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legambiente:pianeta terra i danni della globalizzazione
- Subject: legambiente:pianeta terra i danni della globalizzazione
- From: Andrea Agostini <lonanoda at tin.it>
- Date: Wed, 06 Feb 2002 06:48:37 +0100
Il rapporto di Legambiente Pianeta Terra, i danni della globalizzazione Sabrina Deligia Smog, siccità, desertificazione, effetto serra, povertà, tutti mali riconducibili allo stesso problema: la vertenza ambientale. Negli ultimi anni si è fatto poco o nulla per salvare il Pianeta. E allo stato delle cose una via socio-economia alternativa alle attuali è quanto mai necessaria, la questione ambientale ne rivendica l'urgenza. Dalla prima Conferenza mondiale su ambiente e sviluppo di Rio de Janeiro al prossimo appuntamento di settembre in Sudafrica, a Johannesburg, sono passati dieci anni e il bilancio di tutti gli impegni e di tutte le promesse fatte è davvero pessimo. Abbiamo sprecato un decennio di obiettivi più o meno ambiziosi sia a livello nazionale che internazionale. Un decennio caratterizzato da una sfrenata globalizzazione economica. Dal 1992 ad oggi pochissimi passi avanti sono stati infatti compiuti in campo ambientale, mentre le dinamiche della globalizzazione hanno acuito il divario tra i popoli del Nord e del Sud del mondo, favorendo l'aggravarsi delle condizioni di vita dei più poveri. Impegni e obiettivi della disfatta del Pianeta Terra sono stati diffusi ieri da Legambiente, che a Roma ha presentato il "Rapporto Ambiente Italia 2002". A Rio, ad esempio, dieci anni fa, vennero siglate convenzioni fondamentali sul clima e la biodiversità: ma oggi la riduzione delle emissioni di anidride carbonica è poco più che una speranza e la biodiversità è prigioniera dei brevetti di poche multinazionali ed è pericolosamente minacciata dallo strapotere dei paesi ricchi. «Per colpa di tutti i gas che alterano il clima - ha spiegato il presidente di Legambiente Ermete Realacci - e che fanno registrare livelli di concentrazioni mai avuti in precedenza e tassi di crescita molto sostenuti, l'anidride carbonica nell'atmosfera ha raggiunto livelli mai superati nei passati 420.000 anni e, probabilmente, nei passati venti milioni di anni». Tanto che in Italia la concentrazione di anidride carbonica è cresciuta dell'11,9% dal '90 ad oggi e negli Stati Uniti, principali produttori di gas serra, si attesta su un aumento del 29%. E ad incidere profondamente sull'inquinamento il rapporto indica le emissioni causate dai trasporti, responsabili, solo in Europa, del 25% della concentrazione di anidride carbonica. Dall'analisi dei cento indicatori presi in esame da Legambiente emerge dunque con evidenza l'interdipendenza di una economia e uno sviluppo incentrati sostanzialmente sullo sfruttamento del petrolio e molti altri fattori che determinano gravi squilibri ambientali e sociali su scala mondiale. E proprio i paesi in via di sviluppo sono e saranno i più colpiti dagli effetti dei cambiamenti climatici, dai quali non potranno difendersi per mancanza di risorse, strutture e tecnologie. Fatti che, alla vigilia del Forum sociale mondiale di Porto Alegre - per dirla con il presidente di Legambiente, Realacci - chiamano i paesi ricchi, e in particolare l'Italia, a onorare tre impegni «formalmente sottoscritti ma mai nemmeno avvicinati»: ridurre del 6,5% le emissioni di anidride carbonica entro il 2010 rispetto al '90, destinare lo 0,8% del Prodotto interno lordo alla cooperazione per lo sviluppo, dimezzare entro 10 anni il numero delle persone sottonutrite nel mondo. ---------------------------------------------------------------------------- ----
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