rassegna stampa: Intervista a José Bové



a cura di AltrAgricoltura Nord Est
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Tratto da "L'espresso" - 29/09/2003
Fermiamo il mondo
Sovranità alimentare. Etica dei beni. E poi i brevetti farmaceutici. Le
sementi... Il leader dei contadini francesi rilancia la lotta. Appena
uscito dal carcere colloquio con José Bové
di Giacomo Leso
L´appuntamento è al ristorante Vaudeville, di fronte alla Borsa di Parigi.
Quasi un simbolo per José Bové che si prepara a combattere, a distanza,
l´Organizzazione mondiale del commercio riunita dal 10 al 14 settembre a
Cancun, in Messico. I giudici che hanno deciso il 2 agosto della sua
liberazione dalla prigione di Villeneuve-lès-Maguelonne, gli hanno invece
vietato l´uscita dal paese. Il contadino con i baffi e la pipa alza le
spalle e promette battaglia. "Tornerò a casa prima, ma la prossima
settimana sarò in piazza", afferma. Pipa sempre accesa, colorito e forma
migliore rispetto al giorno della liberazione dal carcere dove era stato
rinchiuso il 22 giugno con una condanna a 6 mesi per la distruzione di un
campo di mais transgenico. Esperienza difficile, seguita da un successo
inatteso: 250 mila persone invece che 40 mila, arrivate nonostante i 40
gradi d´agosto sull´altipiano del Larzac, nel sud della Francia, per il
meeting organizzato dalla sua Confédération paysanne.
La riunione del Larzac è stato un successo inatteso. Da ripetere a Cancun
in Messico?
"Io non ci sarò, ma ci andranno i miei. Con il Larzac 2003 volevano pesare
sui negoziati dell´Organizzazione mondiale del commercio. Abbiamo detto
forte e chiaro che non siamo d´accordo con questa mondializzazione".
Cosa diranno i suoi compagni a Cancun?
"Che è giunto il momento fermare tutto ed analizzare le conseguenze della
globalizzazione dalla creazione dell´Omc nel 1995. Il mondo va sempre
peggio, più della metà della popolazione del pianeta guadagna meno di due
dollari al giorno, il numero delle persone che muoiono di fame continua ad
aumentare. Il libero mercato conviene solo ai ricchi che sono sempre più
ricchi".
E allora cosa propone?
"Che il pianeta sia organizzato a partire dai diritti fondamentali
dell´uomo. Noi ci battiamo per la sovranità alimentare, il diritto dei
popoli a nutrirsi in modo autonomo; chiediamo un´etica mondiale dei beni e
dei servizi pubblici, contraria ad ogni privatizzazione di ciò che è
indispensabile alla vita. Contestiamo la logica perversa dei brevetti
farmaceutici, perché la salute deve passare prima del commercio, e di
quelli sulla ´materia viva´, le sementi non devono essere proprietà di
nessuno".
Si spieghi meglio.
"Non sappiamo ancora quali saranno gli effetti sulla salute dell´uso di
piante transgeniche, ma sappiamo già che non fanno guadagnare in produzione
e servono solo ad arricchire le multinazionali delle sementi".
Se in Spagna gli Ogm sono coltivati con risultati mediocri, in Italia
interi campi di Ogm vengono distrutti.
"Mi rassicura che i giudici italiani abbiano capito qual è la posta in
gioco. C´è coerenza fra discorso e realtà. Quanto ai contadini italiani: mi
auguro abbiamo piantato Ogm senza saperlo".
Dobbiamo considerarla anti-americano?
"No, mi oppongo solo a certe logiche economiche. Se la politica di guerra
dell´amministrazione Bush è condannabile non significa che lo siano tutti
gli americani. La prima mobilitazione mondiale di altermondialisti è
avvenuta a Seattle".
Ma chi paga le manifestazioni che fate?
"Dipende... L´ultima, quella del Larzac, è costata 800 mila euro, tutto
compreso; 200 mila euro sono arrivati in doni, il resto lo abbiamo
recuperato vendendo bibite e acqua sul posto. Per la prima volta, in una
riunione di queste dimensioni, nessuna multinazionale era presente. Anche
quelle della birra e delle bibite. In caso di deficit sono gli
organizzatori che pagano".
C´è chi dice che il movimento altermondialista è una moda e che non durerà.
"Errore. Il movimento sociale è forte ed entra in gioco al posto della
politica che ha perso la sua capacità di trasformazione del mondo. Oggi la
politica è fatta dalla base e lancia dibattiti in cui i temi locali sono
solo una piccola parte. Le mobilitazioni più importanti avvengono attorno a
valori universali che uniscono tutti i movimenti del pianeta. Ignorarlo
sarebbe poco lungimirante".
È per quello che i partiti politici, anche quelli di sinistra, hanno sempre
maggiore difficoltà a parlare con voi? I socialisti francesi sono stati
attaccati anche fisicamente, sia ad Annemasse durante il G8 di Evian che
sul Larzac.
"I partiti non sono più percepiti come una possibile risposta alle
rivendicazioni sociali ma come un freno. Il problema però è politico".
Sul Larzac lei però ha fatto ricostruire lo stand del Ps. E dopo il suo
discorso sull´autunno sociale caldo qualcuno ha pensato ad un José Bové
politico.
"No, sono un sindacalista e basta. Non voglio candidarmi in nessun partito.
E fra l´altro, nell´aprile scorso, ho finito anche di fare il portavoce
della Confédération paysanne".
Nell´ultimo anno la sua attività sindacale l´ha condotta in prigione due
volte. Ritiene sia democratico arrestare un sindacalista?
"Si tratta di repressione politica. Gli articoli del codice penale
all´origine del mio arresto servono a reprimere delitti politici. Abbiamo
smontato il McDonald´s, nel luglio ´99, perché eravamo ostaggi dell´Omc e
non c´era nessun tribunale presso cui si potesse fare denuncia. Quando
abbiamo sradicato gli Ogm nell´agosto ´99 è perché senza alcun dibattito le
multinazionali erano state autorizzate a piantare degli Ogm. L´unica
alternativa che rimaneva era disobbedire alla legge".
Assumendosene la responsabilità...
"I nostri atti di disobbedienza civile hanno allertato l´opinione pubblica
e costretto il governo a cambiare strada. La repressione ha sollevato una
protesta immensa. Finché stavo in prigione, il presidente della Repubblica
ha ricevuto più di 800 mila lettere, fra cui 10 mila provenienti
dall´Italia e altre decine di migliaia dall´Europa e dal mondo. Non ho
chiesto la grazia perché non avevo l´intenzione di inginocchiarmi davanti a
Chirac".
Ma quando l´hanno arrestata non è stato piacevole...
"Sono arrivati a casa mia, alle sei del mattino, con tanto di elicotteri e
squadroni di poliziotti armati fino ai denti, neanche fossi stato un
terribile gangster. Ridicolo".
E la gente non ha apprezzato.
"È stato un errore politico maggiore. Ma il problema è che anche in Francia
si applica il modello americano di gestione della povertà tramite la
galera. Il 90 per cento dei prigionieri non dovrebbe stare dentro. Sono
disadattati, esclusi. Per loro la prigione non serve a nulla se non ad
aumentare la frattura sociale: non reinserisce chi sta dentro e non apporta
nulla alle vittime. Bisogna lottare contro l´esclusione sociale".
Lei ha promesso un autunno di fuoco.
"Ce l´avranno. Se in pieno agosto 250 mila persone sono venute sul Larzac,
significa che la riforma delle pensioni, l´aumento della disoccupazione, le
minacce che pesano sulla sanità, sono preoccupazioni reali. Larzac 2003
lancia un segnale forte al governo Raffarin".
Professione ribelle
Joseph ´José´ Bové, è nato a Talence, vicino Bordeaux, l´11 giugno 1953.
Leader della Confederazione contadina che ha fondato nell´87, è produttore
di un ottimo formaggio Roquefort. A Montredon, nel Larzac, ha un gregge di
oltre 500 pecore. Ex sessantottino, anticonformista e
alter-mondializzazione, dagli anni ´70 è presente a ogni battaglia sociale.
Prima ha protestato contro la militarizzazione della pianura del Larzac
(durante il Larzac 2003 si è celebrato anche il 30 anniversario della
battaglia vinta contro lo Stato francese che voleva confiscare le terre ai
contadini), poi contro i test atomici francesi a Mururoa nel 1995 (è
l´unico francese partito per la Polinesia sulla nave di Greenpeace), ora e
sempre contro le multinazionali dell´alimentazione. Nega di essere
anti-americano e parla bene inglese. Nel 2002 è condannato a tre mesi di
carcere per aver devastato un McDonald´s in costruzione a Millau e nel 2001
a sei mesi per aver distrutto coltivazioni di Ogm. Altri otto mesi con la
condizionale li ha accumulati nel ´98 per aver distrutto semi transgenici
della svizzera Novartis. Ha appena pubblicato una raccolta delle lettere
che ha ricevuto in carcere lo scorso anno: ´Numéro d´écrou 20671 U´ ed è
autore del libro ´Il mondo non è in vendita´.

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