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Comunicato stampa: Il Cospa Nazionale occupa e presidia la sede Parmalat di Collecchio
- Subject: Comunicato stampa: Il Cospa Nazionale occupa e presidia la sede Parmalat di Collecchio
- From: "Altragricoltura" <altragrico at italytrading.com>
- Date: Sun, 4 Jan 2004 00:24:09 +0100
Vi giriamo il comunicato stampa emesso questa mattina dagli allevatori del Cospa nazionale e dA AltrAgricoltura che stanno sostenendo l'occupazione deLLA sede centrale della Parmalat di Collecchio -------------------------------------------------- COSPA NAZIONALE Via Mantovana, 127/a Madonna di Dossobuono (Vr) Tel. 045 8622395 Fax 045 8649176 ALTRAGRICOLTURA Via Monte Sabotino 28 - Padova e-mail: altragricoltura at italytrading.com - tel. 049.8710128 - fax: 049.8736516 “A pensare male qualche volta si indovina”, noi allevatori pensiamo che il vero obiettivo perseguito dal governo nel “salvataggio“ della Parmalat possa essere quello di svendere le centrali del latte italiane e tutto il suo sistema industriale a qualche multinazionale e finalmente raggiungere il tanto sospirato obiettivo di distruggere la nostra zooctenia italiana. Con un decreto legge del Consiglio dei Ministri, votato in tutta fretta il 23/12, il governo italiano affronta la crisi Parmalat, varando una nuova procedura fallimentare ad hoc, che comprende la nomina di un super Commissario, il Dott. Enrico Bondi, il quale, nei fatti, grazie ai nuovi poteri a lui attribuiti, ha le mani libere per vendere e più probabilmente svendere alle multinazionali il “sistema Parmalat”. Un sistema agroindustriale, quello della Parmalat, che fra partecipazioni dirette e indirette controlla quasi il 31% per cento del latte da consumo italiano. Questa vera mostruosità, per cui è dovuto intervenire più volte l’antitrust , è stata resa possibile perché, negli anni 80/90, nella fregola delle privatizzazioni sono finite nel portafoglio della Parmalat, le grandi centrali del latte comunali delle città più importanti del nostro paese, tra cui quella di Roma. La Parmalat guidata, da un gruppo composto dal Cav. Tanzi, nella veste di proprietario e da un folto gruppo di super dirigenti, da oltre 15 anni, ha fatto dell'inganno e dell'imbroglio la vera politica industriale, mettendo a segno la più grande "stangata" della storia economica del nostro paese. La credibilità del sistema paese ne esce con le ossa rotte, non solo nel settore economico e finanziario, trascinando e svelando quello che già si sapeva e cioè che i potenti non rispettano niente e nessuno e che i governi sono troppo occupati a esaminare noi poveri allevatori per controllare un cavaliere del lavoro come Calisto Tanzi, amico da sempre delle persone giuste. Appare chiaro, infatti, anche dopo la sentenza di insolvenza pronunciata dal tribunale di Parma il 27/12 che Calisto Tanzi e i suoi managers se pur andranno in galera, non restituiranno neanche un euro dei miliardi che hanno sottratto o dilapidato, protetti come sono, dalle dimensioni internazionali dello spaventoso ammanco nelle casse di una delle aziende Italiane agroalimentari “modello” nel mondo. Il governo nulla di nuovo, infatti, ha deciso a protezione dei deboli, in questo caso, gli allevatori, i lavoratori e i risparmiatori. Il governo garantirà un sostegno finanziario pubblico alla Parmalat, con una precisa delega in tal senso, al Ministro delle attività produttive Antonio Marzano, per garantire le risorse finanziarie immediatamente necessarie al sistema produttivo. Da questo momento importanti risorse pubbliche saranno dirottate a tamponare il disastro Parmalat. Noi allevatori temiamo che queste iniziative siano manovre finalizzate solo a fare maturare i tempi affinché questo enorme patrimonio industriale, di lavoro e conoscenze passi di mano dalla banda Tanzi ad una grande multinazionale, che perfezioni il progetto di cattiva globalizzazione portato avanti dalla Parmalat (esemplare in questo senso il latte microfiltratto proveniente dalla Germania e dalla Polonia). Tutto ciò in spregio alla sovranità alimentare ed al diritto dei consumatori di disporre di un cibo etico, di primaria importanza come il latte, espressione di processi produttivi certi, sicuri ed a ciclo corto. Il governo ben chiarisce e lo ha confermato Bondi, nelle dichiarazioni di ieri, che noi allevatori potremo essere pagati, forse a fine aprile del 2004, per le forniture degli ultimi sei mesi, non solo, ma che come bestie da soma, siamo fuori da ogni possibile trattativa a garanzia delle passate e delle future forniture ed in particolar modo siamo fuori dalle decisioni sul futuro di questa azienda che ora è diventata pubblica, cioè di tutti i cittadini, e per di più finanziata dalla società civile. Per noi allevatori il governo ha chiamato a parlare le organizzazioni sindacali storiche, vecchie amiche del Cavaliere Tanzi di concerto con il Ministro dell’agricoltura Gianni Alemanno, a cui tutti riconoscono ormai la volontà feroce, e pericolosa di porre fine all’esistenza della filiera lattiero casearia italiana. NOI ALLEVATORI NON CI STIAMO! La Parmalat dal giorno in cui è stata dichiarata insolvente, non appartiene più né agli investitori, né agli azionisti, ma è divenuta di proprietà pubblica, ed il Commissario Enrico Bondi ha il compito di agire ed operare per il bene del paese, di noi allevatori, dei lavoratori e degli investitori. Sono ben oltre 5000 gli allevatori italiani e non si hanno per il momento i numeri di quelli dell’intero pianeta beffati, ingannati, truffati nell’ affare Parmalat, che non potranno vedere saldate le forniture di latte degli ultimi sei mesi. Per noi allevatori italiani il mancato pagamento delle nostre fatture significa la morte economica. Noi allevatori lavoriamo in un settore già sotto scacco dal criminale decreto delle quote latte di Alemanno, oberato da Kafkiane multe per i super prelievi maturate negli anni dal 1996 ad oggi, un settore senza reddito per le politiche che la comunità europea persegue, politiche che premiano la quantità sempre a minor prezzo. Un settore, infine, oltraggiato, umiliato, minacciato dalla politiche del Ministro della Salute Girolamo Sirchia che impone la demenziale vaccinazione obbligatoria per i bovini per la Blu Tongue nel centro, sud Italia . Ma questa volta non può finire a tarallucci e vino, noi allevatori non ci facciamo rappresentare da nessuno, ed è per questo che siamo in mobilitazione e ci staremo fino a che non avremo precise risposte. CHIEDIAMO AL COMMISSARIO BONDI: - il riconoscimento dei portavoce e dei legali del nascente comitato di allevatori creditori della Parmalat; - il saldo immediato delle forniture antecedenti la data del 27/12; - precise garanzie per le nuove forniture; - il riconoscimento, alle Regioni ed ai loro enti di sviluppo agricolo, di concerto con le strutture consortili degli allevatori, sia nazionali che regionali il diritto ad interloquire sul futuro piano industriale; - chiediamo, inoltre, fin da ora che il piano industriale del Commissario Enrico Bondi preveda, nel caso dell’eventuale dismissione di strutture operative e industriali, oggi in capo alla Parmalt, l’opzione a favore degli enti di sviluppo agricolo regionali di concerto con le strutture consortili degli allevatori. CHIEDIAMO AL GOVERNO ED AL PRIMO MINISTRO SILVIO BERLUSCONI: - in primo luogo che invece di minacciarci, sia coerente, per una volta, con le promesse fatte al paese e che venga riconosciuta la nostra realtà associativa come parte reale nel processo di ristrutturazione della Parmalat, incaricando il Ministro delle attività produttive Antonio Marzano, di dare indicazioni al Commissario Bondi per interloquire con il nostro comitato; - di ritirare immediatamente il decreto Alemanno sulle quote latte, vera spada di Damocle nei prossimi mesi sulla nostra zooctenia; - di ritirare il decreto del Ministro della Sanità Girolamo Sirchia, per la vaccinazione obbligatoria contro la blu Tongue almeno fino alle conclusioni della Commissione parlamentare di inchiesta; Lanciamo un appello a tutti gli allevatori italiani, in forma singola o associata, di aderire al comitato allevatori per la tutela dei nostri crediti nei confronti della Parmalat o delle aziende che hanno fornito la medesima. Per dare forza e gambe alla nostra volontà abbiamo mobilitato l’ organizzazione mondiale di agricoltori “Via Campesina” a cui aderiscono le organizzazioni agricole europee e del Sud America direttamente investite dal problema per un coordinamento delle iniziative. COSPA NAZIONALE ALTRAGRICOLTURA --------------------- N.B. se volete essere cancellati da questa lista scrivete a altragricoltura at italytrading.com
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