Firenze sotto TAV: sette quesiti e una proposta al sindaco Domenici



Associazione di volontariato Idra

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COMUNICATO STAMPA Firenze, 15.5.'03

7 QUESITI PESANTI SUL FUTURO DI FIRENZE "SOTTO TAV" IN UNA LETTERA DI IDRA
AL SINDACO LEONARDO DOMENICI

Dopo la firma dell'Intesa generale quadro sulle infrastrutture,
sottoscritta a Roma lo scorso 18 aprile dal premier Berlusconi, dai
ministri Lunardi, Matteoli e La Loggia, e dal presidente della giunta
regionale Martini, l'associazione ecologista fiorentina Idra entra nel
merito e sottopone al sindaco di Firenze Leonardo Domenici alcune questioni
di fondo sulla cantierizzazione della città per l'Alta Velocità ferroviaria.

Il presidente di Idra Girolamo Dell'Olio scrive al primo cittadino
sollevando alcuni gravi e ragionevoli dubbi sulla correttezza e la
fattibilità del progetto TAV: i tempi lunghissimi, l'incognita
idrogeologica, la mancanza di finanziamenti centrali e locali, il rapporto
'coloniale' coi Comuni coinvolti nelle conseguenze della cantierizzazione.
Altri tasselli che appaiono mancare al puzzle, secondo Idra: la
localizzazione dei campi base a Firenze e le strategie di accoglienza e
integrazione socio-culturale delle maestranze. Dell'Olio conclude con una
proposta: priorità immediata al servizio ferroviario metropolitano, che
servirebbe una fascia di gran lunga più ampia di cittadini, lavoratori,
studenti e turisti.

I TEMPI LUNGHI E INCERTI DELLA CANTIERIZZAZIONE

Il cronogramma approvato in Conferenza di Servizi il 3.3.'99
dall'Amministrazione Primicerio prevede nove interi anni per la costruzione
del passante ferroviario TAV e della stazione AV. L'Intesa generale quadro
siglata a Roma il 18 aprile, invece, parla di un inizio nel 2004 e di un
termine nel 2009. Fra i due dati risulta una discordanza di ben 3 anni.
Secondo il cronogramma della Conferenza di servizi, infatti, "Firenze dovrà
attendere che sia trascorso tutto il 2012, e dunque il 2013, per vedere
completati i lavori. O invece sono state previste metodiche assai più
celeri di scavo e di costruzione dei manufatti?". Idra pone l'esigenza di
maggiore chiarezza al riguardo, "trattandosi di cantieri che impegnano
direttamente o indirettamente tutta la città". E ricorda: al momento
dell'inaugurazione della tratta AV Bologna-Firenze fu annunciata come data
di chiusura dei cantieri la fine del 2002. Ma al vertice romano del 18
aprile 2003 ci si è dovuti accontentare di promettere un (improbabile
anch'esso?) "giugno 2007".

L'INCOGNITA ACQUA

Dopo tutte le 'sorprese' che la falda freatica ha riservato ai progetti di
parcheggio sotterraneo in programma a Firenze, "non crede, signor sindaco,
che un'interferenza assai più consistente, in quanto continua (per una
lunghezza di 7 km!) e ortogonale alle linee di flusso della falda, come
quella attesa dalla realizzazione dei due tunnel TAV, sia suscettibile di
rivelarsi incompatibile con la sicurezza dei tunnel stessi, con gli
equilibri idrogeologici del territorio attraversato, con la tutela dei
manufatti in superficie?".

L'AVVENTURA FINANZIARIA

"Lei è proprio convinto - scrive ancora Idra al sindaco - che sia saggio e
opportuno avviare una lunga e drammatica operazione a cuore aperto quale si
annuncia la cantierizzazione TAV a Firenze senza le necessarie garanzie di
copertura finanziaria dei lavori? In occasione dell'accordo Stato-Regione
siglato a Roma lo scorso 18 aprile 2003 lo stesso ministro per le
Infrastrutture Pietro Lunardi ha reso noto che solo il 10% dello
stanziamento necessario risulta al momento disponibile".

GLI IMPEGNI DI BILANCIO DEL COMUNE DI FIRENZE

Nello Studio di Impatto Ambientale del progetto di penetrazione TAV di
Firenze si legge: "I costi d'investimento saranno in totale 2423,73 mld, di
cui 458,73 mld a carico del Comune di Firenze e 1965 mld a carico della
TAV". "In che modo, con quali fondi e con quale progressione di spesa -
chiede Idra - il Comune di Firenze ha programmato di far fronte all'impegno
di esborso di 458,73 mld di vecchie lire?"

IL DEFICITI DI DEMOCRAZIA E TRASPARENZA NELLE DECISIONI

"Non sembra anche a Lei un'operazione un po' coloniale - scrive Idra a
proposito della scelta della ex miniera di Santa Barbara, a Cavriglia -
quella attuata, col beneplacito della passata Amministrazione Primicerio,
nei confronti dei sindaci e delle popolazioni del Valdarno fiorentino, che
senza esserne neppure informati - e men che mai consultati - si sono visti
catapultare sui propri territori l'onere del transito e dello stoccaggio di
enormi quantità di smarino da estrarre dalle viscere di Firenze, per
alleggerire del loro ingombro la città capoluogo? Non ritiene, con noi, che
il tavolo delle decisioni debba essere riaperto secondo procedure ispirate
a princìpi di democrazia e di trasparenza, con pari dignità per tutti i
soggetti interessati?".

ILPROBLEMA DELLA LOCALIZZAZIONE DEI CAMPI BASE DEI LAVORATORI

Da nessuno dei documenti istituzionali in suo possesso, scrive Idra,
risultano scelte relative alle strutture che ospiteranno i lavoratori
impiegati nella costruzione del doppio tunnel sotterraneo TAV e della
stazione AV, e alle modalità di trasferimento previste dai campi base ai
cantieri e viceversa.

L'ESIGENZA DELLA TUTELA SOCIALE DELLE MAESTRANZE

Il Comune di Firenze ha pensato di provvedere a uno strumento di corretta
ed efficace integrazione socio-culturale dei lavoratori esterni che si
insedieranno nell'area?



Idra chiude la lettera - inviata per conoscenza anche ai gruppi consiliari
fiorentini, nella speranza che essi si facciano latori in Consiglio delle
perplessità e dei suggerimenti formulati dall'associazione - con una
proposta.

"Perché continuare a procrastinare l'attivazione di un servizio ferroviario
metropolitano decente e necessarissimo ogni giorno a decine di migliaia di
studenti, lavoratori e turisti, e accordare invece un'anacronistica
priorità al lunghissimo, costoso, improbabile e sostanzialmente inutile
passante sotterraneo AV di Firenze? Perché non valorizzare a pieno la trama
ferroviaria di superficie, attivando da subito un moderno e - questo sì,
davvero urgente - servizio di trasporto metropolitano, restituendo anche
stazioni come la Leopolda al loro naturale uso ferroviario?".