Un articolo interessante, e pieno di
verità.....
Come torinese vivo da tempo tutte queste situazioni
di incoerenza e disagio, e posso dirvi che e' tutto vero quel che dice. Posso
confermarvi i lavoratori in nero, i volontari che lavorano gratis dalle 4 del
mattino e vestono tute fatte in Cina, le strade massacrate e l'inutilità di
quanto rimarrà qui dal 27 febbraio in poi....
E Vi assicuro che Torino aveva bisogno di ben
altro!
D'accordo o no, entusiasti o meno di questi giochi
(che a noi hanno stravolto la città e la vita di tutti i giorni - e
!credetemi! quasi mai in meglio) per favore arrivate in fondo alla
pagina e magari fate anche voi una riflessione sulla demagogia e la
strumentalizzazione alimentate da manifestazioni gestite in questo
modo!!!!
Siamo proprio tutti sicuri di non poter fare nulla
per cambiare il tipo di sviluppo che ci propongono e che ha
trasformato anche cose bellissime, come lo sport, in mero
consumismo?
Buona lettura e Felici Olimpiadi a
tutti!
Geppi
La farsa olimpica
mercoledì, 01 febbraio,
2006
I Giochi Olimpici di "Torino 2006" che fra pochi giorni
prenderanno il via, non mancheranno di essere ricordati a lungo. Ma non
saranno atleti, medaglie e prestazioni sportive ad essere oggetto della
memoria, in quanto proprio lo sport si manifesterà come il grande assente
di queste Olimpiadi. Mai come in questo caso (anche se nella storia
olimpica recente i precedenti certo non mancano) gli unici veri
protagonisti dei Giochi, fin dai primi momenti della loro
preparazione, sono stati il business selvaggio, la speculazione
indiscriminata, il mancato rispetto dei diritti dell'individuo, l'assoluto
disprezzo nei confronti del territorio e dell'ambiente.
L'organizzazione della manifestazione, che per ironia della sorte annovera
fra i suoi palcoscenici proprio quella Valle di Susa che ha avuto il
coraggio d'insorgere contro l'ennesima speculazione portata avanti dai
grandi poteri politici, economici e finanziari, ha fatto fino ad oggi
parlare di sé per peculiarità che non rivestono in verità un carattere
prettamente sportivo.
L'aver bruciato, in un paese come il nostro
che oggettivamente non versa certo in un buon stato di salute economica,
enormi risorse finanziarie per circa 4 miliardi di euro
(l'equivalente del progetto per il ponte sullo stretto di Messina) nella
costruzione d'infrastrutture invasive e spesso di dubbia utilità e nella
cementificazione sistematica delle località montane teatro delle future
gare, non è stata un'azione dalla quale potere esperire i dettami di
quello "spirito olimpico" che avrebbe dovuto animare gli organizzatori.
Il sistematico utilizzo nei cantieri olimpici, che
hanno trasformato Torino in una città più adatta alle talpe che non al
normale deambulare degli esseri umani, di manodopera in
nero pagata dai 3 ai 5 euro l'ora e privata dei più elementari
diritti che spettano a un lavoratore, si è rivelato uno "sport estremo"
che è stato causa d'innumerevoli incidenti in quella nuova disciplina
olimpica che è il "lavoro tramite caporalato".
L'assunzione di
circa 40.000 volontari ai quali demandare la manovalanza
nella macchina organizzativa e nella gestione dell'accoglienza ha
contribuito a creare una nuova forma di occupazione a costo zero che
anziché distribuire ricchezza si contenta di dispensare quei buoni
sentimenti (purtroppo ipocalorici e poco commestibili) tanto cari agli
organizzatori del Toroc che ne fanno volentieri a meno devolvendoli a
piene mani. Questi volontari saranno gratuitamente forniti di una divisa
sgargiante che, per aiutare l'occupazione piemontese, si è pensato bene di
fare fabbricare in Cina. Almeno 15.000 uomini delle forze
dell'ordine invaderanno Torino e le vallate olimpiche per
garantire la sicurezza degli atleti, degli addetti ai lavori e degli
abitanti, anche se gli abitanti, in special modo quelli della valsusa,
dopo le recenti esperienze ritengono di sentirsi molto più sicuri quando
caschi scudi e manganelli evitano di fare capolino di fronte alle loro
case. Il "braciere olimpico" nel quale arderà il sacro fuoco,
il più grande della storia, brucerà 8000 metri cubi l'ora di gas, per un
totale di circa 3 milioni di metri cubi durante l'intera durata
dei giochi, tutto ciò mentre a causa della penuria dei rifornimenti russi,
lo Stato ha chiesto ai cittadini di diminuire il riscaldamento nelle case
per far fronte all'handicap energetico. Il business collegato
agli sponsor, fra i quali spiccano nomi quali "Coca cola", "Adecco", "Mc
Donald" e "Finmeccanica (fra i più grandi magnati mondiali della
produzione di armi)" tutte multinazionali che notoriamente trovano nello
spirito olimpico e sportivo la vera ragione della propria esistenza, si è
rivelato quanto mai redditizio. Talmente remunerativo da avere
dato origine ad un vero e proprio "supermercato olimpico" nel quale
saranno in vendita gadget di ogni genere e foggia, intere collezioni di
abbigliamento, scarpe, occhiali, tazze, profumi, puzzles, vini,
cioccolatini ed ogni altro oggetto sul quale sia possibile applicare un
logo.
In ossequio alla Coca Cola, fra gli sponsor più impegnati
nel campo del sociale, soprattutto in Colombia dove risulta essere leader
indiscussa in questo genere di tematiche, gli organizzatori sono perfino
riusciti a superarsi, dimostrando una volta di più che al peggio non vi è
mai limite. La fiaccola olimpica, disegnata con una foggia avveniristica
che non avrebbe mancato di entusiasmare Filippo Tommaso Martinetti, ed
opportunamente griffata con il marchio della bevanda è stata deputata ad
attraversare le strade di ogni città e cittadina del nostro Paese, nella
quale fossero presenti almeno un migliaio di anime in grado di recepire il
"messaggio olimpico" opportunamente veicolato da furgoni e banchetti della
multinazionale. Alcune volte nel proprio incedere fra le vie cittadine i
tedofori che si sono fatti carico di trasportare la fiaccola sponsorizzata
sono stati oggetto di contestazioni veementi da parte di cittadini che non
sono riusciti a cogliere lo spirito di sport e convivialità che traspare
in maniera adamantina da questi Giochi Olimpici. Tutta colpa ovviamente
dei NO TAV valsusini che hanno innescato nel paese il germe del sospetto e
della contestazione.
La cosa più avvilente fra tutte è che mancano
ancora alcuni giorni all'inizio delle Olimpiadi e per almeno un mese
saremo costretti a sopportare la farsa di questa manifestazione divisa a
metà fra business e speculazione edilizia, ma in grado di catalizzare
tutta l'attenzione mediatica, poiché lo spirito olimpico, si sa, in fondo
in fondo è quello che conta.
di Marco Cedolin, scrittore
impegnato da anni nella collaborazione con alcuni fra i più importanti
siti web della controinformazione, studioso di economia, ambiente e
problematiche legate alla comunicazione. Ha scritto centinaia di articoli
su svariate tematiche che spaziano dalla salvaguardia ambientale, ai
media, alle problematicità insite nel modello di sviluppo
attuale. |
No virus found in this incoming message. Checked by AVG Free
Edition. Version: 7.1.375 / Virus Database: 267.15.0/249 - Release Date:
02/02/2006
|