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legambiente:lunardi il superveloce
- Subject: legambiente:lunardi il superveloce
- From: Andrea Agostini <lonanoda at tin.it>
- Date: Mon, 04 Feb 2002 18:54:39 +0100
dal manifesto 31 Gennaio 2002 Rincorrendo Lunardi, superveloce Intervista. Ermete Realacci di Legambiente descrive grandi opere e sanatorie della destra al governo G. RA. Legambiente è uno scherzo da 100 mila soci, un migliaio di sedi "a parte le scuole". Lo dice Ermete Realacci che di Legambiente è il presidente e con ottimismo descrive la presenza sul territorio: "un corpo-a-corpo non inferiore a quello dei carabinieri". Forse Lunardi non è peggio degli altri, ma è buffo che dire 'alta velocità' è come chiamare in causa Lunardi per tre guasti differenti: per quel che dice, 150 km in autostrada e guai a chi va piano; per quel che fa, i buchi dappertutto; per quel che come ministro progetta: la legge-obiettivo. Partiamo da qui, da Pietro Lunardi? Per l'azione di questo governo vi è una doppia chiave di lettura, le cose fatte e i segnali mandati al paese. Spesso i segnali hanno effetti più deleteri delle cose fatte. Un esempio è la vicenda dell'abusivismo. Finora non c'è stata una normativa che abbia cambiato le leggi sull'abusivismo. Né una sanatoria, neppure in Sicilia. Ma i segnali, ripetuti, di amnistia, di affievolimento sull'abusivismo, di sanatoria, hanno effetti nefasti. Io temo, per non dire che sono certo, che fra qualche mese in varie regioni italiane, come in Sicilia, scopriremo un forte rilancio del fenomeno. L'abusivismo si nutre di aspettative di sanatoria. Gli anni peggiorisono stati l"83-84 e il '94. Gli anni in cui si è parlato e in cui si sono realizzate le sanatorie, Craxi-Nicolazzi e Berlusconi-Radice; perché è chiaro che a parte gli interessi delle malavita organizzata, un singolo si fa una casa abusiva se ha ragionevoli possibilità, per non dire certezze che non venga demolita o confiscata. Le voci di sanatoria rilanciano l'abusivismo. Lo stesso vale in altri settori. Così Lunardi è per certi aspetti il peggiore in quanto accoppia segnali e proposte pratiche. E di segnali negativi ne ha mandati tanti. L'esordio è stato la famosa battuta sulla convivenza con la mafia. Poi un crescendo, dai 150 chilometri all'ora, al consenso alla protesta dei camionisti per la limitazione dei permessi ai valichi alpini. L'ultima, per ora, la si è letta sul "Tempo". Nel giorno dello sciopero dei giornali sul "Tempo" c'era un trafiletto su Lunardi che diceva: "realizzerò un porticciolo turistico ogni 25 chilometri". Non riuscirà a farli, ma è un segnale devastante...fare un porticciolo ogni 25 chilometri di costa, vuol dire farne 320, per 8.000 chilometri di costa. Lasciando Lunardi a se stesso e rimanendo sui quotidiani si può leggere un editoriale di venerdì sul "Giornale". L'autore è Franco Battaglia, presidente del comitato scientifico dell'Anpa, agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente. Il titolo inneggia a Matteoli, "ministro non inquinato dalla politica". Battaglia in questo scritto elogiativo, ha criticato lo "spendere cento miliardi per inseguire uno stupido protocollo, quello di Kyoto, su cui insiste ormai solo il molto ermetico (figurati che battuta divertente) ma poco realistico presidente di Legambiente". Non c'è un paese al mondo in cui il responsabile dell'agenzia ambientale si esprima così. Ma Battaglia è quello che scrive che l'effetto serra è una grossa bufala? E' uno scienziato, un chimico-fisico, chiamato a dirigere l'Anpa, non per avere realizzato tecniche capaci di fare controlli ambientali o per un passato ambientalista, ma per avere polemizzato con gli ambientalisti. E' favorevole al nucleare, pensa per l'appunto che l'effetto serra sia una fesseria, che il buco dell'ozono sia una montatura. La presidente Usa dell'Epa, l'ente ambientale, che lavora con Bush, non farebbe mai affermazioni del genere. Invece qui imperversano segnali che in un certo senso sono anche peggiori delle politiche che seguiranno. Perché poi ci sono gli effetti delle politiche. L'ambiente viene investito anche esso dalla pressione di moda, la delegificazione. L'eccesso di leggi non produce maggiore tutela o garanzia degli interessi collettivi, ma invece oppressione burocratica: è innegabile. Però, lo sfoltire le leggi è una cosa, la 'deregulation' un'altra. Non si ottiene l'effetto di semplificare le leggi, si abbassa il livello di guardia. Da questo punto di vista arrivano dal governo segnali negativi. Puoi essere più preciso? Cito tre casi. La legge Tremonti per l'emersione dal sommerso. E' previsto un articolo, per il quale chi emerge dall'illegalità, perché evadeva il fisco o non aveva pagato regolarmente i lavoratori, vede sanati anche i reati ambientali. E' un risultato pessimo, anche da un punto di vista dell'equità, perché un imprenditore che ha lavorato mantenendosi nella legalità e che si trovava prima con un concorrente che evadeva invece il fisco o non pagava i lavoratori, si ritrova dopo ancora penalizzato, perché all'altro vengono anche sanati i reati ambientali commessi. Poi quello che riguarda la legge-obiettivo, la Lunardi. Qui c'è una serie di passaggi fortementi deregolanti, rispetto anche alla Via (valutazione d'impatto ambientale) e alle procedure, che possono avere effetti veramente negativi. Perfino nella partita del mandato di cattura europeo, tra i reati che sono stati esclusi, ve ne erano di quelli legati all'interdizione della criminalità ambientale: il traffico dei residui radioattivi e altro. Allora nelle misure concrete si ricava una spinta verso un affievolimento del controllo di legalità sul fronte ambientale, cui il centro sinistra non si contrappone con efficacia. Veniamo alle grandi opere. Noi abbiamo fatto, con pazienza da certosini, il lungo elenco delle opere che Lunardi ha proposto in seguito alla legge-obiettivo. Molte di queste opere sono finte perché è accaduto che il ministro, per evitare i ricorsi delle regioni, ha aperto una trattativa 'privata' e anche le regioni amministrate dal centro sinistra sono andate da Lunardi a trattare l'elenco, per cui risulta - ma ancora non ci sono le schede - un elenco da trecento opere. Quindi è ridicolo dire che sono le opere strategiche del paese; sono comprese le cose più varie; però perfino questo elenco, è utile perché si può notare che le opere che riguardano strade e autostrade sono più del doppio di quelle che riguardano la ferrovia. E' chiaro che questo rappresenta una politica dei trasporti che inverte il pur timido piano dei trasporti dell'Ulivo. Lo abbiamo criticato quel piano, perché è arrivato tardi e c'erano molto che non ci convinceva, però lì almeno per la prima volta gli investimenti ferroviari erano un po' superiori a quelli previsti per strade e autostrade.
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