[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
Fabiocchi NEWS 6 Aprile 2004
- Subject: Fabiocchi NEWS 6 Aprile 2004
- From: "F A B I O C C H I::" <eco_fabiocchi at tin.it>
- Date: Tue, 6 Apr 2004 14:38:41 +0200
Newsletter Eco-Internazionalista www.ecquologia.it -BancaMondiale/UE: Parlamento Europeo chiede la fine dei finanziamenti ai progetti petroliferi -UNEP: Gli USA indeboliscono il Programma Ambientale dell'ONU -Brasile: La produzione di carne bovina sta facendo fuori la foresta Amazzonica -Malaysia: Il governo deporta i rifugiati Acehnesi che fuggono dall'Indonesia -Guinea/UE: il Parlamento Europeo critica gli accordi di pesca con la Guinea -Demografia: La sterilizzazione e' il metodo contraccettivo piu' diffuso nel mondo -Ozono: 11 paesi (USA e Italia in testa) ottengono esenzioni per l'uso di metil bromuro -Global: l'IMO classifica il Mar Baltico, le Canarie e le Galapagos come aree sensibili http://www.ecquologia.it/sito/pag89.map *************** LINK: www.monicafrassoni.it Co-Presidente del Gruppo dei Verdi al Parlamento Europeo www.siamointroppi.org Movimento per il Decremento Demografico http://www.impattozero.it/ Compensa il tuo impatto sul clima *************** Se volete ricevere queste news, mandate una email vuota a mailto:econotizie-subscribe at yahoogroups.com e replicate al messaggio di conferma che vi viene inviato *************** Le econotizie sono pubblicate regolarmente su http://www.ecquologia.it/sito/pag89.map http://italy.indymedia.org http://www.ecplanet.ch occasionalmente su: http://www.consumietici.it *************** Archivio 2004 http://www.ecquologia.it/sito/pag89.map?action=all&field.joined.id=23692 Archivio econotizie 2002-2003 http://www.ecquologia.it/sito/pag574.map?action=all&field.joined.id=23429 Archivio econotizie 2001 http://www.verdinrete.it/verditoscana/fabionews/lenews.html *************** BancaMondiale/UE: Parlamento Europeo chiede la fine dei finanziamenti ai progetti petroliferi 1 Aprile 2004 - Lo scorso Novembre sono state pubblicate le raccomandazioni di una commissione indipendente di revisione (Extractive Industries Review, EIR), commissionata dalla Banca Mondiale stessa, che propone all'istituzione internazionale di smettere di finanziare i progetti per l'estrazione di petrolio e carbone nei PVS entro il 2008. Il rapporto raccomanda di aumentare i fondi per le energie rinnovabili, menzionando la necessita' di combattere i cambiamenti climatici; e consiglia di richiedere il consenso delle popolazioni indigene colpite dai progetti come prerequisito per l'erogazione dei finanziamenti dalla Banca. Oggi, il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione che richiede l'adozione e l'implementazione delle raccomandazioni del rapporto EIR. Il giorno precedente, la Commissione Europea, su richiesta del gruppo Verdi/ALE, ha espresso il suo forte appoggio alla piena implementazione delle raccomandazioni. Sempre su richiesta del gruppo Verdi/ALE, il Parlamento Europeo ha svolto un dibattito con la Presidenza Europea per chiedere che gli stati membri dell'UE con diritto di voto al Consiglio di Amministrazione della Banca Mondiale prendano una posizione comune in favore delle raccomandazioni del rapporto. Una decisione in merito sara' adottata dalla Banca Mondiale a Maggio. Monica Frassoni, co-presidente del Gruppo Verdi/ALE, ha detto: "Accogliamo con favore l'appoggio della commissione all'implementazione delle raccomandazioni piu' importanti dell'EIR, e chiediamo al Presidente Prodi di assicurarsi che la Commissione difenda questa linea negli altri forum finanziari internazionali come la BEI, l'EBRD e le agenzie nazionali di credito all'esportazione, come chiede la risoluzione del PE. Il rapporto infatti dovrebbe avere conseguenze anche sulla politica della Commissione Europea in relazione alla BEI (Banca Europea agli Investimenti) e alla EBRD (Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo), e ci aspettiamo di vederne i risultati." "Ci appelliamo al Consiglio degli Stati Membri per mettere fine ai finanziamenti della Banca Mondiale verso progetti petroliferi entro il 2008 e per aumentare del 20% all'anno i finanziamenti alle energie rinnovabili. Questo riguarda solo il 2% degli investimenti della BM, ma dato che la Banca stabilisce gli standard internazionali e' importante che essa mostri una buona leadership." L'eurodeputato Francese Didier Rod, dei Verdi, ha detto: "nel corso di due anni la Banca Mondiale non e' stata capace di fornire un solo esempio di progetti petroliferi che alleviano la poverta', obiettivo dichiarato della BM. Al contrario esistono molti esempi in cui questo tipo di progetti hanno aumentato la poverta' e danneggiato l'ambiente." Oltre 100 deputati da tutti i gruppi del PE e da diversi parlamenti nazionali in tutto il mondo hanno firmato una petizione al Presidente della BM chiedendogli di adottare le raccomandazioni. Il sito dell'EIR e': http://www.eireview.org Inoltre e' possibile mandare un'email al presidente della BM tramite questo URL: http://ga1.org/campaign/eir Fonte: Friends of the Earth International; Greens-EFA; traduzione di Fabio Quattrocchi fabiocchi at ecquologia.it www.ecquologia.it UNEP: Gli USA indeboliscono il Programma Ambientale dell'ONU 31 Marzo 2004 - Friends of the Earth ha denunciato i tentativi degli USA di minare l'UNEP (United Nations Environmental Programme). Circa 90 ministri hanno partecipato al meeting del Consiglio Governativo dell'UNEP sull'isola di Jeju in Korea del Sud. Tutti i paesi presenti al meeting tranne uno, gli USA appunto, sembravano uniti nel riconoscere che l'UNEP attualmente e' troppo piccolo, debole, inefficace e mal finanziato per affrontare i problemi ambientali del pianeta. I delegati Statunitensi a Jeju hanno bloccato praticamente tutte le proposte concrete per rafforzare l'istituzione, rendendo il meeting privo di significato. Mentre il governo Francese, con l'appoggio dell'Unione Europea, sta cercando attivamente di rafforzare l'UNEP, con l'intento di trasformarlo in un'agenzia ONU specializzata. Friends of the Earth appoggia la proposta per l'istituzione dell'Organizzazione ONU per l'Ambiente (UNEO), dato che essa aumenterebbe l'autorita', l'efficacia e la base finanziaria dell'istituzione ONU piu' importante nell'ambito ambientale. L'UNEP non ha una base finanziaria certa, e questo e' uno dei problemi principali, secondo Friends of the Earth. La dipendenza dell'UNEP dai contributi volontari dei governi del Nord e dell'industria sta seriamente minando la sua efficacia e legittimazione. Il risultato e' che le sue iniziative per assicurare l'implementazione e il rispetto dei trattati sono mirate soprattutto ai PVS. Le proposte di riforma dell'UNEP avanzate da Friends of the Earth sono disponibili in questo documento: http://www.foei.org/publications/trade/GMEF.rtf Fonte: Friends of the Earth Int.; traduzione di Fabio Quattrocchi fabiocchi at ecquologia.it www.ecquologia.it Brasile: La produzione di carne bovina sta facendo fuori la foresta Amazzonica 2 Aprile 2004 - Secondo uno studio del Centro per la Ricerca Forestale Internazionale (CIFOR), le esportazioni di carne bovina del Brasile, che negli ultimi 6 anni sono cresciute del 600%, sono responsabili di gran parte della deforestazione recente in Amazzonia. I ricercatori hanno dimostrato un forte legame tra i drammatici tassi di deforestazione, che il governo Brasiliano si aspetta di annunciare a breve, e la crescita delle esportazioni che ha causato l'aumento massiccio della popolazione bovina nell'Amazzonia Brasiliana: da 26 milioni del 1990 ai 57 milioni del 2002. Il rapporto suggerisce che il salto della domanda di carne bovina e' risultato di diversi fattori, tra cui le preoccupazioni riguardanti la minaccia della mucca pazza in diversi altri paesi che producono carne; ma anche la svalutazione della moneta Brasialiana, la bassa incidenza di afta epizootica in Brasile, e la SARS che ha spostato la domanda dalla carne di pollo a quella bovina. Tra il 1990 e il 2001, la percentuale delle importazioni Europee di carne Brasiliana e' aumentata dal 40 al 74%. Anche i mercati Russi e del Medio Oriente sono responsabili di questa forte domanda. Nel 1995 le esportazioni Brasiliane ammontavano a 500 mln di dollari, nel 2003 erano schizzate a 1.5 miliardi di dollari; tra il 1997 e il 2003, il volume delle esportazioni e' aumentato di 5 volte, da 232 mila a quasi 1.2 milioni di tonnellate. Invece il consumo interno e' cresciuto lentamente. Per la prima volta la crescita della produzione di carne bovina - l'80% della quale e' avvenuta in Amazzonia - e' stata indirizzata soprattutto alle esportazioni. L'Istituto di Ricerca Spaziale (INPE) del governo Brasiliano rilascera' a breve le immagini satellitari che mostrano la foresta Amazzonica che scompare ad un tasso allarmante. L'anno scorso l'INPE aveva documentato una crescita del 40% della deforestazione rispetto all'anno precedente. Le indicazioni preliminari suggeriscono che le cifre di quest'anno saranno uguali o maggiori dei 2.5 milioni di ettari deforestati secondo i dati dell'anno scorso. L'area forestale perduta in totale e' aumentata da 41.5 mln di ettari nel 1990 a 58.7 mln nel 2000. In soli 10 anni, la regione ha perso un'area due volte il Portogallo. Gran parte di essa e' diventata terra da pascolo, secondo il CIFOR. Secondo gli autori del rapporto, nonostante gli ultimi anni hanno giustamente visto un'accesa discussione sull'espansione delle coltivazioni di soia in Amazzonia, esse rappresentano solo una piccola percentuale della deforestazione totale. Persino le operazioni di taglio per il mercato del legno sono molto meno influenti sulla deforestazione rispetto alla produzione di carne. L'Amazzonia ha subìto una espansione drammatica di strade e reti energetiche; e il pascolo e' reso facile dal basso costo della terra. I prezzi rimangono bassi in parte perche' gli allevatori trovano facile occupare illegalmente la terra statale senza essere perseguiti, e altrettanto facile e' deforestare piu' del 20% delle proprieta', limite prescritto dalla legge. Il 15 Aprile, il Presidente Brasiliano Lula ha annunciato un piano per prevenire e controllare la deforestazione con una spesa di 135 mln di dollari in attivita' che mirano a ridurre la deforestazione. Queste comprendono una miglior pianificazione della terra, maggiore efficacia della legge forestale, monitoraggio sulle operazioni di taglio, rivalutazioni dettagliate degli investimenti sulle infrastrutture pubbliche, maggiore appoggio per i territori indigeni e per lo sfruttamento forestale gestito dalle comunita' locali, maggiore supporto per l'agricoltura sostenibile, e piu' controlli sui crediti per gli allevatori. Secondo un ricercatore del CIFOR, l'approccio del governo va nella giusta direzione, ma a meno che non si prendano provvedimenti urgenti, la foresta potrebbe perdere un'area grande quanto la Danimarca nei prossimi 18 mesi. Per il CIFOR, e' necessario limitare i progetti infrastrutturali fuori dalle aree gia' sviluppate; i piani per le nuove infrastrutture, specialmente la costruzione di strade e i progetti di potenziamento, devono essere rivisti e rovesciati se il problema si vuole risolvere veramente. Numerosi studi, infatti, sottolineano non solo il ruolo chiave delle strade sulla crescita della deforestazione, ma anche la difficolta' nell'implementare misure per il controllo della specualzione terriera lungo le strade. Inoltre bisogna fornire incentivi economici per mantenere la terra forestata come si sta cominciando a fare col programma di risarcimento per promuovere l'agricoltura sostenibile, ma andrebbe sperimentato anche un meccanismo di pagamenti diretti per la conservazione della foresta. Purtroppo, data la recessione dell'economia Brasiliana, sara' difficile che il governo aumentera' i fondi per aumentare gli sforzi, per questo la comunita' internazionale deve prepararsi a fornire fondi addizionali. Per maggiori info: http://www.cifor.cgiar.org/ Fonte: Human CIFOR; traduzione di Fabio Quattrocchi fabiocchi at ecquologia.it www.ecquologia.it articolo correlato: Brasile: Scomparsi 25,000 km2 di foresta tra il 2001 e il 2002 http://ecquologia.it/sito/pag574.map?action=single&field.joined.id=23429&field.joined.singleid=23632 Lula consegna 2,4 milioni di ettari a 7.000 indigeni Munduruku http://www.gfbv.it/2c-stampa/04-1/040322it.html Malaysia: Il governo deporta i rifugiati Acehnesi che fuggono dall'Indonesia 1 Aprile 2004 - Il governo Malese sta deportando forzatamente i rifugiati provenienti dalla provincia Indonesiana di Aceh dove e' in corso una guerra e dove la loro sicurezza e' a rischio, ha detto Human Rights Watch in un rapporto. HRW denuncia le deportazioni di rifugiati e richiedenti asilo Acehnesi e il maltrattamento degli stessi mentre si trovano in Malaysia. In violazione dei loro obblighi internazionali, le autorita' Malesi non distinguono tra rifugiati Acehnesi che scappano da un conflitto e altri immigrati Indonesiani senza documenti. La Malaysia dovrebbe riconoscere i propri obblighi e offrire un posto sicuro ai rifugiati finche' non saranno cessati i pericoli. Tuttavia, le autorita' Malesi hanno detto chiaramente che non accettano nessun obbligo nei confronti dei rifugiati Acehnesi. Il Ministro dell'informazione ha dichiarato: "li tratteremo come gli altri rifugiati. Cioe' li terremo in detenzione e li rimanderemo indietro." Il Ministro dell'interno ha detto: "dato che la Malaysia non ha firmato la Convenzione di Ginevra sui Rifugiati per accettare i rifugiati, il termine 'rifugiato' non puo' essere applicato a coloro che entrano illegalmente nel nostro paese venendo da Aceh. Al contrario, secondo la legge Malese sono immigrati illegali." Secondo HRW, mentre il governo sostiene che i rifugiati Acehenesi sono immigrati illegali, la Malaysia da parte sua sta agendo illegalmente deportandoli in luoghi dove le loro vite sono in pericolo. I rifugiati giunti in Malaysia hanno raccontato che forze di sicurezza Indonesiane in Aceh hanno portato avanti esecuzioni extragiudiziarie, arresti arbitrari, maltrattamenti e hanno imposto drastiche limitazioni sulla liberta' di movimento. Tuttavia, anche in Malaysia i rifugiati subiscono abusi per mano della polizia. HRW ha scoperto che la polizia Malese arresta i rifugiati, conduce dei raid nei loro insediamenti e chiede denaro a questa popolazione vulnerabile. Il rapporto e' disponibile a questo URL: http://hrw.org/reports/2004/malaysia0404/ Fonte: Human Rights Watch; traduzione di Fabio Quattrocchi fabiocchi at ecquologia.it www.ecquologia.it articoli correlati: Indonesia: Liberta' di informazione in pericolo in Aceh http://www.ecquologia.it/sito/pag574.map?action=single&field.joined.id=23429&field.joined.singleid=23659 Aceh: La guerra segreta dell'Indonesia http://www.ecquologia.it/sito/pag89.map?action=single&field.joined.id=23692&field.joined.singleid=25554 Guinea/UE: il Parlamento Europeo critica gli accordi di pesca con la Guinea 1 Aprile 2004 - Il PE ha espresso una posizione fortemente critica dell'accordo di pesca tra UE e la Repubblica di Guinea, e ha suggerito che questi accordi devono fare di piu' per combattere la pesca illegale e promuovere lo sviluppo sostenibile della pesca locale. La relatrice del rapporto approvato, la Verde Irlandese Patricia McKenna, ha detto: "Il mio rapporto chiede miglioramenti nella lotta alla pesca illegale in diversi modi. Inanzitutto se gli stati dell'UE che pescano in Guinea non forniscono dati affidabili e dettagliati su cio' che pescano, il Parlamento vuole che la Commissione inizi procedimenti legali contro essi e revochi il loro diritto a pescare secondo le previsioni dell'accordo. E' scandaloso che molti stati membri non danno alla Commissione nessuna informazione sulle loro attivita' di pesca in Guinea. Ma in Africa occidentale esiste la pesca illegale anche da parte di altre flotte e per questo il PE vuole che la Commissione studi la possibilita' di sviluppare programmi di sorveglianza per l'intera area. Il rapporto McKenna insiste che i diritti di pesca per le navi dell'UE devono essere rivalutati come chiedono le analisi scientifiche recenti condotte dall'organizzazione regionale dell'Africa occidentale sulla pesca (CECAF), e che l'aumento della pesca prevista nell'accordo deve dipendere su giustificazioni scientifiche indipendenti ed inequivocabili, rese disponibili al Parlamento Europeo. Infine, il PE ha ribadito la richiesta che il denaro dato alla Guinea per scopi specifici come la ricerca scientifica o le attivita' di sorveglianza deve essere soggetto a controllo, e il governo della Guinea reso responsabile per l'uso che ne fa. Questa e' la posizione di critica piu' forte che il PE abbia mai fatto nei confronti degli accordi di pesca. Fonte: Greens-efa; traduzione di Fabio Quattrocchi fabiocchi at ecquologia.it www.ecquologia.it articolo correlato: Senegal/UE: Le flotte Europee sovrasfruttano gli stock ittici e lasciano le comunita' senza cibo http://ecquologia.it/sito/pag89.map?action=single&field.joined.id=23692&field.joined.singleid=23694 Demografia: La sterilizzazione e' il metodo contraccettivo piu' diffuso nel mondo 15 Ottobre 2002 - La sterilizzazione femminile e' il metodo di prevenzione delle nascite piu' diffuso al mondo. Un'indagine globale sulla salute riproduttiva tra le coppie sposate condotta dall'ONU ha scoperto che un quinto di esse ricorre alla sterilizzazione femminile per controllare la loro fertilita'. In Brasile, India, e Cina un terzo di tutte le donne sposate sono state sterilizzate. Anche se la sterilizzazione maschile (vasectomia) e' piu' sicura, piu' veloce, e meno costosa, e' molto meno comune, usata solo nel 4% delle coppie sposate. Solo pochi paesi, compresa la Nuova Zelanda, il Regno Unito, l'Olanda, il Bhutan, hanno piu' coppie che scelgono la sterilizzazione maschile a quella femminile. Del miliardo di coppie sposate esistenti, circa 650 pianificano le loro famiglie. Sono le altre 350 mln di coppie che non hanno accesso ai servizi di pianificazione familiare o non vogliono pianificare le loro famiglie e quindi sono responsabili di gran parte dei quasi 80 mln di individui che si aggiungono ogni anno alla popolazione mondiale. Sono le coppie di questo gruppo che fanno piu' aborti e sono piu' a rischio di mortalita' materna (legata a diverse questioni riproduttive come il parto). Tra le coppie sposate che praticano contraccezioni moderne, gli altri metodi piu' diffusi dopo la sterilizzazione femminile, usata nel 36% dei casi, sono i dispositivi intrauterini (IUD), nel 27% dei casi, e la pillola, nel 14% dei casi. Un altro 6% ha scelto altri metodi moderni sulla donna. Solo il rimanente 17% della contraccezione moderna e' nelle mani degli uomini. Oltre al 7% delle coppie che ricorrono alla sterilizzazione maschile, il 9% usano il profilattico. I metodi per gli uomini solo usati solo dal 12% delle coppie nei PVS, paragonati al 38% nei paesi industrializzati. Tra i medoti tradizionali, l'astinenza - il metodo piu' antico - e' praticata da 32 mln di coppie in tutto il mondo. E' il metodo principale per le coppie in diversi paesi Europei come la ex Yugoslavia, la Bulgaria e la Romania. Riguardo alla vasectomia, la Nuova Zelanda ha il tasso piu' alto al mondo: il 18% degli uomini e' stato sterilizzato. Questo metodo e' poco meno popolare della pillola. I ricercatori di pianificazione familiare del Bangladesh, uno degli 8 stati piu' popolosi, stanno esaminando gli alti tassi di vasectomia in Nuova Zelanda per promuovere questo metodo nel loro paese. Sempre piu' uomini si assumono la responsabilita' della pianificazione familiare in Giappone, senza dubbio perche' la pillola e' diventata disponibile solo recentemente. Nel 2000, i profilattici coprivano il 78% dei metodi di contraccezione in Giappone. Questa cifra e' inferiore all'86% del 1994. L'uso del preservativo e' diminuito negli ultimi anni in quanto alcune coppie sono passate alla pillola, approvata dal governo nel 1999. Il preservativo sta diventando sempre meno diffuso in Giappone proprio quando altrove si sta diffondendo come strumento di protezione contro le infezioni trasmesse sessualmente, soprattutto l'HIV. Tra tutti gli Americani che usano contraccettivi, per esempio, l'uso della pillola e' sceso dal 31% nel 1988 al 27% nel 1995, mentre il preservativo e' balzato dal 15 al 20%. Simili variazioni si sono verificate in Canada, Francia e Australia. In Cina e India, i paesi con le popolazioni piu' grandi del mondo, le misure di contraccezione femminile sono predominanti. In Cina, il 44% delle donne sposate che usano metodi di contraccezione moderni ricorrono ai dispositivi intrauterini e il 40% sulla sterilizzazione. In India, la sterilizzazione femminile e' la scelta predominante, e copre i quattro quinti dei metodi usati. Gli incentivi del governo, un'alto tasso di istruzione femminile, e bassa mortalita' infantile hanno aiutato ad aumentare l'uso dei contraccettivi moderni in Cina con l'83% delle coppie sposate che vi ricorre, il tasso piu' alto al mondo. Come risultato, la crescita della popolazione e' rallentata a meno dell'1% annuo, quasi la stessa degli USA. Le donne Cinesi hanno in media meno di due bambini. Al contrario, meno della meta' delle coppie sposate in India usano qualche forma di controllo delle nascite. Bassi livelli di istruzione, alta mortalita' infantile e una mancanza di accesso a contraccettivi hanno mantenuto il tasso di crescita della popolazione all'1.7%. In media, le donne Indiane hanno piu' di 3 bambini. Abbassare la fertilita' al livello di ricambio demografico (poco meno di 2 bambini per coppia) stabilisce lo stadio della stabilizzazione demografica - lo scopo ultimo di gran parte delle politiche demografiche. Questo si raggiunge quando almeno il 70% delle donne in eta' riproduttiva praticano una qualche forma di pianificazione familiare. Purtroppo, piu' della meta' delle donne del mondo vive in paesi dove il controllo delle nascite e' molto piu' basso. Molte di esse non hanno accesso a servizi di salute riproduttiva, o non sono appoggiate dai loro mariti o dalle comunita' in cui vivono per tentare di pianificare le loro famiglie. Nonostante l'uso di contraccettivi tra le donne dei PVS e' cresciuto drasticamente - dal 24% nel 1970 al 60% alla fine degli anni 90 - e' sempre inferiore rispetto al 68% del mondo industrializzato. I paesi Africani hanno i livelli di contraccezione piu' bassi, mancando di fondi per la salute riproduttiva. In 30 paesi Africani, meno del 20% delle coppie usa la contraccezione. La Rep. Demogratica del Congo, l'Eritrea, il Rwanda, l'Angola, e la Somalia sono tra la dozzina di paesi dove meno del 5% delle coppie pianifica la propria famiglia. Rendere i preservativi disponibili preverrebbe le nascite e la diffusione dell'HIV. In parte a causa dei gap nella pianificazione familiare, almeno un bambino su quattro dei 133 milioni nati ogni anno nel mondo non e' programmato. Quando i bisogni legati alla pianificazione non sono soddisfatti, la salute delle donne e' compromessa. Alcune donne ricorrono all'aborto come ultima opzione, semplicemente perche' non hanno abbastanza cibo per un altro bambino. La Conferenza Internazionale sulla Popolazione e lo Sviluppo tenuta al Cairo nel 1994 stabilisce obiettivi di finanziamento per un programma ventennale di salute riproduttiva, ma i paesi donatori non rispettano gli impegni. Il Fondo ONU per la Popolazione (UNFPA) stima che ogni milione di dollari in meno in donazioni significano 360,000 gravidanze indesiderate in piu', 150 mila aborti in piu', 800 morti per maternita' in piu', 11 mila morti infantili in piu', e 14 mila morti in piu' di bambini sotto i 5 anni - tutti prevenibili. Ora che l'amministrazione Americana USA ha ignorato le raccomandazioni del proprio Dipartimento di Stato e ha ritirato 34 mln di dollari di finanziamenti all'UNFPA, gli altri donatori stanno cercando di riempire il vuoto. Con la generazione di giovani piu' grande della storia che entra in eta' riproduttiva, non e' tempo di tagliare i fondi per la pianificazione familiare. Fonte: Earth Policy Institute; traduzione di Fabio Quattrocchi fabiocchi at ecquologia.it www.ecquologia.it Ozono: 11 paesi (USA e Italia in testa) ottengono esenzioni per l'uso di metil bromuro 26 Marzo 2004 - In un meeting intergovernativo a Montreal si e' deciso di concedere delle esenzioni a 11 paesi sviluppati riguardo all'uso di metil bromuro che, secondo quanto prevede il protocollo di Montreal sull'ozono, avrebbe dovuto essere vietato entro il 2005. In particolare, il protoccolo prevede che i paesi sviluppati riducano il metil bromuro del 25% entro il 1999 (rispetto ai livelli del 1991), del 50% entro il 2001, del 70% entro il 2003 e infine del 100% entro il Gennaio 2005. Per i PVS, che hanno contribuito molto di meno al problema dell'ozono, e' prevista una riduzione del 100% entro il 2015. Secondo l'accordo di oggi, gli 11 paesi sviluppati possono continuare ad usare 13,438 tonnellate fino al 2005. Il consumo per tutti i 34 paesi sviluppati ammontava nel 2001 a 23,488 tonnellate, contro le 18,058 dei PVS. I paesi che hanno ottenuto le esenzioni sono USA (con 8,942 tonnellate), Italia (con 2,133), Spagna (1,059), Francia (407), Giappone (284), Grecia (186), Australia (145), Gran Bretagna (129), Canada (56), Portogallo (50), Belgio (47). L'amministrazione Bush aveva chiesto esenzioni che nel 2005 avrebbero aumentato l'uso di metil bromuro al 40% dei livelli del 1991. Ma l'accordo di oggi concede agli USA un livello di consumo pari al 35%, specificando che qualsiasi incremento oltre il 30% venga dagli attuali stoccaggi e non da nuove produzioni. Le esenzioni riguardano gli agricoltori che usano questo pesticida e servono a dargli tempo di adottare sostituti economici. Il metil bromuro e' usato soprattutto per le piantagioni di pomodoro, fragole, meloni, cocomeri e fiori. Il protocollo di Montreal permette ai governi di chiedere delle esenzioni quando non ci sono alternative adeguate dal punto di vista economico o tecnico. Per maggiori info: www.unep.org/ozone Fonte: New York Times; UNEP; traduzione di Fabio Quattrocchi fabiocchi at ecquologia.it www.ecquologia.it articolo correlato: USA: Bush vuole minare il protocollo di Montreal sull'ozono http://www.ecquologia.it/sito/pag574.map?action=single&field.joined.id=23429&field.joined.singleid=23594 Global: l'IMO classifica il Mar Baltico, le Canarie e le Galapagos come aree sensibili 2 Aprile 2004 - Il WWF ha accolto con soddisfazione la decisione dell'International Maritime Organization (IMO) di classificare il Mar Baltico, le Galapagos e le Canarie come Aree Marine Particolarmente Sensibili (PSSA). Questa designazione richiede che le navi siano caute quando navigano in tali aree, e permette all'IMO di scegliere le misure di protezione migliori. E' uno strumento che il WWF promuove da tempo per proteggere le aree come il Baltico dagli incidenti di petroliere. L'IMO ha mandato il chiaro messaggio al mondo che standard scadenti per la navigazioni non sono accettabili in queste aree; il petrolio viaggera' in "prima classe" in queste zone. Il WWF incoraggia gli stati che si affacciano sul Baltico, l'Ecuador e la Spagna a proporre misure efficaci per rafforzare la sicurezza della navigazione nelle 3 aree, come l'istituzione di linee di traffico strettamente separate e l'adozione di sistemi di pilotaggi obbligatori. Il WWF inoltre chiede alla Russia di aggiungere le sue acque Baltiche alla classificazione PSSA. Durante il meeting dell'IMO, la Russia ha cercato di bloccare la designazione al Baltico di PSSA. Fonte: WWF Int.; traduzione di Fabio Quattrocchi fabiocchi at ecquologia.it www.ecquologia.it
- Prev by Date: cosa sono le case passive
- Next by Date: Comunicato
- Previous by thread: cosa sono le case passive
- Next by thread: Comunicato
- Indice: