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Sardegna, pattumiera nucleare
- Subject: Sardegna, pattumiera nucleare
- From: Sabrina Deligia <sabrina.deligia at email.it> (by way of Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.it>)
- Date: Fri, 13 Jun 2003 17:39:39 +0200
Questo è l'articolo uscito il 20 maggio 2003 su Liberazione. Occhiello: Il generale dell'esercito Carlo Jean, grazie ai poteri speciali avuti dal premier Silvio Berlusconi, dirotterà sull'isola le scorie attualmente sigillate a Caorso, Latina, Trino Vercellese e Garigliano Titolo: Sardegna, pattumiera nucleare Migliaia di tonnellate di rifiuti radioattivi stanno per essere scaricati nelle viscere dell'isola. Finora lo stoccaggio di questi materiali provenienti dalle vecchie centrali atomiche chiuse dopo il refererendum del 1987 è avvenuto in siti blindati sparsi sul territorio, ma il premier Silvio Berlusconi ha deciso di costruire un "deposito unico nazionale" a prova di terremoti e di attacchi terroristici ed ha messo a capo dell'operazione un generale dell'esercito, il quale ha pensato subito alle miniere abbandonate del Sulcis, dell'Inglesiente, del Sassarese ed ai poligoni di tiro di Quirra, Perdasdefogu, Capo Teulada, che attendono una nuova destinazione d'uso. L'incarico di scegliere il sito entro il 15 giugno di quest'anno è stato affidato, con un decreto del presidente del Consiglio, alla Sogin spa (società di gestione degli impianti nucleari) nata per curare le attività del dopo nucleare, presieduta dal generale dell'esercito Carlo Jean e amministrata da Giancarlo Bolognini, ma la scelta dell'sola che sta provocando una sollevazione bipartisan nella regione, come denunciava ieri l'Unione Sarda, era già stata fatta da tempo. Era stata pensata dal governo già prima di novembre, mese di elezione alla presidenza della Sogin del generale Jean, chiamato a rivedere i criteri di esclusione adottati dalla stessa Enea per individuare il sito dove sorgerà il deposito nazionale delle scorie radioattive italiane. I criteri adottati in precedenza per arrivare a circa 200 siti appetibili e candidabili alla funzione di discarica escludevano le isole (per non incorrere in assurdi pericoli di disastro ambientale in caso di incidente/affondamento delle navi da trasporto), la fascia interna a 50 chilometri dal confine, e la distanza di 15 chilometri dalle città con più di 100 mila abitanti. Jean, o chi per lui, ha adottato nuovi elementi di valutazione, che guarda caso però coincidono con quelli di Pietro Armani, presidente della commissione Ambiente. E' lo stesso Armani ad essere tra i primi firmatari della proposta di legge di Alleanza nazionale mirata alla costruzione di impianti nucleari all'estero (annullando il risultato del referendum del 1987), che vorrebbe lo stoccaggio atomico «sulle strutture del demanio militare, che hanno tutte le caratteristiche di sicurezza adeguate». La conferma dell'affaire Sardegna si è avuta nell'audizione del 26 febbraio davanti alla commissione Bicamerare sui rifiuti dell'amministratore delegato della Sogin, Bolognini: «Per quanto riguarda il deposito unico nazionale, mi è stato chiesto perché non si prendano in considerazione le isole. Non ho assistito all'audizione del professor Rubbia - Carlo Rubbia presiede l'Enea, ndr - ma immagino che lui abbia detto che, quando cominciarono gli studi per identificare i siti possibili, le isole furono scartate non perché si pensasse al rischio del trasporto marino, ma per le condizioni geologicamente poco appetibili e perché potevano nascere contestazioni, cosa che è avvenuta in qualche occasione, da parte di Greenpeace o di altre organizzazioni di questo tipo. Oggi - ha proseguito Bolognini - non c'è assolutamente alcun motivo per escludere a priori le isole, soprattutto quelle che hanno caratteristiche geologiche e geotettoniche di stabilità, tanto è vero che, riprendendo l'esame dei parametri tecnici necessari per identificare il sito, questa esclusione non verrà più applicata». Il riferimento è alla Sardegna, visto che la Sicilia, altamente sismica, non è proponibile perché un terremoto potrebbe squarciare la "bara" e provocare una contaminazione nucleare. Bolognini ha quindi aggiunto che «ci sarà una rivisitazione da parte dei consulenti internazionali che hanno un'esperienza specifica in quanto hanno realizzato siti similari nei loro paesi ed i parametri verranno riconsiderati». Anche questa pista, come ricorda l'Unione Sarda, conduce all'isola, partendo dal Nord America, visto che un consulente di riferimento, il fisico Jeremy Whitlock, vice presidente della Canadian Nuclear Society, sostiene che i terreni migliori per conservare le scorie nucleari sono quelli argillosi: vengono sfruttati in Canada e allo stesso modo, spiega lo scienziato in un suo studio, «gli strati argillosi riscaldati naturalmente che si trovano sotto le rocce vulcaniche della Sardegna» offrono lo stesso grado di protezione. Se il 15 giugno la scelta dovesse cadere sulla Sardegna, né il sindaco né il presidente della regione riuscirebbero a opporsi. Con il decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale numero 59 del 12 marzo 2003, Berlusconi ha dichiarato lo stato di emergenza per i rifiuti radioattivi e ha conferito a Carlo Jean poteri speciali degni dello stato di guerra. Il generale, su propria insindacabile decisione, può derogare a ben 21 tra leggi, decreti ministeriali, circolari e contratti di lavoro. Ovvero - come spiega la rivista "Diritto e ambiente" - Jean sarà libero di violare norme di tutela dell'ambiente, di controllo delle acque, di licenze edilizie e di trasporto su strada, in mare e in ferrovia dei rifiuti pericolosi. A leggere il suo curriculum il generale non è stato scelto a caso: docente di Studi strategici, presso la facoltà di Scienze politiche, oltre ad essere stato nel biennio 1998-2000 membro del comitato scientifico di Confindustria, e già presidente del Centro alti studi per la difesa (Casd). Comandante del Gruppo tattico Susa (Forza mobile Nato), collaboratore di "Limes", ma anche di riviste legate alla neodestra come "Ideazione" e "Diorma", uomo del Sisde, ex rappresentante dell'Ocse per il controllo degli armamenti nella ex Jugoslavia, tra i tanti testi coautore con Giulio Tremonti del libro: Guerre stellari società ed economia del cyberspazio. Tanto per restare in biblioteca, tra le opere letterarie del militare si può leggere "L'uso della forza: Se vuoi la pace comprendi la guerra" o l'articolo dal titolo "Russia dove vai? " uscito in "Charta Minuta - Ogni mese una tappa. Per far crescere la destra" insieme a Davide D'Antoni. Il fine pensiero politico di D'Antoni è rintracciabile in alcuni articoli pubblicati sulla rivista Diorama dell'ex-fuoriuscito dal Msi, negli anni ottanta per un dissenso con l'ala rautiana del partito, Marco Tarchi. E altro ancora. Sabrina Deligiasabrina. deligia@liberazione. it
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