Acciaio: a Bruxelles con gli europarlamentari per affrontare i problemi dell'Ilva



COMUNICATO STAMPA

L'allarme lanciato da PeaceLink sui dazi Usa sta trovando ascolto anche fra gli auroparlamentari.

Infatti due europarlamentari si stanno muovendo sul caso Ilva, comprendendo che per uscire dalla crisi dell'acciaio occorre andare anche a Bruxelles oltre che a Roma. Gli onorevoli diessini Enzo Lavarra e Giorgio Napolitano hanno infatti scritto al presidente dell'Unione Europea Romano Prodi e al commissario Mario Monti per fare presente che "l'acuirsi delle difficoltà dipende anche dalla crisi mondiale dell'acciaio provocata dalle scelte protezionistiche dell'amministrazione Usa a favore del mercato interno, che stanno determinando una reazione a catena tra i produttori asiatici e dei paesi europei".

Questa iniziativa risponde positivamente all'SOS che fin da luglio PeaceLink aveva lanciato , facendo presente 1) che i dazi protezionistici americani sono alla base del clima di incertezza che vive lo stabilimento di Taranto 2) che le scelte di disinvestimento di Riva sono collegate all'ordinanza della magistratura relativa alle batterie 3-4-5-6 della cokeria ma alle prospettive del mercato nazionale e internazionale dell'acciaio.

Si veda a tal proposito il comunicato inserito sul sito di PeaceLink il 27 luglio, all'indirizzo Intenet
http://www.peacelink.it/webgate/taranto/msg00439.html

A questo proposito PeaceLink sta completando un dossier che distribuirà a tutti coloro i quali sono interessati. La ricerca di PeaceLink ha già dato risultati interessanti che smentiscono chi minimizza l'impatto dei dazi americani sul Gruppo Riva per dirottare tutta l'attenzione sulla cokeria. A conferma dell'incidenza dei dazi americani sull'acciaio del Gruppo Riva citiamo l'intervento presso l'Unione Europea compiuto da Fabio Riva - figlio del presidente dell'Ilva Emilio Riva - in qualità di vicepresidente della Federacciai presso il vice ministro alle Attivita' produttive, l'on. Adolfo Urso (Vice Ministro alle Attività produttive con delega al Commercio Estero). In un comunicato dell'agenzia ANSA del 12 marzo si leggeva infatti: "La Ue tutelera' la siderurgia europea contro possibili distorsioni del mercato. Lo ha assicurato il vice ministro alle Attivita' produttive, Adolfo Urso, incontrando oggi il presidente e il vice presidente di Federacciai, Giuseppe Pasini e Fabio Riva, e il direttore della Federazione, Enrico Badiali. Nel corso dell'incontro, durante il quale si e' discusso dei dazi Usa, sono stati espressi - si legge in una nota - piena soddisfazione e apprezzamento nei confronti delle azioni che la Commissione europea ha in animo di intraprendere con riferimento alla tutela del settore".

Questo intervento di Fabio Riva rende evidente che i dazi Usa sono fonte di crisi per l'acciaio. L'Unione Europea ha calcolato i danni sulla siderurgia europea: 2 miliardi e 530 milioni di dollari in meno. Per l'Europa è un grande danno e lo è in particolare per l'Ilva di Taranto che è lo stabilimento siderurgico più grande d'Europa.

Appare pertanto necessario uscire da una visione localistica dei problemi dell'Ilva di Taranto e intervenire sul piano europeo. I girotondi attorno alla cokeria - oltre a rivelarsi inutili - hanno sviato l'attenzione. Hanno rivelato la miopia di chi non riesce a vedere il quadro europeo e internazionale, come invece hanno saputo fare gli onorevoli Lavarra e Napolitano. Diciamo questo a poche ore dallo spegnimento della quarta batteria della cokeria, un atto dovuto che Riva - dopo il suo "no" all'allungamento dei tempi di cottura del coke - non poteva evitare senza venir meno all'ordinanza della magistratura. Finalmente da domani tutte e quattro batterie palesemente fuori norma della cokeria saranno ferme e si potrà così ragionare sui veri problemi della crisi dell'acciaio e sulle possibili soluzioni, senza confondere i problemi della salute dei tarantini con i problemi dell'economia internazionale.

Sarebbe auspicabile che il sindaco convocasse attorno ad un tavolo tutti i parlamentari e gli europarlamentari eletti su base locale per evitare che l'Europa - di fronte ai superdazi americani sull'acciaio - si accontenti di "compensazioni" che alleggeriscano i dazi americani su prodotti alimentari come ad esempio il Prosciutto di Parma. Se così fosse (e così potrebbe accadere senza un intervento in sede europea che tuteli l'economia e l'occupazione di Taranto) al danno si aggiungerebbe anche la beffa.

Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink


Alessandro Marescotti
a.marescotti at peacelink.it
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PeaceLink, c.p.2009, 74100 Taranto

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