Acqua - Il gusto dello spreco: ogni anno 5 miliardi di bottiglie vanno in discarica



Acqua - Il gusto dello spreco: ogni anno 5 miliardi di bottiglie vanno in discarica  -  19/04/2004 
ACQUA|Ogni anno 5 miliardi di bottiglie vanno in discarica 

Il gusto dello spreco 


Acqua Neanche 2 italiani su 10 distinguono l'acqua di rubinetto da quella minerale. È il risultato di un test realizzato da Legambiente in 6 città italiane. Un'occasione per riflettere 


La prova del gusto è chiara e trasparente. Pescando l'acqua da caraffe anonime e affidandosi al palato è quasi impossibile distinguere l'acqua di rubinetto da quella minerale. Nemmeno 2 italiani su 10, infatti, sono riusciti a individuare qual era l'acqua imbottigliata e quale quella uscita dalle tubature domestiche. Lo dice un test effettuato da Legambiente in 6 città italiane (Milano, Roma, Napoli, Palermo, Foggia) che, in occasione della Giornata internazionale dell'acqua, ha invitato gli abitanti di questi centri alla prova del nove. In un paese che consuma enormi quantità di acqua minerale è possibile riconoscere al palato qual è di rubinetto e quale no? Ci riesce solo il 14% degli italiani.
A Roma solo il 18,5% dei cittadini ha individuato l'acqua di rubinetto, più di 4 su 10 hanno confuso la minerale per l'acqua del Comune. Simile risultato anche a Napoli, dove circa il 30% degli intervistati indica l'acqua del rubinetto come quella dal sapore più gradevole. Anche a Milano meno del 20% degli intervistati riconosce l'acqua minerale. A Palermo addirittura il 90% degli intervistati non ha trovato differenze tra i diversi tipi di acqua che ha bevuto e ben il 60% ha indicato l'acqua di rubinetto come quella più buona. Anche i "sommelier dell'acqua" di Foggia nella prova al buio hanno dichiarato di gradire di più l'acqua del rubinetto.

Eppure proprio il Belpaese è in testa alla classifica dei consumatori di acqua minerale. Il 72,4% degli italiani ne beve più di mezzo litro di al giorno e in media una famiglia dedica a questa voce circa 18 euro al mese. «Con questa prova d'assaggio - dice Roberto Della Seta, presidente di Legambiente - abbiamo voluto dimostrare che in realtà il business dell'acqua si regge su una quasi totale carenza di informazione e buona dose di pregiudizi, come quello che l'acqua in bottiglia è più salubre, che contiene meno sali, che si mantiene più pura rispetto a quella dell'acquedotto e che non è poi tanto cara».
Se l'acqua del rubinetto supera la prova del gusto, sull'impatto ambientale non c'è sfida. L'acqua minerale inquina di più, a partire dalle bottiglie di plastica fino agli spostamenti per trasportarla. Ogni italiano consuma circa 172 litri di acqua minerale in un anno e questo vuol dire che consuma in media 90 bottiglie di plastica e 30 di vetro. Per 55 milioni di abitanti significa quasi 5 miliardi di bottiglie di plastica da smaltire ogni anno.
«Se si tiene conto - continua Della Seta - che la raccolta differenziata della plastica riesce a intercettare solo una parte delle bottiglie, è evidente che il quantitativo di spazzatura che finisce in discarica è enorme e ogni anno bere ci costa circa 1 milione di metri cubi di discariche». Per non parlare degli spostamenti, molto spesso del tutto irrazionali, dovuti al trasporto su gomma delle bottiglie. L'acqua minerale viene venduta spesso in luoghi molto lontani dalle zone di produzione e se un camion può trasportare circa 26.500 litri, per questa operazione sono necessari ogni anno oltre 280.000 viaggi. «L'emergenza idrica che tutto il pianeta deve affrontare - conclude il presidente di Legambiente - ci pone di fronte alla necessità di rivedere i nostri comportamenti e le nostre abitudini».

23 marzo 2004


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