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il 29 ad Acerra
- Subject: il 29 ad Acerra
- From: "Disobbedienti " <disobbedientimolise at libero.it>
- Date: Sun, 29 Aug 2004 14:53:32 +0200
Il 29 Agosto in piazza ad Acerra contro il grande imbroglio Si ricomincia ad Acerra il 29 agosto. Tale e tanta è la volontà di aprire in quel territorio, già così massacrato, un megainceneritore che è in realtà un mega-business. Sarà la prima manifestazione che torna a mettere in rinnovata connessione il movimento per rilanciare una risposta ferma alle forzature antidemocratiche e riaffermare le ragioni di una diversa prospettiva economica e sociale. Così come a Scanzano, Terlizzi, Civitavecchia, Temoli e altrove i comitati saranno di nuovo in piazza per dare solidarietà ed esprimere senso di appartenenza e di comunanza. Siamo stati capaci, dalle lontane lotte vincenti del referendum, di svelare l'imbroglio del nucleare e di far fronte anche a chi nel nostro paese torna a riproporlo. Dovremo - e lo saremo - essere capaci, con la determinazione che ci è propria, a fare lo stesso per i rifiuti. Si parla di emergenza rifiuti come se fosse un imperativo cui non potersi sottrarre, anzi è proprio in nome dell'emergenza che si giustificano gli impianti di incenerimento e li si impone anche con la forza. Ma anche questo è un imbroglio. In realtà la legge esistente - il decreto Ronchi - sia pure nella sua modestia e contraddizione prevede tutt'altro così come le normative europee: la riduzione dei rifiuti, la raccolta differenziata e il riciclaggio. Prescrizioni ampiamente disattese in alcune regioni e invece virtuosamente assunte da altri territori, ad indicare la concreta fattibilità degli obiettivi fissati. Ad Acerra se si dovesse fare - e noi ci adopereremo perché ciò non accada - il contestatissimo termovalorizzatore, assieme ai rifiuti andranno in fumo frutteti (già peraltro sbancati dalle prime ruspe per far posto al cantiere) coltivazioni e aree preziose di pastorizia. L'insieme delle attività agricole, già ampiamente compromesso dal vecchio e dalla popolazione mai accettato stabilimento chimico della Montefibre, che ha appesantito un territorio disseminato di diossina e agenti inquinanti, sarà ulteriormente colpito. E la bonifica promessa rimarrà un miraggio trovandosi l'intero territorio di nuovo sotto fattori nocivi. Ma l'inceneritore di Acerra, così come l'aumento delle centrali elettriche e la ribadita scelta da parte dell'Enel di puntare sul carbone sono tutti elementi di una politica ambientale ed economica fondata sulla dissipazione delle risorse, sull'accaparramento di beni comuni per il profitto solo di alcuni. Sono questi i punti esemplari di una politica dissennata che non si intende di smettere e che anzi il governo delle destre agisce attivamente. Intendiamoci, le destre al governo sono selvaggiamente impegnate nel praticare un'economia di rapina che passa anche attraverso le privatizzazioni, i condoni, le deregolamentazioni (vedi legge obiettivo, disegno legge urbanistico, vendita patrimonio culturale...) ma c'è un'idea di fondo che ancora non viene messa in discussione neppure dai settori del centrosinistra che anzi ha guidato negli anni anche le loro scelte: quella di considerare l'ambiente, l'intera biosfera variabile sottomessa alla tecnosfera e il mercato come l'unico e principale elemento di governo del territorio e dell'intera economia. E' invece la filosofia della crescita illimitata compatibile con la democrazia e la convivenza civile che occorre ribaltare. La pratica di movimento che ha opposto resistenza ad Acerra è capace di indicare una strada del tutto diversa da quella sin qui perseguita e che dovrà essere la barra anche nella definizione di aspetti programmatici utili anche per delineare un'alternativa di governo. I rifiuti si formano dall'uso distorto delle merci e dunque della produzione e del consumo. Se l'economia non fosse prevalentemente sfruttamento dei beni naturali indifferente alla quantità e tipologia di scorie prodotte avremo una minore rottura dei cicli naturali stessi. Come per tanti altri temi delle lotte di movimento viene avanti un'altra idea concreta di modernità, un altro punto di vista un altro paradigma. Non di rifiuti bisogna parlare ma di merci e di una critica radicale alle loro forme di produzione e di consumo a partire dal bisogno di riprogettarne il ciclo in relazione appunto ai cicli naturali. Sempre più valore d'uso e sempre meno merci; produzioni che riducano l'uso di materia e di energia prolungando la propria esistenza, progettate per essere sistematicamente riutilizzate. Ci sono elementi per un salto di qualità da tutti i punti di vista culturale, sociale tecnologico, produttivo. Stiamo organizzando un pullman che partirà per Acerra. Chi fosse interessato può inviare una mail a disobbedientimolise at libero.it; ilpontemolise at tin.it __________________________ L'autoritarismo ha bisogno di obbedienza, la democrazia di DISOBBEDIENZA
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