rassegna stampa: Mais ogm, si ipotizza la frode



a cura di AltrAgricoltura Nord Est
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Tratto da "Il Messaggero" - 22/12/03
 Il Corpo forestale procederà domani al sequestro dei due depositi ad
Amandola e Porto d'Ascoli
 Mais ogm, si ipotizza la frode

Clamorosi sviluppi dell'indagine. Sotto accusa una multinazionale
di SERGIO BIAGINI

Il Corpo forestale provvederà domani mattina al sequestro dei due depositi
di mais ogm scoperti ad Amandola e a Porto d'Ascoli. L'operazione sarà
coordinata dal comandante provinciale Benedetto Ricci e gestita dallo stesso
comandante del Nucleo operativo di polizia ambientale e forestale, Giovanni
Luzi che prenderà parte personalmente agli interventi. Si tratterà di pochi
quintali di granella visto che la maggior parte del raccolto è già stato
utilizzato per alimentare le bestie nelle due aziende agricole. Si sa con
certezza che le dosi di mais contaminato appartengono ad una varietà (la
P36B08) commercializzata da una ditta del maceratese e dallo stesso
Consorzio agrario di Ascoli. I semi sono stati venduti a decine di piccoli
coltivatori nel maceratese, nell'ascolano e nel teramano e ora è pressoché
impossibile risalire a tutti quanti. Due coltivazioni di proprietà di L.B.
sono state comunque sequestrate a Sant'Elpidio, mentre nell'azienda S.,
sempre nello stesso comune, non si è trovato nessun quantitativo di granella
visto che era stato già avviato allo stoccaggio in un centro di Camerino,
poi sequestrato. Risalendo agli acquirenti della stessa varietà la Forestale
di Ascoli ha comunque individuato gli altri due deposiiti di Amandola e
Porto d'Ascoli. Un'altra varietà (la PR32D12) risultata contaminata è stata
trovata invece solo nelle tre coltivazioni di M.C. a Santa Croce di Sant'
Elpidio che furono al centro del primo clamoroso sequestro e della prima
termodistruzione al Consmari (mille quintali circa). A questo punto si
possono già trarre delle conclusioni inquietanti. Grazie al fiuto e ai
controlli della Forestale di Ascoli sono stati scoperti più lotti di mais
transgenico e ben due varietà di prodotto risultate contaminate, mentre la
stessa Forestale di Macerata ha verificato l'esistenza di una impressionante
ramificazione distributiva dei prodotti. Quanto basta per ipotizzare una
responsabilità diretta da parte della multinazionale che produce le sementi
ed escludere un inquinamento fortuito dovuto a errori o altro. Proprio per
questo motivo molto probabilmente l'indagine porterà a prefigurare il reato
di frode commerciale. I controlli e i prelievi riprenderanno verosimilmente
a tappeto a primavera con la nuova campagna di semina del mais. E si
provvederà ad un monitoraggio a monte per individuare subito le quantità
contaminate ed evitare così la loro coltivazione e tutti i conseguenti danni
agli agricoltori.
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