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Fabiocchi NEWS 8 Settembre 2002
- Subject: Fabiocchi NEWS 8 Settembre 2002
- From: "F A B I O C C H I::" <fabiocchi at inwind.it>
- Date: Sun, 8 Sep 2002 15:47:24 +0200
Newsletter Eco-Internazionalista www.ecquologia.it -Global: La popolazione mondiale cresce dell'1.3% ogni anno -Australia: Gli Aborigeni dicono no ad una miniera di uranio -OGM/India: Il cotone BT fallisce nel Maharashtra -Messico/Panama: La comunita' locali si oppongono al PPP -Gabon: I nuovi parchi nazionali proteggeranno il 10% del territorio -Gran Bretagna: Diritti fondamentali negati dopo l'11 Settembre *************** Global Greens Charter 2001 La traduzione italiana della Carta istitutiva del movimento Verde Globale e' disponibile su http://sito.ecquologia.it/sito/pag332.map Il Movimento si fonda sui principi di Saggezza Ecologica, Giustizia Sociale, NonViolenza, Sicurezza Mondiale, Sostenibilita' e Rispetto delle Diversita'. *************** Giornata Mondiale di Lotta Gandhiana - Nonviolenta Per la libertà e la democrazia anche in Vietnam 21 settembre 2002. 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Per cui gli articoli disponibili nel sito di solito contengono meno errori. *************** Global: La popolazione mondiale cresce dell'1.3% ogni anno Nel 2002 la popolazione mondiale e' cresciuta dell'1.3%, cioe' circa 80 milioni di individui, raggiungendo la cifra di 6.2 miliardi. I tassi crescita demografica sono saliti vertiginosamente dalla fine della seconda guerra mondiale mentre l'assistenza sanitaria migliorava e i decessi diminuivano. Dopo il picco del 2.1% raggiunto intorno al 1970, la crescita demografica mondiale annuale e' scesa all'1.3% a partire dal 1999. Nonostante tale frenata, c'e' una grande disparita' tra i tassi di crescita delle singole nazioni. Per almeno 25 anni, 20 peasi Europei e il Giappone hanno avuto tassi di fertilita' inferiori al livello di ricambio demografico, cioe' 2.1 bambini per donna. Attualmente 44 paesi hanno tassi di fertilita' inferiori a questo livello. Senza l'arrivo previsto di 2 milioni di immigrati all'anno dai paesi in via di sviluppo, molti paesi industrializzati avrebbero declini demografici. In gran parte del terzo mondo, dove vivono 5 miliardi di persone, la popolazione sta ancora crescendo rapidamente. Si calcola che questi paesi ospiteranno una popolazione di 8.2 miliardi entro il 2050. Sei paesi sono responsabili di meta' dell'attuale crescita annuale: India (16 mln), Cina (9 mln), Pakistan (4 mln), Nigeria (4 mln), Bangladesh (3 mln) e l'Indonesia (2 mln). Nei 48 paesi classificati come i meno sviluppati si sta verificando una crescita demografica anche piu' rapida. Se gli attuali trend continueranno, la popolazione totale di queste 48 nazioni triplichera' entro la meta' del secolo, passando da 658 milioni a 1.8 miliardi. Tra i 16 paesi con tassi di fertilita' estremamente alta (cioe' 7 o piu' bambini per donna) ci sono Afghanistan, Angola, Burkina Faso, Burundi, Liberia, Mali, Niger, Somalia, Uganda, e Yemen. I paesi che hanno tassi di fertilita' a livello medio, cioe' tra i 2.1 e i 5 bambini per donna, entro il 2050 scenderanno sotto il livello di ricambio demografico, cioe' meno di 2.1 bambini per donna. Tra questi ci sono India, Pakistan, Korea del Sud ed Egitto, che sono stati tra i primi ad aver capito che la rapida crescita demografica rende difficile raggiungere gli obiettivi socioeconomici. Sebbene la disponibilita' di efficaci contraccettivi sia una questione chiave per frenare la crescita demografica, circa 350 mln di donne nel mondo non hanno accesso ai servizi di pianificazione familiare. Considerando le stime sulle gravidanze indesiderate nel terzo mondo, i servizi di pianificazione familiare potrebbero ridurre di un terzo la crescita demografica. Il controllo della fertilita' e' collegato anche con il diritto all'educazione. Infatti maggiore e' il livello di scolarizzazione delle donne, minore e' la possibilita' che abbiano delle gravidanze. Inoltre, educare gli uomini e le donne sui servizi di pianificazione familiare, e rendere largamente disponibili tali servizi potrebbe ridurre notevolmente la futura popolazione globale e la poverta'. I programmi governativi di pianificazione familiare facilitano l'accesso all'assistenza medica generale e riproduttiva. Alla Conferenza Internazionale sulla Popolazione e lo Sviluppo tenuta al Cairo nel 1994, i governi decisero di finanziare un programma ventennale sulla salute riproduttiva. I paesi in via di sviluppo dovevano fornire i due terzi dei fondi, mentre ai paesi donatori spettava finanziare il resto. La spesa annuale programmata doveva essere di 17 miliardi di dollari fino al 2000, e poi avrebbe dovuto essere aumentata a 22 miliardi entro il 2015. Mentre i paesi in via di sviluppo hanno onorato l'impegno, i paesi donatori hanno dato solo un terzo della somma che dovevano fornire. Il risultato e' stato che i servizi non si sono diffusi come promesso causando gravidanze indesiderate in 122 milioni di donne tra il 1994 e il 2000. Un terzo di esse ha abortito, 65,000 donne con gravidanze indesiderate sono morte a causa del parto, mentre 844,000 hanno subito danni fisici permanenti o cronici. Le epidemie come l'AIDS riducono la crescita programmata aumentando il malessere e la mortalita' e anche diminuendo la fertilita'. L'AIDS sta alterando le demografie di molti paesi, soprattutto in Africa. In Botswana, il 36% della popolazione adulta e' siero-positiva, l'aspettativa di vita e' precipitata da 70 anni a 36 anni, e la popolazione del Botswana nel 2015 sara' inferiore del 28% rispetto a quella che sarebbe in assenza dell'AIDS. In Zimbabwe, l'aspettativa di vita e' scesa a 43 anni, e in Sud Africa a 47 anni. Le aree urbane assorbiranno gran parte della crescita demografica mondiale dei prossimi 30 anni. Attualmente i tre quarti della popolazione del mondo industrializzato vive in citta'. Nel terzo mondo, la percentuale e' del 40%, ma si stima che raggiungera' il 56% entro il 2030. Un terzo della popolazione oggi ha un'eta' inferiore ai 14 anni, mentre 606 milioni di persone hanno piu' di 60 anni. Questi ultimi saliranno a 2 miliardi entro il 2050. La crescita futura della popolazione influenzera' la sostenibilita' socio-ambientale piu' di qualsiasi altro fattore, e il destino del pianeta dipende dalle politiche che verranno adottate in merito. Fonte: Earth Policy Inst.; traduzione di Fabio Quattrocchi fabiocchi at inwind.it www.ecquologia.it Australia: Gli Aborigeni dicono no ad una miniera di uranio 6 Settembre - Gli ambientalisti e la popolazione aborigena dei Mirrar hanno chiesto alla multinazionale mineraria Rio Tinto di abbandonare il progetto che prevede l'estrazione mineraria di uranio nel cuore del Kakadu National Park, un parco dichiarato patrimonio dell'umanita' dall'UNESCO. La Rio Tinto ha detto che non andra' avanti col progetto collocato nel sito di Jabiluka senza il consenso dei Mirrar che rimangono fermamente contrari. Gli Aborigeni chiedono anche che la Rio Tinto ripari i danni fatti dalla costruzione di un tunnel sotterraneo lungo 1.2 km, realizzato prima che Rio Tinto acquistasse il sito. Una rappresentante dei Mirrar ha detto: "non mi importa quante volte la Rio Tinto mi chiedera' il permesso, sono contraria a questa miniera, indipendentemente da quanto denaro sono disposti a pagare. L'estrazione mineraria rovina la terra, cosi' come e' successo per l'altra miniera di uranio della Rio Tinto che ha distrutto la mia terra." In passato i Mirrar hanno piu' volte denunciato la dissacrazione dei siti sacri a Jabiluka e nel 1998 sono ricorsi alle autorita' giudiziarie per cercare di impedire la costrizione del tunnel minerario, sostenendo che il sito sacro sarebbe stato dissacrato. Il 30 Settembre, cominceranno le riunioni nell'ambito di un inchiesta parlamentare del Senato Australiano per valutare l'eventuale contaminazione causata dalle operazioni minerarie della Rio Tinto nel Kakadu NP. Fonte: FoE Int.; REUTERS; ENS; traduzione di Fabio Quattrocchi fabiocchi at inwind.it www.ecquologia.it OGM/India: Il cotone BT fallisce nel Maharashtra 4 Settembre 2002 - I semi del cotone BT forniti dalla multinazionale Mahyco-Monsanto hanno fallito completamente nel dare i risultati desiderati. Le piantagioni di 30,000 ettari sono state colpite da una malattia delle radici. La causa della malattia sarebbe la cattiva selezione dei geni del batterio BT inseriti nelle piante per produrre una tossina che uccide gli insetti che di esse si nustrono. Gli agricoltori subiranno perdite economiche pari a 5 miliardi di rupie a causa delle cattive politiche governative. Essi hanno minacciato di voler ricorrere alle autorita' giudiziarie se le aziende non risarciranno le perdite. La responsabilita' di questo disastro e' da attribuire al Ministero dell'Ambiente e delle Foreste che qualche mese fa ha approvato la coltivazione commerciale del cotone transgenico BT. Fonte: The Hitvada; traduzione di Fabio Quattrocchi fabiocchi at inwind.it www.ecquologia.it Messico/Panama: La comunita' locali si oppongono al PPP Nel Marzo 2001, il presidente messicano Vincente Fox ha lanciato formalmente il Piano Puebla-Panama (PPP). Il progetto mette a rischio l'ecologia, l'economia agraria tradizionale e le culture indigene della regione che va dal Messico fino a Panama, attraversando tutti gli stati dell'America centrale. La realizzazione del PPP durera' 25 anni, e costera' 20 miliardi di dollari forniti dalla Banca Inter-Americana per lo Sviluppo (IDB). Il PPP prevede la costruzione o il miglioramento di 9,000 km di autostrade e 1,830 km di nuove linee elettriche per distribuire l'energia generata dalla combustione di gas e dalle dighe. Il PPP creerebbe un'insieme di infrastrutture che faciliterebbero il commercio in vista dell'istituzione dell'FTAA (Free Trade Area of the Americas): il presidente Fox sostiene sempre che il PPP e l'FTAA vanno "mano nella mano". Finora non ci sono state consultazioni con le comunita' delle regioni colpite dal PPP, ne' da parte della Banca Inter-Americana (IBD) ne' dai governi coinvolti. L'82% del budget stanziato da Fox per il 2002, ben 697.4 milioni di dollari, e' destinato a progetti di trasporto mentre solo il 2.9% servira' a progetti per il miglioramento sanitario e lo sviluppo sociale. Inoltre non c'e' alcuna attenzione specifica per lo sviluppo rurale. Pochi dei progetti legati al PPP richiedono valutazioni di impatto ambientale che tra l'altro non sono ancora neanche iniziate. Le informazioni pubbliche del PPP sono incomplete e confuse. L'unico grande documento disponibile del governo messicano parla solo della demografia e delle risorse naturali della regione, e non specifica alcun dettaglio del PPP. La IBD ha diviso il PPP in 8 diverse "iniziative". Cioe' lo sviluppo sostenibile, lo sviluppo umano, la prevenzione dei disastri naturali, la promozione del turismo, la facilitazione del commercio, integrazione stradale, interconnessione energetica e sviluppo delle telecomunicazioni. Recenti documenti della IBD chiarificano la natura delle 8 iniziative: per esempio la facilitazione del commercio ha come priorita' l'abbassamento delle tariffe doganali; la prevenzione dei disastri naturali si concentra sullo sviluppo del mercato delle assicurazioni; mentre l'iniziativa per la promozione turistica ha come priorita' il rafforzamento della sicurezza degli aeroporti. Secondo le incomplete informazioni finanziarie attualmente disponibili, circa il 90% dei fondi destinati al PPP andranno al miglioramento del sistema infrastrutturale per il trasporto e per l'interconnessione energetica. Finora, queste due iniziative - le uniche su cui si sono raggiunti accordi formali tra gli stati coinvolti - hanno fatto piu' progressi delle altre 6. Infatti la costruzione di larga scala dei progetti infrastrutturali ed energetici e' gia' iniziata. Il PPP si basa soprattutto su modelli di sviluppo insostenibile e soddisfa solo le esigenze del grande mercato, non delle comunita' locali. Il sistema di trasporto proposto si concentra su super-autostrade, non miglioramenti locali che aiutino a connettere le comunita' o i mercati locali; e ignora quasi completamente le alternative infrastrutturali con minore impatto come il trasporto ferroviario. Il programma di integrazione energetica si basa principalmente sullo sfruttamento di gas naturale e grandi dighe idroelettriche. Nel Giugno 2002, il governo messicano ha annunciato la costruzione di 4 dighe idroelettriche lungo il fiume Usumacinta, tra il Messico e il Guatemala. Alcune di queste dighe erano state proposte in passato, ma furono poi cancellate in seguito all'opposizione delle comunita' locali e per le preoccupazioni sui danni ambientali. I progetti risuscitati non richiedono nemmeno la valutazione di impatto. I programmi legati all'uso della terra si incentrano sull'irrigazione di larga scala, monocolture di alberi, e privatizzazione delle terre indigene. Le iniziative di opposizione al PPP stanno crescendo in tutto il Centro America. Fonte: Americaspolicy.org; DataCenter.org; traduzione di Fabio Quattrocchi fabiocchi at inwind.it www.ecquologia.it Gabon: I nuovi parchi nazionali proteggeranno il 10% del territorio 5 Settembre 2002 - Il governo del Gabon ha annunciato che il 10% del territorio sara' protetto da un insieme di nuovi parchi nazionali. Fino alla scorsa settimana il paese, che ospita foreste tropicali vergini dove vivono gorilla, scimpanze', elefanti di foresta e altri animali, non aveva un sistema nazionale di riserve. Il presidente del Gabon ha affermato che i 13 parchi nazionali si estenderanno per un'area di 2.6 milioni di ettari. Il WWF e la WCS hanno aiutato il governo ad individuare le aree da includere nel sistema di riserve. Molti dei parchi svilupperanno progetti di eco-turismo, che diventera' un'alternativa allo sfruttamento commerciale del legname. Questo sforzo sara' aiutato dai fondi messi a disposizione dal governo degli USA e da tre organizzazioni ambientaliste: WCS, WWF e Conservation International che forniranno 72.5 mln di dollari per proteggere le foreste del Bacino del Congo, comprese quelle del Gabon. Per maggiori info: www.gabonnationalparks.com Fonte: ENS; traduzione di Fabio Quattrocchi fabiocchi at inwind.it www.ecquologia.it Gran Bretagna: Diritti fondamentali negati dopo l'11 Settembre 5 Settembre 2002 - Gravi violazioni di diritti umani si sono verificati in seguito alla reazione delle autorita' britanniche agli attacchi dell'11 Settembre negli USA. E' quanto afferma un rapporto di Amnesty International pubblicato oggi. Il rapporto denuncia il trattamento e le condizioni di detenzione degli arrestati in conseguenza ai drammatici eventi dell'11 Settembre. Gli uomini detenuti secondo quanto prevede l'ATCSA (Anti-terrorism, Crime and Security Act 2001) sono resi oggetto di "isolamento a piccoli gruppi"; e continuano ad essere tenuti chiusi per 22 ore al giorno. Non ricevono assistenza medica adeguata, e il diritto ad esercitare la propria religione viene limitato. Il regime nel quale essi sono tenuti puo' portarli a gravi deterioramenti fisici e mentali, e cio' puo' ostacolare la capacita' di preparare la loro difesa giudiziaria. Gli viene vietato l'accesso ad un avvocato. Nella prigione di Belmarsh, a tutti loro viene negato il permesso di telefonare gli avvocati. I contatti con i parenti e il mondo esterno sono stati severamente impediti. Le visite dei parenti sono filmate e un agente e' sempre presente nonostante, in qualche caso, uno schermo di vetro separi i detenuti dai visitatori. I detenuti inte rvistati hanno affermato che prima e dopo ogni visita venivano perquisiti fino alla nudita'. Inizialmente, potevano comunicare con i familiari solo in Inglese o attraverso un interprete. In un'occasione, un detenuto non ha potuto comunicare perche' la sua interprete non veniva ammessa al luogo dove avvengono le visite per il fatto che rifiutava di togliersi il velo. Secondo Amnesty, il governo ha creato una giustizia-ombra esentata dalle garanzie presenti nel sistema giudiziario penale. Il caso dell'Algerino Lotfi Raissi e' un esempio eloquente del fatto che la ricerca di "terroristi sospetti" puo' colpire persone innocenti, violando i loro diritti e quelli dei parenti. Lotfi Raissi e' stato arrestato e detenuto per 5 mesi nella prigione di massima sicurezza a Belmarsh, dopo che le autorita' americane hanno chiesto la sua estradizione sulla base di sospetti riguardanti il suo coinvolgimento negli attacchi dell'11 Settembre. Le procedure di estradizione sono finite solo 7 mesi dopo che il giudice aveva affermato che non vi era alcuna prova che sostenesse le accuse degli USA. Le ragioni per cui gli USA volevano la sua estradizione comprendevano il semplice fatto che la sua identita' e professione corrispondevano ad un certo profilo: un Algerino musulmano, pilota e istruttore di volo negli USA. Amnesty International ha ricevuto conferme dalle autorita' Britanniche sulla detenzione di 7 cittadini Britannici nella base americana di Guatanamo, a Cuba. Le autorita' hanno anche confermato che gli uomini erano stati "visitati" due volte da ufficiali Britannici, compresi alcuni del MI5, ed erano stati intervistati in relazione alle questione rilevanti sulla sicurezza nazionale della Gran Bretagna. Le autorita' Britanniche hanno fallito nel proteggere i diritti dei loro cittadini tenuti a Guatanamo dove gli viene negato anche lo status di prigioniero di guerra. In particolare, Amnesty e' preoccupata per il fatto che ai detenuti, compresi quelli di nazionalita' Britannica, viene negato l'accesso all'avvocato durante gli interrogatori dagli agenti dell'intelligence americano e britannico. Fonte: Amnesty Int.; traduzione di Fabio Quattrocchi fabiocchi at inwind.it www.ecquologia.it
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