120 foto per un esposto sul caso Firenze



Associazione di volontariato Idra

Tel. e fax 055.233.76.65; e-mail: idrafir at tin.it; web:
http://associazioni.comune.firenze.it/idra/inizio.html;
http://idra.dadacasa.supereva.it/



COMUNICATO STAMPA            Firenze, 4.7.'03

120 FOTOGRAFIE PER UN ESPOSTO SUL CAOS URBANO A FIRENZE CONSEGNATE STAMANI
ALL'AMMINISTRAZIONE COMUNALE, ALLA SOPRINTENDENZA PER I BENI ARCHITETTONICI
E PER CONOSCENZA ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA.

IN AGENDA INCONTRI CON GLI ASSESSORI BIAGI, BUGLIANI E COGGIOLA E CON I
TECNICI DI SETTORE: QUESTO IL RISULTATO PIÙ SIGNIFICATIVO DEL COLLOQUIO CHE
IDRA, ITALIA NOSTRA E COORDINAMENTO COMITATI HANNO AVUTO MERCOLEDÌ A
PALAZZO VECCHIO COL VICE SINDACO GIUSEPPE MATULLI.

Un colloquio disteso e utile quello che Idra ha avuto mercoledì 2 luglio
col vice sindaco Matulli a Palazzo Vecchio. L'incontro era stato richiesto
dall'associazione ecologista a beneficio delle espressioni della società
civile fiorentina sinora escluse dalle consultazioni dell'Amministrazione
comunale sui temi della viabilità, della vivibilità, della tutela dei beni
ambientali e culturali e della sicurezza, con particolare riferimento alle
gravi criticità intorno alla Fortezza da Basso, esasperate nei giorni
scorsi dalla concomitanza con Pitti Immagine.

Il vice sindaco ha ascoltato per oltre un'ora una delegazione di cui
facevano parte anche Italia Nostra, rappresentata dal dott. Pietro
Cipollaro, e il Coordinamento Cittadino dei Comitati, rappresentato
dall'arch. Nuccia Rizzitano.

E' stato richiesto da tutti i convenuti l'avvio di un processo di
consultazione di routine delle espressioni organizzate della società
civile, anche sui tanti altri temi dell'infrastrutturazione di Firenze, in
particolare sulle cantierizzazioni per TAV, tranvia e terza corsia
autostradale.

E' stato richiesto inoltre di garantire informazione alla città sulle
progettazioni che la riguardano, e sulle continue variazioni in corso
d'opera che le tormentano: vanno individuati uno o più luoghi fisici nei
quali i cittadini possano visionare e consultare i progetti con gli
aggiornamenti in tempo reale. Il vice sindaco ha ammesso che questo è un
problema ben presente agli amministratori.

I rappresentanti delle associazioni presenti nella delegazione hanno
chiesto inoltre di intervenire, come soggetti titolari di diritti, o di
essere per lo meno auditi e consultati, alla conferenza di servizi sulla
Fortezza da Basso annunciata da Matulli nei giorni scorsi.

Idra, rappresentata dal presidente Girolamo Dell'Olio e dal vice presidente
Pier Luigi Tossani, ha mostrato al vice sindaco parte del repertorio di 120
fotografie che integra l'esposto depositato stamani presso il Comune di
Firenze e la Soprintendenza di Palazzo Pitti, e indirizzato al sindaco
Leonardo Domenici, al vice sindaco Giuseppe Matulli e al soprintendente
Domenico Valentino, trasmesso per conoscenza anche alla Procura della
Repubblica. Nell'esposto Idra documenta e contesta politiche di sottrazione
strutturale di diritti e di vivibilità (soprattutto a danno delle fasce più
deboli: bambini, ragazzi, mamme, anziani, disabili e pedoni in genere,
letteralmente impediti ad avventurarsi nelle ampie aree della città
interessate dalle cantierizzazioni), e di esposizione a rischi in materia
di sicurezza e incolumità.

Secondo l'associazione, le rotonde appaiono vere e proprie trappole
stressogene, impraticabili per chi non ha "ripresa" o - anche alla guida di
un'auto - non dispone di riflessi e aggressività a sufficienza. Rischi seri
corrono quindi tutti coloro che hanno scelto la bici come mezzo di
locomozione. Le rotonde senza semaforo hanno senso solo quando il traffico
non raggiunge dimensioni caotiche. In caso contrario sono generatrici di
rischi, stress e ingorghi. Perché non adottare impianti semaforici? ha
chiesto la delegazione. Se ne gioverebbero la sicurezza e la velocità degli
spostamenti. Vale per la ex ovonda, vale per Piazza Gaddi.

Quando non sono intasati, inoltre, i viali si trasformano in piste ad alta
velocità (nonostante i divieti formali di superare i 30 km/h). Chi
controlla la velocità?, è stato chiesto. Non risultano infatti essere state
attivate postazioni fisse. Un pericolo aggiuntivo per la salute e la
sicurezza dei ciclisti deriva dalla promiscuità con questo tipo di
traffico, aggravato dall'immissione di mezzi pesanti in uscita dai
cantieri, dalla polvere e dal fango. Insufficiente o del tutto assente
appare essere la segnaletica che annuncia gli automezzi in entrata e in
uscita dai cantieri (uno di questi ha l'ingresso collocato subito prima di
una curva a 90°, a sua volta preceduta da un lungo percorso rettilineo a
più corsie e a senso unico). Perché non vengono istallati, a beneficio dei
cantieri, impianti semaforici a chiamata?

All'interno della raccolta di 120 foto che Idra mette a disposizione
dell'Amministrazione sono documentati anche avventurosi attraversamenti
pedonali di routine del viale Strozzi da parte di lavoratori costretti a
spostarsi solo in questo modo da un cantiere all'altro nell'area fra il
Romito e il vecchio sottopasso del Viale Belfiore. Quanto agli altri
pedoni, là dove sono invitati a utilizzare accessi loro riservati, come la
scala che permette la discesa dal Romito, essi sono poi costretti a
utilizzare percorsi particolarmente inquinati, adiacenti al traffico
intensissimo del viale e alle lavorazioni di cantiere (polvere, rumore).

All'incrocio fra viale Strozzi e via Cosimo Ridolfi vige poi una
sconcertante situazione di caos: mancanza di regole e di vigilanza,
segnaletica non chiara (quella orizzontale risulta di fatto illeggibile),
semafori spenti, mentre si addensa in poche decine di metri quadri un
groviglio di confluenze e direzioni. In prossimità dell'accesso pedonale
più consueto alla vasca dei cigni, a queste condizioni si sommano la
presenza dell'accesso rotabile all'Intendenza di Finanza e a un importante
esercizio commerciale, parcheggi apparentemente selvaggi che ostacolano
anche ogni residua visibilità, l'accesso a un cantiere (quello per
l'interramento di Viale Strozzi), un corridoio irrituale per autoarticolati
giganti diretti a Firenze Expo lungo la nuova stretta viabilità in fregio
alle mura della Fortezza, un controviale già pedonale (quello che circonda
l'area della vasca dei cigni) occupato ora da selve di motorini, ora da TIR
in attesa di dirigersi verso le mostre. Il controviale di servizio
all'ingresso alla Fortezza, peraltro, è organizzato per un doppio senso di
marcia, nonostante lo spazio appena sufficiente, con ogni evidenza, a far
transitare un solo autoarticolato. Accanto, la sfida del grigio
camminamento promiscuo pedonale e ciclabile.

C'è, ancora, il caso del giardino di Porta Mugnone, sistemato dal governo
Dini nel '95 per il vertice europeo di Firenze. Qui vige una vera e propria
"zona franca", l'area carico e scarico merci, documentata fotograficamente
nei giorni di Pitti Immagine: parcheggi selvaggi anche sulle aiuole,
cartelli stradali divelti, sporcizia, mini-discariche diffuse, incuria.

Sul lato ferrovia, le mura cinquecentesche fungono da mero supporto
d'appoggio e ricettacolo di materiali in discarica privi di qualsivoglia
recinzione.

In relazione alle manifestazioni di Firenze Expo, Idra ha chiesto al dott.
Matulli come mai non abbia funzionato il treno navetta per Pitti Immagine,
e se sia dunque caduto l'impegno alla pedonalizzazione di piazza Vittorio
Veneto, adibita nei giorni scorsi a terminal per le navette su gomma per la
manifestazione espositiva. Il vice sindaco ha spiegato che le Ferrovie
hanno ammesso di disporre di tracce orarie che permettono un servizio
ferroviario cadenzato, ma che l'offerta non è stata ritenuto conveniente da
Pitti Immagine. Ci si domanda, ha replicato Idra, come mai invece il Comune
di Firenze non intenda esigere dalle FS l'attuazione di programmi che
risalgono ormai a oltre 20 anni fa, quando contestualmente alla costruzione
della Direttissima Firenze-Roma venne apparentemente ottenuto (ma solo
sulla carta) l'impegno all'attivazione di un servizio ferroviario
metropolitano cadenzato di superficie lungo il quadruplicamento
Rovezzano-Prato. I pendolari, i turisti, i visitatori, ha concluso Idra,
non possono certo attendere il 2013 (e solo se non ci saranno intoppi) per
vedere attivata dopo la costruzione del doppio tunnel TAV la metropolitana
di superficie. Ci sono già i binari e le stazioni, purché vengano
restituite - vedi il caso della Leopolda a Porta al Prato - al loro uso
ferroviario. Si tratta allora solo di stabilire le priorità: vanno
soddisfatte prima (e comunque solo fra 10 anni) le costosissime esigenze di
élite dell'utenza (teorica) TAV, o invece subito e a costo zero le
necessità impellenti di decine di migliaia di cittadini soffocati dalla
mobilità obbligata su gomma? Il vice sindaco, che ha diretto per molti anni
un Comune mugellano (Marradi) servito dalla linea Faentina, e che è dunque
ben consapevole del significato e dell'importanza dei collegamenti
ferroviari per l'area metropolitana, ha ascoltato con apparente attenzione
e interesse queste osservazioni.

Di più, la delegazione ha manifestato il proprio vivo rammarico per le
posizioni espresse dal sindaco Leonardo Domenici quando, rispondendo a un
cronista che gli chiedeva ragione dell'apparente doppione (tunnel di viale
Strozzi e raddoppio del sottopasso Belfiore) a servizio sempre e comunque
del traffico privato, ha dichiarato: "Questo non mi pare un problema,
avremo una strada in più e il traffico ne beneficerà" (!). Si può chiamare
forse "cura del ferro", una siffatta politica delle infrastrutture in città?

Quando l'esposizione dei problemi e l'illustrazione della documentazione
fotografica hanno iniziato a farsi più tecniche e settoriali, il dott.
Matulli ha opportunamente interrotto l'incontro, impegnandosi a riconvocare
la delegazione al più presto alla presenza dei soggetti direttamente
competenti: il prof. Mario Preti e gli assessori Vincenzo Bugliani, Gianni
Biagi e Paolo Coggiola.

Prima di salutare, l'associazione Idra ha sinteticamente sottoposto al
dott. Matulli due questioni a suo parere cruciali e urgenti:

la necessità di un monitoraggio (se non delle tutela) della salute e della
qualità della vita dei cittadini (un progetto di ASL e ARPAT al riguardo
attende da tre anni il finanziamento, peraltro assai modesto, necessario
farlo avviare);
l'opportunità che l'Osservatorio Ambientale sui lavori TAV sia affidato a
soggetti che dispongono di tempo sufficiente, e che non siano già stati
coinvolti nelle decisioni che riguardano i progetti stessi.