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[originale] GUERRA BIOLOGICA NEI MERCATI - "L'uso delle piante officinali nel mercato sommerso"
- Subject: [originale] GUERRA BIOLOGICA NEI MERCATI - "L'uso delle piante officinali nel mercato sommerso"
- From: Mauro Cristaldi <Mauro.Cristaldi at uniroma1.it>
- Date: Sat, 4 May 2002 13:36:18 +0200
- Resent-date: Sat, 4 May 2002 13:34:34 +0200
- Resent-from: Vittorio Moccia <v.moccia at itb.it>
- Resent-message-id: <200205041134.g44BYYb00541 at dns.itb.it>
"L'uso delle piante officinali nel mercato sommerso" di Mauro Cristaldi Per quanto dirò in questo intervento, voglio subito chiarire che considero secondario il problema della repressione dell'uso ricreazionale delle droghe contenenti Tetraidrocannabinolo (THC), intendendo col termine "droghe" nella sua corretta definizione erboristica e farmacologica quelle "parti di organismi, generalmente vegetali, utili agli usi officinali". Nei fatti esso appare il futile pretesto ed il paravento per la mancata repressione di reati ben più gravi relativi al commercio internazionale di droghe pesanti (Eroina, Ecstasy, LSD, Cocaina), le quali vengono presentate sul mercato nero come occasionali alternative al THC, ovvero, nel commercio legale, vengono artatamente sostituite nei loro effetti terapeutici antidepressivi con altre sosanze psicotrope, che sono in vendita in qualità di psicofarmaci protette dal marchio di rinomate case farmaceutiche. Il problema della cosiddetta "liberalizzazione", a mio parere, va invece inserito in un contesto globale, in cui sta avvenendo - per le caratteristiche di spoliazione a tutto campo, dell'uomo e della natura, tipiche del sistema capitalistico e monopolistico dominante, appunto "liberale" - la crescente speculazione a tappeto sulle risorse del pianeta ai fini del massimo profitto (ne costituiscono casi limite: le risorse energetiche non rinnovabili, l'elettronica spaziale bellica e "civile", gli organismi geneticamente modificati), ovvero in conseguenza di inquinamento (casi limite: effetto serra, contaminazione diffusa di origine bellica e industriale). Tali risorse invece, di comune pertinenza dell'umanità, costituiscono di per sé i beni inalienabili da rendere rinnovabili per le future generazioni e non le proprietà esclusive di pochi esemplari della nostra specie. Non è opportuno in questa sede che io faccia menzione delle numerosissime prove scientifiche che comprovano l'opportunità dell'uso preventivo e clinico dei composti al THC derivanti da varietà di _Cannabis sativa_ particolarmente ricche di tale principio attivo naturale. In tali droghe spicca la quasi totale assenza di effetti collaterali nel corretto uso medico; se si eccettua l'effetto psichedelico, peraltro facilmente dosabile, il quale può portare ad alterazioni della percezione durante la guida, il rischio che ne deriva, soprattutto in combinazione con l'assunzione di sostanze alcooliche, è ampiamente superato dagli enormi vantaggi offerti da una elevatissima soglia di tossicità del principio attivo stesso. In definitiva le attuali "ragioni" di mercato, che nell'economia sommersa, in "tacito" accordo di non belligeranza con i monopoli farmaceutici, richiedono lo spaccio illegale di droghe contenenti THC e sono altresì le stesse che impediscono la coltivazione legale della canapa (già coltura tessile tradizionale nel nostro paese prima del prepondrante avvento del cotone). Tali "ragioni" incoraggiano i tagli con sostanze estranee ed i traffici illegali di stupefacenti, a motivo dei quali le droghe leggere, contenenti THC, sono equiparate giuridicamente alle droghe pesanti, le quali invece producono persistenti alterazioni della psiche con assuefazioni difficilmente reversibili. L'economia sommersa che risulta da tali commerci, nel cosiddetto sistema di riciclaggio di denaro sporco, fa da supporto ai finanziamenti illeciti per il commercio di armi e la corruzione di governi (vedi i casi esemplari di Afghanistan e Columbia). Ma, mentre nella storia fino ad oggi si è giocato sulla conquista di nuove risorse (scoperte geografiche, colonizzazione), oggi si gioca sempre di più sull'espropriazione violenta di risorse residue (fonti energetiche, foreste, risorse idriche, culture umane). In tale contesto la liberalizzazione delle droghe, in generale richiesta da gruppi "radicals", è del tutto funzionale alle riappropriazioni monopolistiche del mercato delle piante officinali, in una prospettiva ventura di applicazione su di esse delle tecnologie transgeniche. Già il THC ("Dronabinol") ed un'altro cannabinoide ("Nabilone") sono stati chimicamente sintetizzati e lanciati sul mercato farmaceutico. In una siffatta prospettiva di mercato aperta al massimo sfruttamento delle risorse residue, dunque, la liberalizzazione del mercato delle "droghe" verrebbe a favore solo dei colossi monopolistici della chimica, della farmacologia e degli OGM, contribuendo all'espropriazione del patrimonio botanico dalle colture autoctone. Se si volesse invece tendere ad un più giusto recupero di mercato di queste droghe leggere (canapa e, perché no, tabacco), si dovrebbe, come già per il caffè ed il cacao, tendere a creare circuiti alternativi che ne garantiscano l'innocuità a dosi adeguate, l'assenza di pesticidi ed altri xenobiotici mediante colture biologiche, un mercato legale riservato soprattutto per tutti coloro (e sembrano tanti in rapporto all'aumento in atto delle sindromi depressive, delle malattie immunologiche e delle tossicodipendenze) che ne avrebbero estremo bisogno ai fini di una terapia quotidiana ed innocua del dolore; il commercio equo e solidale dovrebbe avere tutto l'interesse nel garantirne la distribuzione corretta, anche a favore dei produttori. Per le ragioni suddette parteciperò alla giornata del 4 maggio, opponendomi quindi al pericoloso acronimo "Liberation day", ma in stretta solidarietà con coloro che chiedono la disponibilità legale di queste sostanze ai fini preventivi e terapeutici, chiedendo una corretta riformulazione delle leggi sulla detenzione ed il commercio di tali sostanze, la cui filiera produttiva e la cui somministrazione deve essere garantita da serie professionalità. E chissà se nel frattempo il movimento per la riappropriazione del germoplasma volesse operare in Olanda - non più soggetta a proibizionismo, ma pur sempre in ambito di Comunità Europea - per brevettare, invece che se stessi (il che servirebbe soltanto all'eventuale autoclonazione), qualche varietà di canapa, magari quella ottenuta attraverso l'innesto del luppolo, più facilmente coltivabile in un'Europa purtroppo assuefatta dalla storia a farsi del male da sola a discapito di molti ed a favore di pochi. -------------------------- Prof. Mauro Cristaldi naturalista ed erborista associato di Anatomia Comparata per Scienze Naturali Dipartimento di Biologia Animale e dell'Uomo Università "La Sapienza" Via A. Borelli 50 00161 ROMA Tel.: ++39.(0)6.49918015 Fax: ++39.(0)6.4457516 Mauro Cristaldi <Mauro.Cristaldi at uniroma1.it> ------------------------------------------------------------------------------ ALLEGATO: SIAMO TUTTI DELLE INVENZIONI BREVETTATI PRIMA CHE SIA QUALCUNO A BREVETTARE TE! Questa è una rapina! Un racket genetico-industriale costituito da una banda di multinazionali (Novartis, Monsanto, DuPont, Aventis, ecc.) sta procedendo alla confisca della materia vivente. Il brevetto, ovvero quell'istituzione legale volta a difendere gli interessi economici sulle invenzioni, è la loro arma. Nel 1994 le forme di vita entrano nell'ambito delle cose brevettabili grazie ad un protocollo (TRIPS) che è parte dell'Accordo Generale sul Commercio (GATT) firmato da 150 paesi. Da allora le imprese possono richiedere i brevetti sugli organismi viventi, geneticamente modificati o meno, e inoltre sui geni, compresi quelli umani, anche senza averne identificato la funzione, basta rivendicarne lo stato di "invenzione biologica". La semplice descrizione di un gene è sufficiente per appropriarsene. Con la brevettabilità degli esseri viventi la vita stessa diventa una merce, frazionabile, manipolabile e oggetto di possesso privato. Questa è una rapina! Compiuta non solo ai danni dei paesi poveri e del Sud del mondo dove la ricchezza delle varietà naturali e la biodiversità diventano oggetto di sfruttamento. Biopirati in camice bianco vengono sguinzagliati nelle foreste e nei luoghi naturali ancora intatti del pianeta all'arrembaggio dei tesori biologici finora custoditi dalle popolazioni indigene locali come bene comune. Una rapina compiuta ai danni dei coltivatori di tutto il mondo, dai quali le industrie detentrici dei brevetti esigono il pagamento dei diritti sui semi di varietà vegetali brevettate anche nel caso in cui questi semi provengano dal raccolto dell'anno precedente. Addirittura per impedire il loro riutilizzo, vista la difficoltà di attuare un controllo su tutte le coltivazioni, la Monsanto, un colosso dell'agri-business, attraverso tecniche di manipolazione genetica ha fatto in modo che le sue sementi risultino sterili: questo è il famoso seme "Terminator", un seme che si suicida dopo la prima generazione e che risulta impossibile da ripiantare. Se la vita diventa una merce soggetta ai meccanismi del mercato e ad una logica economica selvaggia, se il patrimonio genetico diventa una proprietà privata i derubati siamo tutti noi ! La biodiversità è una ricchezza collettiva che non può essere depredata da un pugno di banditi organizzati. Contro il rischio di un controllo monopolistico della materia vivente bisogna opporsi alla ricezione delle direttive internazionali ed europee sulla brevettabilità del patrimonio biologico. PRIMA DI DIVENTARE NOI STESSI BOTTINO IL 26 GIUGNO CI ANDREMO A BREVETTARE ! INVITIAMO TUTTI A FARE LO STESSO! LUNEDÌ 26 GIUGNO ORE 10 UFFICIO BREVETTI, PIAZZA DELLA COSTITUZIONE 8 KONTROVERSO F.I.P VIA ZAMBONI 36 BOLOGNA AL MINISTERO DELL'INDUSTRIA DEL COMMERCIO E DELL'ARTIGIANATO MODULO A UFFICIO ITALIANO BREVETTI E MARCHI - BOLOGNA DOMANDA DI BREVETTO PER INVENZIONE INDUSTRIALE, DEPOSITO RISERVE, ANTICIPATA ACCESSIBILITA' AL PUBBLICO IO SONO UN'INVENZIONE! Io sottoscritto/a noto/a comeŠŠŠŠŠŠŠŠŠŠ., rivendico me stesso/a come invenzione biologica unica ed irripetibile. L'originalità del meccanismo che rappresento è data dalle seguenti caratteristiche assolutamente peculiari: - Data di fabbricazione ____________________________________________ - Luogo di fabbricazione ____________________________________________ - Forma ____________________________________________ - Peso ____________________________________________ - Dimensioni ____________________________________________ - Possibile utilizzo ____________________________________________ ____________________________________________________________________ ____________________________________________________________________ DISEGNO DELL'OGGETTO DA BREVETTARE: ANNOTAZIONI SPECIALI ___________________________________________ ____________________________________________________________________________ ____________________________________________________________ ____________________________________________________________________ FIRMA N° MATRICOLA _________________ __________________
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