Fabiocchi NEWS 2 Set 2002



Newsletter Eco-Internazionalista www.ecquologia.it
-Johannesburg: Gli Amici della Terra danno i voti ai negoziati
-Australia: Bisogna trovare alternative piu' umane per i rifugiati

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Global Greens Charter 2001
La traduzione italiana della Carta istitutiva del movimento Verde Globale
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Il Movimento si fonda sui principi di Saggezza Ecologica, Giustizia Sociale,
NonViolenza, Sicurezza Mondiale, Sostenibilita' e Rispetto delle Diversita'.
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Johannesburg: Gli Amici della Terra danno i voti ai negoziati
2 Settembre 2002 - Gli Amici della Terra hanno compilato una pagella per valutare i risultati raggiunti dai negoziati del Summit Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile.
VOTO GENERALE: 22/100
 
1. Responsabilita' delle aziende, voto: 5
I governi hanno aperto la porta allo sviluppo di regole internazionali per obbligare le multinazionali a migliorare il loro comportamento, ma non c'e' stato alcun impegno chiaro sui meccanismi e gli USA potrebbero essere stati determinanti nel nulla di fatto. Tuttavia, i pochi progressi raggiunti sono il risultato delle pressioni degli Amici della Terra che hanno sollevato la questione durante i negoziati
 
2. Commercio e Globalizzazione, voto: 3
La liberalizzazione del commercio ha dominato i negoziati di Johannesburg. Gli sforzi degli Amici della Terra e di altre ONG hanno parzialmente evitato l'affermazione della predominanza del WTO su commercio, ambiente e sviluppo. Ma i governi hanno fallito nell'affermare l'autorita' e l'autonomia degli Accordi Ambientali Multilaterali (MEAs) e hanno solo rimandato le discussioni sul rapporto tra i MEA e il WTO - probabilmente in sede del WTO stesso! La sezione sulla globalizzazione non menzionava neanche l'ambiente.
 
3. Debito Ecologico, voto: 0
Non c'e' stato alcun riconoscimento formale del debito ecologico che i paesi ricchi devono a quelli poveri, ne' a coloro che come risultato soffrono; e' stato lasciato solo un programma per le discussioni fututre su come si deve affrontare la questione. A Rio, il Nord aveva riconosciuto di aver causato gran parte dei problemi ecologici e quindi il dovere di guidare gli sforzi per la tutela ambientale. I governi hanno fallito nell'andare in fondo alla questione.
 
4. Energia e Cambiamento Climatico, voto: 3 (per ora)
E' stata riaffermata la necessita' di ratificare il protocollo di Kyoto, ma e' improbabile che sia raggiunto un accordo sull'obiettivo di portare al 10% la produzione di energia pulita sul totale. Le discussioni comunque continuano.
 
5. Acqua e sanita', voto: 3
I governi hanno inserito belle parole sull'impegno di dimezzare il numero di persone prive di accesso all'acqua entro il 2015. Ma hanno fallito nell'assicurare che l'acqua rimanga un bene pubblico e costringono alla liberalizzazione e alla privatizzazione.
 
6. Biodiversita', voto: 3
E' stato inserito un target piu' debole sulla perdita di biodiversita' rispetto a quello accordato 6 mesi fa all'Aja durante i negoziati sulla Convenzione per la Biodiversita'. Adesso i governi mirano a ridurre, non eliminare, la perdita di biodiversita'. C'e' un progresso modesto ma utile sulle aree protette marine. 
 
7. Aiuti e debito, voto: 1
Nessun nuovo target sul taglio del debito o sugli aiuti oltre a quelli raggiunti a Monterray. Il target dello 0.7% non e' stato neanche menzionato.
 
8. Sussidi, voto: 1
La questione sui sussidi dannosi per l'ambiente non e' stata propriamente affrontata. Il testo sui sussidi agricoli non e' diverso da quello di Doha e i sussidi forniti ai combustibili fossili e all'energia nucleare non sono nemmeno menzionati. C'e' invece un utile progresso sui sussidi alla pesca.
 
9. Consumi e produzione, voto: 2
Il piano di Rio per affrontare la questione dei modelli di consumo eccessivo e di produzione dannosa e' stato cancellato in favore in un testo piu' debole. 
 
10. Principi di Rio, voto: 2 (per ora)
Alla fine, dopo tanti disaccordi, non c'e' stata alcuna modifica sugli impegni come il principio di precauzione e il principio di 'trattamento comune ma differenziato' cosi' detestati dagli USA. Ma non ci sono stati neanche dei progressi. Alcuni testi sulla questione sono ancora sotto negoziazione.
Fonte: FoE Int.; traduzione di Fabio Quattrocchi fabiocchi at inwind.it www.ecquologia.it
 
 
 
Australia: Bisogna trovare alternative piu' umane per i rifugiati
25 Agosto 2002 - Secondo un rapporto di Amnesty International, sebbene l'Australia da 10 anni detenga automaticamente i richiedenti asilo sprovvisti di documenti che arrivano nel paese, l'incidente della nave Tampa avvenuto un anno fa ha dimostrato quanto sia disperato il governo nel tenere fuori i rifugiati in nome della lotta del commercio di persone. I leader religiosi, i dottori, i giuristi, i gruppi che sostengono i diritti umani e l'ONU hanno tutti chiesto al governo di trovare una soluzione al problema del commercio di uomini che non comprometta la dignita' e la salute umana. Amnesty si chiede per quanto tempo il governo si rifiutera' di ascoltare. La cosiddetta 'soluzione del Pacifico' - cioe' deviare le navi dei richiedenti asilo verso le isole dell'oceano Pacifico di cambio di aiuti e denaro - sta mandando un messaggio sbagliato ai paesi che ospitano i rifugiati e rispettano i diritti umani. Oggi, almeno 1.834 richiedenti asilo della Tampa e altre navi sono dispersi nella regione del Pacifico. 580 di loro sono stati riconosciuti come rifugiati. Altre centinaia rimangono nei campi di detenzione gestiti dall'International Organisation for Migration. Secondo Amnesty, il problema richiede cooperazione internazionale per combattere una serie di fattori che hanno favorito il mercato di uomini, comprese le cause dei movimenti di rifugiati. I richiedenti asilo che arrivano in Australia senza autorizzazione continuano ad essere puniti per aver cercato rifugio. Essi vengono rinchiusi nei centri di detenzione, talvolta per anni, sena alcuna possibilita' di appellarsi per il loro rilascio. Il fatto che all'80% dei detenuti sia stato riconosciuto lo status di rifugiato dimostra che gran parte di essi e' stata vittima di abusi. La detenzione temporanea per controllare la sicurezza e l'identita' puo' essere legittima in qualche caso, ma la detenzione obbligatoria per periodi indeterminati, senza possibilita' di ricorrere alle autorita' giudiziarie, e' sicuramente una violazione di diritti umani. Alternative piu' umane sono ignorate mentre si spendono milioni di dollari per nuovi centri di detenzione. Secondo un recente rapporto ONU, le condizioni di detenzione nel centro di Woomera offendono la dignita' umana, ma il governo australiano continua a non ascoltare e ha rigettato il rapporto. Amnesty chiede ai governi di tutto il mondo di intervenire sulle cause delle migrazioni di rifugiati anziche' solo sui sintomi, e chiede la fine delle detenzioni arbitrarie per i richiedenti asilo e i rifugiati. Con i 1.5 miliardi di dollari che l'Australia spende per la politica di protezione dei confini, si potrebbero trovare alternative piu' umane per i richiedenti asilo. Fonte: Amnesty Int.; traduzione di Fabio Quattrocchi fabiocchi at inwind.it www.ecquologia.it