TRINO MANIFESTAZIONE REGIONALE SABATO 13 DICEMBRE



 

 


NON SARANNO I SOLDI A DIMINUIRE LA PERICOLOSITA' DELLE SCORIE RADIOATTIVE


 <?xml:namespace prefix = o ns = "urn:schemas-microsoft-com:office:office"
/>


TRINO, SALUGGIA E BOSCOMARENGO SONO SITI AD ALTO RISCHIO


 

I RIFIUTI RADIOATTIVI VANNO TUTTI MESSI IN SICUREZZA IN UN SITO NAZIONALE
PIU' SICURO

 

A TRINO MANIFESTAZIONE REGIONALE SABATO 13 DICEMBRE

"Meno  scorie nucleari a rischio,

più  partecipazione dei Cittadini"

 

Sabato 13 dicembre si terranno manifestazioni in varie parti d'Italia sul
tema delle scorie radioattive e del diritto delle Popolazioni interessate a
partecipare alle decisioni in merito alle stesse.

Per il Piemonte la manifestazione è indetta da Legambiente Piemonte,
Legambiente Circolo di Vercelli, Pro Natura Gruppo Salix Alba Saluggia,
Gruppi consiliari di opposizione Comune di Trino, Sinistra giovanile
(Vercelli e Unioni regionali Piemonte, Lombardia, Sardegna), Social Forum di
Vercelli, Social Forum di Crescentino, Centro Sociale " Mattone Rosso"
Vercelli, Sinistra Ecologista, e si svolgerà 

a Trino (VC), sabato prossimo 13 dicembre, 

con inizio alle ore 14 in Via Pasubio all'altezza di Piazza Comazzi.

Il corteo percorrerà varie vie cittadine fino ad arrivare in Piazza
Garibaldi, dove, verso le ore 16, sono previsti interventi di Gian Piero
Godio, per Legambiente, dei Sindaci di Caorso e di Trino, di Cittadini e del
Consigliere Comunale di opposizione Fausto Cognasso.

In caso di cattivo tempo gli interventi si svolgeranno presso il Teatro
Civico.

 

PERCHE' QUESTA MANIFESTAZIONE

Ciò che è stato ottenuto dalla giusta ribellione dei Cittadini di Scanzano,
della Basilicata, e di tutto il Paese, contro la scelta ingiustificata,
autoritaria ed inaccettabile del Governo, vogliamo che sia reso
irreversibile, sia per quanto riguarda il merito, sia per quanto riguarda il
metodo.

Il Governo deve cambiare stile e ripristinare oggettività, partecipazione e
trasparenza!

Noi ben sappiamo che non esistono soluzioni accettabili ai problemi del
nucleare, verso il quale siamo sempre stati e rimaniamo contrari "senza se e
senza ma", al punto che potremmo affermare che non tocca a noi suggerire ...
come togliere ora le castagne dal fuoco.

Ciononostante ci faremo comunque carico anche di provare a proporre qualche
soluzione ispirata al concetto del "meno peggio" (necessità di concordare
preventivamente i criteri oggettivi per individuare un deposito nazionale
meno a rischio degli attuali, che sia di tipo reversibile, e quindi
superficiale o sub-superficiale, per rimanere aperti a soluzioni che
potrebbero maturare nei prossimi decenni o persino nei prossimi secoli,
ecc.).

Ma intendiamo anche ribadire due concetti, che sosteniamo da sempre: 

1) La totale insostenibilità del rapporto costi/benefici del nucleare, tra
l'energia elettrica prodotta ed i corrispondenti rischi e problemi creati
alla salute ed all'ambiente.

Vale la pena di ricordare che la centrale elettronucleare italiana più
produttiva è stata quella di Caorso che in dodici anni di funzionamento ha
prodotto l'equivalente della energia elettrica che il nostro Paese consuma
in un mese! 

La centrale nucleare del Garigliano invece, in ben diciotto anni, ha
prodotto complessivamente meno della quantità di energia elettrica che
l'Italia consuma in sole due settimane.

2) i perversi rapporti tra il nucleare civile e quello militare, che sono un
peccato originale di questa pericolosa tecnologia, ma che continuano anche
oggi:

neppure per il poco materiale nucleare italiano siamo infatti in grado di
poter escludere che vi possa essere un utilizzo per scopi militari, ad
esempio per quanto riguarda il Plutonio e l'Uranio che derivano dal
ritrattamento che purtroppo il Governo ha recentemente deciso di tornare ad
utilizzare inviando gli elementi di combustibile nucleare irraggiati
all'impianto BNFL di Sellafield, in Gran Bretagna.

Manifesteremo anche per rivendicare, in ogni settore, il diritto di
partecipazione delle Popolazioni alle decisioni che ne determinano il
futuro, ed esprimeremo il nostro dissenso anche sulle procedure autoritarie
e immotivate di autorizzazione di mega centrali termoelettriche che avanzano
in ogni parte del nostro territorio, e principalmente nel Vercellese e
nell'Alessandrino.

 


COMMENTI ALLE MODIFICHE AL DECRETO  INTRODOTTE DALLA CAMERA MERCOLEDI'
SCORSO


 

Tralascio la soddisfazione per la marcia indietro su Scanzano e per il
ripristino di procedure un po' più partecipate.

Trovo invece assolutamente insoddisfacente il punto che riguarda i rifiuti
radioattivi di seconda categoria, la cui pericolosità viene grossolanamente
sottovalutata. 

Si tratta di rifiuti che rimangono radioattivi per tempi dell'ordine di
varie centinaia di anni, quindi rappresentano una ipoteca territoriale di
grande rilevanza.

In Italia essi sono costituiti da 17 mila metri cubi derivanti dal
funzionamento pregresso degli impianti nucleari, e in circa 70 mila metri
cubi che deriveranno dallo smantellamento.

In totale sono circa 80 mila tonnellate, per una attività complessiva di
molte centinaia di migliaia di miliardi di Becquerel (cioè di parecchie
decine di migliaia di Curie).

Per fare un esempio "piemontese": solo presso l'impianto Eurex, a Saluggia,
ci sono rifiuti radioattivi di seconda categoria per circa 1200 metri cubi,
e nello smantellamento della centrale di Trino se ne creeranno circa 15 mila
metri cubi, cioè circa 15 mila tonnellate!

In base alla Guida Tecnica n. 26 dell'ANPA, i rifiuti radioattivi di seconda
categoria possono ad esempio contenere Cesio 137 e Stronzio 90 fino a 3,7
milioni di Becquerel per ogni grammo!

Per questi rifiuti radioattivi di seconda categoria non è assolutamente
accettabile il deposito presso i siti attuali o comunque a livello di ogni
regione, in quanto non esistono in tutti i siti attuali di Saluggia, Trino e
Bosco Marengo, neppure i minimi requisiti di sicurezza di tipo geografico,
idrologico, ecc., e lo stesso vale per tutti i siti attuali collocati nelle
altre regioni.

In caso di incidente catastrofico (attentato, meteorite, ecc), sono solo i
requisiti di sicurezza legati alle caratteristiche intrinseche del
territorio circostante a fare la differenza!

Quindi io proporrei questa schematizzazione:

·         Terza categoria (la più pericolosa): deposito centralizzato
superficiale, reversibile in attesa di soluzioni Comunitarie o tecnologiche,
escludendo categoricamente ogni forma di riprocessamento dei combustibili
nucleari;

·         Seconda categoria: deposito centralizzato nazionale, superficiale
o sub-superficiale, definitivo;

·         Prima Categoria (la meno pericolosa): vanno bene anche depositi
adeguati "in loco".

Sulle procedure di localizzazione ovviamente devono valere i principi di
oggettività, trasparenza e partecipazione, come si è sempre detto!

Il fatto poi  che al decreto sia anche stata aggiunta una parte che prevede
contributi in denaro per tenersi le scorie radioattive lo trovo proprio
inqualificabile!

Anche per queste ragioni chiediamo ai Cittadini del Vercellese e di tutto il
Piemonte di manifestare con Legambiente sabato prossimo a Trino.

 

GLI IMPIANTI NUCLEARI DI TRINO, SALUGGIA E BOSCO MARENGO 

NON DEVONO DIVENTARE I DEPOSITI NUCLEARI DI SE STESSI

 

 

IL VERCELLESE NON SARA' LA COLONIA ENERGETICA D'ITALIA

 

 

LA PROVINCIA DI VERCELLI E QUELLA DI MATERA HANNO GIA' DATO

 

 

Gian Piero Godio

Legambiente Piemonte - Settore Energia

Tel. abitaz. 0322-88.01.61