01/06 Roma: SVILUPPO SOSTENIBILE E IMPRONTA ECOLOGICA: WACKERNAGEL E JESINGHAUS A ROMA



SVILUPPO SOSTENIBILE E IMPRONTA ECOLOGICA

WACKERNAGEL E JESINGHAUS A ROMA



Domenica 1 giugno ore 19:00 - Casale Podere Rosa, via Diego Fabbri snc

Seminario promosso da Rete Lilliput, Cocs, Rnesf, Università Verde

(ore 21 proiezione Cuore di Tuono di Michael Adapted - saranno aperti
BioPub e BioOsteria)



ROMA, 30 MAG 2003 - Due dei massimi esperti internazionali di sviluppo
sostenibile, Mathis Wackernagel e Jochen Jesinghaus, saranno a Roma
domenica 1 giugno per presentare le piu' aggiornate metodologie di
misurazione del rapporto tra comportamenti e stili di vita di una
popolazione e la quantita' di ambiente e risorse naturali necessari per
sostenerlo: l'"Impronta ecologica" e il "Dashboard of sustainability".

L'idea dell'impronta ecologica nasce dagli studi del ricercatore Mathis
Wackernagel che ha elaborato un metodo innovativo per calcolare l'area di
terra e di mare necessaria ad ognuno di noi per sostenere i suoi consumi di
materie prime, energia e per assorbire i rifiuti. Questo indicatore, basato
su considerazioni termodinamiche, fisiche e biologiche, permette di
cogliere in modo semplice ed immediato la relazione tra lo stile di vita di
una popolazione e la "quantità di natura" necessaria a sostenerlo.
L'impronta ecologica e' un indicatore molto utile per far cogliere ai
cittadini e ai decisori politici - in maniera rigorosa, ma facilmente
intuibile - la relazione tra lo stile di vita di una popolazione e la
"quantità di natura" necessaria per sostenerlo. Viene utilizzata anche dal
Wwf per la valutazione dello stato del Pianeta (Living Planet Index - per
informazioni www.rprogress.org)

Il Dashboard of sustainability e' un sistema di visualizzazione che traduce
enormi quantità di dati relativi all'andamento economico, sociale,
ambientale di una nazione o di una comunita' in elaborati grafici di facile
comprensione per tutti poiché basati sul linguaggio dei colori. In questo
modo il cittadino puo' tenere sotto controllo più di 50 parametri del tipo:
emissioni di CO2, distribuzione del reddito, rapporto tra salari maschili e
femminili, ecc.ecc. Il Dashboard of sustainability e' nato in seguito al
Summit Mondiale sullo sviluppo sostenibile del 1992 di Rio de Janeiro per
monitorare Agenda 21. Viene utilizzato anche da pubbliche amministrazioni
italiane ed é scaricabile da scricabile da http://esl.jrc.it/dc/index.htm.

Mathis Wackernagel

Dirigente del Programma per la sostenibilita' presso la Redefining
Progress, un'organizzazione non governativa, apartitica, con sede a Oakland

Jochen Jesinghaus

Economista specializzato sullo sviluppo sostenibile. Membro del gruppo di
lavoro interservizio della Commissione su contabilita' nazionale verde ed
indicatori ambientali, del gruppo ONU di esperti sugli indicatori di
Sviluppo Sostenibile, delegato al Forum Sociale Mondiale (Porto Alegre
2002), al vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile (WSSD, Johannesburg
2002) e al Forum Sociale Europeo (Firenze 2002) attualmente lavora nella
direzione generale della Commissione europea per sviluppo

L'incontro si svolge all'interno della Settimana dell'impronta ecologica
promossa da Rete Lilliput in occasione della Giornata Mondiale per
l'Ambiente del 5 giugno www.retelilliput.net



per informazioni: Barbara Mariotti 3336436028

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Per approfondire:

1) L'impronta ecologica: un indicatore per valutare il nostro peso sulla Terra

2) Dashboard of sustainability

3) Curricula di Mathis Wackernagel e Jochen Jesinghaus



1) L'impronta ecologica: un indicatore per valutare il nostro peso sulla Terra

Gruppo di lavoro tematico impronta ecologica e sociale di Rete Lilliput

L'impronta ecologica è un indicatore ideato nel 1990 da William Rees e
Mathis Wackernagel e continuamente perfezionato da quest'ultimo: il WWF nel
1996 lo ha presentato in Italia traducendo anche l'omonimo libro (Impronta
ecologica - Edizioni Ambiente).

L'impronta è utilizzata per correlare lo stile di vita ed i consumi di una
popolazione con "la quantità di natura" che serve per sostenerli a tempo
indeterminato. Questa "quantità di natura" - espressa in ettari di
territorio pro capite - comprende sia le risorse naturali necessarie per
mantenere quel tipo di vita e di consumi (es. campi per produrre grano,
alberi per la carta, spazio per il costruito ecc.), sia gli spazi
ambientali necessari per smaltire i rifiuti generati (es. ettari di foreste
per assorbire l'anidride carbonica prodotta dalle auto); in pratica
l'impronta rappresenta "il peso" che ogni componente di una popolazione ha
sull'ambiente..

E' molto interessante confrontare l'impronta con la "produttività pro
capite" o "biocapacità" del territorio abitato dalla popolazione presa in
esame. Dal punto di vista dell'equilibrio ecologico se l' impronta è minore
della biocapacità tutto va bene, se è maggiore c'è da preoccuparsi perché
significa che la popolazione esaminata preleva risorse dai territori
esterni ai suoi confini. Come si vede dalla tabella se si desse il livello
di vita dell'italiano medio a tutti gli abitanti della Terra occorrerebbe
la produttività di due pianeti e questo non è possibile!

Nella tabella sono riportati i dati relativi all'impronta ecologica di
alcune nazioni tratti dal Living Planet Index, documento presentato dal WWF
Internazionale nel luglio 2002.

L'impronta dell'Italia è di 3,8 ha pro capite mentre la biocapacità
dell'Italia è pari a 1,3 ettari. Questo significa che l'Italia ha un
deficit pro capite che è pari a 2,5 ettari. In altre parole gli italiani
per non gravare sul resto del mondo avrebbero bisogno della biocapacità di
almeno altre due "Italie".

In Italia, il Gruppo Impronta ecologica e sociale di Rete Lilliput
(www.retelilliput.org), si è impegnato a diffondere questo indicatore per
indurre i cittadini ad assumere un atteggiamento più responsabile verso
l'ambiente. L'impronta è stata calcolata per diverse città come Bologna,
Catanzaro, Ancona, e per varie regioni italiane tra cui la Liguria. Il
Galles ha recentemente deciso di adottare l'impronta ecologica come
indicatore principale per le sue politiche di sostenibilità.

Per approfondire:

1) Mathis Wackernagel ricercatore del Centre for Sustainability Studies -
Universidad Anahuac de Xalapa "L'impronta ecologica" - Edizioni Ambiente -
2000.

2) Nicky Chambers, Craig Simmons, Mathis Wackernagel Manuale delle impronte
ecologiche - Edizioni Ambiente - 2002

3) www.redefiningprogress.org sito della ONG presso la quale lavora Wackernagel

4) Per calcolare l'impronta ecologica personale vedi www.myfootprint.org



2) Dashboard of sustainability

Per costruire un nuovo mondo, per gestirne la complessità occorrono
strumenti adeguati per la società civile, per i decisori politici, per le
associazioni e le forze politiche. Ecco perché la necessità di sostituire
il PIL - ormai obsoleto - come indicatore di benessere è diventata urgente,
irrinunciabile e strategica.

A questo proposito Rete Lilliput ha individuato nell'indicatore detto
"Dashboard of sustainability" (tradotto "Cruscotto della sostenibilità -
indicatore elaborato nell'ambito della Commissione per lo sviluppo
sostenibile delle Nazioni Unite) un ottimo passo avanti verso migliori
indicatori di benessere. La settimana dell'impronta ecologica è quindi
un'occasione valida per sensibilizzare i cittadini

Il fatto innovativo dell'impiego di questo nuovo indice é dato da:

1. Si basa su parametri (oltre 50) legati alla realtà e riguardano
effettivamente le tre dimensioni della sostenibilità ovvero il sociale,
l'ambiente e l'economia.

2. E' di facile comprensione per i cittadini, infatti usa il linguaggio dei
colori (verde= va bene, rosso = attenzione)

3. Permetterebbe a gruppi ed enti impegnati per una società più equa ed in
armonia con la natura di sostenere le loro battaglie con dati condivisi a
livello mondiale e tratti da fonti autorevoli

4. Creerebbe un processo virtuoso "automatico" che vedrebbe i politici non
più impegnati verso il loro elettorato a far crescere un indice fuorviante
come il PIL (meccanismo che porta a scelte erronee), ma ad agire per
migliorare un indice che porterebbe "automaticamente" a scelte più corrette

5. Permette di mantenere la ricchezza informativa senza sintetizzare
necessariamente tutto in un unico numero (come succede per il PIL).

NOTE TECNICHE

Il nuovo indicatore che proponiamo è detto Dashboard of sustainabiliy
(traduzione letterale "cruscotto della sostenibilità") che è stato
sviluppato da un piccolo gruppo composto di leader di vari programmi di
indicatori sotto l'egida dell'International Institute For Sustainable
Development (Canada).

Precisamente con la parola Dashboard si definisce il software, sviluppato
da Jochen Jesinghaus dell' IISD Consultative Group on Sustainable
Development Indicators. Una volta impostata la composizione generale
dell'indicatore, questo software, e' in grado di organizzare le diverse
serie di parametri che lo compongono (es. l'aspettativa di vita, le
emissioni di CO2, ecc. relativi a nazioni, regioni ecc.) e di trasformarle
in indici che danno (anche visivamente) un quadro sintetico sullo stato di
quella nazione, regione, ecc..

Attualmente il Dashboard presenta 5 indici di vario tipo. Esso puo' essere
scaricato in forma zippata da http://esl.jrc.it/envind/db_it.htm cliccando
sull'icona colorata posta in basso dopo le istruzioni, con un download che
dura due minuti. Dopo aver unzippato il Dashboard, lo si può utilizzare
tenendo ben presente che il dashboard è un programma molto potente (quindi
assai complesso) che porta a risultati sintetici di facile comprensione per
tutti. Chi volesse provarlo deve quindi tenere presente che - come per
tutti i programmi per computer - esiste un livello "di base" molto utile al
lillipuziano ed un livello "professionistico"che richiede più tempo per
essere appreso.

La quantità di dati, grafici, correlazioni e le cartine colorate in
funzione dello stato dei vari parametri (da verde = va bene a rosso = va
male) é impressionante.

Gli indici contenuti nel Dashboard che "possono aspirare" a sostituire il
PIL (prodotto interno lordo) sono:

1) "UNCSD" (della United Nations Commission for Sustainable Development): i
4 indicatori (sociale, ambiente, economia e istituzionale) contenuti in
questo indice seguono l'approccio della United Nations Commission for
Sustainable Development. Il reperimento dei dati da fonti ufficiali e'
stato curato da John O'Connor, ex-capo del "Programma indicatori" della
Banca Mondiale.

Un punto di forza di questo indice è dato dal fatto che é stato realizzato
all'interno delle Nazioni Unite e quindi gode di un prestigio notevole tra
i funzionari (anche se é comunque ancora poco noto). Un punto di debolezza
è dato da una scelta non sempre "felice" degli indicatori come ad es. il 4°
Institutions che sembra fatto apposta per migliorare sensibilmente le
nazioni più industrializzate.

2) "CGSDI": I suoi indicatori sono basati su oltre una cinquantina di
parametri che sono stati scelti dal CGSDI (Consultative Group For
Sustainable Development Indices - per conoscerne i membri andare a
http://iisd1.iisd.ca/cgsdi/members.htm). Questo gruppo ha cercato di
formulare un indice che fosse il piu' possibile orientato senza
pregiudiziali al monitoraggio dello sviluppo umano dal punto di vista
sociale, ambientale ed economico. I dati sono ancora una volta stati
procurati da John O'Connor. Il sito del CGSDI é http://iisd1.iisd.ca/cgsdi.

Glossario:

Parametro = valore numerico relativo a variabili economiche, sociali,
ambientali (es. consumo di risorse, emissioni di CO2, mortalità infantile,
indebitamento, indice di Gini ecc.) che sono monitorati e calcolati dagli
istituti di statistica delle varie nazioni. A partire da essi, con
opportune formule matematiche, possono essere calcolati degli indicatori.

Indicatori = valore numerico che risulta dall'aggregazione di parametri
relativi ad un medesimo ambito (es. ambiente, economia, società ecc.) che
portano ad un valore che esprime sinteticamente la situazione dell'entità
studiata (es. nazione, regione, ecc.) permettendo un confronto tra entità
dello stesso tipo: es. un confronto dello stato dell'ambiente di varie
nazioni. Essi possono essere utilizzati anche per giudicare l'operato dei
politici.

Indicatore di benessere: aggregazione di alcuni indicatori che porta ad un
unico indice sintetico che permette di "ordinare" dalla migliore alla
peggiore entità diverse quali nazioni, regioni ecc.



3) Curricula di Mathis Wackernagel e Jochen Jesinghaus

Mathis Wackernagel

Dirige il Programma per la sostenibilità presso Redefining Progress, una
organizzazione non governativa, apartitica con sede a Oakland. Ha lavorato
sui temi della sostenibilità in Francia, Canada, Costa Rica, Messico,
Svizzera e Stati Uniti, temi per i quali

Ha tenuto conferenze per comunità, dipartimenti governativi, Organizzazioni
non governative, sedi accademiche e più di 80 Università in 20 nazioni. Ha
scritto o partecipato alla stesura di numerose pubblicazioni ed é stato
coautore di vari libri sulla sostenibilità, sulla necessità di affrontare i
limiti delle risorse e sugli indicatori di sostenibilità tra cui Our
Ecological Footprint: Reducing Human Impact on the Earth and Sharing
Nature's Interest. Laureato in ingegneria meccanica presso lo Swiss Federal
Institute of Technology, ha completato i suoi studi nella pianificazione di
comunità e regionale alla University of British Columbia in Vancouver,
Canada. Qui ha sviluppato con il prof. William Rees, il metodo dell'
"Impronta ecologica" ora ampiamente usato come misura della sostenibilità.
Mathis dirige anche il Centre for Sustainability Studies at Anáhuac
University of Xalapa, Mexico. Sito web www.redefiningprogress.org

Jochen Jesinghaus

Master in economia, università di Mannheim; grado in ingegneria, BA Mannheim

Lingue attive: Inglese, tedesco, francese, italiano

Economista ed ingegnere con esperienza di lavoro estesa in scienze
ambientali e politiche.

Settori principali del lavoro: Sviluppo sostenibile, riforma fiscale
ecologica, globalizzazione. Membro di numerosi gruppi di lavoro, per
esempio gruppo di lavoro interservizio della Commissione su contabilità
nazionale verde ed indicatori ambientali, IWG su strumenti economici per la
preparazione del Libro Bianco su crescita, competitività & occupazione,
diversi gruppi di lavoro dell'EUROSTAT, gruppo di OCSE SOE, gruppo ONU di
esperti su indicatori di Sviluppo Sostenibile, World Economic Forum ESI
Peer Review Group, IISD Consultative Group on SD Indicators, gruppo di
Bellagio su indicatori di Sviluppo Sostenibile. Delegato al Forum Sociale
Mondiale (Porto Alegre 2002), vertice mondiale su sviluppo sostenibile
(WSSD, Johannesburg 2002), e Forum Sociale Europeo (Firenze 2002). Lavora
nella direzione generale della Commissione europea per sviluppo,
responsabile, tra l'altro, per il follow-up del WSSD.

Sito web: http://esl.jrc.it/dc/





Ufficio stampa nodo di Roma Rete di Lilliput
http://nodi.retelilliput.org/roma/stampa.htm

*** Cosa e' Lilliput? ***
Lilliput e' una rete laica di associazioni (cattoliche e non) e di singoli
Lilliput non e' una rete di associazioni cattolica
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