Documento conclusivo assemblea Scanzano



Domenica 15 febbraio 2004 si è svolto Scanzano Jonico (Matera) l'incontro
di movimento di tutte le realtà delle vertenze territoriali. Vi inviamo il
documento conclusivo dell'assemblea.

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La dichiarazione di Scanzano

Noi Movimenti del Sud, riuniti a Scanzano, abbiamo preso la parola per
narrare le nostre gioie e i nostri desideri, le nostre storie di soffrenze
e lotte e ci siamo riconosciuti minacciati dagli stessi incubi che
vorrebbero negarci il diritto a decidere democraticamente della vita e del
futuro nostro e dei nostri territori. Questi incubi si chiamano servitù
nucleari, energetiche e militari, cementificazioni, opere devastanti,
impianti inquinanti, sottrazione di beni comuni  (come l'acqua, la terra,
la biodiversità, le culture, la salute), precarizzazione e negazione del
lavoro, ricatto delle criminalità organizzate.

 Tutti questi incubi sono prodotti dal sonno della ragione che si chiama
globalizzazione neoliberista.

Scanzano, straordinario esempio di riappropriazione popolare del proprio
destino, ha vinto la sua lotta e noi siamo qui perché tutti insieme
vogliamo vincere le nostre battaglie per la vita.

Narrando ed ascoltando abbiamo scritto questa nostra dichiarazione che
sottoscriviamo e che chiamiamo tutti a sottoscrivere e che porteremo in
carovana della pace nei luoghi del conflitto.

 Nessuno può decidere contro la volontà dei territori democraticamente
espressa.

Riteniamo utile e opportuno costruire e consolidare una rete solidale tra
le esperienze di lotta a partire dai conflitti esistenti sui territori
meridiani.

Diciamo no al nucleare, sia civile che militare.

I nostri beni ambientali, le nostre culture, la nostra storia, le nostre
relazioni umane, sono la nostra risorsa più preziosa che non deve essere
sottratta e compromessa.

L'acqua è un bene comune che non può essere privatizzato, che va garantito
come diritto di tutte e tutti. L'energia che vogliamo è quella che viene
dal sole e dalle fonti rinnovabili: bene comune, da risparmiare, utile per
una diversa economia e una diversa società; e non quella che inquina e
serve solo ai profitti di chi non ha alcun rapporto col nostro territorio.

La nostra terra non può servire a produrre solo merci che ingrassano
multinazionali e grandi catene commerciali ma garanzia di tutela del
territorio, di coesione sociale e di reddito per il lavoro.

Non ci servono grandi opere che devastino il territorio come il ponte sullo
stretto o l'ennesimo traforo sul Gran Sasso ma risanamento dei nostri
territori, treni e servizi veramente utili.

Non vogliamo bruciare o seppellire i rifiuti inquinando la nostra aria e la
nostra terra ma riciclare tutto ciò che si produce.

Non vogliamo i CPT, le carceri per migranti, sui nostri territori.

Vogliamo un sistema della comunicazione democratico, indipendente,
costruito dal basso, in un sud in cui i media sono totalmente funzionali ai
poteri forti locali.

Vogliamo lavoro gratificante e pulito e non sporco e precario perché solo
il lavoro gratificante costruisce una buona società. Lavoro gratificante è
quello che promuove i territori, le risorse ambientali e culturali, poggia
sui diritti e non, ad esempio, il modello di fabbrica integrata della FIAT
SATA di Melfi.

Vogliamo il reddito di cittadinanza quale pratica concreta di
ridistribuzione della ricchezza socialmente prodotta.

Salute, scuola, cultura, servizi, lavoro, diritti sono per noi la vera
misura della civiltà e non gli aridi numeri dell'economia.

La sovranità alimentare è diritto a lavorare e mangiare della nostra terra,
non inquinata e non modificata geneticamente e brevettata.

A noi serve il pubblico perché per noi il privato è sinonimo di
"privazione"; ma serve un pubblico che sia per noi e non sopra di noi.

La nostra terra è terra di pace che ripudia la guerra e non vuole vecchie e
nuove servitù militari per la guerra permanente

Sempre più il nostro Sud è sinonimo di ingiustizie, prevaricazioni che sono
di tutti perché imposte a tutti da questo mondo ingiusto. Tutti siamo Sud.
Noi vogliamo essere Sud senza guardare a nessun "nord" che sia potere o
modello da imitare.  Abbiamo imparato, nelle mille vertenze ambientali e di
lavoro aperte al Sud, a capovolgere l'idea di un destino che ci vuole
moderna colonia per le razzie dei mercati globali. Le nostre lotte sono
intrise di radicalità, di pratica di vita, di bisogno di futuro: anche
perché hanno smentito l'immagine di una passività meridionale che è una
raffinata invenzione delle classi dominanti. Il Sud vitale delle tante
Scanzano è stato il processo di riappriopriazione della politica come
discussione pubblica sui propri diritti e sui propri desideri, prassi di
contestazione pratica dei poteri, rifondazione del senso medesimo
dell'essere comunità, accumulo e socializzazione di saperi, allargamento
permanente della mobilitazione, protesta non violenta e disobbedienza
civile e sociale come nuovo alfabeto di una politica non separata.

I tentativi di criminalizzare queste lotte sono da noi respinti con
fermezza e non riusciranno a frenare il movimento a partire dal tentativo
di voler riscrivere la verità su Genova e Cosenza.

Se mille lotte e vertenze si mettono in rete, si fanno narrazione comune e
nuova cultura, soggetto di una socialità alternativa e sperimentazione
concreta di una inedita democrazia partecipata a partire dai municipi,
allora comincerà una storia mai scritta, di liberazione e giustizia, per
tutti e per tutte.