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OGM: La Banca Mondiale finanzia le piantagioni transgeniche
- Subject: OGM: La Banca Mondiale finanzia le piantagioni transgeniche
- From: "F A B I O C C H I::" <fabiocchi at inwind.it>
- Date: Sat, 28 Sep 2002 10:28:55 +0200
OGM: La Banca Mondiale finanzia le piantagioni
transgeniche
Secondo uno studio della Soil Association, in pochi anni dopo
l'introduzione delle varieta' GM, quasi tutte le esportazioni annuali di mais
Statunitense e di colza Canadese verso l'UE sono scomparse. Le esportazioni
annuali di mais ammontavano a 300 mln di dollari.
Fonte: PANNA; Soil Association
Traduzione a cura di Fabio Quattrocchi mailto:FABIOCCHI at inwind.it *************** Se volete ricevere queste news, mandate una email vuota a mailto:econotizie-subscribe at yahoogroups.com e replicate al messaggio di conferma che vi viene inviato *************** 27 Settembre 2002 - Al Summit Mondiale sullo Sviluppo
Sostenibile lo scorso mese, la Banca Mondiale ha annunciato il lancio di uno
studio valutativo di tre anni sui "rischi e le opportunita' dell'uso della
scienza agricola per ridurre la fame e migliorare i mezzi di sostentamento nei
paesi in via di sviluppo". Lo studio esaminera' una serie di tecnologie agricole
compresa l'ingegneria genetica. Cio' che la Banca Mondiale ha omesso di dire e'
che sta gia' finanziando le piantagioni transgeniche nel Sud del mondo come in
India o in Kenya.
Secondo un documento interno della Banca, datato 7 Gennaio
2002, i prestiti per l'agro-biotecnologia sono gia' in atto in alcuni paesi. Per
esempio, la Banca sta fornendo 20 milioni di dollari all'India per i lavori di
ingegneria genetica sulle piantagioni di cotone e riso Geneticamente Modificati.
Secondo il Centro per la Ricerca Agricola Indiano (ICAR), uno degli scopi
principali del "Progetto Nazionale di Tecnologia Agricola", finanziato dalla
banca, e' usare la biotecnologia per sviluppare nuove varieta' che avrebbero dei
raccolti piu' consistenti e sarebbero resistenti ai parassiti.
In Kenya, la Banca sta finanziando le patate dolci
transgeniche attraverso il "Progetto Nazionale di Ricerca Agricola - Fase 2". Il
documento interno della banca include una foto di piantagioni sperimentali di
patate GM, gia' presenti in Kenya. Secondo il Pesticide Action Netork, la prima
fase di questo progetto e' iniziato con la collaborazione tra la Monsanto e
l'Istituto Kenyano di Ricerca Agricola (KARI) e puntava alla ricerca e lo
sviluppo di varieta' GM. La seconda fase, parzialmente finanziata dalla Banca
Mondiale, comprende la sperimentazione della patata dolce transgenica.
Il documento della Banca fa riferimento anche al
finanziamento della ricerca biotecnologica in Etiopia, Brasile, Indonesia e
Peru'.
Secondo il Pesticide Action Network, la Banca Mondiale non
sta neanche aspettando i risultati dello studio annunciato a Johannesburg prima
di saltare dalla parte del transgenico. Il Pesticide Action Network chiede
alla Banca di ritirare immeditamente l'appoggio agli attuali progetti di
biotecnologia e ridirigere quei fondi a programmi che sono di basso costo ed
ecologici come la fertilita' del suolo e la gestione integrata dei parassiti.
Accion Ecologica, una ONG Ecuadoregna, chiede alla Banca di adottare un
approccio di precauzione su questa tecnologia rischiosa.
Ma il potere e l'influenza delle compagnie
agro-bioctecnologiche sembra prevalere sugli interessi dei piccoli agricoltori.
Nel caso dell'India, il progetto della BM comprende una partnership con la
Monsanto, con l'Aventis e la Syngenta. Una ONG Indiana, la CWS, si e' ritirata
dal progetto di gestione dei parassiti dopo essere stata informata che avrebbe
lavorato con la Syngenta.
Nel meeting dell'organismo gestionale della Banca avvenuto lo
scorso Luglio, i rappresentanti Europei si sono uniti per chiedere che la Banca
adotti un approccio precauzionale sulle biotecnologie nella sua nuova "strategia
di sviluppo rurale". Il prof. Altieri, dell'Universita' di Berkeley in
California, ha spiegato: "le piantagioni GM non sono la soluzione alla fame e
alla poverta'. Al contrario, peggiorano l'ineguaglianza che e' causa della
poverta'. I piccoli agricoltori e i popoli indigeni in tutto il mondo ci stanno
dimostrando che esistono gia' alternative meno costose ed eco-sostenibili per
raggiungere la sicurezza alimentare, e allo stesso tempo preservare le risorse
naturali.
La Soil Association Britannica recentemente ha pubblicato un
rapporto sulle coltivazioni Geneticamente Modificate. Secondo lo studio, le
promesse di raccolti piu' consistenti non sono state mantenute tranne che per un
piccolo incremento del mais BT. Inoltre, la varieta' transgenica piu' diffusa,
la soia resistente al RoundUp, ha dei raccolti inferiori del 6-11% rispetto alle
varieta' convenzionali. La capacita' di produrre profitti della soia GM e
del mais BT e' inferiore a quella delle varieta' convenzionali, a causa dei
costi extra dei semi GM e per i costi di mercato piu' bassi per i prodotti
transgenici.
In pochi anni, dopo
l'introduzione delle varieta' GM, quasi tutte le esportazioni annuali di mais
Statunitense e di colza Canadese verso l'UE sono scomparse. Le esportazioni di
mais ammontavano a 300 mln di dollari.
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