Gli articoli della Costituzione ridotti in coriandoli dalla TAV: la lettera ai sindaci del Mugello



Associazione di volontariato Idra

iscritta al Registro Regionale del Volontariato della Toscana per la
promozione e la tutela del patrimonio ambientale e culturale

Via Vittorio Emanuele II 135, 50134 FIRENZE; Tel. e fax 055.233.76.65; Tel.
055.48.03.22; Tel. 055.44.91.309; Tel. e fax 055.41.04.24; e-mail
idrafir at tin.it; web http://associazioni.comune.firenze.it/idra/inizio.html;
http://www.idra.dadacasa.supereva.it

Firenze, 27.2.'03

LETTERA APERTA

Al Sindaco del Comune di BORGO S. LORENZO

referente dei Sindaci dei Comuni del Mugello e Alto Mugello della tratta
TAV Bologna-Firenze (Borgo San Lorenzo, Scarperia, S. Piero a Sieve,
Firenzuola, Vaglia)

Al Presidente della Comunità Montana del Mugello

LORO SEDI

OGGETTO: Deposito di un sacchetto di "Costituzione in coriandoli".



Gentili Sindaci, gentile Presidente della Comunità Montana,

mentre corre il nono anno dell'era TAV, a partire dalla data di
approvazione del progetto Alta Velocità ferroviaria Bologna-Firenze (28
luglio 1995), depositiamo presso il protocollo delle Amministrazioni da Voi
dirette un sacchetto simbolico di coriandoli. Sono stati ottenuti facendo a
pezzetti quegli articoli della Costituzione repubblicana e democratica che
nella realtà di tutti i giorni della vicenda Alta Velocità molti cittadini
e lavoratori percepiscono come negati, ignorati, tagliuzzati.

Insieme al sacchetto simbolico Vi consegniamo i testi di quei princìpi
della nostra Carta fondamentale che appaiono essere stati appunto ridotti
in coriandoli, e una breve spiegazione del perché proprio quegli articoli
della Costituzione sono considerati da molti disattesi e inapplicati.

Ci auguriamo che questo gesto semplice di protesta, trasmesso in forma
scherzosa nella circostanza carnevalesca del "giovedì grasso", e tuttavia
molto serio nella sostanza, aiuti a rendere meglio percepibile lo stato di
profonda delusione civile e morale che deriva alle associazioni di
volontariato come la nostra dalla constatazione della pluriennale offesa
ambientale e sociale arrecata ai nostri Paesi dalla TAV, e dall'amara
verifica del mancato riscontro da parte Vostra - ancora oggi - rispetto
agli impegni alla trasparenza e alla democrazia assunti dalle
Amministrazioni in più circostanze, ultima il recente incontro del 18
novembre 2002.

Restiamo ancora una volta in attesa di un Vostro riscontro - che ci
auguriamo sollecito e costruttivo - a questo nostro estremo quanto
necessario gesto di protesta, che attuiamo perseguendo le finalità
statutarie della nostra Associazione, iscritta al Registro Regionale del
Volontariato della Toscana per la promozione e la tutela del patrimonio
ambientale e culturale, e in particolare la difesa del territorio e la
tutela della salute e della qualità della vita dei suoi abitanti e dei
lavoratori ospiti.

Porgiamo i nostri migliori saluti.

Il vicepresidente Pier Luigi Tossani

Il presidente Girolamo DellâOlio



Gli articoli della Costituzione della Repubblica Italiana

ridotti in coriandoli dalla TAV

27.2.'03

Art. 1.

L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

Si può parlare di "democrazia" quando si finisce per firmare senza delega
un accordo (quello approvato in Conferenza di servizi il 28 luglio '95) che
cambia per almeno 10 anni la vita della comunità amministrata?

E' forse "democratico" sottoscrivere un patto di garanzia pre-elettorale
(come quello proposto dai comitati dei cittadini nella primavera del '95) e
poi operare scelte che contraddicono profondamente i contenuti di quel
patto?

Si può parlare di "democrazia" quando si assumono impegni scritti e solenni
(come quello dell'uso di cantiere della linea ferroviaria Faentina) e poi
si accetta senza batter ciglio che quegli impegni siano totalmente
disattesi?

E' forse "democratico" promettere informazioni ai cittadini e poi non fornirle?

Si può considerare "fondamento di una Repubblica democratica" la tratta dei
lavoratori del Sud nell'inferno TAV del ciclo continuo in galleria?

Art. 2.

La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia
come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità,
e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica,
economica e sociale.

Chi potrebbe definire "inviolati" i diritti dei tanti lavoratori e dei
tanti cittadini residenti costretti a subire attacchi quotidiani alla
salute, alla sicurezza, alla dignità e alla qualità della vita per effetto
dell'esecuzione dei cattivi progetti TAV?

In quali forme si è espressa la "solidarietà politica, economica e sociale"
nei loro confronti?

Quali interventi degli Enti Locali sono stati adottati per informare in
modo completo e disincantato la cittadinanza circa le conseguenze concrete
dei cantieri TAV sulla loro vita quotidiana?

Quali iniziative sono state assunte per mitigare l'isolamento fisico e
sociale dei lavoratori ospiti? Quali servizi sono stati messi a
disposizione dei campi base, spesso lontani e avulsi dai centri abitati?



Art. 3.

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla
legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di
opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E' compito della
Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che,
limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il
pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i
lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

L'esperienza dei cantieri TAV nel corridoio appenninico fra Firenze e
Bologna, i danni alle economie locali agricole, zootecniche e forestali,
l'isolamento sociale a cui i lavoratori sono costretti nei fatti, la
mancata attuazione degli impegni di solidarietà (come l'"Osservatorio
Sociale" voluto sulla carta dagli Enti Locali col Protocollo di intesa del
21.12.'95), sembrano attestare che la Repubblica (di cui i Comuni sono
parte integrante) non abbia assolto al compito dettato dall'art. 3.

Al contrario, anche a causa della distribuzione ineguale delle risorse, i
progetti TAV e la consorella Variante di Valico, approvati dai Comuni e
dalla Comunità Montana del Mugello, appaiono avere approfondito il solco
fra Nord e Sud, fra regioni privilegiate e regioni depresse, fra aree
urbane e montagna.

Piuttosto che "rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che
limitano di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini", l'intera
vicenda dell'approvazione del progetto TAV, avvenuta a dispetto
dell'opposizione dei cittadini e della contrarietà - poco tenace invero -
degli Amministratori, rivela quanto "l'effettiva partecipazione
all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese" sia stata nei
fatti repressa e umiliata in Mugello.



Art. 4.

La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove
le condizioni che rendano effettivo questo diritto.

Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e
la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso
materiale o spirituale della società.

Ci domandiamo se si possa chiamare "diritto al lavoro" un contratto che
costringe migliaia di lavoratori del Sud ad accettare - in alternativa a
una disoccupazione endemica - condizioni operative e sociali altrimenti
rifiutate in ogni moderna società civile.

I lavoratori e le loro famiglie si sono rivolti anche ai Comuni del Mugello
perché, soccorrendoli, concorressero "al progresso materiale o spirituale
della società". Cosa è stato risposto loro - al di là di qualche atto
simbolico - che abbia concretamente modificato le loro condizioni di
impiego e di vita?



Art. 9.

La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e
tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

A qualsiasi osservatore indipendente non sfugge la contraddizione clamorosa
che ha permesso di classificare come "Siti di Importanza Comunitaria"
ambienti rari e pregiati quali Monte Beni, Sasso di Castro, la Conca di
Firenzuola, il Giogo, la Colla di Casaglia, il Monte Morello, e al tempo
stesso di abbandonare queste regioni al sacco ambientale, idrogeologico e
paesaggistico promesso e mantenuto dalla TAV.

Come possono le autorità pubbliche avallare l'emorragia idrica gigantesca
in atto nei loro territori, come quella che dal solo cantiere di Marzano
(Borgo San Lorenzo) vede fuoriuscire dall'inizio della scorsa estate fra i
300 e i 400 litri di acqua al secondo?

Dal versante sud della galleria di Rovigo (Comune di Firenzuola) sono stati
sottratti alla falda dall'inizio dei lavori a giugno 2002 15 milioni di
metri cubi d'acqua (15 miliardi di litri), in una delle aree più
incantevoli e preziose dell'Appennino fra Firenze e Bologna.

Come possono i primi cittadini del Mugello accettare che l'assessore
all'Ambiente della Regione Toscana Tommaso Franci preannunci senza scandalo
davanti al Consiglio Regionale, come ha fatto lo scorso 24 luglio 2002: "Io
credo che oggi non è che abbiamo concluso, o abbiamo risolto il problema,
anzi - come ho avuto modo di dire e ripeto - nei due anni di lavoro che
ancora ci saranno di scavo, ci saranno ancora dei problemi molto gravi di
impatti inevitabili e non mitigabili nella realizzazione della galleria"?

In che modo i Comuni hanno contribuito dunque a "tutelare il paesaggio e il
patrimonio storico e artistico della Nazione" sul loro stesso territorio?

Come mai solo con grande ritardo è stato attrezzato un programma di
ricognizione scientifica dei danni prodotti al territorio dall'Alta
Velocità (il progetto TRIMM), nonostante che le prime serie avvisaglie di
impatto ambientale irreversibile risalgano al 1998? Come mai, una volta
esaurito il primo ciclo di studio, il progetto TRIMM non è stato
riconfermato né rifinanziato?

A quali responsabilità va ricondotto il fatto che non siano state reperite
le risorse necessarie a rendere operativo al meglio l'Osservatorio
Ambientale Locale, dopo che negli ultimi anni i suoi compiti si sono
notevolmente accresciuti in termini di esigenze di controllo, studio e
proposizione, e i suoi confini geografici si sono estesi - anche se quasi
solo nominalmente, purtroppo - al Comune di Sesto Fiorentino e al difficile
territorio del Monte Morello? Come mai nessuno sportello dell'OAL è stato
ancora allestito e attrezzato in termini di personale e di strumentazione a
beneficio delle comunità residenti su Monte Morello e nell'area
metropolitana di cui fa parte Sesto Fiorentino?



Art. 32.

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e
interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.

A fronte del prevedibile danno sanitario straordinario che la TAV era
destinata a provocare ai cittadini residenti nelle aree di cantiere e lungo
la viabilità ordinaria (utilizzata dai mezzi pesanti nonostante gli impegni
all'impiego della linea ferroviaria Faentina), non risulta che sia stato
assicurato alcun intervento integrativo mirante a tutelare - nel lungo
periodo della cantierizzazione - "la salute come fondamentale diritto
dell'individuo e interesse della collettività".

Viceversa, i cittadini hanno dovuto invocare spesso invano, e di loro
iniziativa, l'intervento delle Amministrazioni, ottenendo solo in alcuni
casi - e comunque spesso con grave ritardo rispetto all'evidenza del danno
- attenzione e provvedimenti, come risulta dagli atti dell'ASL 10 e dalle
relazioni dei Sindaci presso le competenti commissioni regionali.



Art. 35.

La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni.

Il contratto imposto alle maestranze malgrado l'evidenza dei rischi per la
sicurezza delle persone e per i loro equilibri fisici e psichici, contro
ogni buona regola di igiene del lavoro e a dispetto della volontà e dei
desideri più volte manifestati dai lavoratori, non appare rispondere
all'esigenza del primo comma dell'art. 35.

Altrettanto scarse garanzie offre in questa direzione la cattiva qualità
dei progetti approvati dai Comuni e dalla Comunità Montana in sede di
Conferenza di servizi, che espongono il lavoro a rischi strutturali
supplementari.

Quali garanzie sono state ottenute dai Comuni circa la rispondenza del
progetto alle normative antisismiche e alla vulnerabilità idrogeologica, in
relazione sia ai parametri adottati sia ai materiali impiegati?

Ulteriori elementi di preoccupazione derivano al progetto TAV
dall'inosservanza di norme fondamentali come quelle previste dalla L. 191
del 1974: servizi e competenze centrali come quelle dei Comandi provinciali
dei Vigili del Fuoco di Firenze e di Bologna non sono state coinvolte nella
progettazione di ben 60 km di tunnel a una sola canna. Questo potrà
comportare in futuro ingenti danni ai lavoratori e agli stessi passeggeri
dei Treni ad Alta Velocità, se e quando entreranno in esercizio.



Art. 36.

Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e
qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla
famiglia un'esistenza libera e dignitosa.

La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge.

Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali
retribuite, e non può rinunziarvi.

E' noto che una sorta di "straordinario legalizzato" è previsto dal
contratto di lavoro delle maestranze impiegate nella costruzione della
linea TAV. Esse vengono esposte a un vero e proprio sconvolgimento dei
ritmi biologici e circadiani per effetto della continua rotazione
nell'orario di lavoro, con perdita dei più elementari riferimenti temporali
(il giorno, la notte, il sabato, la domenica), turni anche di 48 ore
settimanali e notturni, in un contesto di lavoro usurante condotto in
condizioni estreme, a elevato tenore di inquinamento ambientale, in squadre
- è stato denunciato - spesso a ranghi ridotti o sottodimensionate rispetto
ai compiti operativi assegnati. A tale 'ordinaria amministrazione' vanno
sommate le quantità industriali di straordinari illegali registrate
dall'Ispettorato del Lavoro di Firenze nel corso dei suoi pur scarsi
sopralluoghi nei cantieri TAV.

La questione della dignità, dei diritti e della qualità della vita dei
lavoratori non può lasciare indifferenti, a nostro avviso, le comunità
ospiti. La sicurezza dei lavoratori impiegati nei cantieri, operanti sulle
strade e residenti nei campi base è parte integrante e determinante della
sicurezza dell'intera comunità amministrata dai Sindaci e dalla Comunità
Montana.



Art. 38.

Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per
vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale.

I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati
alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e
vecchiaia, disoccupazione involontaria.
Un caso emblematico quello del Rappresentante Sindacale Unitario dei
lavoratori CAVET che non si è visto riconoscere da parte dell'INAIL, nella
relativa causa di lavoro, i postumi invalidanti provocati da un incidente
stradale subìto mentre tornava nei cantieri dellâAlta Velocità dopo una
riunione sindacale per l'applicazione del contratto tenutasi a Pianoro
(Bologna), nella sede del consorzio di imprese costruttrici della tratta
ferroviaria, il CAVET. Una vertenza ampiamente documentata dai media: cosa
hanno fatto Comuni e Comunità Montana per aiutare questo lavoratore a
vedere riconosciuti i propri diritti?



Art. 41.

L'iniziativa economica privata è libera.

Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare
danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.

Chi potrebbe affermare che l'iniziativa economica privata che beneficia in
regime di monopolio della realizzazione della linea TAV sta effettivamente
tenendo conto dell'esigenza costituzionale di "non svolgersi in contrasto
con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla
libertà, alla dignità umana"?

Le evidenze attestano piuttosto la drammaticità di questo "contrasto". Ecco
perché Idra ha proposto un modello di coordinamento moderno ed efficace
delle competenze negli organi di monitoraggio, di controllo e di
proposizione, che rimedi alla schizofrenia informativa e operativa fin qui
prevalente. L'altra faccia del disastro finanziario, sociale ed ecologico
intrinseco al progetto TAV è stata infatti - una volta che si è stabilito
sciaguratamente di attuarlo - l'insufficienza strutturale dei poteri
pubblici e la mancata comunicazione istituzionale. Ecco perché Idra chiede
che l'Osservatorio Ambientale Locale (opportunamente rinforzato negli
organici e nelle dotazioni) sia chiamato a costituire un vero e proprio
"centro di sinergie" delle istituzioni deputate al controllo e alla tutela
(ARPAT, ASL, Ufficio Difesa del Suolo della Provincia, Protezione civile,
Autorità di Bacino, Provveditorato alle Opere Pubbliche, Soprintendenze,
ANAS, Regione, Osservatorio nazionale, Difensore civico, polizie
municipali, organi di polizia giudiziaria), e venga assistito da quello
"sportello di tutela e consulenza legale, a cui possono far riferimento i
cittadini e le associazioni per le problematiche giuridiche connesse alla
realizzazione dell'opera" la cui istituzione ha raccomandato più di due
anni fa (il 30 giugno 2000) il Consiglio comunale di S. Piero a Sieve,
dietro suggerimento di Idra. Quanto alla comunicazione verticale fra organi
centrali dello Stato, Enti locali e società civile, Idra ha proposto che a
svolgere questa funzione sia chiamata esplicitamente la Prefettura di
Firenze, considerato che alcuni Ministeri non dispongono di articolazioni
periferiche.

Che fine hanno fatto tutte queste proposte e raccomandazioni?

Che ruolo stanno giocando in questa partita organizzativa gli Enti Locali
più 'vicini' ai cittadini?

Art. 44.

Al fine di conseguire il razionale sfruttamento del suolo e di stabilire
equi rapporti sociali, la legge impone obblighi e vincoli alla proprietà
terriera privata, fissa limiti alla sua estensione secondo le regioni e le
zone agrarie, promuove ed impone la bonifica delle terre, la trasformazione
del latifondo e la ricostituzione delle unità produttive; aiuta la piccola
e la media proprietà.

La legge dispone provvedimenti a favore delle zone montane.

L'approvazione del progetto TAV ha permesso forse agli Enti Locali di
implementare questi "provvedimenti"? La distruzione permanente di imponenti
risorse idriche (almeno 45 milioni di metri cubi di acqua di montagna)
giova forse all'Appennino?



Art. 118.

Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono
l'autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo
svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di
sussidiarietà.

Quali atti delle Amministrazioni del Mugello e dell'Alto Mugello dimostrano
la volontà di favorire "l'autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e
associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base
del principio di sussidiarietà"? Sembra vero piuttosto il contrario: le
esigenze di partecipazione e di trasparenza sono state ora recepite con
fastidio, ora semplicemente pubblicizzate a parole, ma negate dai fatti.
Anche dopo l'approvazione del progetto TAV e la partenza della
cantierizzazione, è risultato difficile o impossibile ricevere con una
qualche periodicità i documenti dei Comuni sulla TAV, richiesti e promessi
in nome della legge sull'accesso agli atti della Pubblica Amministrazione.
Le associazioni di volontariato come Idra non sono state invitate a
partecipare agli appuntamenti istituzionali. L'unico organismo teoricamente
aperto alle espressioni della società civile, il cosiddetto Osservatorio
Sociale, non risulta essere stato mai implementato.