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legambiente puglia eldorado dei veleni - rifiuti -
- Subject: legambiente puglia eldorado dei veleni - rifiuti -
- From: "Andrea Agostini" <lonanoda at tin.it>
- Date: Tue, 25 Jan 2005 08:59:05 +0100
da repubblica martedi 25 gennaio 2005 La regione maglia nera nel dossier che sarà diffuso oggi Il commissario straordinario "ha garantito solo il business" In Puglia 100mila tonnellate di veleni Legambiente: Fitto ha fallito, siamo l´Eldorado delle ecomafie solvic Chiusa da una settimana e il titolare è stato arrestato nucleare Secondo un pentito a Trani sono seppelliti resti radioattivi amianto La Sacra corona gestisce discariche pirata nel Salento cemento La Puglia è terza nella classifica delle opere abusive cave Molti impianti dismessi vengono utilizzati come discariche murgia Quintali di rifiuti tossici sono stati versati nei campi tersan È stata accusata di aver smaltito compost in modo illegale bleu Sotto sequestro dal 2003 stipava rifiuti giunti da tutta Italia GIULIANO FOSCHINI Cronache (puzzolenti) da Eldorado: «Ogni anno vengono smaltite illecitamente in Puglia quasi 100mila tonnellate di rifiuti speciali. Questo dato, il secondo in Italia dopo la Campania, conferma ancora una volta il nostro allarme: la Puglia continua a essere l´Eldorado dei rifiuti». La denuncia arriva ancora una volta da Legambiente: «Stando alle nostre elaborazioni- spiega Nunzio Cirino Groccia, coordinatore nazionale dell´ "Osservatorio ambiente e legalità" dell´associazione ambientalista- dei dati riportati nel Rapporto 2004 dell´Apat (l´Agenzia nazionale di protezione dell´ambiente) e dell´Osservatorio nazionale sui rifiuti, delle oltre 153.000 tonnellate di rifiuti speciali pericolosi smaltiti in Puglia, soltanto 62.000 risultano smaltite tra discariche autorizzate (38.000), inceneritori (16.000) e impianti di trattamento (7.000). Le oltre 91.000 tonnellate rimanenti vengono smaltite illegalmente». Dove? «Nelle cave abbandonate. In capannoni affittati da trafficanti di rifiuti. Come sia possibile tutto questo bisogna però chiederlo al commissario straordinario per l´emergenza ambientale - dice Cirino Groccia- da quando si è insediato, il presidente della Regione, Raffaele Fitto, non ha fatto nulla per il buon vivere dei pugliesi». Legambiente presenterà oggi a Roma, in collaborazione con l´Arma dei carabinieri, "Rifiuti S.p.A, radiografia dei traffici illeciti", un dossier che racconta e sintetizza, nel decimo anniversario del primo rapporto sulle ecomafie, 120 mesi di eco-criminalità all´italiana. La Puglia, purtroppo, ha il suo buon spazio. Come ha scritto la Direzione investigativa antimafia nel contributo inviato a Legambiente per il dossier "Ecomafia 2004", la Puglia «è interessata al fenomeno sia come territorio di partenza che di destinazione dei traffici illeciti in materia di produzione e gestione dei rifiuti urbani e speciali». Un ruolo cardine, dunque. Ben testimoniato dai numeri. Dalla entrata in vigore (2002) del 53 bis del decreto Ronchi (la legge che punisce l´organizzazione di traffico illecito di rifiuti) la Puglia è stata coinvolta in sette inchieste (record in Italia) avviate da tre procure diverse: Bari, Trani e Taranto. «L´incidenza nel settore è maggiormente collocabile in alcune aree- sostiene la Dia- come quella della Murgia barese dove sono state individuate numerose discariche abusive, anche di rifiuti tossici. L´obiettivo dei sodalizi criminali in questo settore è volto soprattutto a garantirsi appalti, gestire direttamente aziende che si occupano dello smaltimento e taglieggiarne altre, controllando le discariche abusive». Ce n´è anche per il Salento dove, secondo l´antimafia, alcune discariche sarebbero gestite direttamente dalla Sacra Corona Unita. Legambiente ha contato nel 2003 1.737 infrazioni accertate e 1.717 persone denunciate, sesto posto in Italia. I sequestri sono stati invece 1.116, secondi per una decina di operazioni soltanto al Lazio. «Questo dato - dicono da Legambiente - può però essere visto da due punti di vista diversi. I tanti sequestri significano anche un ottimo lavoro delle forze dell´ordine. Che fa il pari però, purtroppo, con un immobilismo amministrativo». Stefano Ciafani ha curato personalmente il dossier sulle ecomafie: «Il commissariamento della Regione sui rifiuti - accusa - è stato un vero disastro. In dieci anni, la metà dei quali sotto la giunta Fitto, non è stato fatto nulla, se non azioni legate al business». Il riferimento è alle gare d´appalto sui termovalorizzatori: «Come si può pensare a un inceneritore quando la Puglia è agli ultimi posti nella raccolta differenziata? Fitto dovrebbe impegnarsi a creare, per esempio, dei veri impianti di compostaggio, e non fabbriche di veleno sparse per la regione». Per Legambiente i numeri parlano da soli: «Troppe volte la Puglia è stata coinvolta in indagini sul traffico illecito di rifiuti. Arrivano immondizie e scorie pericolose da tutta Italia, altrimenti 100mila tonnellate di surplus di rifiuti sarebbero inspiegabili». Questo allarme non è nuovo: «Il fenomeno delle ecomafie costituisce un paradigma della strategia della moderna criminalità organizzata» aveva detto per esempio, durante l´inaugurazione dell´anno giudiziario dello scorso anno, il procuratore generale della Corte d´appello di Bari, Riccardo Dibitonto, ricordando come «la presenza delle organizzazioni delinquenziali non si manifesta più unicamente attraverso il compimento di delitti di sangue. I crimini strutturali di queste organizzazioni sono quelli silenziosi della penetrazione nell´economia e nel mercato, come il ciclo dei rifiuti». Gli esempi pugliesi che Legambiente citerà oggi durante la tavola rotonda romana non sono pochi: «Il caso della Murgia- dice Sebastiano Venneri del direttivo nazionale- è clamoroso: è impensabile che per anni sia stato consentito a privati di scaricare tonnellate di rifiuti pericolosissimi accanto ai campi e alle case». Sintomatico anche il caso della Bleu e della Solvic, le due discariche di Canosa distanti pochi metri una dall´altra, entrambe sotto sequestro. Gli inquirenti sostengono che la Bleu dal 1997 abbia accumulato senza autorizzazione centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti, in gran parte pericolosi, provenienti da tutta Italia: Legambiente parla di 5 milioni e 300mila chili di rifiuti nel 2000 e altri 2 milioni e 250mila nel 2002. Oggi a Roma si parlerà anche, pur essendo fresca di appena una settimana (partiranno oggi davanti al gip Nardi gli interrogatori delle cinque persone arrestate), dell´operazione "Casper", dal nome del fantasmino del cartone animato. Come ectoplasmi, sembrerebbe che siano sparite dalla Solvic tonnellate e tonnellate di rifiuti pericolosi, in particolare oli esausti. Secondo gli inquirenti per anni quelle sostanze velenose sono state buttate nel Locone, il torrente che scorre lì accanto e dalle cui fonti l´Acquedotto pugliese prende l´acqua per i rubinetti. «La Puglia, però, non è soltanto rifiuti» avverte però Francesco Tarantini, vicepresidente regionale di Legambiente. Dal rapporto ambientalista, infatti, la regione risulta al terzo posto (4.958 costruzioni) nella classifica dell´Italia abusiva (il dato è da rivedere: è del 2003, non tiene conto del condono), mentre si attesta in quinta posizione nell´"illegalità nel ciclo del cemento": 530 infrazioni accertate (il 7,4 per cento del totale italiano) e 122 sequestri.
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