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I: rassegna stampa: Le promesse di Alemanno sugli ogm
- Subject: I: rassegna stampa: Le promesse di Alemanno sugli ogm
- From: "Altragricoltura" <altragrico at italytrading.com>
- Date: Thu, 6 Nov 2003 23:58:14 +0100
Ieri a Roma si sono tenuti i cosidetti "Stati generali della coalizione Liberi da OGM" che hanno visto la presenza del ministo Alemanno. Anche noi eravamo presenti e l'impressione riportata dal suo intervento è che l'autonomia del "Politico" regna ancora sovrana tra i nostri parlamentari. Nonostante tutti i presenti al convegno si siano pronunciati chiaramente almeno su 3 nodi fondamentali per la questione OGM, e cioè 1) non lasciare cadere la moratoria sugli OGM in europa ed Italia; ") No a qualsiasi modello di coesistenza tra colture OGM, convenzionali e biologiche; 3) No all'intoduzione di qualsivoglia soglia di tolleranza sulle sementi e difesa ad oltranza del principio:tolleranza zero sugli OGM; il ministro Alemanno ha preannunciato un provvedimento di legge che demolisce di fatto questa strategia portata avanti dai movimenti, dalle associazioni ambientaliste e di categoria, vissuta in profondità dalla società civile. Ieri Alemanno si è dimostrato, come di consueto, sordo alla voce di tutti gli interlocutori che in quella sede rappresentavano i bisogni dei cittadini. Ancora una volta si è evidenziato il rifiuto di ascoltare, realmente, da parte del rappresentante del governo, che non dimentichiamo in questo momento è anche alla direzione della comunità europea. Noi pensiamo che lo spazio d'influenza del fronte anti OGM sulle scelte dell'attuale sistema politico sia esiguo,e che, per la sua stessa possibilità di restare aperto, debba essere riconsegnato ai movimenti ed alla loro capacità di generare discussione-conflitto-discussione nella consapevolezza che la rete sociale dei produttori capaci di produrre cibo Non OGM dimostra ogni giorno che passa che un'altra agricoltura è possibile. A cura di AltrAgricoltura. ----------------- Tratto da "Il Manifesto" - 5/11/03 Le promesse di Alemanno sugli ogm in agricoltura Il ministro nero-verde annuncia un decreto che fissa forti limiti alle colture geneticamente modificate LUCA FAZIO Un passo avanti con i piedi per terra, possibilmente senza organismi geneticamente modificati. E' questo il messaggio che il ministro per le politiche agricole, Gianni Alemanno, ha voluto lanciare alla coalizione Liberi da ogm che ieri a Roma ha convocato gli «stati generali». Il ministro si è rivolto a gran parte del mondo agricolo, alle associazioni ambientaliste, a metà delle regioni italiane, all'azienda leader della grande distribuzione e ad alcuni dei nomi più noti dell'industria alimentare. «Il governo la settimana prossima - ha detto Alemanno - presenterà un decreto legge sulla coesistenza di colture ogm e ogm-free». Significa che il ministro, dovendo garantire la libertà di scelta ai coltivatori, come stabilisce la direttiva europea, decreta però norme molto rigide per tutelare la stragrande maggioranza che preferisce fare a meno degli ogm. L'obiettivo, tenuto conto che ci sono già 12 regioni che li rifiutano e che avranno la possibiltà di legiferare in materia, è quello di liberare progressivamente il territorio dall'azione infestante delle multinazionali del biotech. Secondo Federica Ferrario, responsabile della campagna ogm di Greenpeace, «è importante che si sia creato questo schieramento allargato perché dimostra che l'opposizione agli ogm non proviene solo dal mondo ambientalista, adesso bisogna mantenere alta la tensione perché i prossimi mesi saranno decisivi per capire se il decreto davvero riuscirà a tutelare l'agricoltura italiana». Il ministro qualche nemico se lo ritroverà presto in casa; e anche più insidioso del senatore Maurizio Ronconi (Udc), il quale ieri ha detto che «al di là delle valutazioni personali del ministro Alemanno, non sarebbe condivisibile la presentazione di un decreto legge sulla coesistenza tra coltivazioni». Faranno sicuramente più rumore le risposte che cercherà di dare il super convegno intitolato Ogm, minaccia e speranza? che si terrà il 10 e 11 novembre nientemeno che al Vaticano. Sembra che il neo cardinale Renato Martino, noto divoratore di cibo geneticamente modificato - «sono stato 16 anni in America mangiando ogm e non ho mai avuto problemi di salute» - abbia raggruppato il fior fiore degli scienziati favorevoli a modificare tutto il modificabile. Non lo affermano i «soliti» ambientalisti. Lo scrive anche Dinualdo Gutierrez, vescovo della diocesi di Marbel (Filippine), rivolgendosi proprio al cardinale Martino: «Gli invitati al convegno sono noti per avere un atteggiamento preconcetto o legami con istituzioni e compagnie che promuovono gli ogm...Sua Eminenza, se ciò è vero siamo turbati per i risultati che questo seminario potrebbe dare e per il peso che potrebbero avere sulla vostra decisione di appoggiare l'uso degli ogm». N.B. se volete essere cancellati da questa lista scrivete a altragricoltura at italytrading.com Nella santa sede, forse, suonerà anche l'altra campana, grazie agli interventi dei professori Buiatti e Romano; e la parola, forse, verrà data anche a un rappresentante della Coldiretti. «Noi diciamo no alla coesistenza tra prodotti tradizionali e ogm - ha ribadito ieri il presidente del più influente sindacato agricolo - e la nostra posizione deriva dal fatto che puntiamo a garantire la qualità e l'origine dei prodotti. Bisogna stare attenti a non mettere a rischio le coltivazioni tradizionali che si sono affermate nel tempo e che costituiscono l'elemento portante dell'economia agricola italiana». Un no secco alla coesistenza tra colture ogm e ogm-free è stato espresso anche dall'Intesa dei Consumatori, «perché la simultaneità fra agricoltura tradizionale biologica e transgenica è assolutamente da evitare, vi è il forte rischio che in poco tempo i campi ogm-free siano contaminati da sementi transgeniche». Il verde Pecoraro Scanio si è rivolto direttamente ai colleghi del ministro nero/verde Alemanno. «Dopo che 12 regioni italiane si sono dichiarate ogm-free - ha detto - il governo deve necessariamente prenderne atto. Il nostro paese deve scegliere la qualità in agricoltura, anche per salvaguardare la sua economia, e non deve pertanto essere dipendente da due multinazionali che devono vendere semi». ------------------------------------------------------
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