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TUMORI: UN REGISTRO A CATANIA MA...
- Subject: TUMORI: UN REGISTRO A CATANIA MA...
- From: "Redazione Romstampa" <info at romstampa.it>
- Date: Wed, 24 Mar 2004 23:32:30 +0100
A CURA DI ROMSTAMPA AGENZIA GIORNALISTICA ON LINE WWW.ROMSTAMPA.IT DIRETTORE: ROSALBA MANCUSO PER RICHIEDERE LA CANCELLAZIONE DALLA MAILING LIST INVIARE UNA E-MAIL ALLA PRESENTE REPORTAGE SULLE CAUSE DEL CANCRO LE DOMANDE E LE RISPOSTE AI DUBBI PIU' FREQUENTI INTANTO A CATANIA ISTITUITO IL REGISTRO TUMORI PER LA SORVEGLIANZA EPIDEMIOLOGICA DEI CASI SOTTO ACCUSA LA CAVA DI FLUOROEDENITE A BIANCAVILLA (CT) Ufficialmente è nato sette mesi fa, ma la presentazione ufficiale è avvenuta soltanto nelle scorse settimane. Il Registro Tumori di Catania, istituito con decreto regionale lo scorso settembre, segue i Registri Tumori di Palermo, Messina, Siracusa e Ragusa. Attraverso la stretta collaborazione tra medici di famiglia, direttori scientifici, anatomopatologi, nel registro verranno segnalati il numero dei casi, i decessi ed il tipo di neoplasia. Insomma una Sicilia ai raggi x per capire le cause scatenanti del male ed impostare corrette misure di prevenzione. A Catania i responsabili scientifici del Registro Tumori, coordinato dal'Ordine dei Medici, sono Salvatore Sciacca, ordinario di Igiene dell'Università di Catania, il prof. Giansalvo Sciacchitano, direttore organizzativo e il dott. Melchiorre Fidelbo, medico di Medicina generale e coordinatore dell'iniziativa. Ma il Registro saprà trovare una soluzione definitiva al problema o meglio al dramma delle cause del cancro? "Lo sapremo tra un pò di tempo - afferma Fidelbo- quando i risultati, opportunamente verificati e validati, saranno resi pubblici". Anche L'Istat ha provato ad analizzare le cause dei tumori in provincia di Catania, mettendo in evidenza che la mortalità del cancro al polmone è superiore a quella delle province industrializzate del Nord. Nella zona di Biancavilla l'incidenza del mesoteliona pleurico è cinque volte maggiore rispetto ai numeri attesi. In quella zona esiste un sito già ritenuto cancerogeno, si tratta della cava di fluoroedenite, le cui polveri hanno effetti simili all'amianto. Persino gli alunni della scuola elementare Maria Ausiliatrice di Biancavilla, in un giornale scolastico, parlano della cava inquinante: "Anche il nostro paese - scrivono i ragazzi- è da qualche anno sotto osservazione per inquinamento ambientale, da quando, cioè, alcuni studiosi hanno accertato che a Biancavilla molte persone sono morte per una malattia dal nome molto difficile, 'mesotelioma pleurico' che colpisce i polmoni ed è causata dalla inalazione di polvere che contiene delle fibre dal nome altrettanto difficile di fluoroedenite che proviene dalla cava di Monte Calvario. Che cosa era il Monte Calvario ce lo hanno detto i nostri nonni. Era il monte che proteggeva Biancavilla, alto anche 500 metri dal lato SUD-EST, ricco di piante di ulivi, di carrube e di altra vegetazione spontanea che ossigenava l'aria di Biancavilla e dove si trovavano delle pietre luccicanti e molto belle, che alcuni conservano nelle case, molto gelosamente. Circa 40 anni fa cominciò ad essere sfruttato per ricavare materiale da usare per l'edilizia, per costruire case, strade, ponti". Gli effetti cancerogeni della fluoroedenite si erano già scoperti negli anni scorsi, tanto da spingere la Regione Sicilia a sborsare 3 milioni e mezzo di euro per acquistare l'ex cava contaminata di Monte Calvario. Il decreto è stato presentato lo scorso febbraio nel corso di un vertice a Roma presso il Ministero dell'Ambiente. I Fondi dovranno servire per l'acquisizione dei terreni dell'area e l'avvio del progetto che, con la completa bonifica, punta a trasformare la zona in un grande parco urbano. Intanto un comitato tecnico scientifico istituito il 22 gennaio scorso nel comune etneo, dovrà approntate gli interventi tecnico sanitari per la tutela della salute pubblica. Ma quali altre cause ambientali potrebbero nascondersi dietro la diffusione quasi epidemica delle neoplasie a Catania, in Sicilia e nel resto d'Italia? Il disastro di Chernobyl del 1986 potrebbe centrare qualcosa? Secondo una notizia riportata dall'agenzia Adnkronos, il 16 settembre 1999 sul Gran Sasso, a quota 2.914 metri, è stato trovato del cesio 137, elemento radioattivo di origine artificiale che si è depositato al passaggio della nube radioattiva di Chernobyl. La scoperta è stata fatta da una ricerca del comitato "Roma 8000" che stava organizzando la prima spedizione romana a 8000 metri. Secondo l'Onu, i morti per cause direttamente collegate all'esplosione di Chernobyl sarebbero finora 7000. Ma gli scienziati giapponesi, che studiano gli effetti delle bombe del 1945, hanno fatto notare anche che molte malattie mortali, tra le quali possiamo citare soprattutto il cancro al seno e allo stomaco, hanno iniziato a manifestarsi solo quindici anni dopo la contaminazione. Si stima quindi che il numero totale delle morti conseguenti al propagarsi delle radiazioni potrebbe aggirarsi attorno alle 200.000 unità e perdurare gran parte del prossimo secolo. Nei paesi maggiormente colpiti dalle radiazioni è stato registrato un notevole aumento dei casi di leucemia e di cancro della tiroide nei bambini. Un dossier curato Sergio Manera, fisico nuclerare, sostiene che in reltà sia molto difficile determinare esattamente le correlazioni ambientali con il cancro."L'aumento di qualche percento del fondo naturale di radiazioni - scrive Manera -non è in grado di per sé, alla luce delle conoscenze attuali, di originare evidenziabili incrementi nei casi di tumore alla popolazione. Lo sarebbero molto maggiormente, per esposizione a radioattività naturale, prolungati soggiorni ad alta quota (es. sulle Ande) o un periodo di maggior attività solare o, ancora, il soggiorno in certe zone del Lazio o in alcuni scantinati della Lombardia. La legge comunitaria, che è tra le più severe in materia di prevenzione e protezione della popolazione, prevede 1000 É Sv all'anno (1 mSv/anno) come massima dose alla popolazione da fonti artificiali per non avere effetti sanitari e pone a 5000 É Sv (5 mSv) la soglia di allarme per interventi di emergenza (ricovero al chiuso, iodio-profilassi, limitazione degli accessi, rilocazione, secondo il caso). Come la si mette con le soglie di allarme per diserbanti, CO2, CO, NO2, NO, per il Benzene contenuto nella "benzina verde", soglie che sono quasi quotidianamente superate nelle grandi città? In caso di sviluppo significativo nella popolazione di tumori, ad esempio alle vie respiratorie (i più diffusi), a quale agente inquinante si potrebbe dare la colpa se persino la medicina ufficiale non ha le idee chiare? E se il tumore si sviluppasse dopo 10-20 anni, come si potrebbe risalire alle cause senza ombra di dubbio? E se pure si riuscisse, quanto peso bisognerebbe dare alle concause? A tutto ciò la conoscenza umana risponde con la statistica che, ahimè, non è scienza esatta, benché molto affidabile".
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