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CLIMAIL- Newsletter dell'Alleanza per il Clima Italia
- Subject: CLIMAIL- Newsletter dell'Alleanza per il Clima Italia
- From: segreteria climatealliance <segreteria at climatealliance.it>
- Date: Mon, 13 Dec 2004 17:35:40 +0100
AlleanzaperilClima@CLIMAIL .Italia dicembre 2004 In questo numero Bilanci comunali di CO2 "Today and not the day after tomorrow!" Il Gender Mainstreaming per la protezione del clima Prossimi eventi Climate Star 2004 La decima sessione della conferenza delle parti a Buenos Aires Mitigazione e adattamento. Assemblea annuale dell'Alleanza per il Clima Italia Bilanci comunali di CO2 L'obiettivo ambizioso dell'Alleanza per il Clima è di convincere tutti i suoi Membri di redigere nel 2006 un bilancio comunale di CO2 sulla base dei dati del 2005. Chiediamo ai Comuni membri in Italia di cominciare con l'Anno Nuovo a raccogliere i dati necessari per l'elaborazione di questo strumento prezioso. Proponiamo una metodologia semplice ed efficace. Basta la volontà e un minimo di impegno. I membri dell'Alleanza per il Clima assumono l'impegno di dimezzare le emissioni di CO2 sul territorio comunale. Questo impegno, riferito al 1989 come anno base, è stato rielaborato nella dichiarazione del 2000, prendendo atto che sarebbero stati pochi i membri che avrebbero raggiunto quest'obiettivo. La formula trovata è che ogni comune definisca il suo obiettivo a breve/medio termine, rimanendo valida, come obiettivo a medio/lungo termine, la riduzione del 50%. La verifica della propria politica, il confronto con altri enti locali e territoriali, presuppone un bilancio di CO2, ma sono anche e soprattutto strumenti di comunicazione a stimolare dibattiti sugli obiettivi, strategie e misure locali. Rendiamoci subito conto di che cosa non si può fare con un bilancio comunale di CO2: il bilancio non è utile per verificare il successo di misure specifiche o la riduzione di emissioni da un anno all'altro semplicemente perché stiamo parlando di variazioni che sono troppo piccole per essere misurate con questo strumento. Per singole misure i Comuni dovranno utilizzare forme di monitoraggio del progetto medesimo e stabilire "benchmarks", ad esempio capacità fotovoltaica istallata per abitante, kwh da cogenerazione per abitante, ecc. Il bilancio comunale di CO2 è un elemento nella definizione di una strategia comunale di salvaguardia del clima. Altri criteri e priorità risultano dalle condizioni specifiche di risorse naturali ed economiche, attività passate e disponibilità dei vari stakeholders. Per definire la strategia locale e territoriale di salvaguardia del clima l'Alleanza per il Clima offre un catalogo comprensivo di misure dal quale ogni ente può scegliere le proprie priorità. I bilanci di CO2 possono essere suddivisi in due grandi gruppi: top down o bottom-up. La procedura di quelli bottom up è di creare un inventario basato sui consumi energetici di un grande numero di consumatori di energia. Si tratta di un approccio piuttosto complesso che in pratica si rivela poco fattibile. Noi proponiamo per questo una strategia top-down. Le emissioni di CO2 vengono calcolate in primo luogo sulla base del consumo delle "importazioni" di fonti energetiche. Sono pochi i dati che servono per redigere il bilancio: le consegne di metano, gasolio per riscaldamento, energia elettrica, legno sul territorio comunale. Una ulteriore conversione di queste fonti energetiche non viene presa in considerazione a questo livello. L'inventario di emissioni di CO2 viene elaborato sulla base dei fattori di emissioni delle varie fonti energetiche. I fattori vengono forniti dall'Alleanza per il Clima; per il metano e il gasolio sono in uso fattori europei senza considerare la provenienza o specifici valori calorici, mentre per l'energia elettrica si applicano valori nazionali. I fattori di CO2 prendono in considerazione la produzione a monte e la catena di conversione utilizzando il metodo del software GEMIS. Sulla base di questi pochi dati si arriva senza procedure complesse a un inventario di emissioni di CO2 facilmente aggiornabile e volendo anche estendibile al passato. Rimane il settore doloroso del trasporto. Finora non esiste una metodologia semplice e generalmente applicabile. Per questa ragione proponiamo il seguente approccio basilare: emissioni di CO2 trasporto = emissioni di CO2 trasporto/popolazione totale * popolazione comunale. Otteniamo un valore per il proprio Comune basato sulla media nazionale. Per una differenziazione locale e per obiettivi di benchmarking tutti questi valori possono essere localmente differenziati per capire la performance di misure attuate o impianti costruiti e possono essere suddivisi per settori di consumo (case private, industria e artigianato, commercio). Per ragioni di comparabilità a livello europeo e di facile fattibilità il bilancio vero e proprio dovrebbe seguire il metodo descritto. La scommessa è che tutti i Comuni dell'Alleanza per il Clima in Italia si attiveranno per un bilancio di CO2 2005! Per ulteriori informazioni: Alleanza per il Clima Italia onlus "Today, and not the day after tomorrow!" Comuni, Province e Regioni attivi per la protezione del Clima L'assemblea annuale europea dell'Alleanza per il Clima, il 14 e 15 ottobre a Bruxelles, ha visto al centro la collaborazione tra enti locali e territoriali. Hanno invitato all'incontro insieme al coordinamento europeo la Regione Lombardia e i Länder Schleswig Hollstein in Germania e Niederösterreich in Austria. In apertura una tavola rotonda di queste Regioni, coordinata da Jerry Smith, segretario generale del Consiglio dei Comuni e delle Regioni d'Europa, ha discusso forme di collaborazione diretta tra gli enti territoriali europei per promuovere la protezione del clima come anche il loro ruolo per motivare e incentivare le attività dei comuni nel proprio territorio. In un dibattito vivace con i portavoce per l'ambiente delle frazioni nel parlamento europeo, i partecipanti hanno cercato di guadagnare una prospettiva sulla futura politica ambientale della prossima Commissione. L'aspetto rassicurante della discussione era il forte impegno di tutti i deputati presenti a favore di una incisiva politica di protezione del clima, anche se l'irlandese Avril Doyle, del gruppo EPP-ED, costatava che non tutta la sua frazione condivide questa prospettiva. Complessivamente i deputati consideravano prematuro voler indicare la politica ambientale della nuova Commissione, anche se si delinea già oggi un orientamento più verso una politica neo-liberale che non con la Commissione precedente. Per quanto riguarda gli obiettivi interni dell'Alleanza per il Clima era al centro del dibattito la proposta del coordinamento europeo di un impegno comune di tutti i membri per elaborare un bilancio delle emissioni di gas serra per l'anno 2005 come base per un monitoring delle proprie attività e per poter stabilire, in modo sensato, obiettivi a lungo termine. Dovrà trattarsi, spiega la responsabile energia Silva Herrmann, di uno strumento semplice e ben gestibile anche dai comuni medi e piccoli. Il bilancio dei gas serra non servirà tanto per la valutazione di singole misure, ma come punto di paragone per un singolo comune nel tempo e per più comuni in un determinato momento. L'Assemblea dei membri ha votato tre nuovi membri per la presidenza dell'associazione Klima Bündnis e.V. Dall'Italia ha ricevuto il consenso generale il vice sindaco del Comune di Isera (Provincia di Trento), Enrica Rigotti. L'assemblea ha accolto con grande soddisfazione l'invito del sindaco di Lussemburgo per la prossima assemblea annuale che si svolgerà durante la presidenza UE del suo paese il 24 e 25 maggio prossimi. Il luogo e l'occasione garantiranno una continuità per l'importante tema della collaborazione a livello territoriale ed europeo. I workshop della seconda giornata avevano tre temi centrali, i partners nel Sud, vale a dire la collaborazione dell'Alleanza per il Clima con i Popoli indigeni delle foreste amazzoniche, i partners nell'Est con nuovi membri che aderiscono all'Alleanza nell'Est Europa, e le condizioni quadro della Commissione per la politica urbana sostenibile in generale (strategia urbana tematica) e per la politica del clima in particolare. I partner indigeni dell'Alleanza per il Clima, rappresentati da Antonio Jacanamijoy, vicepresidente del Forum permanente delle Nazioni Unite sulle questioni indigene, insieme a Edwin Vasquez del Perù, presidente dell'Alleanza per il Clima, hanno fatto un bilancio del decennio indigeno delle Nazioni Unite che sta per concludersi. I loro erano rapporti di prima mano sulla situazione attuale nelle foreste Amazzoniche. In questi territori si chiude il cerchio perché una delle minacce più serie ai loro territori è l'estrazione del petrolio, mentre l'utilizzo di questa fonte fossile come carburante e per la produzione di energia in Europa è responsabile per un terzo delle emissioni di gas serra. Per questo il "fare a meno" delle fonti fossili o sostituirle con energie rinnovabili è una delle attività primarie dell'Alleanza per il Clima per contribuire alla salvaguardia del clima terrestre, ma anche indirettamente alla conservazione delle foreste pluviali. L'estensione dell'Alleanza per il Clima nei nuovi Paesi membri dell'Unione Europea è partita qualche anno fa. L'assemblea dei membri ha deciso di dimezzare la quota annuale di adesione per i nuovi membri dall'est e l'elezione del sindaco di Sala in Slovacchia, Tibor Baran, alla presidenza era un segnale di voler rafforzare gli impegni in questa parte dell'Europa per trovare percorsi di sviluppo in questa parte dell'Europa compatibile con il clima. Nell'ambito della strategia tematica urbana della Commissione un dibattito era la prospettiva di introdurre per le città dei vincoli di riduzione delle emissioni di gas serra. Oltre alla metodologia dell'Alleanza per il Clima sono stati discussi il progetto europeo "Peer Review for Cities" e il progetto danese "Dogma 2000". Sicuramente sarà un dibattito da riprendere in maggio a Lussemburgo di come rendere, anche in una prospettiva post-Kyoto l'impegno dei membri dell'Alleanza per il Clima più vincolante. Il Gender Mainstreaming per la protezione del clima Prosegue il progetto "Climate for Change. Gender Equality and Climate Policy" partito all'inizio dell'anno che vede protagoniste le città di Berlino, Dresda, Ferrara, Francoforte sul Meno, Genova, Lahti, Malmö, Monaco, Napoli e Venezia coordinate dalla Union of Baltic City e dai coordinamenti nazionali di Italia e Germania dell'Alleanza per il Clima sotto il direttivo europeo del progetto affidato al Klima-Bündnis / Climate Alliance. La questione che si pone di indagare è non solo lo scarso ruolo delle donne nella protezione del clima, ma soprattutto gli effetti di questa restrizione sul campo d'attività. Il secondo Workshop nazionale - svoltosi a Ferrara lo scorso 22 Novembre - ha avuto come punto centrale la discussione del Tool Kit "Climate for Change", che il progetto si prefigge di mettere a punto, per promuovere la presenza delle donne nelle posizioni decisionali rilevanti per la protezione del clima. Pensato per dare un sostegno a quanti lavorano nelle amministrazioni comunali e territoriali, vuole essere una guida pratica per attuare strategie e misure in quest'ambito che attualmente vede a livello nazionale e locale una situazione abbastanza sconfortante del Gender Mainstreaming. Hanno partecipato, oltre ai rappresentanti dei Comuni italiani partners del progetto (Ferrara, Genova, Napoli e Venezia), esperte nazionali di politiche del cambiamento climatico e delle pari opportunità invitate a portare la loro valutazione sugli "Strumenti" proposti nel Tool Kit e la loro applicabilità alla realtà italiana. Maria Berrini presidente di Ambiente Italia, Giovanna Badalassi, consulente della Provincia di Genova per il bilancio di genere ed Elisa Manna responsabile culturale del Censis hanno portato il loro punto di vista su una realtà con la quale fanno i conti ogni giorno come donne e come donne che lavorano in campi minoritari. Come è emerso dal survey nazionale e dai rapporti locali elaborati dai Comuni partners la protezione del clima (la politica del clima) è in mano agli uomini (ammesso che si possa parlare di protezione del clima!). I dati del Ministero per l'Ambiente e la Protezione del Territorio e quelli delle Infrastrutture e Trasporti, mostrano una situazione scoraggiante sulla presenza femminile nei livelli apicali così come quelli di altre Agenzie nazionali. Lo stesso panorama si offre osservando i dati regionali e delle agenzie locali per l'energia e il trasporto. Il perché di questa situazione è forse imputabile al fatto che - come è emerso dal dibattito - la protezione del clima viene affrontata con un approccio tecnologico, campo storicamente a maggior dominio degli uomini, e fin quando non ci sarà la consapevolezza che la tecnologia non è la strada maestra per la salvaguardia del clima il cambiamento culturale e sociale necessario ad aprire il campo alle donne sarà difficilmente attuabile. La consapevolezza che la protezione del clima parte dalla vita quotidiana, dall'agire pratico di tutti i giorni nelle nostre abitazioni e nel posto di lavoro, può essere il primo passo verso una riscoperta di quelle potenzialità femminili, quali la capacità di comunicazione, di integrazione, di costruzione di reti, che sono fondamentali per una pratica efficiente della protezione del clima a livello locale. Allo stesso tempo però viene fatta notare una minore disponibilità delle donne alla competizione, alla visibilità, all'affermazione di se stesse, all'uso di "mezzi" che sono ritenuti tipicamente maschili e che vengono percepiti come denigratori. Il campo ambientale negli Anni '70 e '80 ha attirato più uomini che donne (di pari passo vanno l'affermazione del femminismo e dell'ambientalismo) ma, nel momento in cui l'ambiente è diventato terreno di potere la rotta si è invertita e le posizioni decisionali sono diventate appannaggio degli uomini. A questo possiamo aggiungere gli argomenti emersi dalle interviste condotte all'interno del progetto per indagare le ragioni della situazione attuale: inconciliabilità tra la cura della famiglia e l'impegno richiesto da un lavoro dirigenziale, la preferenza degli uomini a lavorare con partners dello stesso sesso, condizioni di lavoro poco attraenti nei livelli apicali. E' per cominciare a cambiare questa situazione che tra gli strumenti proposti dal Tool Kit troviamo misure come la nomina di una quota di donne nelle commissioni, selezionate anche attraverso una banca dati di esperte - altro elemento previsto dal progetto e attualmente in corso di elaborazione - la formazione di genere, la formazione del giovane personale leader, training per posizioni dirigenziali e per la partecipazione a concorsi, orari di lavoro flessibili o lavoro per obiettivi. I prossimi passi del progetto sono la messa a punto del Tool Kit in tutte le sue parti che comprende oltre agli "Strumenti" una raccolta di buone pratiche e di links, una brochure e un manifesto ad uso degli enti locali e territoriali per la promozione di genere; la compilazione della banca dati nazionale di esperte nei campi rilevanti per la protezione del clima, e soprattutto la diffusione dei risultati del progetto tra le amministrazioni. E' già attivo il sito internet del progetto www.climateforchange.net Prossimi eventi Baden, Austria - 25 Febbraio 2005 Climate Star 2004 Assegnazione del Premio Europeo per le attività locali rivolte alla protezione del clima Quest'anno, tema centrale del Climate Star sono le energie rinnovabili: energia solare, eolica, biomasse, idroelettrica e geotermica che, come dimostrano molti contributi alla Conferenza internazionale sulle Energie Rinnovabili nel giugno 2004 a Bonn, rappresentano insieme al miglioramento dell'efficienza energetica una soluzione per ridurre l'inquinamento atmosferico e le emissioni di CO2. Per informazioni <europe at klimabuendnis.org>, <www.klimabuendnis.org> Firenze, Fortezza da Basso - 8/10 aprile 2005 Seconda edizione di TERRAFUTURA Mostra - convegno internazionale delle buone pratiche di sostenibilità Abitare, produrre, coltivare, agire, governare Pratiche di vita, di governo e d'impresa verso un futuro equo e sostenibile Per ulteriori informazioni <info at terrafutura.it>, <www.terrafutura.it> Chiari (Brescia), Villa Mazzotti - 11/18 maggio 2005 Exposcuolambiente XIII edizione della manifestazione, promossa dalla Regione Lombardia, che propone annualmente a tutte le scuole materne, elementari, medie inferiori e superiori ed alla formazione professionale di affrontare i grandi temi dell'ambiente trasformandoli in progetti didattici capaci di promuovere comportamenti ecologicamente corretti da presentare in concorso. Per informazioni <ipea at regione.lombardia.it>, <www.ambiente.regione.lombardia.it> Città di Lussemburgo, Luxemburg - 24/25 Maggio 2005 13^ Conferenza e Assemblea annuale europea del Klima-Bündnis / Alianza del Clima e.V. Il Sindaco di Lussemburgo, Sig. Paul Helminger, ha invitato l'Alleanza per il Clima a tenere l'Assemblea annuale 2005 nella sua città. In concomitanza del semestre di presidenza Europea del Lussemburgo, si prevede un evento straordinario che, in continuità all'Assemblea di Bruxelles del 2004, proseguirà con i temi della nuova Europa. Per informazioni <europe at klimabuendnis.org>, <www.klimabuendnis.org> Torino - 2/6 ottobre 2005 Terzo Congresso Mondiale dell'Educazione Ambientale (WEEC - World Environmental Education Congress). L'obiettivo primario del Congresso è quello di scambiare buone pratiche e riflessioni a livello mondiale, sviluppare le principali tematiche dell'agenda mondiale sull'educazione ambientale e discutere insieme tesi e proposte presentate nelle relazioni e nei poster provenienti da tutto il mondo, contribuendo al successo della DESD, la Decade dell'Educazione per lo Sviluppo Sostenibile promossa dalle Nazioni Unite (gennaio 2005-dicembre 2014). L'Alleanza per il Clima Italia onlus aderisce all'iniziativa. Tutte le informazioni sul Congresso sul sito www.3weec.org Climate Star 2004 - Il Premio Europeo per le attività locali di salvaguardia del clima Con il "Climate Star 2004" saranno premiate pratiche eccellenti degli enti locali e territorali per la salvaguardia del clima e per le energie rinnovabili. Possono essere presentate le documentazioni delle proprie attività entro il 31 dicembre 2004. Due anni fa sono stati premiati per la prima volta 20 comuni con il Climate Star. Il Climate Star premia delle attività straordinarie e documenta esperienze e successi a livello comunale e territoriale. L'Alleanza per il Clima con questo premio vuole dimostrare la grande varietà di strategie e misure possibili per la salvaguardia del clima e incoraggiare altri enti ad attivarsi in tal senso. Il focus del Climate Star 2004 sono le energie rinnovabili, il sole, il vento, le biomasse e la geotermia. Due anni fa l'Alleanza per il Clima ha premiato per la prima volta 20 Comuni europei. Barcellona ha avuto il Premio per le forme innovative di promozione del solare, Modena per i suoi successi di risparmio energetico nel proprio patrimonio edilizio, Graz per il riutilizzo di oli alimentari esausti come biodiesel e Heidelberg per l'impiego di energia elettrica ecologica certificata. Più di 180 Comuni ed enti territoriali di 16 paesi finora si sono pre-registrati per il premio "Climate Star 2004". Mancano poche settimane alla data di consegna della documentazione sulle proprie attività. I moduli possono comunque essere ancora richiesti al coordinamento italiano dell'Alleanza per il Clima, o ci si può registrare direttamente online (ww.klimabuendnis.org). I vincitori saranno premiati il 25 di febbraio a Baden, vicino Vienna, in una ceremonia organizzata dall'Alleanza per il Clima insieme al Land dell'Alta Austria. La decima sessione delle conferenza delle parti a Buenos Aires Era nel 1994 a Berlino che il cancelliere tedesco Helmut Kohl scongiurava i partecipanti di mettere in seconda fila gli egoismi particolari e di agire per il bene dell'umanità in modo che: "Quando i vostri nipoti vi chiederanno "che cosa avete fatto a Berlino?", li potrete guardare negli occhi con la coscienza a posto". E' passato un decennio da questa prima Conferenza delle Parti e si svolge in questi giorni la 10^ conferenza a Buenos Aires. Gli intensi appelli hanno dato luogo a un processo complesso e largamente incomprensibile ai non addetti, portato avanti da un esercito di esperti che si battono per gli interessi delle varie nazioni. Sono più di 180 i paesi che oggi partecipano alle conferenze delle parti sotto gli occhi di alcune migliaia di rappresentanti delle organizzazioni ambientali, della stampa, delle varie lobbies dell'industria, in particolare quella dell'energia, ed altre organizzazioni non governative. Al centro del dibatto di Buenos Aires ci sono due tematiche, che negli ultimi anni si sono rivelate sempre di più come due lati della stessa medaglia. Tema decisivo delle trattive sul clima è la mitigazione dell'effetto serra, vale a dire, le misure per ridurre le emissioni di gas serra causate dall'uomo. E' questa la ragione di essere dell'Alleanza per il Clima che dal 1990 riunisce enti l'impegno di dimezzare del 50% le emissioni di CO2 nel proprio territorio. Nella misura in cui diventa sempre più evidente che certe conseguenze dei cambiamenti climatici non sono più evitabili, guadagnano di importanza le misure di adattamento. Anche lì è una nostra priorità sviluppare metodi e strumenti che trovino sinergie tra questi due campi nella chiave di uno sviluppo sostenibile. Con la ratifica del Protocollo di Kyoto da parte della Russia comincia una nuova tappa della politica del clima. Hanno ratificato il protocollo 128 stati, tra di loro tutti gli stati membri dell'Unione Europea, Giappone, Canada, Nuova Zelanda, Norvegia e la maggior parte degli stati dell'Europa Centrale e dell'Est nella categoria dei paesi industrializzati, come anche Brasile, Sud Africa, India e Cina tra i paesi emergenti. Cambiano a livello mondiale le condizioni economiche quadro visto che le tonnellate di CO2 emesse avranno un prezzo. E cambia il clima psicologico, visto che è finito "Aspettare Kyoto" che ha paralizzato l'entusiamo degli uni e alimentato la speranza degli altri di poter continuare con il business as usual. Dal prossimo anno cominceranno le trattative per il "secondo periodo di impegni" (dopo il 2012). Al più tardi a quel punto (e forse solo nel primo mandato del successore di Bush) saranno da reintegrare gli Stati Uniti d'America nel regime internazionale del clima e cominceranno le trattative per coinvolgere i paesi emergenti nel processo attuativo con loro del clima. Mentre è vero che in una prospettiva di giustizia globale le emissioni di gas serra a persona in India e Cina tutt'oggi sono una frazione di quelle di una persona in Europa o Nord America è anche vero che in cifre assolute la Cina già oggi si trova al secondo posto dopo gli Stati Uniti con le sue emissioni di gas serra complessive con una forte tendenza di crescita (circa l'80% dal 1990 ad oggi). I primi dieci anni di esistenza della Convenzione Quadro per il Clima hanno fatto capire le dimensioni e la complessità del compito di stabilizzare il clima. I negoziati internazionali hanno finora contribuito poco alla soluzione di questo grande problema, i processi reali si svolgono più a livello nazionale, territoriale e locale. Sarebbe poco realistico e pericoloso anche dopo la ratifica del protocollo di Kyoto affidarsi a un processo dall'alto verso il basso, dal livello globale a quello locale. L'entrata in vigore del Protocollo servirà più che altro per sviluppare e realizzare gli strumenti ed i regolamenti per una gestione globale del clima che non per l'attuazione di attività serie di mitigazione nei paesi sviluppati. Dovranno essere osservati con attenzione i negoziati internazionali indispensabili per la politica del clima a medio e lungo termine. Ma finora e probabilmente anche nei prossimi anni le trattative internazionali non saranno un grande aiuto per quello che comunque deve essere fatto sul luogo: ridurre le emissioni dei gas clima-alteranti. Mitigazione e adattamento Assemblea annuale dell'Alleanza per il Clima Italia Il Convegno e Assemblea annuale dell'Alleanza per il Clima Italia "Verso lo sviluppo sostenibile delle coste italiane. Mitigazione dell'effetto serra e adattamento ai cambiamenti climatici" - organizzato in collaborazione e ospitato dalla Provincia di Pescara e dal suo Assessore all'Ambiente Enrico Di Paolo - ha presentato lo stato dell'arte delle ricerche sugli effetti dei cambiamenti climatici sulle fasce costiere dell'Italia nel panorama delle misure di mitigazione e adattamento da attuare a livello locale e territoriale. Introducendo i lavori, il coordinatore dell'Alleanza per il Clima Italia, Karl-Ludwig Schibel, ha sottolineato come finora la gestione e protezione delle zone costiere e il discorso sui cambiamenti climatici viaggiano sostanzialmente in parallelo, con pochi punti di contatto. Il carattere storicamente nuovo del problema al quale ci troviamo di fronte è che il potenziale della minaccia che nasce dai cambiamenti climatici è immenso, gli impatti concreti sono imprevedibili, mentre gli interventi attuati per la protezione delle coste sono mirati alla risoluzione dei problemi attuali e a quelli dei prossimi anni. Vincenzo Ferrara, direttore del Progetto Speciale Clima Globale dell'ENEA, ha presentato gli scenari e gli impatti dei cambiamenti climatici sull'area del Mediterraneo confermando la sensazione diffusa che siamo testimoni di un processo già in atto: i cambiamenti climatici già oggi sono una realtà. La scienza ha sviluppato modelli di previsione per la vulnerabilità dall'effetto serra di territori vasti, ma quelli a livello locale sono e saranno imprevedibili. I piani per la gestione integrata dell'area costiera, dei quali ha parlato Pierluigi Caputi, dirigente della Regione Abruzzo, presentando il progetto R.I.C.A.MA. Rationale for Integrated Coastal Area Management, dovranno attuare degli strumenti che permettano uno sviluppo equilibrato delle zone costiere attraverso misure che comunque promuoveranno un futuro sostenibile di queste zone. Fondamentali le strategie di comunicazione: il piano deve essere finalizzato alla diffusione delle informazioni e divulgazioni dei risultati e, allo stesso tempo, è uno strumento per ascoltare tutti i portatori d'interesse e coinvolgerli nella gestione integrata delle zone costiere. La città di Venezia, da sempre si trova a dover affrontare gravi problemi e negli scenari degli effetti dei cambiamenti climatici prospettati per l'Italia, è ai primi posti tra le città a rischio sommersione. Nel suo intervento Paolo Cacciari, Assessore all'Ambiente della città, ha sottolineato che l'impegno per l'adattamento ai cambiamento climatici che per un'amministrazione come quella di Venezia deve avere un'alta priorità, va passo per passo con una politica di prevenzione, che l'ente sta mettendo in atto in prima linea attraverso il suo Piano Energetico. La conferenza di Pescara è stato un primo appuntamento di apertura per un argomento di grande attualità. Il rapporto potenzialmente sinergico tra mitigazione e adattamento rimarrà un campo di lavoro di alta priorità per tutti gli enti pubblici impegnati nella salvaguardia del clima. ------------------------------------------------------------------------------------------------------ AVVERTENZA Legge 675/96. 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