No all'OCP - Invia un'email a lpresidente della BNL



Da www.radicalidisinistra.it

No all'OCP, l'oleodotto che taglierà in due la riserva amazzonica di Mindo
Nambillo, in Equador
INVIA UNA EMAIL AL PRESIDENTE DELLA BANCA NAZIONALE DEL LAVORO
luigi.abete at bnlmail.com

La foresta amazzonica è minacciata da una nuova opera che, se realizzata, ne
altererà profondamente il settore occidentale. Il nuovo oleodotto OCP, lungo
più di 500 km, attraverserà ben undici aree protette, tagliando in due la
riserva di foresta pluviale di Mindo Nambillo. Il progetto è fortemente
osteggiato dalle comunità locali, che hanno tentato in ogni modo di fermarne
i lavori.
Si tratta, non solo di un'opera ad altissimo impatto ambientale, che
attraversa -tagliandole- aree di grande pregio, ma anche estremamente
pericolosa. Il tragitto dell'oleodotto, infatti, attraversa zone vulcaniche
ad alto rischio sismico: i pericoli di sversamenti di petrolio appaiono
evidenti. Nel tentativo di far procedere velocemente i lavori, il consorzio
OCP, ha ottenuto l'appoggio del governo dell'Ecuador, che ha messo a
disposizione il suo esercito per soffocare le proteste delle popolazioni
locali, che intendono affermare il diritto a conservare la propria identità
culturale e il proprio ambiente di vita: quattro persone, tra cui due
bambini, sono morte durante le manifestazioni del marzo scorso ad opera
dell'esercito.
L'oleodotto è solo il primo passo verso la devastazione, in un'area
che -almeno sulla carta- è vincolata. Si intende infatti espandere la
frontiera petrolifera ad altre aree intatte di foresta amazzonica per
ulteriori 2000 ettari. Tra i finanziatori del consorzio per la costruzione
dell'oleodotto OCP in Ecuador figurano anche le compagnie italiane Agip e
BNL. Quest'ultima con un cospicuo investimento, 50 milioni di $.
Per il momento, i finanziatori del progetto, inclusa la BNL, si limitano a
ripetere che l'OCP è costruito nel rispetto degli standard stabiliti dalla
Banca Mondiale. Di fatto Associazioni ecologiste autorevoli (tra le quali
Greenpeace) hanno dimostrato che l'OCP viola ben cinque standards della
Banca Mondiale: la politica sugli Habitat Naturali, la Politica sulle
Popolazioni Indigene, La Politica Forestale, la Politica sul Reinsediamento
e la Politica sulle Valutazioni d'Impatto Ambientale.
La mancanza di trasparenza si accompagna all'irresponsabilità dimostrata dai
finanziatori verso le comunità locali: le banche hanno deciso di finanziare
l'OCP senza aver nemmeno visitato la regione, consultato la sua popolazione
o valutato gli impatti del progetto.

Occorre quindi fare pressione perché questo progetto disastroso per
l'Amazzonia e dagli altissimi impatti sociali, economici e ambientali venga
dismesso.
>> Invia adesso una e-mail a Luigi Abete, Presidente della BNL.
mailto:luigi.abete at bnlmail.com
>> Puoi utilizzare il testo già predisposto, accompagnandolo dalla data, dal
nome e l'indirizzo
http://www.radicalidisinistra.it/action/RSinteraktiv/OCPtxt.htm