Ternoli-S.Vittore



Sull'impatto ambientale della Termoli - S.Vittore *

Alla luce della polemica tra i Verdi molisani, l'assessore Chieffo e
l'on.Ruta, in merito all'autostrada Termoli - S.Vittore, possiamo
preannunciare la condanna a morte del fiume Biferno e della sua valle, la
fine della tranquillità e salubrità di tutti i paesi che vi si affacciano,
l'aumento degli inquinamenti da traffico (gas serra, polveri sottili,
rumore, ecc.), l'aumento dell'effetto serra nel Molise (piogge violente e
distruttive, frane e alluvioni, aridità crescente), l'aumento dei consumi
di petrolio con aggravio delle spese per lo stato e per i cittadini, il
crescente rischio di nuove guerre per il petrolio. Inoltre, la fine delle
produzioni biologiche nell'intera fascia attraversata dall'autostrada e
ulteriori interruzioni e distruzioni dei tratturi.

Persino la Commissione per la valutazione d'impatto ambientale, di un
ministero poco attento a difendere l'ambiente, ha individuato il rischio
per "troppe zone sic, i siti di interesse comunitario" attraversate dal
tracciato, trascurando invece i numerosi punti di alto impatto ambientale
menzionati nello stesso progetto, senza peraltro indicare i rimedi, che
forse non esistono.

Dalle dichiarazioni di Chieffo abbiamo poi conferma che la futura
autostrada attirerà nuovo traffico di attraversamento del Molise, e dunque
ben presto risulterà ancora insufficiente. Inoltre, ripercorrendo più o
meno il tracciato della Bifernina, l'autostrada sarà soggetta agli stessi
inconvenienti: fragilità dei versanti, frane e cedimenti, rallentamenti e
code per cantieri di riparazione, incidenti, punti ghiacciati nel tratto
nei pressi di Colle d'Anchise (se si farà). Dunque non saranno risolti, ma
aggravati, i problemi dei trasporti. E l'on. Ruta e i Verdi si preoccupano
solo delle procedure burocratiche.

E' vero, quasi tutti nel Molise hanno voluto la Termoli-S.Vittore. Né
centro-destra, né centro-sinistra e nemmeno gli attuali Verdi hanno mai
sentito l'urgenza di adottare una nuova politica dei trasporti che
gradualmente abbandoni il trasporto su strada per trasferirlo su ferrovia e
via mare, come nel resto d'Europa; il Molise e l'Italia continuano ad
andare controcorrente. L'emergenza dei cambiamenti climatici dovrebbe
indurre ad una politica di sviluppo veramente innovativa, che razionalizzi
le produzioni, favorisca i prodotti locali e il loro consumo in regione,
diminuisca le necessità di trasporto e gli sprechi di energia e di
territorio, difenda la salute dei cittadini e valorizzi i beni ambientali
del Molise senza distruggerli.

Al contrario, tutto sembra mirato a favorire il trasporto su strada. Anche
peggiorando il già precario trasporto ferroviario. Il nuovo "Minuetto" tra
Roma e Campobasso risulta rumoroso, fastidioso e altrettanto scomodo, ma
non certo più veloce, dei vecchi convogli. A quanto pare non si vuole che
il treno diventi più competitivo degli autobus. Se ne sono accorti perfino
i deputati molisani della Casa delle Libertà, costretti a chiamare in causa
un ministro del loro governo per risolvere una banalità: i capienti treni
regionali per pendolari tra Cassino e Roma sono vuoti, e i numerosi
pendolari di Cassino affollano gli insufficienti trenini dei molisani.
Forse è il caso di modificare qualcosa.

Una simile grande opera, irreversibile e ad alto impatto ambientale,
sarebbe stata più accettabile se fosse stata una ferrovia Rocca d'Evandro -
valle del Biferno - Termoli e avesse ridotto quindi i costi e i tempi di
percorrenza per trasportare in treno passeggeri, merci e TIR da un versante
all'altro della penisola. E invece si è scelto ancora una volta il costoso
e inquinante trasporto stradale.

I tanti ambientalisti molisani che dicono? Che vogliamo fare? Chissà se
siamo ancora in tempo a salvare il salvabile?

Piergiorgio Acquistapace

18.09.2005

* L'intervento si basa su quanto letto su Il Quotidiano del Molise e
appreso da Rai Regione