[comunicati_lilliput] COP9 "Kyoto poco, ma Kyoto!". Due Azioni Dirette Nonviolente a Milano



Comunicato stampa Rete Lilliput
Ufficio Stampa Rete Lilliput: Cristiano Lucchi 339/6675294 -
ufficiostampa at retelilliput.org

Ambiente COP9 - "Kyoto poco, ma Kyoto!"
USA e Russia non firmano, il pianeta ringrazia e Rete Lilliput organizza
due Azioni Dirette Nonviolente

Sabato 6 dicembre Rete Lilliput, in occasione della Conferenza del
cambiamento climatico COP9, realizzerà due azioni dirette creative e
nonviolente. Le azioni si svolgeranno la mattina in prossimità della Fiera
di Milano e vedranno coinvolte circa 35 persone appartenenti ai Gruppi di
Azione Nonviolenta (GAN), a Bastaguerra, all'Associazione Pace e Dintorni e
a Casa Pace Milano.

AZIONE N° 1 - MILANO TROPICALE: TIPI DA SPIAGGIA IN CITTA'!
La prima azione ha l'obiettivo di denunciare le responsabilità politiche di
USA e RUSSIA che hanno deciso di non ratificare l'accordo di Kyoto
L'azione intende evidenziare le responsabilità dei due paesi tramite una
satira sull'innalzamento della temperatura e la tropicalizzazione del clima.
Personaggi previsti: Bush, Putin, finti cammelli, zanzarone della mal-aria,
tipi da spiaggia in costume da bagno (veramente in costume!) con sdraio e
ombrelloni.

AZIONE N° 2 - KYOTO POCO, MA KYOTO!
La seconda azione intende responsabilizzare i cittadini sui comportamenti
che hanno conseguenze negative rispetto all'ambiente e sui comportamenti
alternativi possibili. L'azione si rivolgerà agli automobilisti in strada e
ai pedoni. Sarà utilizzata un'automobile collettiva di compensato portata
da 8 passeggeri con motore pedonale. I passanti e gli automobilisti saranno
"agganciati" per proporre comportamenti di mobilità cittadina sostenibile e
sarà chiesto loro di firmare il foglio di intenti "Kyioto poco, ma Kyioto!"
nel quale si propone una lista di pratiche alternative per il rispetto
dell'ambiente

Per interviste, contatti e informazioni sulle azioni potete contattare
direttemente:
Marco Forlani 348/3723812 - forlaski at hotmail.com


Rete Lilliput, da sempre impegnata sui temi ambientali, chiede di invertire
la tendenza dell'attuale sistema di sviluppo che sta stravolgendo il clima
del pianeta. Un dato per tutti: negli ultimi 15 anni si sono registrate le
temperature più alte del millennio.
A pagare le spese dei cambiamenti climatici saranno le generazioni future e
le popolazioni più deboli del pianeta con meno risorse per far fronte ai
mutamenti ambientali conseguenti ai cambiamenti climatici
(desertificazione, inondazioni, carestie, diffusione di malattie).
L'ultimo rapporto dell'IPCC, il gruppo intergovernativo istituito dall'ONU
per monitorare i cambiamenti climatici a livello planetario, parla chiaro:
la responsabilità è imputabile ai gas di serra (in particolare CO2)
prodotti dall'utilizzo di combustibile fossile (petrolio).
Il protocollo di Kyoto stipulato nel 1997 proprio con lo scopo di ridurre
le emissioni di gas serra, è il primo accordo mondiale sui cambiamenti
climatici che preveda delle sanzioni per chi non ne rispetta i parametri.
Ed è a rischio nella sua attuazione proprio per il rifiuto di ratificarlo
da parte di Russia e Usa che impediscono di fatto a tutti gli altri paesi,
di utilizzare questo prezioso strumento per controllare i cambiamenti del
clima.
L'Italia da parte sua ha ratificato il protocollo nel 2002, impegnandosi a
diminuire le proprie emissioni del 6,5%, ma poi ha fatto esattamente il
contrario: si calcola infatti che oggi le emissioni siano aumentate del
5,4% dal 1990, il che significa che entro il 2012 dovremo ridurle del 12%!
Nel frattempo, nel nostro paese si prevede un aumento di circa il 30% delle
emissioni dovute a trasporto su gomma, mentre si continua a investire
pochissimo sulle energie rinnovabili.
In questo contesto Rete Lilliput chiede ai cittadini di prendere coscienza
del fatto che il futuro della vita su questo pianeta è seriamente in
pericolo e di conseguenza di rivedere il proprio stile di vita individuale,
riducendo il consumo di energia, e allo stesso tempo di chiedere al governo
italiano di rispettare con serietà e correttezza i parametri del protocollo
di Kyoto oltreche denunciare l'irresponsabilità di quei paesi, in
particolare Usa e Russia, che per un tornaconto meramente economico si
rifiutano di ratificarlo.