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RAGIONANDO INTORNO AL "CASO BRINDISI"
- Subject: RAGIONANDO INTORNO AL "CASO BRINDISI"
- From: "Giancarlo Canuto" <giancanuto at tiscalinet.it>
- Date: Fri, 31 Oct 2003 12:41:16 +0100
RAGIONANDO INTORNO AL "CASO BRINDISI"Intervistato dal "Corriere del Mezzogiorno" nei giorni scorsi il giornalista e storico Ernesto Galli della Loggia si lasciato andare anche in alcune considerazioni sul "caso Brindisi". Gli amici del Forum Ambiente-Salute e Sviluppo hanno utilizzato l'occasione per rispondere e polemizzare con l'interlocutore milanese ma anche per offrire un ragionamento "alternativo" sulle vicende politico-giudiziarie. Lo metto in rete per coloro che vogliono farsi una idea ma anche per chi - partiti e movimenti del centro sinistra per esempio - che si preparano a costruire le prossime amministrative senza una profonda autocritica del passato. Trasmetto per chiunque lo volesse utilizzare e ulteriormente diffondere e pubblicare Giancarlo CANUTO - A SINISTRA - Brindisi Siamo coscienti che e-mail indesiderate sono oggetto di disturbo, quindi la preghiamo di accettare le nostre più sincere scuse se la presente non è di Suo interesse. 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Cosa fanno i medici, gli avvocati di Brindisi.. che votano nel modo in cui hanno votato". Affermazioni queste che sorprendono e dispiacciono per la disinformazione sulla quale si fondano e per la apoditticità dei giudizi espressi col ricorso peraltro a semplicistici luoghi comuni. Ma proviamo a rispondere ad alcune domande-censure di Galli Della Loggia rilevando innanzitutto che a Brindisi è potuto accadere ciò che è accaduto perché il ceto politico locale, sostanzialmente lo stesso da anni pur nel mutare dei colori e delle casacche, ha dimostrato nella prevalenza delle sue componenti di concepire la politica in modo non dissimile da come sembra intenderla l'illustre studioso. Una competizione cioè fra espressioni, solo in apparenza distinte o contrapposte, di un omogeneo ed onnivoro ceto politico quale inevitabile prodotto di una politica gestita e controllata da un ristretto gruppo di persone (le èlites, appunto), incapace di favorire ed anzi rivolto a bloccare la "partecipazione" di tutti i cittadini, chiamati invece, dalla Costituzione a determinare con metodo democratico la politica nazionale (e locale) attraverso l'indispensabile strumento dei partiti. E sì, perchè una competizione elitaria riconosce all'elettorato solo il ruolo di "scegliere" le "soluzioni" come predisposte dal ceto politico e non anche la funzione di costruirle dal basso con la conseguenza che queste soluzioni rischiano, proprio come è avvenuto a Brindisi sul versante della politica economica ed energetica, di diventare espressione non dell'interesse generale della comunità ma di interessi particolari di cordate, conventicole e poteri forti. E rischiano anche di somigliarsi sempre di più fino a risultare sovrapponibili e ad apparire come la sola via percorribile. E' il malinconico destino della politica elitaria che soppianta e cancella la democrazia partecipativa come fatto di popolo. Il noto studioso si chiede poi cosa facevano i brindisini quando accadeva ciò che è accaduto. Glielo diciamo subito: molti di essi, singoli ed associati, insieme ad alcuni coraggiosi settori del giornalismo critico, denunciavano, protestavano, affermavano che Brindisi stava diventando una delle peggiori pattumiere d'Italia, chiedevano insomma un serio cambiamento di rotta. Molti brindisini - e noi del Forum fra questi - si sono per anni battuti contro la gestione verticistica e consociativa del potere locale e contro la politica delle megacentrali, degli insediamenti industriali selvaggi che non creano stabile occupazione e spesso alimentano oscuri affari, dei ricatti occupazionali, dei colpevoli silenzi sugli attacchi alla salubrità ambientale e alla salute. Ed hanno insistentemente reclamato un nuovo modo di fare politica per promuovere la rinascita della città perorando un nuovo modello di sviluppo senza omettere di indicarne percorsi ed obiettivi. Non sono stati ascoltati e nessuno, fra quelli che contano, ha dato loro una mano. Questo hanno chiesto tanti cittadini di Brindisi e non è dato comprendere cos'altro avrebbero dovuto fare messi, come lo sono stati, di fronte a due schieramenti non diversi per le scelte politiche in concreto praticate, schieramenti che avevano entrambi puntato per vincere le elezioni sullo stesso personaggio, l'uno prima e l'altro dopo un incredibile ribaltone. Avrebbero dovuto fare ricorso all'astenzionismo o avrebbero dovuto dar vita a liste locali prive di spessore politico, qualunquisticamente schierate contro tutti i partiti e destinate a sicuro insuccesso? Cosa avrebbe fatto in tale situazione il Galli Della Loggia? E cosa egli ha fatto in concreto a Milano, città che certamente ben conosce, alcuni anni addietro quando, come a Brindisi ma in dimensioni enormemente maggiori, maturavano quei processi degenerativi messi poi in luce dalle inchieste di "Mani Pulite"? Si coglie infine nelle dichiarazioni dello storico un'altra conferma della sua inclinazione per quella visione elitaria della politica che traspare dal suo discorso: quel rivolgersi essenzialmente alla borghesia, ai medici e agli avvocati senza menzionare altri ben più consistenti settori sociali che costituiscono la maggioranza dei cittadini. Noi invece crediamo proprio che questa maggioranza debba dare segni di riscossa per una rigenerazione della politica che non può che passare attraverso la rigenerazione dei partiti. Un radicale rinnovamento che reclamiamo sensibilizzando l'opinione pubblica e chiamando in causa anche le direzioni nazionali dei partiti che non possono far finta di ignorare la gravità della situazione messa in luce dalle inchieste giudiziarie in corso. E facciamo questo confidando anche nell'aiuto di autorevoli penne come quella di Galli Della Loggia. Brindisi, 28/10/2003 Carlo De Carlo - Michele Di Schiena - Teodoro Marinazzo del Forum Ambiente, Salute e Sviluppo - BRINDISI
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