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RIGASSIFICATORE_cittý acqua
- Subject: RIGASSIFICATORE_cittý acqua
- From: "Michele DI SCHIENA - Brindisi" <giancanuto at email.it>
- Date: Mon, 27 Jun 2005 17:25:54 +0200
Continua la lotta per un nuovo modello di sviluppo a Brindisi e contro la realizzazione del Rigassificatore. Il Sindaco di centrodestra, Mennitti, alla ferma ed inaspettata opposizione alle decisioni del governo centrale aggiunge - in chiave propositiva . una nuova idea di città che parte da una diversa concezione del porto: e quindi di un nuovo modello di sviluppo. La battaglia prosegue anche col presidio quotidiano alle ore 18 davanti alla sede brindisina della LNG e si attende un atto formale dalla Regione Puglia da Nichi Vendola e dalla sua Giunta. E proprio richiedendo - e giustificandolo sul piano del diritto - questa "revoca" da parte della Regione che torna sull'argomento Michele Di Schiena. Lo invio a tutti gli indirizzi perché la battaglia a Brindisi è ancora tutto da vincere e non riesce ad ottenere "visibilità nazionale, ma si attendono gesti e mobilitazioni ulteriori per fare di Brindisi (come disse Nichi Vendola nella recente seduta del consiglio comunale) una "Scanzano istituzionale". Giancarlo CANUTO LA "CITTA D'ACQUA" RIFIUTA IL RIGASSIFICATORE Il Convegno "Città d'acqua - il modello Brindisi" ha ribadito con chiarezza ed autorevolezza che il nostro territorio vuole una diversa economia centrata sul porto e considera il rigassificatore incompatibile con tale progetto. La città, la provincia, l'intero Salento, la Regione, associazioni e movimenti, migliaia di cittadini, ottenendo questa volta anche l'esplicito consenso del Ministro Gianfranco Miccichè, respingono quindi le reiterate sortite dell'amministratore delegato della LNG con il loro paternalistico carico di rassicurazioni e promesse. E sì perché il rifiuto del rigassificatore è sorretto da validissimi motivi oramai ben noti anche al governo che non si può più trincerare dietro una pretesa inviolabilità dell' "impegno" che avrebbe assunto col provvedimento autorizzativo. Una inviolabilità che non esiste perché non si può fingere di dimenticare che, come ulteriormente ha precisato l'art. 21 della recentissima legge 11/02/2005 n. 15, il citato provvedimento amministrativo è revocabile in sede di autotutela per motivi di merito e quindi anche per una «nuova valutazione dell'interesse pubblico originario» oltre ad essere ovviamente annullabile (ed in questo caso senza risarcimenti) per violazioni di norme procedimentali o per vizi di forma. La situazione a questo punto è chiarissima: la costruzione dell'impianto non può andare avanti contro ogni ragione ed ogni buon senso. Bisogna perciò mettere a punto una efficace strategia di contrasto che richiede il coordinamento di tutti gli impegni per dar luogo ad una «Scanzano istituzionale» costantemente alimentata dalla protesta sociale. Una strategia che si muova sul terreno sicuro della legalità democratica ma che al tempo stesso preveda, se ce ne sarà bisogno, forme anche estreme di lotta sia sul versante istituzionale fino alla possibile sospensione delle funzioni democratiche delle amministrazioni locali e sia sul piano sociale col ricorso ad atti collettivi di disobbedienza politica e di resistenza civile rivolti a denunciare decisioni che ridurrebbero i nostri cittadini alla condizione di "sudditi" svuotando di qualsiasi contenuto i loro diritti politici. Torniamo perciò a chiedere che la Regione Puglia formalizzi subito il suo no all'impianto revocando il consenso all'autorizzazione governativa a suo tempo concessa sulla base di una norma, quella dell'art. 8 della Legge 24/11/2000, superata peraltro dalla riforma costituzionale del 2001 che ha previsto in materia di energia la legislazione concorrente dello Stato e delle Regioni con l'attribuzione dei conseguenti poteri amministrativi all'Ente regionale. Ribadiamo inoltre, contro tutte le manovre sottobanco e tutte le furbizie, che la realizzazione dell' impianto, oltre a costituire un serio pericolo per l'incolumità dei cittadini, darebbe luogo ad una inedita crisi istituzionale vulnerando gravemente l' "autonomia" delle amministrazioni locali che verrebbero private del potere di progettare e costruire il futuro economico e sociale delle loro comunità. La possibilità di costruire un nuovo modello di sviluppo col conseguente rifiuto del rigassificatore è dunque il nostro problema fondamentale perché senza la sua positiva risoluzione gli altri problemi, primo tra tutti quello del lavoro, non potranno essere adeguatamente affrontati. La crisi che stiamo vivendo è invero il frutto avvelenato di un passato certamente fallimentare, a volte inquietante e per taluni aspetti ancora oscuro. Il "cambiamento di rotta" non ha perciò alternative se non quella di un definitivo asservimento del nostro territorio a logiche inaccettabili di dominio e di sfruttamento. Sappiano perciò i nostri "benefattori" della LNG che la dignità ed i diritti delle nostre comunità sono beni fuori commercio e perciò refrattari a compere o transazioni di qualsiasi genere. Brindisi, 23 giugno 2005 Michele DI SCHIENA ---- Email.it, the professional e-mail, gratis per te:<http://www.email.it/cgi-bin/start?sid=3>clicca qui Sponsor: Giornata faticosa? 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