Global: La crescita economica perde importanza



Global: La crescita economica perde importanza
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Nel 2001, la crescita economica mondiale e' stata di poco superiore alla
crescita demografica e il reddito pro capite e' cresciuto di meno dell'1%.
L'eccessiva dipendenza dalle cifre economiche che non distinguono la
crescita sostenibile da quella insostenibile sta portando ad un esagerato
senso del progresso e ad un falso senso di benessere.

Fonte: Earth Policy Institute
Traduzione a cura di Fabio Quattrocchi mailto:FABIOCCHI at inwind.it
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Nel 2001, l'economia globale e' cresciuta di appena il 2%, il tasso piu'
basso da molti anni a questa parte. Con la crescita economica di poco
superiore alla crescita demografica, il PIL pro capite mondiale e' salito da
7,392 Dollari a 7,454 Dollari, un guadagno inferiore all'1%.

Gran parte della frenata dell'economia e' attribuibile agli USA - sia
perche' e' di gran lunga la maggiore economia mondiale sia perche'
rappresenta il principiale mercato per esportazioni di molti paesi. Dopo
esser cresciuta del 4.1% nel 2000, l'economia statunitense e' cresciuta solo
dell'1.2% nel 2001. Mentre il Canada e' passato da una crescita del 4.4% ad
una dell'1.5%.
Nell'Europa Occidentale, i quattro paesi piu' industrializzati hanno subito
declini di crescita nel 2001. Francia, Italia, Germania e Gran Bretagna sono
passate da una crescita del 3% circa, a meno dell'1%.

Anche la crescita delle maggiori economie dell'America Latina e' rallentata.
Il Brasile e' passato da una crescita del 4.4% nel 2000 ad una dell'1.5% del
2001. L'Argentina, in serie difficolta' a causa degli effetti della cattiva
gestione economica, ha subito una contrazione del 5% nel 2001. (per il 2002
si aspetta il peggio). In Messico la crescita e' passata dal 6.6% del 2000
allo 0% del 2001 - una delle maggiori contrazioni registrate tra le
principali economie mondiali.

In Arabia Saudita, il maggior esportatore di petrolio, la crescita economica
e' passata dal 4.5% nel 2000 al 2.2% nel 2001. Per l'Iran la crescita e'
rimasta stabile al 5%. L'Egitto, invece, e' passato dal 5% al 3%.

In Asia, il Giappone ha avuto una crescita modesta del 2.2% nel 2000, mentre
ha subito una contrazione dello 0.4% nel 2001. La Corea del Sud, con una
crescita del 9% nel 2000, e' passata al 3% nel 2001. Neanche ai paesi in via
di sviluppo del Sud Est Asiatico e' andata bene. La loro crescita totale e'
declinata. L'Indonesia e' passata dal 5% al 3%. La Thailandia dal 4.6%
all'1.8%, la Malesia da una crescita dell'8% e' passata ad una crescita
zero.

Nel 2001, la crescita dell'India e' passata dal 5.4% al 4.3% e quella del
Bangladesh da 5.5% al 4.5%. In Pakistan la crescita e' rimasta pressocche'
stabile a quasi il 4% sia nel 2000 che nel 2001. La Cina ha subito un calo
minore: da una crescita dell'8% nel 2000 e' passata ad una crescita del 7.3%
nel 2001. Ma diversi indizi indicano che la crescita e' stata sovrastimata.

Per quanto riguarda le repubbliche ex sovietiche, la crescita economica
della Russia e' passata dal 9% del 2000 al 5% del 2001. L'economia
dell'Ucraina, invece, e' passata da una crescita del 6% ad una del 9%.

Anche alcuni paesi africani sono andati in controcorrente al trend mondiale.
L'economia Algerina e' passata da una crescita del 2.4% nel 2000 al 3.5% nel
2001. Il Marocco e' cresciuto dal 2.4% al 6.3%. E la Nigeria, aiutata
dall'aumento dei prezzi petroliferi, si e' mantenuta su una crescita del 4%.

Sebbene la crescita economica dell'Africa abbia ripreso a crescere
nell'ultimo decennio, non e' stata in grado di seguire la crescita
demografica. Percio' il reddito pro capite nell'Africa Sub Sahariana e'
diminuito del 12% dal 1980 al 1999. L'aspettativa di vita e' di soli 50
anni, e potrebbe diminuire in questo decennio a causa dell'epidemia di
AIDS/HIV.

Cio' che questi dati sulla crescita economica forniti dal Fondo Monetario
Internazionale non mostrano e' la parte della produzione economica che e'
ambientalmente insostenibile. Prove evidenti suggeriscono che l'8% della
produzione mondiale di grano si basa sull'uso insostenibile di acqua. Ad un
certo punto, il sovrasfruttamento di acqua si fermera' o perche' diverra'
troppo costoso pompare acqua da una falda che si svuota o, forse piu'
probabilmente, perche' la falda si esaurisce. Se e' una falda ricaricabile,
lo sfruttamento deve necessariamente essere ridotto alla velocita' di
ricarica. Se e' una falda fossile - non ricaricabile - lo sfruttamento si
ferma definitivamente.

Per quanto riguarda i prodotti forestali, il taglio a raso e la contrazione
della copertura forestale sono fattori che stanno riducendo il rendimento di
lungo termine delle foreste mondiali. La deforestazione puo' avere effetti
positivi nel breve termine (come i guadagni economici), ma porta una serie
di costi di medio-lungo termine come l'erosione del suolo e le alluvioni.

Anche le risorse ittiche sono sovrasfruttate per massimizzare i profitti di
breve termine. I tre quarti delle risorse ittiche oceaniche sono sfruttate o
al limite di rigenerazione o oltre tale limite. In qualche caso, alcuni
governi stanno tagliando le quote di pesca per salvare le risorse ittiche.
In altri casi, le risorse del mare stanno collassando. Il risultato e' lo
stesso: minori quantita' di pesce catturato.

Questi e altri trend sottolineano i rischi associati all'eccessiva
dipendenza dai dati economici che non distinguono la crescita sostenibile da
quella insostenibile. Cio' sta portando ad un esagerato senso del progresso
e ad un falso senso di benessere.

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