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rassegna stampa: convegno "Grano o grane"
- Subject: rassegna stampa: convegno "Grano o grane"
- From: "Altragricoltura" <altragrico at italytrading.com>
- Date: Tue, 30 Mar 2004 11:53:30 +0200
Eccovi alcuni interventi al convegno, tenutosi il 25 marzo, "Grano o grane. II Sistema Italia di fronte alla sfida del frumento OGM" . a cura di AltrAgricoltura Nord Est ------------------------------------------------------------- Tratto da "Green Planet" - 28/03/04 Simone Vieri, Presidente dell'Istituto nazionale di economia agraria La recente riforma della Politica agricola comunitaria (PAC), realizzata, lo scorso anno, attraverso la revisione di medio termine muta il quadro di riferimento rispetto al quale l'agricoltura si troverà ad operare nei prossimi anni. Il settore, dove la riforma della PAC avrà il suo impatto maggiore è, come noto, quello dei seminativi, dove, nel caso di adozione del disaccoppiamento totale, le coltivazioni di frumento e di oleaginose potranno avere contrazioni produttive che, a seconda dei casi, sono stimate dal 30-35% (frumento tenero e duro) al 75-80% (soia, girasole). Tali stime sono da considerare sicuramente verosimili, anche perché coerenti con la filosofia di fondo della nuova PAC che, per i settori interessati dalla riforma, sembra avere sposato appieno il principio che determinati prodotti agricoli conviene di più acquistarli sul mercato internazionale che non sostenerne la produzione sul fronte interno. Vi sono, dunque, tutti gli elementi per ritenere che, nel prossimo futuro, sarà molto probabile non solo la contrazione delle superfici e delle produzioni, ma anche l'aumento delle importazioni di frumento tenero e duro. In questa prospettiva, l'eventuale introduzione di coltivazioni di frumento transgenico da parte dei principali Paesi produttori - e nostri fornitori - può, dunque, avere un impatto particolarmente rilevante sull'intera filiera all'interno del nostro Paese. Nel complesso, la filiera del frumento tenero e duro conta importazioni per oltre 1 2 miliardi di euro, che pesano per circa il 5% sul totale dell'import agroalimentare e che sono costituite per il 65,6% da frumento tenero e per il 23,7% da frumento duro. I suddetti valori relativi alle importazioni sono ampiamente compensati da quanto rilevato sul fronte dell'export che, oltre a garantire un saldo attivo, per l'intera filiera, di circa 500 milioni di euro costituisce anche la seconda voce attiva della nostra bilancia agroalimentare. Ciò evidenzia chiaramente il ruolo di trasformatore che il nostro Paese svolge in questo comparto che, come noto, è uno dei più rappresentativi del cosiddetto "made in Italy". In questo senso, il prodotto maggiormente significativo è la pasta alimentare che costituisce quasi il 71% sulle esportazioni dell'intera filiera ed il 6,6% sul totale dell'export agroalimentare. E' evidente che a fronte di una situazione come quella descritta, per di più riferita a prodotti, come la pasta, che rappresentano veri e propri simboli dell'Italia all'estero, l'eventuale introduzione di variabili in grado di ridurre i valori di tipicità e di tradizione e, quindi, di modificare l'immagine che a questi stessi prodotti è associata, espongono l'intera filiera al rischio di un impatto economico pesantemente negativo. --------------------------------------------------------------------------------- Gli artigiani alimentari del CNA Daniela Piccione Segretario CNA alimentare Dagli ultimi dati sull'alimentare, le piccole imprese ed in particolare quelle di natura artigianale che afferiscono al settore sono 80.000 e rappresentano la componente più rilevante del comparto stesso (oltre l'80%). Una realtà importante che rappresenta l'elemento di forza del nostro apparato produttivo sia in termini di fatturato che di occupati. Si tratta di produzioni di grande tradizioni che privilegiano la qualità e l'originalità del prodotto e che rendono unico e peculiare il nostro sistema agroalimentare. La nostra produzione si afferma nel mondo per la qualità e con prodotti a vario titolo certificati- tipici, tradizionali, biologici, che sono ormai un realtà in continua crescita e vincente nei mercati. Produzioni come quella del Pane, della Pasta, della Pasticceria e della Pizza - tutte derivate dal grano -,più di altre sono il simbolo della nostra identità culturaleL'artigianato alimentare che e depositario di una quota molto importante di questa cultura e tradizione, ne rappresenta il settore trainante in termini di attività economica anche con significative quote di prodotto esportato. Come CNA ALIMENTARE, in rappresentanza delle migliaia di imprese della trasformazione alimentare, abbiamo aderito con convinzione al "Progetto grano" per l'analisi delle implicazioni e dell'impatto che l'eventuale introduzione del frumento transgenico avrò nel sistema Italia. Le piccole imprese e l'artigianato alimentare con coerenza sin dall'inizio hanno chiesto la garanzia della separazione delle filiere OGM e OGM free, perché come anello finale della catena i costi della certezza della prova dell'OGM free al consumatore ricadrebbero in modo massiccio proprio sul tessuto delle piccole imprese e su migliaia di piccoli imprenditori. Qualora ci sui trovasse di fronte all'immissione sul mercato di frumento transgenico la piccola impresa artigiana non si troverebbe soltanto a dover sostenere costi aggiuntivi per produrre alimenti OGM-feee, ma dovrebbe affrontare costi non "sostenibili" per evitare i rischi della incertezza della contaminazione da OGM. Già oggi la piccola impresa può produrre prodotti di qualità e OGM-free solo perché si trova in un contesto e in una filiera ÒGM free ed i nostriprodotti già adesso si rivolgono a nicchie di mercato, sia in Italia che negli altri paesi industrializzati, e quindi ad un consumatore in grado di investire in qualità e specialità. Se non fossimo in questo contesto peculiare del sistema paese, se non avessimo fatto la scelta delle filiere e dell'integrazione con il territorio, le piccole Imprese non avrebbero potere contrattuale per pretendere o acquisire materie prime OGM free ed i costi di produzione sarebbero elevatissimi. Le imprese che riuscirebbero a rimanere sul mercato non sarebbero molte e in ogni caso produrrebbero per consumatori ad altissimo reddito ed anche questo non fa parte delle caratteristiche di fondo del nostro sistema paese. Con la azione di grande "precauzione" nei confronti degli OGM ed in ogni caso dei rischi da contaminazione, il mondo della trasformazione alimentare con forza sceglie il terreno dell'impegno per la tutela della qualità delle produzioni, impegno che non può essere disgiunto dall'azione per la salvaguardia della continuità delle tradizioni alimentari e per la sicurezza alimentare dei prodotti per tutti i consumatori. E' per questo che i costi della difesa del nostro modello di produzione alimentare e del nostro patrimonio non è pensabile che siano sostenuti nè dai produttori nè dai consumatori. Sin dall'inizio come CNA ALIMENTARE abbiamo creduto nell'importanza dell'impegno comune delle imprese, dei consumatori, dei centri di ricerca, delle associazioni ambientaliste e delle istituzioni per una azione condivisa e forte, fondata sulla prevenzione, precauzione e distinzione delle filiere, a difesa di un modello di sviluppo di qualità. ------------------------------- N.B. se volete essere cancellati da questa lista scrivete a altragricoltura at italytrading.com
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