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una forma amorevole di protezione
- Subject: una forma amorevole di protezione
- From: "patsuppa\@inwind\.it" <patsuppa at inwind.it>
- Date: Wed, 25 Jan 2006 16:09:08 +0100
Esperienza normale Uno va in terrazza ad annaffiare i fiori. E' freddo, ma c'è il sole che, anche se proprio non scalda, ravviva i colori e mette allegria. Tutto pare normale. Qualche metro sotto, lungo strada, passa qualche auto. Già le auto. Sono noiose anche da spettatore di terrazzo, ma sopportabili. Insopportabile, con un mio personalissimo rigurgito razzista, è il numero dei gipponi che passano. Sopportabile Ci sono tante cose sopportabili, cioè ingoiare un rospetto in vista di un miglioramento prossimo. Penso alle medicine che mi sembravano veleno quando ero bambino, prese (senza troppa convinzione) per guarire dall'influenza. Penso a quando, per risistemare il proprio appartamento, occorre stringersi e ridurre i propri spazi (fisici e mentali) per ritrovarci, dopo, in un ambiente più confortevole. L'avere un vantaggio nel futuro, che sia immediato, prossimo o remoto ci rende sopportabile anche l'insopportabile. Insopportabile Il gippone, no. Quale vantaggio mi porta? Devo sopportare un aggeggio che, visto dal sellino della mia bici, è alto, largo, lungo, pesante. Non un autobus, ma un camioncino camuffato da automobile. Il mio naso viene irrorato di gas di scarico, a euro2, 3 e anche 4, per prendere un malanno secondo le ultime normative europee. A pro del gippone c'è da dire che democraticamente non fa distinzione nella distribuzione del prodotto dei suoi spostamenti: tutti ne possono godere, compresi gli abitanti della Terra del Fuoco o delle isole Aleutine grazie ad una produzione di CO2 (gas serra) che è a volte doppia di quella di una normale auto. Un mezzo così grande e pesante che vantaggio può dare a me o a qualcuno per rendersi sopportabile nel futuro? Mah. A che serve Nella mia città le strade sono tutte asfaltate, e anche nei dintorni. Ci sono delle belle buche, ogni tanto, ma per lo più sono provocate da mezzi piuttosto pesanti. E allora? Potrebbe essere utile per parcheggiare sulle aiuole, dove il parchimetro non arriva. O anche per fare una rilassante corsa sulle dune, ma quelle transitabili più vicine sono in qualche poligono militare o aldilà del canale di Sicilia... Sempre che sgassare su qualche duna, libica o toscana, possa davvero essere terapeutico. A volte potrebbe essere più utile uno psicofarmaco? Residente in campagna, ecco la motivazione. A volte ho l'impressione che si scelga di andare a vivere in campagna per avere il motivo di comprarsi un gippone. Dimenticavo: la neve. Basta una manciata di fiocchi di neve (o la loro previsione) per far dire ai fortunati possessori di gippone “ecco, io con le mie quattro ruote motrici posso girare, e voi no”. Affermazione sciocca. Comprare un gippone e usarlo tutto l'anno per superare le difficoltà in caso di neve è come indossare tutto l'anno i doposci. Intelligente, vero? Amorevole protezione Mi guardo in giro. Vado a scuola a prendere i bimbi. Vado a far la spesa. Molti dei gipponi sono guidati da donne. Perchè mi chiedo? Non sono sporchi di fango (come quasi tutti: i pochi che sono un po' sporchi sembrano quasi schizzati ad arte con qualche prodotto spray da autoricambi). Le scuole di solito non sono in cima ad un monte, come a Barbiana (dove si andava a piedi, anche per un'ora e mezzo) ma in mezzo a strade asfaltate. Mah. Secondo me si tratta dell'amorevole protezione del marito. Il traffico cittadino è sempre più una giungla, e le divinità del motore a scoppio richiedono periodicamente un sacrificio umano, spesso neanche consenziente. Come può un amorevole marito mandare la sua amata a sfidare la pugna automobilistica con una banale utilitaria? Come può impedire che essa venga importunata (e urtata) da altri automobilisti più scaltri e meno nobili di lei? Ecco che quindi arriva il gippone, una sorta di nuova e moderna cintura di castità. Lui, il marito amorevole, può partire per le battaglie del terzo millennio tranquillo. Lascia le chiavi del gippone alla sua amata e questa, protetta da tonnellate di lamiera, può scorazzare per la città senza il timore di mescolarsi con il volgo. Con questa cintura di castità a quattro ruote motrici si sposta da uno shopping alla scuola dei pargoli fino, c'è da giurarsi, anche alla sede di qualche associazione di volontariato, magari contro il degrado cittadino. Questa nuova cintura di castità (più ingombrante di quella vecchio tipo), spesso anche a causa della vita frenetica che l'amata svolge (casa-ufficio-palestra-pranzo-ufficio-scuola-corsodanza-supermercato-casa) viene parcheggiata ovunque (perchè, lo sappiamo, le strade hanno uno spazio finito e delimitato mentre le auto aumentano di numero e di dimensioni, quindi...) perchè gli impegni che ha la proprietaria sono più importanti di quelli del resto degli abitanti del globo... L'altra metà del cielo Tutto questo non vuol dire che i maschi si comportino meglio. Se la scelta del marito amorevole è quella di comprarsi il gippone per sè, cambia qualcosa. Come detto, in spazi ristretti e definiti come le strade cittadine, andare in giro con auto gigantesche significa due cose: non avere abbastanza spazio per sè o prenderne più del necessario e quindi toglierne a qualcun altro. Che cosa potrebbe muovere allora verso questo tipo di acquisto? Anni fa ho letto da qualche parte che il presidente della Mercedes diceva che un'auto si compra al 30% con la testa e il resto con la pancia. Io credo fosse ottimista. secondo me la testa non supera il 20. Il resto è una rincorsa ad affermare visivamente che si è interessanti grazie alla propria auto. Vecchie teorie? certo. Ma come è possibile giustificare allora la nuova pratica di comprare un gippone nato per le guerre nel deserto e che consuma così tanto da dover innescare una nuova guerra per poter rifare il pieno? Il cervello si arrende. Il buon gusto è irreperibile. Come il pavone mostra la sua ruota per far colpo sulla pavona (o pavonessa?), l'homo auto-immobilis mostra le sue ruote motrici. Certo, con le occasioni di confronto e contatto che si riducono, gli unici spazi di aggregazione in continuo aumento sono le file ai semafori e i parcheggi dei supermercati. Si tratta quindi di una necessaria mutazione dei comportamenti? Gli etologi avranno molto da lavorare. Intanto, il tipo di cui sopra (con la stessa attività frenetica citata per l'amata) si muove e parcheggia ovunque come se lui fosse autorizzato a farlo. Il gippone come zona extraterritoriale. La cialtroneria viaggia anche senza gippone, è vero. Ecco un quesito per gli studiosi del comportamento: perchè i propri impegni sono sempre più importanti, pressanti e urgenti di quelli degli altri da "obbligarsi" a parcheggiare sul marciapiede? Sicurezza Ci si sente più sicuri sul gippone? certo, anch'io mi sentirei più sicuro nel traffico chiuso in un gabbiotto di due tonnellate di acciaio piuttosto che tentare di galleggiare con la mia bici. Ma cercare di avere auto più grandi e pesanti per sentirsi più sicuri apre la strada ad una escalation come quella che abbiamo visto nel campo militare: dalla clava al missile nucleare balistico intercontinentale... arriveremo ad andare in giro in un container con le ruote? Chiediamo quindi un disarmo unilaterale dei gipponi. Poi, pian piano, passiamo al resto... ciao patrizio
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