PRENDE CORPO LA CONSAPEVOLEZZA



DAL CORRIERE DELLA SERA ROMA 9 FEBBRAIO 2003

Elettrosmog: un quartiere, una protesta

Solo ieri quattro manifestazioni. Storace annuncia: via le antenne
tv da Monte Mario


Non ci stanno più. E senza aspettare aiuti dall'alto, si organizzano
da soli. I cittadini dichiarano guerra all'elettrosmog. A tralicci,
antenne e ripetitori piantati a due passi dalle loro finestre. E
scendono rumorosamente in piazza. Soltanto ieri si sono intrecciate
quattro diverse manifestazioni in quartieri diversi ma con lo stesso
messaggio: stop alle vibrazioni «velenose». I comitati spontanei di
Castel Giubileo, Settebagni, Fidene, Colle Salario e Villa Spada
hanno marciato in due cortei: uno alle 15 a Settebagni (500 persone)
e un altro alle 17 a Fidene per «bloccare il killeraggio
elettromagnetico». Alle 16 si sono dati invece appuntamento
i «ribelli» della Magliana che combattono contro l'installazione di
una nuova antenna in via della Magliana 144 e contro un impianto di
telefonia mobile che si trova da anni in via Nathan.
I cittadini hanno imparato a tenere gli occhi bene aperti. I
comitati di Roma Nord hanno organizzato un sit in mattutino
all'Isola 59 dell'Olgiata perchè, dopo la denuncia alla procura
della Repubblica e l'apposizione di sigilli ad una stazione radio
base (la prima di cinque strutture gemelle), hanno scoperto una
cosa: che il serbatoio del gruppo elettrogeno che alimenta il
ripetitore, semivuoto fino al giorno prima, era di nuovo pieno di
carburante. «I gestori di telefonia mobile si sono attrezzati di
squadre d'assalto notturne armate di taniche di benzina?», si
chiedono i manifestanti. «Oppure il carburante sgorga dal terreno e
rimbocca i serbatori?».
La protesta dei genitori degli allievi della scuola materna ed
elementare «Leopardi», circondata dalle antenne, è cominciata dal
1998 e ancora non è finita. I ripetitori (meno due) sono ancora in
piedi in cima a Monte Mario. E ancora si discute su quando e come
dovranno spostarsi a Colle Anfagione, sulla Prenestina. Adesso la
Regione Lazio avvia il (lungo) procedimento di trasferimento degli
impianti di radiodiffusione e televisivi. Dopo aver constatato che
sono stati superati in maniera ricorrente i limiti di legge
(6volt/metro) e che quindi ricorrono le condizioni previste dalla
legge 66 del 2001. Francesco Storace lo ha scritto al ministro per
le Comunicazioni, Maurizio Gasparri.
La procedura è questa: dopo la comunicazione della Regione Lazio, le
emittenti interessate avranno 20 giorni di tempo per rispondere.
Entro 45 giorni la Regione valuterà le risposte. I risultati
verranno sottoposti al ministero che, dopo 120 giorni, fino al
trasferimento, potrà disattivare gli impianti. Secondo l'assessore
capitolino ai Lavori pubblici, Giancarlo D'Alessandro, l'intervento
di Storace arriva in ritardo di un anno e mezzo. E il Campidoglio va
avanti per conto proprio. «Cominceremo a demolire, per abusivismo,
già da aprile». Il Comune già un anno fa (25 febbraio 2002) aveva
annunciato: «Via le antenne in 90 giorni». Ne sono passati quasi
360.
Non fanno male soltanto ai bambini quelle antenne. Da una indagine
del Corpo forestale dello Stato è emerso che all'interno della
riserva di Monte Mario la presenza di cavi elettrici non a norma,
che alimentano alcuni tralicci abusivi, provoca un grave pericolo ai
cittadini e all'ambiente. Il ministro delle Politiche agricole,
Gianni Alemanno domani effettuerà un sopralluogo sul posto.