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all'Augusta Comunità Ecologica
- Subject: all'Augusta Comunità Ecologica
- From: "Laboratorio Eudemonia" <eulab at hyperlinker.com>
- Date: Wed, 02 Jun 2004 22:48:43 +0200
I migliori saluti a tutti. Quale titolare del Laboratorio Eudemonia speravo che alla nostra sgarbatissima email di qualche giorno fa seguissero almeno un paio di reazioni indignate. Così non è stato e me ne dispiaccio tanto, sinceramente, perchè ciò che abbiamo cercato di fare è stato quello di generare una situazione di maggiore attenzione, in pratica come dire: creare un piccolo conflitto per cercare di risolvere una situazione di maggiore gravità. Vediamo dunque di che si tratta, anche se così, senza un vostro coinvolgimento emotivo pubblico, scriverò certamente al vento (in ogni caso, mi scuso con la persona cui abbiamo indirizzato quell'email per averla coinvolta a sua insaputa in questo esperimento). All'inizio del '96 siamo approdati in Internet e quasi allo stesso tempo ci siamo iscritti a questa, ed in seguito a tante, decine di altre liste che raccolgono i contributi degli ambientalisti/ecologisti italiani. Da allora sono trascorsi circa otto anni ed abbiamo visto scorrere davanti ai nostri occhi migliaia di comunicati. Mi sento dunque di poter dire di essermi fatto almeno un'idea di quello che è l'ambientalismo/ecologismo italiano. Mi sento egualmente di dire che ritengo tale Movimento piuttosto inadeguato alle reali esigenze del nostro tempo. Mi sento anzi di dire che troppe volte sembra che tale Movimento si trovi a far da spalla, quasi fosse un fedele accolito, ad un vecchio sistema sociale economico e politico corrotto, il quale purtroppo riesce tuttora ad andare avanti anche grazie al contributo ideologico e fattivo di detto Movimento. La sintesi di quel che sto dicendo si trova nelle due parole: "sviluppo sostenibile". Il sistema insiste con lo svilupo ad oltranza ed il Movimento gli offre la bufala della sostenibilità. Il sistema corrotto può ancor oggi continuare a reclamare a gran voce un suo ulteriore cieco sviluppo solo grazie all'aura di presunta, in realtà abbontantemente falsa, sostenibilità, con la quale l'Augusta Comunità Ecologica l'ammanta. (E' addirittura comico il fatto che adesso il corrotto sistema basato solo sulla sua crescita materiale stia iniziando a cercare suoi sostenitori -- notate l'affinità: sostenibilità-sostenitori -- anche tra coloro cui sta a cuore l'etica, come se potesse essere etico un sistema con strutture, modi e finalità ampiamente definibili immorali, basato esclusivamente sulle leggi del mercato e della competizione, dove ogni azienda vuole sbranare le altre e divenire più grande, dove l'obiettivo non è tanto soddisfare le reali, giuste, legittime esigenze di una persona o della società bensì vincere la competizione ad ogni costo, anche a costo di corrompere tutto e tutti, e che dimentica, anzi seppellisce completamente quant'altro, ed è davvero tanto, tantissimo, occorre ad una vita per essere equilibrata e quindi conducibile a buon fine). Per dirne una, negli ultimi tempi, sono nati, come fanghi dopo la pioggia, tantissimi istituti, società, cooperative che monitorano la qualità dell'aria, dell'acqua, delle risorse in genere e che con le loro certificazioni, attestanti valori corrispondenti a normative nazionali od internazionali, permettono al sistema economico tradizionale di andare ancora avanti. Ebbene, anche nel migliore dei casi, quando non si tratta di semplice fumo sugli occhi, bensì anche quando se ne ottiene un qualche effetto palliativo, ci si limita in verità ad una superficiale cura dei sintomi e non certo dei mali profondi del sistema. Grazie a persone come queste, il sistema può continuare infatti a muoversi lungo direttive pressochè immutate, di sfruttamento, saccheggio e corruzione, facendo crescere ancor più il male del mondo, e rendendo sempre più difficile la sua guarigione. E cosa dire di tutti quegli ambientalisti che sono assolutamente convinti che risparmiare energie e risorse, trovare fonti alternative, pulire l'ambiente sia, in questo periodo storico, una cosa assolutamente buona (quindi praticamente tutti gli ambientalisti nazionali, tranne forse qualche rarissima eccezione che eventualmente confermerebbe tristemente la regola). Voi stessi, se mi state leggendo, vi starete chiedendo: come può questo qui affermare o solo pensare che non sia cosa buona? E' proprio ciò che metto in dubbio, invece, e la spiegazione è semplice ed evidente: il sistema corrotto, se non fosse giunto l'ambientalismo a fargli da supporto, si sarebbe probabilmente già dovuto fermare, avrebbe già dovuto fare conti più pesanti con le proprie nefandezze e forse, proprio per la maggiore evidenza di tali nefandezze, oggi invece allegerite, migliorate, ripulite, quindi rese più vaghe, dal movimento ecologista ed in futuro anche dal movimento etico, avrebbe più profondamente potuto rivedere se stesso e le sue finalità. Invece ... curando solo i sintomi, il male potrebbe infine divenire mortale. Pulire e risparmiare è certo generalmente cosa buona, bella, giusta e piacevole. E chi dice il contrario? Ma non è detto che sia la cosa più opportuna da fare in questo momento, o quantomeno è tendenza che presenta due opposte facce e risultati, in quanto tutto ciò potrebbe ritardare il tempo in cui il sistema sarà per forza di cose costretto a fare inversione di marcia. Tutto ciò che oggi ci allea al sistema può in realtà esser ritenuto quantomeno sospetto, perchè la sua corruzione è troppo profonda ed il sistema va cambiato alle radici, certo sempre in maniera legalmente e moralmente ineccepibile, ma non limitandosi a spuntare semplicemente i rami. Il fatto stesso che il sistema ci accolga di buon occhio, o che addirittura ci inviti a collaborare, quando questo accade, deve farci sospettare la verità. Mi permettereste una domanda? Una buona ecologia dovrebbe avere a cuore la perfetta integrazione degli esseri umani con l'ambiente naturale. Logico che tale ecologia dovrebbe avere sempre ben chiaro in mente il rapporto tra il numero di tali esseri umani e la superficie del territorio su cui essi vivono, intendo dire che ogni buon ecologista dovrebbe avere come dato fondamentale, stampato sulla fronte, la densità demografica del proprio territorio. Come mai allora, in tutti i comunicati ecologisti, i vostri comunicati, che lamentano ogni genere di inquinamento, il proliferare delle antenne, delle scorie nucleari, dello smog, dei rifiuti, etc. etc. etc. non si prende in minima considerazione la densità demografica della propria nazione e della propria regione? Come mai, con tutto quello che sta succedendo in Campania, nessuno ha notato e tanto meno ha messo in risalto che questa stupenda regione ha il primato nazionale per quanto riguarda una elevata densità demografica? E come mai non si vedono dappertutto riportati a grandi lettere sui muri mediatici i seguenti dati: country pop. dens. area population (/km²) (km²) (2002-07-01 est.) Israel 290 20,770 6,029,529 Palestinian territories 545 6,220 3,389,578 confrontabili con quelli, già pesanti, nazionali: Italy 192 301,230 57,715,625 Non potrebbe la densità demografica essere anch'essa una buona chiave di lettura, quanto meno da considerare, su quanto purtroppo sta accadendo da quelle parti? Taboo. Il problema demografico è ancora oggi taboo. Come lo era il parlar di sesso fino a qualche tempo fa. Gli scienziati che parlavano di sovrapopolazione una trentina di anni fa sono ormai morti tutti, e non c'è stato un ricambio, quelli di oggi preferendo diplomaticamente limitarsi a pesare soltanto i consumi piuttosto che anche le persone, se non a farsi del tutto i fatti propri od a difendere qualche cuculo o grifone selvatico. Eppure mica stiamo invocando delle leggi, degli obblighi, dei divieti, tutt'altro: solo consapevolezza, quello che occorre è solo rendere consapevoli le persone, dopodichè queste non potranno che decidere da sole per il meglio. Questa è la risposta tipo che riceviamo dalle persone più genuine, più oneste, quando presentiamo loro il problema demografico: "... devo confessarti che purtroppo non abbiamo mai riflettuto sul problema. Cercheremo di iniziare ..." mentre quando ci rivolgiamo ai professionisti dell'ambiente, per intenderci all'Augusta Comunità Ecologica, si sentono solo i fischiettii di chi proditoriamente fa finta di nulla. E più grande è l'associazione od il gruppo ecologista e più grande è l'indifferenza al problema, essendo naturalmente anche più grande la commistione con un sistema che concepisce se stesso solo in funzione di una ipertrofica economia, e quindi dell'estensione dei suoi mercati. In verità, vedo tra voi tante persone in gamba ed in voi tante capacità e buoni sentimenti, e riconosco anche che lo sviluppo sostenibile sia un primo passo probabilmente anticipatore di una conversione di maggior peso. Tuttavia penso che questa conversione stia procedendo troppo lentamente, penso che stiamo chiedendo troppo poco a noi stessi, ed ambiamo a risultati esigui rispetto alle reali esigenze. E penso soprattutto che ci lasciamo troppo prendere dal particolare, dal superficiale, e ci sfugga quasi del tutto ciò che è fondamentale. In risposta alla mia lettera ai futuri EuroParlamentari, in favore di una evoluzione economica più profonda che sostituisca lo sviluppo sostenibile, lettera postata anche in questa lista pochi giorni fa, ho ricevuto numerosi messaggi, tra cui quello che segue: "... questa lettera mi ha molto colpito. tutto, dai criteri di maastricht alle politiche interne ed estere dei paesi segue logiche ferree della produttività e dello sviluppo economico. alla lunga, solo una follia che passa per progresso. ogni natura viene manipolata per cui se non ottimizzi - tempo energie risorse, perfino affetti- sei out. esseri umani "trasformati in rapaci individui, in aspra competizione l'un contro l'altro, lanciati in una caccia senza tregua fino all'ultimo cliente, ed inevitabilmente condotti, per l'alto livello di aggressività della competizione stessa, a dimenticare ogni legge, etica e morale. Un intero pianeta è sottoposto a continua, incessante opera di saccheggio". parole che fanno riflettere." Qui sta il punto: pur ringraziando l'autrice di questo commento per l'espressione della sua sintonia con il mio sentimento, noto che, già in gran ritardo per l'azione, non abbiamo ancora cominciato a riflettere seriamente. Cent'anni fa eravamo un miliardo e mezzo di persone, oggi ne siamo più di sei miliardi, proiettati tutti in una folle corsa verso uno sviluppo cieco ed irresponsabile: niente di più facile che tra cent'anni, dopo aver attraversato gli orrori di chissà quante e quali tragedie planetarie, torneremo ad essere quanti ne eravamo cent'anni fa. Ma basta così. Sarebbero tante le cose da dire, ma per oggi mi limito a quest'ultima. Perchè non facciamo davvero nostro il vecchio slogan: agisci localmente pensa globalmente? Che sarebbe come dire: risolvi sì l'emergenza che hai sotto casa ma identifica ed occupati soprattutto delle cose fondamentali, che accomunano tutti. Perchè a fianco del vostro specifico interesse per gli animali, per il cibo vegetariano, per la passione per la bicicletta, per la lotta alle antenne, allo smog, ai rifiuti, ed a quant'altro vi pare non abbinate anche lo studio di un tema assolutamente fondamentale come la questione demografica? Ed infine, dissociamoci apertamente da coloro che perseguono ancora uno sviluppo esasperato, spacciandolo per sostenibile, non facciamoci corrompere da loro, lasciamoli soli, isoliamoli così che si possa meglio riconoscerli e possano maggiormente vergognarsi per le loro scelte ed incapacità di immaginare e volere un futuro migliore. Occorre mutar di forma e di sostanza, altro che continuare a crescere. E per questo compito immane che ci attende c'è bisogno di tanta gente in gamba ed onesta. Ecologisti: almeno voi interrogatevi, dunque, su quello che state realmente facendo e se non sia meglio per tutti rivedere e mettere meglio a fuoco le vostre scelte. E se, per un qualche caso di sorte benevola, vi ritrovaste in quanto ho cercato di esprimervi, certo con scarsa capacità, non vi limitate ad annuire, bensì iniziate a riflettere, ad inventare, a scrivere, ad intervenire personalmente su questi ed altri temi, verso queste ed altre direzioni ancora, perchè le cose potranno iniziare a cambiare realmente quando non poche bensì molte, tantissime voci si leveranno forti ad affermare i principi non di uno sviluppo sostenibile, ma di un futuro realmente desiderabile, di una evoluzione auspicabile. Tanti carissimi saluti a tutti, Danilo D'Antonio Laboratorio Eudemonia List of countries by population density http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_countries_by_population_density http://www.studentsoftheworld.info/infopays/rank/densite2.html OVERPOPULATION AND DEEP ECOLOGY by Bill Devall http://www.fs.fed.us/eco/eco-watch/ew930514 all'Augusta Comunità Ecologica - Versione 1.0.0 - 02/06/35
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