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Re: Re:Chi teme la riduzione della popolazione?
- Subject: Re: Re:Chi teme la riduzione della popolazione?
- From: "F A B I O C C H I::" <eco_fabiocchi at tin.it>
- Date: Sat, 27 Mar 2004 11:54:07 +0100
Io non vedo la questione demografica in contrapposizione alla questione del modello di sviluppo e del livello dei consumi, anzi ne e' un elemento integrante. Cioe' bisogna andare verso una riduzione dei consumi con un uso piu' efficente e meno sprecone delle risorse naturali, ma bisogna anke pensare al decremento demografico per facilitare l'uso razionale delle risorse. La colpa della crescita demografica nei PVS non e' di "ki fa un sacco di figli", ma delle istituzioni ke negano istruzione alle donne (e nn solo) impedendogli di emanciparsi e controllare coscientemente la propria fertilita'; e' colpa della mancanza di strumenti per la pianificazione familiare (contraccettivi e sterilizzazioni volontarie per es.) ke sono scarsi anke perke' mancano i finanziamenti internazionali dato ke la questione e' considerata di poco conto (Bush ha tagliato tutti i contributi all'agenzia ONU ke si occupa di questioni demografiche e riproduttive, ben 34 milioni di dollari in meno, e adesso molte donne si ritrovano prive di assistenza medica); e' colpa dei politici, religiosi, e certi economisti (questi sì conservatori) che invitano la popolazione a figliare o perke' vogliono far contare di piu' il proprio paese (come l'Iran degli anni 80 dove si invitava ad avere molti figli per avere piu' soldati...), o per dogmi religiosi (proprio qualke giorno fa il cardinale Ruini invitava gli italiani a figliare...) o per false questioni economike (senza la crescita della popolazione e' impossibile inseguire il mito della crescita economica ad oltranza dicono..), o peggio...per questioni etnico-nazionaliste (vedi Lega Nord o i paesi con forti minoranze etniche dove certi governi hanno sterilizzato forzatamente le donne dell'etnia minoritaria per impedirgli di aumentare la loro popolazione e contemporaneamente invitavano l'etnia di appartenenza di figliare). E' ovvio ke un bambino nato negli USA consuma molto di piu' di uno nato in Chad (anke se non e' proprio un paragone perfetto dato ke gran parte del Chad e' in gran parte desertico e quindi poco produttivo, al contrario degli USA), ma se nascessero meno bambini in entrambi i posti, e si cercasse di ridurre gli spreki negli USA (ma anke in Chad dove il lago Chad e' sovrasfruttato per irrigare le monocolture da esportazione) credo ke entrambe le popolazioni ne trarrebbero beneficio grazie proprio ad un uso piu' efficente delle risorse. Anke perke' un decremento demografico negli USA comporterebbe meno rikiesta di risorse.. E' vero ke i processi sociali non sono semplici e riducibili a modellistike a tavolino, ma innegabilmente l'ammontare della popolazione influisce su di essi dato ke e' legato all'uso e alla distribuzione delle risorse. Un luogo dove ci sono poke risorse e molti ke se le contendono e' piu' probabile ke abbia conflitti... Lo dice anke l'articolo ke i paesi con grosse popolazioni (Cina, Pakistan, India) non sono per niente avvantaggiati, mentre quelli con piccole popolazioni (Islanda, Norvegia, Nuova Zelanda) vivono meglio e gestiscono meglio le proprie risorse. ************** Fabio Quattrocchi eco_fabiocchi at tin.it www.ecquologia.it www.amnesty.it www.eurogreens.org ----- Original Message ----- From: <ultrared at libero.it> To: "ecologia" <ecologia at peacelink.it> Sent: Saturday, March 27, 2004 2:25 AM Subject: Re:Chi teme la riduzione della popolazione? > > > Queste teorie "demografiche", che dribblano la questione centrale del modello di sviluppo e riducono tutto alla neutralità quantitativa (come se un abitante del Ciad signidicasse la stessa cosa, in termini di consumo e di impatto ambientale, di un americano) mi paiono fondamentalmente conservatrici - anche perché la "colpa" della mancata esistenza dell'"eden" dei pochi è di chi fa un sacco di figli, quindi ancora e sempre del terzo mondo. > in realtà la questione demografica c'entra poco con i guai del pianeta, così come una diminuzione della popolazione non significa affatto maggiore integrazione e minor razzismo - i processi sociali non sono tanto semplici e riducibili a modellistiche da tavolino -, nè tanto meno > distribuzione del potere e della ricchezza: non sembra che il mondo antico, dove la popolazione era nettamente inferiore, conoscesse fulgidi esempi di democrazia. anzi. > Se no l'india, pakistan e cina sarebbero le nazioni più potenti del mondo, magari più della ristretta svizzera, il che non è. > Di pensioni non ne parliamo, si vede gli effetti dell'odierno "allettamento" a restare al lavoro rivolto ai più anziani, e nessuno pare essere molto contento. > Inviterei ad affrontare le questioni strutturali che i problemi del pianeta ci pongono, anziché avventurarci in scorciatoie malthusiane. >
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