[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
03-09/06 Roma: SETTIMANA DELL'IMPRONTA ECOLOGICA E SOCIALE
- Subject: 03-09/06 Roma: SETTIMANA DELL'IMPRONTA ECOLOGICA E SOCIALE
- From: Ufficio Stampa Lilliput Nodo di Roma <stampa_lilliput_roma at yahoo.it>
- Date: Fri, 31 May 2002 11:54:30 +0200
NODO di ROMA della RETE di LILLIPUT SETTIMANA DELL'IMPRONTA ECOLOGICA E SOCIALE Da lunedì 3 giugno a domenica 9 giugno 2002 Si svolgerà a Roma, dal 3 al 9 giugno, la Settimana dell'impronta ecologica e sociale, organizzata dalla Rete Lilliput per richiamare l'attenzione sui temi del consumo critico e dell'ecologia ambientale e sociale. L'edizione romana della Settimana (che si svolge ad opera dei singoli nodi con forme e modalità diverse su tutto il territorio nazionale - www.retelilliput.org) vedrà diversi momenti di coinvolgimento della cittadinanza: convegni quotidiani, eventi nei parchi e nelle piazze di Roma, proiezioni cinematografiche, biciclettata. La settimana è patrocinata dall'Assessorato alle Politiche per le Periferie, per lo Sviluppo locale, per il Lavoro e dal Municipio Roma I. Spazio aperto... 9 giugno La domenica con l'Impronta a p.zza del Popolo 10-13 Biciclettata da p.zza del Popolo al Circo Massimo e ritorno 10-20 Tutto il giorno in piazza con: Mostra Itinerante di Didattica Ambientale (Mida) Le Botteghe del commercio equo e solidale Il teatro di strada Le associazioni che hanno partecipato alla Settimana 8 giugno Mostra Itinerante Didattica Ambientale (tutto il giorno a p.zza del Popolo) Sabato al parco con l'Impronta (dalle 10 alle 20:00 con le Botteghe del commercio Equo e solidale a Villa Ada e villa Pamphili) Marcia per la terra Il nodo di Roma della Rete Lilliput invita tutti a partecipare (partenza ore 16:00 p.zza Esedra) Spazio approfondimenti dal lunedì al venerdì, dalle 19.00 alle 21.00 (rialtosantambrogio, via S. Ambrogio, 4) 3 giugno La campagna dell'acqua (a cura di Luca Cristaldi) 4 giugno Consumo critico e alimentazione (tavola rotonda a cura di Marina Russo con: RRCC, AIAB, Bilanci di giustizia, Commercio equo e solidale, GAS) 5 giugno I temi del forum ong (a cura di Margherita Arcieri) Interverrà tra gli ospiti Antonio Onorati. 6 giugno Il caso Mozambico (a cura di Santo, Il Sassolino) 7 giugno Paradisi fiscali e Tobin Tax (a cura di Andrea Baranes, ATTAC) Spazio incontri dalle 19:30 al Casale Podere Rosa, via Diego Fabbri snc 7-8 giugno Proiezione e dibattito alla Biosteria (film e ospiti da definire) Spazio cinema al cineclub Detour, via Urbana 47/a 6 giugno "Strane Storie" di Sandro Baldoni 7 giugno "L'albero, il sindaco, la mediateca" di Eric Rohmer Dopo i film documentari/dibattito sui temi dell'Impronta Spazio presentazioni 5 giugno Giornata mondiale dell'ambiente Mathis Wackernagel, direttore del Sustainability Program di Redefining Progress "Il manuale delle impronte ecologiche" dall'impronta ecologica, il nostro "peso" sulla terra e le soluzioni per il futuro Interverranno: Gianfranco Bologna (Wwf), Alberto Castagnola (Rete Lilliput), Cesare Costantino (ISTAT), Alessandro Lanza (fond. Enrico Mattei), Antonio Tricarico (Campagna per la riforma della banca mondiale) sede: Wwf di Roma, via Po 25/c, ore 10.30-13.00 8 giugno Filippo Laurenti presenta il libro Le parole di Porto Alegre (sede da definire) Spazio corsi Ore 10.00-18.00, Aula 1 della Facoltà di Ingegneria di Roma1, via Eudossiana 4 giugno The Sustainability Workout, Mathis Wackernagel conduce un seminario intensivo di una giornata rivolto a quanti vogliono impegnarsi nella formazione e nella diffusione dell'Impronta Ecologica. Cos'è l'Impronta Ecologica? E' un metodo di calcolo che misura l'impatto del nostro stile di vita sull'ambiente. Grazie ad esso è possibile mettere in relazione il consumo di risorse e la produzione di rifiuti di una popolazione con gli ettari di territorio bioproduttivo necessari per sostenerli. Da questo metodo emerge che per consentire lo stile di vita europeo a tutti gli abitanti del mondo servirebbero le risorse di tre pianeti. eventuali precisazioni, aggiornamenti e modifiche al programma all'indirizzo Internet http://nodi.retelilliput.org/roma per contatti: Marina Russo 3357248588 mariru61 at yahoo.it Luigi Bertolo 0687141132 mc9376 at mclink.it >>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>><<<<<<<<<<<<<<< Ti sei mai chiesto qual è il nostro peso sull'ambiente in cui viviamo? Una risposta ce la può dare l'Impronta Ecologica, un metodo, utilizzato e promosso da grandi organismi come il WWF Internazionale, per misurare l'impatto dei consumi dell'uomo sul pianeta, che mette in relazione i consumi e lo stile di vita di una persona o di un gruppo di persone (es. una città) con: - le risorse naturali necessarie per mantenere quel tipo di vita e di consumi (es. campi per fare il grano, alberi per la carta, prati per le mucche da latte ecc.) - gli spazi ambientali necessari per smaltire i rifiuti generati (es. foreste per assorbire l'anidride carbonica prodotta dalle auto). Questo "fabbisogno" viene "trasformato" in ettari di territorio naturale ed è l'impronta ecologica. L'impronta ecologica misura quindi la superficie di territorio necessaria per sostenere l'economia di una nazione allo suo standard di vita attuale. I paesi industrializzati, per via degli alti consumi, non riescono a sostenere il proprio fabbisogno con le risorse contenute nel loro territorio e, allo stesso modo, non riescono ad assorbire i propri rifiuti (es. anidride carbonica); finiscono quindi per utilizzare e sfruttare i territori e gli spazi ambientali di altri paesi del mondo (vedi tabella sotto). E' importante rilevare che la materia, l'energia (es. petrolio) e le risorse naturali utilizzate dai paesi industrializzati non sono più a disposizione di altre popolazioni. Ad esempio in Kenya il territorio destinato alla produzione di ananas per l'esportazione non è più disponibile per le necessità dei kenioti. IL SISTEMA ECONOMICO DEL NORD DEL MONDO SI REGGE QUINDI ANCHE SULLO SFRUTTAMENTO DEI TERRITORI DELLE POPOLAZIONI IN VIA DI SVILUPPO. Gli Italiani hanno bisogno di tre "Italie"... I dati di Redefining Progress, la ONG che sta promuovendo il concetto di impronta, indica che un italiano medio per sostenere i suoi consumi ha bisogno di 3,8 ettari di territorio naturale produttivo. L'Italia gliene offre solo circa 1,3 pro capite. Pertanto, un italiano medio, per mantenere il suo stile di vita, deve, con il commercio o altri processi, utilizzare risorse di territori al di fuori della sua nazione per circa 2,5 ettari. I POPOLI DEL MONDO, PER VIVERE AL LIVELLO DEGLI EUROPEI, AVREBBERO BISOGNO DI DUE PIANETI... DOVE LI ANDIAMO A PRENDERE? Come minimo le nostre società più ricche devono iniziare a ridurre il consumo di materia ed energia usandole con più parsimonia: non farlo significa condannare altri popoli a vivere nell'indigenza e, per noi, significa rinunciare ad un futuro più sicuro e sereno. Ecco cosa possiamo fare concretamente per ridurre la nostra impronta Acquistare consapevolmente: controlliamo sempre l'etichettatura dei prodotti che compriamo, per capire da dove provengono e di che cosa e come sono fatti. Esigere che i prodotti acquistati non siano il frutto di lavoro minorile e non abbiano inquinato paesi lontani: la corsa al massimo profitto porta le aziende a cercare i minori costi di produzione andando in nazioni dove la manodopera costa meno, i controlli sono minori e dove spesso sono impiegati anche i bambini. Sosteniamo la campagna acquisti trasparenti (www.manitese.it). Privilegiare l'acquisto di prodotti locali: per ridurre l'inquinamento ed il consumo di risorse necessari per il trasporto. Privilegiare i prodotti dell'agricoltura biologica: sono quelli a minor impronta ecologica (www.aiab.it). Comprare i prodotti coloniali nei negozi del Commercio Equo e Solidale: essi si riforniscono da associazioni di produttori del Sud del Mondo pagati il giusto (cioccolato, caffè, zucchero, artigianato ecc.) - (www.assobdm.it). Protestare quando ci incartano i prodotti con troppi imballaggi: li paghiamo almeno tre volte (come costi che il fornitore ricarica, come tassa smaltimenti rifiuti e come ambiente depauperato). Portare da casa i sacchetti per fare la spesa: meglio ancora se usiamo borse in stoffa. Chiedere che gli oggetti che compriamo siano riparabili: è meglio spendere qualche cosa in più, piuttosto che riempire le discariche di oggetti dalla breve durata e che hanno comunque inquinato per essere prodotti e trasportati. Rifuggiamo l'usa e getta: l'apparente praticità nasconde la distruzione dell'ambiente. Riciclare con cura tutte le materie, chiedere al nostro comune di adottare tutte le tecniche disponibili per evitare lo spreco di materiali, combattere l'incenerimento dei rifiuti, privilegiare i prodotti in vetro, meglio se in vuoto a rendere. Chiedere ai politici di detassare il lavoro e di aumentare le tasse sulle materie prime: in questo modo avremmo più soldi da spendere, che compenserebbero il maggior costo dei beni. La manodopera però costerebbe meno e quindi tornerebbe ad avere senso la riparazione degli oggetti, si creerebbero posti di lavoro, ci sarebbe meno spreco di preziose risorse. Sostenere le associazioni che promuovono un consumo rispettoso della salute e dell'ambiente e partecipare alle loro campagne di pressione nei confronti delle Istituzioni. Informarsi: leggiamo libri come la "Guida al consumo critico" (EMI Edizioni) del Centro Nuovo Modello di Sviluppo (050/826354, www.retelilliput.org), abboniamoci a riviste come "AltrEconomia", (02/48953031, www.altreconomia.it) Condividere l'esperienza con gli amici: il percorso è più facile se fatto insieme ad altri. Per cancellarsi: mailto:lilliput-roma-infos-unsubscribe at yahoogroups.com Moderatore: mailto:moderalillilazio at supereva.it Visita il sito: http://nodi.retelilliput.org/roma Le liste del nodo Roma: http://nodi.retelilliput.org/roma/email.htm
- Prev by Date: 31/05 Roma: presentazione del Consiglio dei Diritti Genetici
- Previous by thread: 31/05 Roma: presentazione del Consiglio dei Diritti Genetici
- Indice: