Jn 5,24)
  

 

    I cattolici possono militare sia nella coalizione di sinistra sia in quella di destra ma quando si tratta di votare su questioni morali, su temi delicati come la Bioetica, la famiglia e la dignità dell’uomo i cattolici non devono seguire gli ordini di scuderia ma ispirarsi esclusivamente al Vangelo e agli insegnamenti della Chiesa, Mater et Magistra.

                                                                                                                                                                    Zio Isaia

CATTOLICI AL VOTO

Se vincerà l’Unione..., cosa cambierà su questi temi?

Molto, temiamo. E in peggio...

 

Sul diritto alla vita. Ds, Socialisti & Radicali, Comunisti Italiani, Rifondazione Comunista, insomma larga parte della coalizione di centrosinistra lo hanno già annunciato: si metterà mano, nel senso indicato dai referendum bocciati un anno fa, alla legge 40 sulla fecondazione assistita. E si introdurrà così la possibilità di sperimentare sugli embrioni umani, di usarli come cavie, e di selezionarli, uccidendo quelli in sovrannumero, quelli difettosi, quelli più deboli.

 

''Non consideriamo espressione del popolo italiano un referendum in cui la maggioranza dei cittadini non ha votato'', ha affermato il presidente dei Ds Massimo D'Alema, nel suo intervento conclusivo al convegno dei Ds sulla salute e il benessere sociale del Sud, questo pomeriggio a Napoli. ''Cercheremo in Parlamento - prosegue - di cambiare la legge 40 innanzitutto nelle parti in cui è lesiva della libertà della donna e poi in quelle che sono ostacolo al libero sviluppo della ricerca”.

 

Per l’eutanasia ci si sta preparando ad introdurla: basti vedere gli attacchi della sinistra al ministro Giovanardi, al quale hanno intimato di fare pubblica ammenda per aver definito una legge olandese, che consente l’uccisione dei bambini incurabili ed handicappati, una legge di stampo nazista. Faranno lo stesso, quando saranno loro al governo? Sono forse d’accordo con la legge olandese? E intanto sui loro giornali da tempo gli opinionisti stanno lavorando a far accettare nella mentalità comune il “diritto alla buona morte”: chi compra kit per darsi la morte (Augias), chi propugna apertamente l’eutanasia (Hack), chi fa associazioni apposite (Veronesi). Nell’attesa di una legge che la consenta.

 

Sull’aborto. Le polemiche dei mesi scorsi parlano chiaro. Per la sinistra l’aborto è sempre e comunque un diritto, e chi parla di prevenzione e dissuasione è un oscurantista contro le donne. Guai a chiedere di avvalersi di volontari nei consultori per offrire un aiuto alla donna e una reale alternativa all’aborto, guai a ricordare l’umanità del concepito. Quello che conta, per la sinistra, è garantire il diritto ad abortire, rendendo la scelta sempre più asettica, come con la pillola abortiva. E non a caso in Toscana si è stati i primi ad introdurla su larga scala.

 

Sulla famiglia. L’attacco alla famiglia fondata sul matrimonio, attraverso il tentativo di equipararla ad altre forme di convivenza è in atto da tempo, e già diverse regione guidate dal centrosinistra hanno proceduto in tal senso. Ma è giusto equiparare la coppia che accetta un vincolo di natura pubblica, responsabilmente assunto anche nei confronti della collettività, con chi invece, liberamente, preferisce non assumersi alcun vincolo? Nella famiglia fondata sul matrimonio è indiscutibile vi sia un di più di stabilità e di dichiarata obbligazione sociale che va giuridicamente e socialmente premiato, senza che questo significhi disprezzare o penalizzare altre forme di convivenza. Perché sposarsi, quando altre forme di rapporto hanno i medesimi diritti, opportunità, agevolazioni? Le istituzioni invece, evitando equiparazioni riduttive, dovrebbero sostenere, valorizzare ed evidenziare l’istituto familiare-matrimoniale proprio per il servizio particolare che esso offre all’intera società. Mettere tutti sullo stesso piano, finisce per svilire la forma più impegnativa.

 

Sulle unioni tra omosessuali. E’ evidente e chiaro l’impegno della sinistra a equiparare alla famiglia formata da uomo e donna, anche le unioni gay. Lo ha scritto Prodi stesso ai presidenti di Arcigay e Arcilesbica, invitati a pazientare, “a non fare chiasso”, per costruire “dunque insieme in queste settimane che ci separano dal voto le condizioni migliori per vincere che risiedono essenzialmente nella coesione e nella compattezza della coalizione”, e dando comunque le più ampie assicurazioni: “Quello che vi chiedo –scrive ancora Prodi- di riconoscere è comunque la determinazione, mia e di ogni componente della coalizione, la presa d’impegno, a voler percorrere insieme a Voi, e non senza di Voi, il cammino in grado di portare a un riconoscimento pieno ed effettivo di questi diritti”. Più chiaro di così...

 

Sulla libertà d’educazione. Che a sinistra ci sia statalismo e tendenza a emarginare e penalizzare le scuole non statali è evidente. E in quello schieramento c’è chi dice “no ad ogni forma di finanziamento alla scuola privata e confessionale, nel rispetto più rigoroso del dettato costituzionale sulla libertà di istruzione privata senza alcun onere per lo Stato”. E non a caso nel programma dell’Unione non si fa alcun riferimento alle scuole paritarie non statali.

 

Sulla pace. Non è affatto, come potrebbe sembrare, un tema della sinistra. Ed è triste vedere qualcuno che chi grida pace e chiede il ritiro immediato dall’Iraq e che poi magari lo si ritrova a spaccar vetrine, a promuovere contestazioni violente contro iniziative degli avversari politici o a inneggiare ai terroristi e a giustificarne le azioni di morte e di guerra.

E capita anche di leggere interventi di autorevoli esponenti dei Ds che rimproverano al governo di centro-destra di “aver speso poco per la difesa” e si impegnano a “invertire la tendenza negativa di questi ultimi anni facendo risalire la curva delle risorse finanziarie da assegnare alla funzione Difesa” (sono affermazioni dell’on. Marco Minniti, Capogruppo DS in Commissione Difesa, già sottosegretario della Presidenza del Consiglio dei Ministri nel Governo D’Alema, pronunciate pochi mesi fa in un convegno nazionale dei Ds).

Perché la pace la si costruisce non con gli slogan e le scelte faziose, bensì con una paziente opera di presenza nelle regioni di conflitto, con un’azione che talvolta richiede anche di disarmare, con la forza, i violenti e coloro che vogliono attentare alla vita delle persone e portare distruzione nelle nostre città.

 

Sulla libertà religiosa. Sui temi etici e più in generale contro la presenza e l’azione della Chiesa non passa giorno che dalla sinistra arrivino bordate polemiche. Dall’insegnamento della religione all’esenzione dell’ICI per gli immobili, alla richiesta di cancellare l’8 per mille, alle intimazioni a tacere quando Papa e Vescovi esprimono il pensiero della Chiesa su questioni che non trovano d’accordo i “compagni”.

“Consideriamo molto preoccupante quanto sta accadendo in Italia –si legge ad esempio in un documento presentato di recente a Strasburgo da 83 europarlamentari, e tra questi, oltre a Bonino e Pannella, anche i ds Gruber e Sacconi eletti in Toscana nella lista dell’Ulivo- , e denunciamo il rischio concreto che in Italia la politica in materia di salute sessuale e riproduttiva sia sempre più ancorata alle indicazioni delle gerarchie ecclesiastiche e sempre più indifferente ai diritti e alla libertà delle donne”.

Purtroppo nel centrosinistra stanno prevalendo correnti radicali e massimaliste, anticattoliche e iperlaiciste, che costringono spesso a un imbarazzato silenzio i cattolici presenti in quello schieramento.

 

A proposito di “berlusconismo” e “antiberlusconismo”. Anche a noi alcune cose dell’attuale premier non piacciono. Non ci piace una politica basata solo sul volere di un “capo”, perché preferiamo una politica davvero partecipata. Non ci piacciono certi atteggiamenti egocentrici e talvolta sprezzanti verso gli alleati e le regole della politica. Non condividiamo la presunzione che questo Governo abbia fatto tutto bene: alcune cose sono state fatte bene, altre vanno portate a termine, altre potevano essere fatte meglio e diversamente. E non nascondiamo l’esistenza di conflitti d’interesse. Ma i “leader” possono cambiare. Queste elezioni, con il nuovo sistema elettorale proporzionale consentono di scegliere in modo più articolato. E’ evidente infatti –ad esempio- che un successo dell’Udc e di Casini, rimetterebbe in moto il quadro politico, con possibilità di forti cambiamenti.

Per cambiare non è necessario far vincere la sinistra. E ci sembrerebbe un grave errore se, per colpire Berlusconi, si desse in mano il Paese a Bertinotti, Pannella e Fassino.

 

Un attacco all’identità e ai valori cristiani. Non è un problema né di tasse né di scelte economiche, pur importanti. Quello che oggi davvero preoccupa è che lo schieramento guidato da Prodi –spinto dalle correnti radicali, che sono preponderanti- consentirà l’introduzione di norme che saranno vere e proprie ferite per i valori fondamentali del nostro popolo, veri e propri attacchi alla nostra identità cristiana.

 

Occorre esserne consapevoli: la vittoria dell’Ulivo alle prossime elezioni porterà con sé anche una legislazione dirompente sui temi della famiglia, del diritto alla vita, della libertà di educazione, della droga. Basta il desiderio di mandare a casa Berlusconi, per consentire tutto questo?

 

L’ispirazione cristiana in politica. Le idee che vengono dalla visione cristiana della vita –espresse nella Dottrina Sociale Cristiana, e incentrate su diritto alla vita dal concepimento alla morte naturale, promozione della famiglia, fondata sul matrimonio, libertà di educazione, tutela dei minori, dignità della persona, diritto alla libertà religiosa, un’economia che sia al servizio della persona e del bene comune, giustizia sociale, solidarietà umana, sussidiarietà, pace- esprimono esigenze fondamentali, e che sono architravi dell’intera società. Cercare di sostenerle e di incarnarle, con la mediazione della politica, è indispensabile. Secondo una “gerarchia” –che mette in testa, e prima di tutti gli altri valori, vita e famiglia- ripetutamente sottolineata dal Magistero della Chiesa.

 

Non c’è uno schieramento che in toto possa ergersi a difensore unico di questi valori. Ma mentre nel centro-destra le presenze laiciste e anti-cristiane appaiono minoritarie e poco incidenti, nel centrosinistra le spinte laiciste sono ben più forti, e ancor più rafforzate da alcune “novità” negative. Da una parte l’ingresso nella coalizione di centrosinistra dei radicali –pochi numericamente ma estremamente incisivi nella diffusione culturale e politica delle loro idee, molte delle quali caratterizzate da una visione lontana anni luce, anzi antitetica a quella cristiana, idee che sono molto diffuse anche in larga parte degli altri partiti del centrosinistra-.

Dall’altra c’è il progressivo assorbimento dei cattolici in formazioni sempre più eterogenee: prima nel più vasto contenitore della Margherita, che ora si appresta a confluire in un unico partito, “Ulivo” o “partito democratico” nel quale saranno preponderanti le impostazioni laiciste dei Ds. Come già si vede nelle scelte pratiche compiute nelle regioni guidate dal centrosinistra (Toscana, Lazio, Puglia, Liguria), dove su Pacs, droga, unioni omosessuali, aborto, troppo spesso consiglieri e assessori della Margherita sono rimasti in silenzio o hanno dovuto condividere le scelte dei loro compagni di coalizione.

 

Non solo: il 9-10 aprile, alle elezioni per la Camera, gli elettori neppure più troveranno la Margherita, ma solo un “listone” dell’Ulivo formato da candidati Ds, Margherita e Repubblicani. Con esiti paradossali: l’elettore cattolico che alla Camera voterà la lista dell’Ulivo contribuirà direttamente (non essendovi più neppure la possibilità di esprimere le preferenze) ad eleggere in Parlamento esponenti DS (almeno l’80% del totale, secondo l’ordine di lista!) che su temi come aborto, fecondazione assistita, eutanasia, famiglia, voteranno leggi assai lontane e contrastanti con la visione cristiana della vita. Questa, purtroppo, è la realtà.

 

A proposito di preferenze e partecipazione. Questa legge elettorale senza preferenze non è bella. Mortifica la partecipazione dei cittadini, impedendo di scegliere direttamente i candidati. Come non era bello il precedente maggioritario, con un unico nome scelto dai partiti. Anche su questo però è bene fare chiarezza. Perché sentire gli esponenti del centrosinistra che si strappano le vesti contro una legge elettorale che impedisce la scelta agli elettori fa uno strano effetto. Primo, perché è lo stesso meccanismo della legge elettorale della Toscana, nata da un accordo tra Ds, Forza Italia e An (l’unica che si è opposta, e che ha presentato una proposta di legge per reintrodurre le preferenze è stata l’UDC). Secondo, perché in Parlamento, pochi mesi fa, l’UDC presentò un emendamento per prevedere nell’attuale legge elettorale la preferenza. Ma votarono tutti contro, compresi Ds e Margherita. Ora di che cosa si lamentano?

 

Abbiamo cercato, in queste sintetiche note, di esprimere i nostri pensieri e le nostre preoccupazioni. Lo abbiamo fatto con franchezza, senza inutili e ipocriti giri di parole. Perché siamo convinti che la posta in gioco, anche in queste elezioni, sia alta. E non può essere ridotta a un referendum tra Prodi e Berlusconi. E’ una scelta che richiede riflessione e non umoralità, valutazione attenta e non “spirito da tifosi”. Tenendo conto che su questi temi, qualunque sia il risultato elettorale, ci sarà comunque da lavorare, per impedire l’ulteriore degrado della convivenza civile. A questa riflessione e a questa valutazione offriamo il nostro piccolo contributo.

UDC TOSCANA