Un ponte insostenibile



Un ponte insostenibile
Messina, centinaia di persone in corteo contro il progetto di Lunardi
La manifestazione ha concluso una settimana di iniziative del Messina social
forum e di altre associazioni nel capoluogo siciliano www.ilmanifesto.it
MARINA ARENA
MESSINA
L'idea affascina molti, l'ininterrotto battage mediatico nel nome dello
sviluppo e del progresso fa il resto. Così far scendere in strada un
migliaio di persone che domenica in corteo hanno urlato il proprio «no» al
ponte sullo Stretto è stato comunque un gran successo per il Messina social
forum, che insieme alla Rete del Sud ribelle e ad altre associazioni
siciliane e calabresi ha dato vita nella scorsa settimana a un campeggio di
mobilitazione contro un'opera che il governo Berlusconi - con in testa il
ministro-imprenditore Lunardi - proclama di avere quasi in cantiere. E
invece il ponte che dovrebbe unire la Sicilia al continente non è affatto
un'opera realizzabile, come gli esperti - tra gli ultimi, geologi dell'Enea
e del Cnr, autori di un accurato studio appena pubblicato - si premurano a
evidenziare, elencando tutti i nodi irrisolti che l'esecutivo tende ad
ignorare, almeno in questa fase. «Il meccanismo degli annunci reiterati
copre il fatto che al ministero sono davvero in alto mare e hanno dovuto
bloccare il bando per il completamento del progetto. Il rischio è così che
il progetto esecutivo diventi una sorta di mega-laboratorio sperimentale,
costoso quanto una grande opera...», dice Alberto Ziparo, docente di Analisi
e Valutazione ambientale all'Università di Firenze e autore, insieme a
Virginio Bettini dell'Università di Venezia, di un libro dal titolo
emblematico, Un ponte insostenibile. Ziparo è stato tra gli ospiti del
campeggio nella scorsa settimana, e la presentazione del volume è stato uno
dei momenti più partecipati della «sette giorni» di mobilitazione, le cui
iniziative si sono svolte nelle aree intorno a Faro e Ganzirri, località che
col ponte cambierebbero irrimediabilmente volto. «La gente del luogo è
rimasta impressionata dalle video-simulazioni - spiega il professore - Si
vede chiaramente come la pilastratura taglierà in due l'ecosistema marino di
Ganzirri, mentre dalla parte calabrese le nuove strutture si aggiungerebbero
alle vecchie infrastrutture stradali che già hanno dissestato le scogliere a
picco sul mare...». Ma i veri rischi sono altri; quello sismico
innanzitutto: nessuno può garantire la tenuta di un cantiere di lunga
durata, in un'area a forte rischio terremoti come lo Stretto di Messina. «E
non si parla abbastanza del bradisismo, ossia dell'emersione delle due coste
a ritmi peraltro differenti, con la Calabria che va a una velocità quattro
volte maggiore della Sicilia», aggiunge Ziparo. Le due coste poi si
allontanano di un centimetro all'anno, come dimostra lo studio dell'Enea.
Nel corso del campeggio si è lavorato molto all'approfondimento delle
tematiche scientifiche connesse all'opera, con seminari specializzati, «ma
con i compagni della Rete del Sud ribelle abbiamo prediletto comunque il
lavoro di sensibilizzazione nel territorio, con iniziative e volantinaggi
casa per casa, proprio nei luoghi che verrebbero maggiormente stravolti
dalla struttura», racconta Patrizia Maiorana del Messina social forum. Al
termine della settimana, l'assemblea ha votato le linee guida per una
mobilitazione continua, che si vorrebbe di tutto il movimento nazionale.