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No all'OCP - Invia un'email a lpresidente della BNL
- Subject: No all'OCP - Invia un'email a lpresidente della BNL
- From: "F A B I O C C H I::" <fabiocchi at inwind.it>
- Date: Fri, 30 Aug 2002 10:12:03 +0200
Da www.radicalidisinistra.it No all'OCP, l'oleodotto che taglierà in due la riserva amazzonica di Mindo Nambillo, in Equador INVIA UNA EMAIL AL PRESIDENTE DELLA BANCA NAZIONALE DEL LAVORO luigi.abete at bnlmail.com La foresta amazzonica è minacciata da una nuova opera che, se realizzata, ne altererà profondamente il settore occidentale. Il nuovo oleodotto OCP, lungo più di 500 km, attraverserà ben undici aree protette, tagliando in due la riserva di foresta pluviale di Mindo Nambillo. Il progetto è fortemente osteggiato dalle comunità locali, che hanno tentato in ogni modo di fermarne i lavori. Si tratta, non solo di un'opera ad altissimo impatto ambientale, che attraversa -tagliandole- aree di grande pregio, ma anche estremamente pericolosa. Il tragitto dell'oleodotto, infatti, attraversa zone vulcaniche ad alto rischio sismico: i pericoli di sversamenti di petrolio appaiono evidenti. Nel tentativo di far procedere velocemente i lavori, il consorzio OCP, ha ottenuto l'appoggio del governo dell'Ecuador, che ha messo a disposizione il suo esercito per soffocare le proteste delle popolazioni locali, che intendono affermare il diritto a conservare la propria identità culturale e il proprio ambiente di vita: quattro persone, tra cui due bambini, sono morte durante le manifestazioni del marzo scorso ad opera dell'esercito. L'oleodotto è solo il primo passo verso la devastazione, in un'area che -almeno sulla carta- è vincolata. Si intende infatti espandere la frontiera petrolifera ad altre aree intatte di foresta amazzonica per ulteriori 2000 ettari. Tra i finanziatori del consorzio per la costruzione dell'oleodotto OCP in Ecuador figurano anche le compagnie italiane Agip e BNL. Quest'ultima con un cospicuo investimento, 50 milioni di $. Per il momento, i finanziatori del progetto, inclusa la BNL, si limitano a ripetere che l'OCP è costruito nel rispetto degli standard stabiliti dalla Banca Mondiale. Di fatto Associazioni ecologiste autorevoli (tra le quali Greenpeace) hanno dimostrato che l'OCP viola ben cinque standards della Banca Mondiale: la politica sugli Habitat Naturali, la Politica sulle Popolazioni Indigene, La Politica Forestale, la Politica sul Reinsediamento e la Politica sulle Valutazioni d'Impatto Ambientale. La mancanza di trasparenza si accompagna all'irresponsabilità dimostrata dai finanziatori verso le comunità locali: le banche hanno deciso di finanziare l'OCP senza aver nemmeno visitato la regione, consultato la sua popolazione o valutato gli impatti del progetto. Occorre quindi fare pressione perché questo progetto disastroso per l'Amazzonia e dagli altissimi impatti sociali, economici e ambientali venga dismesso. >> Invia adesso una e-mail a Luigi Abete, Presidente della BNL. mailto:luigi.abete at bnlmail.com >> Puoi utilizzare il testo già predisposto, accompagnandolo dalla data, dal nome e l'indirizzo http://www.radicalidisinistra.it/action/RSinteraktiv/OCPtxt.htm
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