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ecoreati 10 arresti in romagna per fanghi in acque e terreni agricoli
- Subject: ecoreati 10 arresti in romagna per fanghi in acque e terreni agricoli
- From: "Andrea Agostini" <lonanoda at tin.it>
- Date: Thu, 9 Sep 2004 18:52:56 +0200
da lanuovaecologia.it giovedi 9 settembre 2004 ECOREATI |Blitz dei Carabinieri in Emilia Romagna: 20 arresti Fanghi in acque e terreni agricoli Operavano nelle province di Forlì-Cesena, Rimini e Ravenna per gestire illecitamente lo smaltimento dei rifiuti. Coinvolti imprenditori e funzionari pubblici I carabinieri del Reparto operativo di Forlì assieme ai colleghi del Nucleo operativo ecologico di Bologna e del Gruppo tutela ambiente di Treviso hanno eseguito venti ordinanze di custodia cautelare - 10 in carcere e altrettante ai domiciliari - nell'ambito di un'inchiesta sullo smaltimento illegale di rifiuti, molti dei quali illeciti, con altissimo pericolo per la salute e inquinamento delle acque e dei terreni agricoli. Nell'operazione sono stati impegnati circa 200 militari dell'Arma supportati da un velivolo del 13/o Nucleo elicotteri di Forlì che stanno eseguendo anche una quarantina di perquisizioni nelle province di Forlì-Cesena, Rimini e Ravenna. Nel blitz sono coinvolti imprenditori e funzionari pubblici della Provincia e dell'Usl di Forlì accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla truffa e alla turbativa d'asta. Nell'indagine, coordinata dalla Procura di Forlì, iniziata nel marzo 2003, è emerso il coinvolgimento del dirigente del Servizio risorse idriche, atmosferiche e smaltimento rifiuti della Provincia di Forlì-Cesena e di titolari di varie aziende operanti nel settore ambientale. Sarebbe stato inoltre accertato che i componenti di una ditta locale incaricata del recupero e dello smaltimento dei rifiuti, in concorso con i funzionari dell'Usl di Forlì avrebbero truffato per anni l'azienda sanitaria mediante fatturazione di operazioni inesistenti, e attraverso la falsificazione di documenti, avendo inoltre turbato la gara d'asta indetta nel 2000 per l'aggiudicazione dell'appalto per lo smaltimento dei rifiuti. Avrebbero inoltre ottenuto, con l'avallo di un dipendente Trenitalia Spa di Rimini, notizie che sarebbero dovute rimanere segrete e utili all'aggiudicazione della gara d'appalto del 2004; e infine avrebbero monopolizzato a Forlì, assieme a un'altra ditta operante sempre nello stesso settore, il mercato dello smaltimento rifiuti, aggiudicandosi in esclusiva appalti indetti da aziende private e pubbliche amministrazioni. L'attività investigativa dei carabinieri ha portato a scoprire che alcuni dirigenti della Provincia del settore ambiente si sarebbero resi responsabili di numerosi reati quali omissione di atti d'ufficio, abuso d'ufficio, rivelazioni e utilizzazioni di segreti, favoreggiamento e falso fino a spingersi, da parte di un dirigente, a quello più grave di corruzione. In quest'ultimo caso la funzione del corruttore sarebbe stata svolta da imprenditori che si rivolgevano agli uffici della Provincia di Forlì-Cesena per ottenere autorizzazioni e informazioni. I militari dell'Arma attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali e con l'ascolto di oltre 54.000 conversazioni, centinaia di servizi di osservazione e controllo avrebbero inoltre scoperto che funzionari dell'Arpa di Forlì, preposti a eseguire analisi e controlli per rispetto della legge ambientale, avrebbero omesso di impedire, pur conoscendone la provenienza, smaltimenti di fanghi pericolosi nei terreni agricoli. Inoltre dipendenti di "Hera Forlì-Cesena" incaricati della gestione del locale depuratore e i dirigenti di alcune ditte pur consapevoli di trattare fanghi di depurazione contenenti sostanze pericolose, avrebbero smaltito i rifiuti nei terreni agricoli per circa 4.000 tonnellate, causando il pericolo concreto e attuale di inquinamento dei terreni, di contaminazione delle acque e delle coltivazioni di vegetali destinati alla catena alimentare. ECOREATI| Dopo la maxi-operazione in Emilia Romagna «I delitti contro l'ambiente nel Codice» I tentacoli dei trafficanti di rifiuti abbracciano ormai l'intero paese, non solo il Mezzogiorno. Il commento di Nunzio Cirino Groccia, responsabile Ambiente e Legalità di Legambiente «Questa operazione conferma, purtroppo, che i tentacoli dei trafficanti di rifiuti abbracciano nella loro morsa l'intero paese, e non solo il Mezzogiorno - dichiara Nunzio Cirino Groccia, responsabile per Legambiente del settore Ambiente e Legalità - Quello scoperto dai Carabinieri è uno scenario preoccupante, per i soggetti che coinvolge e per i rischi ambientali connessi. Da quando è in vigore il 53 bis (aprile 2001, il primo arresto in Umbria a febbraio 2002, ndr) sono state arrestate 186 persone, 594 quelle denunciate. In tutto sono 16 le regioni coinvolte, 28 le inchieste condotte dalla magistratura, 18 le procure coinvolte. Ora - conclude Cirino Groccia - il passaggio necessario per combattare l' ecocriminalità è introdurre nel nostro Codice penale i delitti contro l' ambiente». ECOREATI|L'operazione "Sorgente pulita" della Guardia di finanza Brescia, cianuro nelle falde acquifere Tramite una conduttura mobile un'azienda di bottoni scaricava i propri scarti di lavorazione. L'imprenditore è stato denunciato in stato di libertà, risponderà di disastro ambientale I velenosissimi scarti aziendali, invece di venire trattati dall'impianto a circuito chiuso che era installato nella ditta di bottoni e fibbie, venivano scaricati tutti nei campi: per questo un imprenditore di Trenzano (Brescia), scoperto dalla Guardia di finanza di Brescia, dovrà ora rispondere, tra l'altro, di disastro ambientale. L'operazione delle Fiamme Gialle, denominata "Sorgente pulita", è stata spiegata oggi dal procuratore capo di Brescia, Giancarlo Tarquini, dal comandante provinciale della Gdf, colonnello Mario Orpello, e dal pm titolare dell'inchiesta, Paolo Guidi. Nei campi, e quindi nelle falde acquifere, finivano rame, zinco, nichel e anche cianuro, cioè tutto ciò che veniva scartato dalla lavorazione dei metalli. Le indagini sono state particolarmente complesse poiché le operazioni illegali di smaltimento, che pare si siano protratte per circa 10 anni, venivano completate nelle ore notturne. La Guardia di Finanza, dopo una serie di appostamenti, si è accorta che la vasca, predisposta per la raccolta dei rifiuti, durante la notte si svuotava senza un motivo apparente. È stata così scoperta una conduttura mobile che, bene occultata nel terreno, consentiva di scaricare i rifiuti liquidi velenosi. L'imprenditore è stato denunciato in stato di libertà. La bonifica dei terreni, sempre secondo quanto è stato spiegato oggi, si rivelerà particolarmente onerosa e richiederà parecchio tempo.
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