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rassegna stampa: Influenza dei polli Il nefasto risultato di discutibili pratiche di vaccinazione
- Subject: rassegna stampa: Influenza dei polli Il nefasto risultato di discutibili pratiche di vaccinazione
- From: "Altragricoltura" <altragrico at italytrading.com>
- Date: Mon, 2 Feb 2004 13:20:07 +0100
A cura di AltrAgricoltura Nord Est -------------------------------------------- tratto da "Gazzetta del Sud" - Influenza dei polli Il nefasto risultato di discutibili pratiche di vaccinazione La Cina è la probabile fonte dell'epidemia PECHINO - Potrebbe essere stata la Cina la fonte probabile dell'epidemia dell'influenza dei polli che si sta propagando rapidamente in Asia. Secondo quanto sostiene uno studio pubblicato sul settimanale britannico New Scientist la malattia sarebbe apparsa in Cina nel primo semestre dello scorso anno e sarebbe stata favorita da pratiche discutibili di vaccinazione da parte degli allevatori. Secondo gli esperti che non vengono nominati dalla rivista, ci sarebbero infatti somiglianze tra i ceppi virali cinesi con quelli studiati in Corea e in Vietnam; altri prelievi del microrganismo sono tutt'ora in corso in altri paesi colpiti ma tutti i focolai identificati sembrano avere avuto una sola origine. Secondo il giornale, una vaccinazione massiccia dei polli è sospettata di aver favorito la disseminazione del virus del tipo H5N1. Dopo l'abbattimento dei polli di Hong Kong che aveva l'obiettivo di bloccare un'epidemia di influenza aviaria da H5N1 nel 1987 (18 casi umani e 6 morti) i produttori cinesi avevano cominciato a vaccinare i volatili con un vaccino a base del virus H5N1 inattivato; e questo, secondo New Scientist potrebbe essere stato un errore in grado di favorire la diffusione virale anzichè fermarla.. Sono otto le vittime del virus H5n1 in Vietnam, paese sul quale più violentemente l'influenzaaviaria ha colpito anche le persone. In Cina, il paese più popoloso del mondo, tre focolai della malattia sono stati individuati nelle province del Guangxi, Hubei ed Hunan. Sirchia tranquillizza . «Oggi in Italia siamo assolutamente tranquilli. Non c'è ragione di temere». Lo ha detto il ministro della salute Girolamo Sirchia, a margine della riunione del comitato di emergenze sanitarie convocata al ministero. «Ma siamo pronti con una struttura efficiente, molto forte, collegata internazionalmente e con personale di altissimo profilo, a fronteggiare il rischio e ad individuare rapidamente interventi mirati». «L'Italia è tranquilla», ha ribadito il ministro della Salute. «Pericoli non ce ne sono perchè abbiamo il blocco delle importazioni da tutti i paesi del lontano Est». Il blocco, ha spiegato Sirchia, riguarda sia gli animali vivi, «che sono i più pericolosi», sia le carni, «che non sono pericolose, ma che comunque sono state bloccate». Nessun pericolo, ha proseguito il ministro, nemmeno per i viaggi internazionali nei paesi colpiti dall'influenza aviaria. (giovedì 29 gennaio 2004) ----------------------------------------------- Tratto da "La Repubblica Salute" Dai nuovi "untori" una lezione per l'uomo DI GUGLIELMO PEPE Il comunicato dell'Organizzazione mondiale della sanità non è stato rassicurante: «L'influenza dei polli potrebbe rivelarsi più pericolosa della Sars»; «Se il virus si congiungerà con quello dell'influenza provocherà danni estesi». Le parole dell'Oms sono preoccupanti e meritano una riflessione. In particolare perché quest'ultimo allarme sanitario, ha di nuovo per protagonista un animale. Che va ad aggiungersi alla lista di quello che possiamo definire "zoo degli untori". Il pollo infatti è una delle povere bestie che, negli ultimi anni, sono diventate determinanti per il diffondersi di gravissime malattie. Delle quali gli animali sono portatori, più o meno diretti. Per il tremendo virus di Ebola a suo tempo si parlò degli scimpanzé, considerati in parte responsabili anche della diffusione dell'Aids. Nella seconda metà degli anni Novanta la paura si presentò con il morbo della "mucca pazza" (trasmissibile all'uomo consumando la carne infetta dalla malattia: nel '96 morì di Bse un ventenne inglese che aveva mangiato un hamburger di carne bovina). Ultimamente un altro pericolo si è affacciato sul mondo, la Sars, la polmonite atipica (che nel 2003 ha seminato morte e terrore), di cui sarebbero "responsabili" gli zibetti, simpatici animaletti da pelliccia che sono stati eliminati a migliaia nei giorni scorsi in Cina. Infine il pollo, portatore della influenza "aviaria", che avrebbe già fatto tredici vittime in Vietnam. Il professor Edoardo Boncinelli, prendendo spunto da questa infezione (in realtà nota dal '97) ha messo in luce le profonde contraddizioni del mondo moderno: da un lato abbiamo sofisticate tecnologie che permettono alle macchine di andare sul pianeta rosso, Marte; dall'altro siamo ostaggi e vittime di microrganismi che fanno nascere di continuo malattie sconosciute all'umanità. Come mai? Il contrasto evidenzia che gli esseri umani non solo non rispettano, bensì violano e alterano pesantemente la natura. Comportamento che come vediamo con eccessiva frequenza produce imprevedibili virus ed epidemie. A pensarci bene non è dunque una contraddizione, ma una conseguenza: è proprio il modello di sviluppo ipertecnologico a comprimere e ad alterare i processi naturali. Società, industrie, consumi, invece di usare il progresso della tecnica come mezzo per migliorare il modo di vivere dell'umanità, utilizzano i sistemi produttivi per ottenere il massimo risultato. Un esempio? Gli allevamenti che sfruttano in maniera intensiva animali come i polli e i bovini, rappresentano un inevitabile veicolo di diffusione delle malattie, quando i virus fanno la loro comparsa. Per estensione di questo ragionamento, l'aria che respiriamo è carica di polveri dannose per la salute (come spieghiamo nelle pagine interne), a causa delle emissioni velenose delle auto e non solo che inquinano le metropoli. E' il costo della modernità? D'accordo, è così. Però lo stiamo pagando a un prezzo troppo alto perché compromette la qualità della nostra vita presente e futura. Le difese poste in essere dalle autorità sanitarie (sia nazionali che internazionali) ci tranquillizzano perché, almeno nei paesi occidentali, il sistemasalute, anche se viene colto di sorpresa, dopo un primo momento di choc è in grado di attivare una funzionante rete di protezione. Restano fuori da questo "scudo" i paesi più e meno poveri, dove la promiscuità tra animali e uomini è fonte di pericolo, e dove la buona sanità è garantita soltanto a piccole quote di popolazione. Ma il successivo passo dovrebbe spingerci oltre, per correggere i pericoli generati dalla società moderna. Qualcuno sostiene che si tratta di un'utopia e che dovremmo abituarci a convivere con sempre nuove pandemie, delle quali gli "untori", gli animali, sono inconsapevoli responsabili e vittime. ------------------------------------------------------------------------- N.B. se volete essere cancellati da questa lista scrivete a altragricoltura at italytrading.com
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